Zia Giulia insegna, parte 1
di
G00na
genere
prime esperienze
È una bella donna sui quarant'anni, Zia Giulia, ama lo sport e sa mantenere in forma il suo fisico snello. Non ha mai trovato marito, anche se so che si stava per sposare un po' di anni fa, purtroppo poco prima delle nozze ha avuto una bruttissima litigata col fidanzato e si sono lasciati, da allora non ha più voluto avere a che fare con gli uomini. Il suo corpo è oggetto di desiderio per molti e ad ogni festa vedo che alcuni uomini provano a parlarci e invaghirla, ma lei non si fa sopraffare e non si cura di loro. Ammetto che anch'io sono innamorato di lei ed essendo sempre stata molto gentile e amorevole con me questo mio amore non è solo un'attrazione fisica. Un sabato sera i miei nonni hanno organizzato una sera pizza nella loro villetta in campagna e hanno invitato l'intera famiglia. Era una serata afosa, Zia Giulia aveva una profonda scollatura sul seno, che era molto sudato, ho notato che i miei cugini la stavano fissando senza sosta. Era davvero attraente, sentii il pene indurirsi, avevo dei pantaloncini aderenti e si sarebbe visto troppo, corsi dentro casa e andai in bagno. Mi abbassai i pantaloni e decisi di svuotare le palle per passare meglio la serata. Una volta seduto sul water ho indossato le cuffiette e ho messo un porno, uno molto intenso, per venire in fretta. Cominciai a masturbarmi quando sentii bussare, non me ne curai, tanto avevo chiuso a chiave la porta. «Che sta succedendo qui dentro?» chiese una voce femminile, ovattata dal chiasso del film porno. Tolsi le cuffiette e con gran stupore sentii ancora le grida della ragazza mentre veniva scopata. Avevo attaccato male il cavetto delle cuffiette e il rumore si sentiva a palla. Chiusi di scatto il cellulare. «Allora? Che succede?» la voce femminile era mia madre. Mi rimisi i pantaloncini e aprii la porta. Mia mamma mi guardò furibonda, «Eri tu?», io abbassai lo sguardo. «Vai in quinto liceo Luca! Non hai ancora trovato una ragazza? Devi vederti ancora queste porcherie?». Non seppi che dire. «Dopo faremo i conti...» mi disse spazientita, poi si allontanò. Passai la serata rannicchiato vicino al muretto che segnava il confine con l'aperta campagna. Ecco che uno ad uno gli invitati se ne andarono rimasero solo Zia Giulia, i miei nonni e i miei genitori. Dopo poco mio nonno diede le chiavi della villa a Zia Giulia e se ne tornò a casa con mia nonna. Ecco che mia madre si avvicinò nuovamente a me, «Spero tu ti sia pentito... ma hai mai avuta una fidanzata?», io rimasi un attimo in silenzio, «In realtà no...» sussurrai, mia madre spalancò gli occhi «Nemmeno una?», io feci no con la testa. «Ora capisco perché devi ricorrere a certe cose...» mi disse un po' malinconica, ero davvero in imbarazzo. «Beh sei perdonato... in fondo questo ti giustifica...». Rimasi immobile. «Però alla tua età dovresti fare qualcosa... devi trovare coraggio... sai ne ho parlato a Zia Giulia...», «A Zia Giulia?» mi infuriai, «Calmo... siamo d'accordo che sarà lei a spiegarti quello che c'è da sapere, l'avrei fatto io... ma una madre non può parlare di sesso al figlio. Quindi stanotte dormirai qui.» non capii, passarono alcuni minuti e i miei genitori mi lasciarono da solo con Zia Giulia. Non sapevo che fare, ero immobile. Per rilassarmi rimasi a osservare il paesaggio un paio di minuti, poi entrai in casa. «C'è nessuno? Dove sei Zia?», «Sono qui...» disse una voce proveniente dalla camera da letto.
«Ecco...» cercai di spiegare mentre la raggiungevo «sono un po' imbarazzato per questa situazione... non so cosa ti abbia detto mia madre ma ti ha detto qualcosa di sbagliato... non...». Entrai in camera, lei stava in pigiama seduta sul letto, «Dai mettiti il pigiama così possiamo parlare comodamente...» mi esortò, «Non mi sembra il caso che tu mi veda in mutande... ecco... non...», «Quand'eri piccolo ti ho visto nudo un sacco di volte, vederti in mutande non mi sconvolgerà... te lo assicuro.» mi misi il pigiama e mi sedetti sul letto accanto a lei.
Se volete la seconda parte scrivetelo nei commenti.
«Ecco...» cercai di spiegare mentre la raggiungevo «sono un po' imbarazzato per questa situazione... non so cosa ti abbia detto mia madre ma ti ha detto qualcosa di sbagliato... non...». Entrai in camera, lei stava in pigiama seduta sul letto, «Dai mettiti il pigiama così possiamo parlare comodamente...» mi esortò, «Non mi sembra il caso che tu mi veda in mutande... ecco... non...», «Quand'eri piccolo ti ho visto nudo un sacco di volte, vederti in mutande non mi sconvolgerà... te lo assicuro.» mi misi il pigiama e mi sedetti sul letto accanto a lei.
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Commenti dei lettori al racconto erotico