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-Ventidue giorni fa ho eiaculato per l'ultima volta ma dalla gabbietta per la castità, mentre il mio ultimo orgasmo col pene in erezione risale a nove mesi fa, precisamente al 4 novembre!-

Simona era una trans di ventisette anni che aveva concluso il suo percorso da ormai molto tempo e di maschile non aveva più nulla se non i genitali di mediocri dimensioni. Era seduta a terra sulle ginocchia e con le gambe aperte a mostrare il pene chiuso in gabbia, il sedere ben staccato dai talloni e la schiena drittissima, mentre le mani erano rivolte coi palmi in su appoggiate sui quadricipiti. A gambe chiuse, nessuno avrebbe detto che era nata maschio.

"Sono la schiava di Maria Chiara da ormai due anni e vivo per lei" disse alzando lo sguardo verso la sua padrona seduta sul divano, completamente nuda con solo dei tacchi stiletto neri ai piedi, che accarezzava compiaciuta la testa della sua schiava.

"Il mio percorso di castità è iniziato l'anno scorso per volontà della mia Padrona, che stanca di vedermi godere, ha deciso di degradarmi in questo modo. Le prime settimane sono state incentrate sul controllo mentale e sulla memorizzazione delle regole. L'orgasmo, ancora in erezione, mi veniva concesso solo il lunedì e il mercoledì. I momenti dedicati al mio piacere erano ancora abbastanza liberi, con tempo illimitato per avere l'orgasmo e con la partecipazione attiva di Maria Chiara tramite seghe, pompini, feetjobs e muscle fucking. Solo due volte per tutto il primo mese mi concesse di scoparla. La seconda di queste due volte coincise proprio con l'ultimo giorno del primo mese di addestramento, e ricordo benissimo quando mi ricordò che quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrei penetrata col mio pene, concedendomi di venirle dentro!"

Interruppi Simona che stava continuando e chiesi a Maria Chiara il perché di questa scelta.

"Bhe sai..." mi rispose, "Simona è innamorata di me, era già una schiava perfetta e non vedevo perché non darle modo di esserlo ancora di più. Ha un pene di appena dodici centimetri che per quanto mi riguarda è utile solo per essere torturato e ricordarle di servire solo per quello che voglio e impongo io. Pensarla ancora come maschio sarebbe stato solo un grandissimo errore e quindi mi è sembrato doveroso resettare ulteriormente il suo status". Tirandole un leggero calcio sulla faccia con il suo stiletto, la invitò ad alzarsi ed esibirsi per mostrare il suo corpo.
Simona si alzò, mostrando la sua statura che ad occhio era circa 175 cm e il suo corpo super allenato, tonico e muscoloso ma non pompato. Avrebbe potuto fare sicuramente delle competizioni per fitness/body building femminile. Mentre mostrava il suo corpo danzando e flettendo i muscoli, Maria Chiara riprese:

"Anche questo corpo è stata una decisione mia. Quando io e Simona abbiamo sancito il legame, lei aveva un corpo bellissimo ma senza queste forme e questi muscoli, e io avevo assoluta voglia di rimodellarla a modo mio. Mi piacciono i corpi forti e muscolosi, sono utili per i lavori forzati, resistono meglio al dolore e soprattutto per più tempo. In più un corpo allenato costantemente favorisce anche una migliore tempra". Terminata l'esibizione di Simona le ordinò di continuare il racconto sull'addestramento.

"Dal secondo mese" riprese la trans, "Le regole furono più dure. L'orgasmo, ancora in erezione, mi era concesso una sola volta a settimana, precisamente il sabato mattina alle otto e aveva le seguenti regole:
-Tempo limite totale di 7 minuti
-Nessuna partecipazione attiva della Padrona, che però poteva usare qualsiasi mezzo per incentivarmi o distrarmi
-Eiaculata obbligatoria sui miei stessi piedi o a terra, leccando poi via la sborra
-In caso di mancata eiaculazione nel tempo prestabilito, l'orgasmo si sarebbe rimandato alla settimana successiva

"Quanto è durata questa fase?" le chiesi.

"Due mesi, perché considerata la fase più importante verso la castità totale nel programma di Maria Chiara. In questo periodo ho iniziato ad indossare le gabbiette per la castità alternando due giorni con e uno senza. Molte padrone impongono un passaggio più moderato, iniziando con qualche ora al giorno non tutti i giorni e magari con gabbiette in plastica, mentre Maria Chiara ha preferito la terapia d'urto, optando per gabbie già in metallo. L'unico benefit concessomi è stata una gabbietta di taglia consona al mio pene, mentre ora, grazie all'allenamento, ne porto una molto più piccola che rimpicciolisce tutto al limite."

"Cos'altro accadeva in questi due mesi?" chiesi a Maria Chiara che, sfilandosi lo stiletto, poggiò il piede destro in faccia a Simona, obbligandola a leccarlo. Credo che la taglia fosse trentanove o quaranta, aveva dei piedi perfetti in tutto e smaltati in nero.

"Fondamentalmente quello che ti ha descritto ora la cagna. Gli orgasmi sono iniziati a diminuire drasticamente, ad avere poco tempo e modalità meno soddisfacenti e senza una mia partecipazione attiva. Al massimo le sputavo in faccia o la schiaffeggiavo mentre si masturbava . Qualche volta, per premio, le ho infilato i miei piedi in bocca per farla godere quando veniva, ma non ti nascondo che mi sono pentita. Il passaggio della gabbia di castità è stato fondamentale, ed era molto divertente, quando gliela toglievo nel giorno off, vederla godersi la libertà e le erezioni che le provocavo non concedendole nulla se non unicamente nel giorno prestabilito. Diciamo che questo periodo è stato quello in cui lei ha ancora goduto per qualche momento come una puttana normale"

"Cos'è successo poi dal quarto mese?" chiesi io, con un'erezione nei pantaloni in bella vista.

"Dal quarto mese..." incalzò Simona con ancora in bocca l'alluce di Maria Chiara "si è delineata in maniera graduale, la situazione presente. Il primo step mentale è stato quello di accettare l'erezione e ancor di più l'orgasmo come qualcosa a cui non dovevo avere diritto e che non appartenesse al mio corpo e alla mia persona. La gabbietta della castità, di mezza taglia più piccola alla precedente, divenne parte di me. Il primo modello che indossai era per peni di dodici centimetri come il mio, ma dall'inizio del quarto mese iniziai ad indossarne una per peni di undici centimetri, molto più stretta. Mi veniva tolta unicamente per le ultime erezioni e orgasmi. Ciò accadeva una volta ogni dieci o quindici giorni a seconda del mio comportamento e della volontà della mia Padrona. Le regole erano inizialmente simili a quelle precedenti, col tempo limite che era sceso da sette a quattro minuti. Per farmi allontanare inesorabilmente dalle erezioni e dagli orgasmi, iniziandoli a considerare sempre di più dei traguardi a cui non avevo diritto di arrivare, furono introdotte delle nuove pratiche per me, alcune delle quali comprendevano torture post orgasmo e o umiliazioni particolari, affinché la coercizione fisica e psicologica aiutasse in tutto ciò.
Per iniziare a non desiderare più le erezioni, venivo imbavagliata e incatenata al suolo. Mi veniva poi somministrata una piccola dose endovena di eccitante, che mi manteneva in erezione per diverse ore. Ovviamente non era minimamente pensata l'idea di un orgasmo, ma dovevo restare immobile in quel modo, col pene eretto e Maria Chiara o qualcun altro che me lo leccava e toccava per pochi secondi a intervalli più o meno regolari. Quell'erezione era insopportabile, e la fine dell'effetto dell'eccitante, più la gabbietta che ritornava sul mio pene indolenzito ed esausto da quell'erezione non sfogata, erano una manna scesa dal cielo.
I metodi che la mia Padrona adottava per combattere il desiderio di orgasmo, quella volta ogni quindici giorni che mi veniva concesso, erano i più disparati. Le piaceva molto legarmi e imbavagliarmi ad una sedia e masturbarmi velocemente e violentemente anche per venti minuti di seguito, senza mai fermarsi, ottenendo orgasmi multipli e copiosissimi di sperma. Così come le piaceva portarmi all'orgasmo in pochissimo tempo, magari baciandomi con la lingua, e smettere di segarmi un istante prima che io arrivassi, bloccando con un dito quelle gocce di sperma che zampillavano fuori da sole con l'unico aiuto del mio sfintere che si contraeva. Amava anche portarmi all'orgasmo e e riempirmi di pugni e calci sul pene e sulle palle mentre io schizzavo sperma incontrollato."

"Come puoi descrivere la tua situazione attuale?" le chiesi

"La descrivo e la vivo pensando sia il mio ruolo. Sono fatta per essere come mi desidera la mia Padrona e lavoro duro. Questo addestramento, col tempo e con la fatica, mi ha portato ad essere perfetta per lei ed è l'unica cosa che conta. Ora vivo in castità perenne e quello che dovrebbe essere il mio pene è chiuso 24/7 in una gabbia d'acciaio per peni di dieci centimetri. Viene lavato con una siringa senz'ago più volte al giorno e solo una volta alla settimana mi viene tolta la gabbietta per pochi minuti per una pulizia più profonda. Vivendo con la gabbietta costantemente, le erezioni sono solo un ricordo, e ormai non ho più orgasmi normali di nessun tipo e soprattutto non ho più scadenze di tempo. Quando vuole la mia Padrona, solitamente mai meno di venti giorni, vengo munta. Il risultato è, tramite una massiva penetrazione anale, un orgasmo molto poco piacevole e molto umiliante che mi fa colare lo sperma tramite il buco della mia gabbia. La mia gioia più grande è essermi liberata dai desideri di erezione e di orgasmo, vivendo comunque una situazione di perenne eccitazione!".
scritto il
2022-06-16
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