I calzini della mia fidanzata.
di
Signor F
genere
feticismo
Viviamo tutt'ora in città lontane, e questo fa si che io e la mia fidanzata ci vediamo molto poco.
Era metà giugno dell'anno scorso, quando dopo tre mesi di lontananza e conseguente astinenza, la mia fidanzata mi venne a trovare e andai a prenderla in stazione alle due di pomeriggio. Lei aspettava lì da pochi minuti, e avendo fatto parecchie ore seduta in treno, volle andare a casa mia, distante quattro chilometri dalla stazione, a piedi. Ovviamente arrivammo a casa belli sudati, lei molto più di me e quando si tolse la maglietta, emanò un forte odore di sudore da sotto le ascelle. L'abbracciai con la scusa che mi era mancata molto e che volevo coccolarla, ma in realtà volevo godermi da vicino quelle ascelle bagnate dal sudore che aveva preso il sopravvento sul deodorante. Ebbi un'erezione e lei me lo strinse delicatamente in mano, sorridendomi e invitandomi a farci prima una doccia e poi il resto. Non ebbi il coraggio di dirle che avrei voluto farmi segare mentre le leccavo le ascelle sudate e così finii di spogliami velocemente. Lei perse più tempo, come al suo solito, ma a me non dispiacque vederla sfilarsi le Converse All Star bianche e i jeans a zampa d'elefante, rimanendo in tanga e calzini. All'odore di ascelle sudate, si aggiunse subito quello dei piedi.
Gettò sul pavimento prima il tanga, poi i calzini. Aveva dei piedi talmente sudati e bagnati che le si appiccicavano al pavimento, lasciando le orme. Lei sapeva del mio feticismo per i piedi e col tempo iniziò a condividerlo con me, accontentando le mie richieste, tant'è che mi fece notare che si era fatta la pedicure con smalto nero come piaceva a me.
-Il mio feticismo era forse l'unica cosa che ci teneva realmente legati sessualmente, e senza il quale i nostri rapporti sarebbero stati noiosissimi e banali, a causa della sua scarsa intraprendenza. Non nego che, sin dall'inizio, mi sono dovuto un po' sforzare per farmi piacere i suoi piedi, poiché piccoli (taglia 36) e non proprio affusolati, mentre io adoro i piedi grandi e a pianta larga.
Comunque col tempo me li sono fatti piacere soprattutto grazie a lei, che li ha mantenuti sempre curati e ben smaltati, e che li ha saputi mettere al centro del nostro erotismo di coppia, fino a diventare anche lei un po' feticista. Durante i nostri periodi di astinenza, non si faceva pregare per mandarmi belle foto dei suoi piedi o per dirmi che si stava masturbando pensando a me che glieli leccavo.-
Ci facemmo la doccia insieme, coccolandoci ed eccitandoci per dopo, sentendo piano piano andar via quei bellissimi odori di ascelle e piedi, ahimè.
Una volta fuori, entrambi in accappatoio, lei si allontanò nell'altra stanza per una telefonata, e il mio primo pensiero fu quello di fiondarmi sui calzini che aveva lasciato sul pavimento. Erano dei piccoli calzini bianchi e fucsia, di quelli che arrivano alla caviglia e in materiale sintetico pesante, che aveva trattenuto tutto il sudore e l'odore. Li raccolsi e li annusai profondamente, ed erano ancora umidi. In un attimo andai in cucina e presi una busta per alimenti a chiusura ermetica in cui vi infilai i calzini, li chiusi dentro e li nascosi bene nel mio armadio.
Non so come lei non si sia mai accorta di averli persi, ma tutt'oggi ho ancora io quei calzini, rigorosamente mai lavati. La busta ermetica ha sempre fatto il suo, tenendo chiusi i calzini nel loro odore e nella loro umidità.
Quando sento particolarmente la mancanza della mia fidanzata li prendo, me ne metto uno sotto al naso e l'altro sulla bocca, stando attento a non bagnarlo per non alterarlo, e mi masturbo pensando a lei.
Mi masturbo pensando a lei nuda, e a me sdraiato sul letto. A quel punto lei si avvicina, mi lecca dolcemente il viso e mi chiede di baciarle il seno mentre con una mano inizia ad accarezzare il mio cazzo duro. Poi, con calma, si siede e allunga le gambe, incrociando i piedi a pochi centimetri dal mio viso. Mi ordina dolcemente di non leccarli, ma di annusarli soltanto e baciarli delicatamente con le labbra. Mi chiede di guardarli intensamente e desiderarli come se non li avessi lì davanti...eppure sono lì, sul mio viso. Mi ci accarezza delicatamente le guance e le labbra, e mi chiede di resistere il più possibile prima di venire, e che quando non ne posso più devo avvertirla, perché vuole che le venga in bocca.
Vengo, mi lavo e ripongo quei calzini al sicuro nella loro busta ermetica per preservare il più possibile il loro odore e la loro umidità. Li nascondo nel mio armadio, sapendo che presto li avrei usati un'altra volta.
Era metà giugno dell'anno scorso, quando dopo tre mesi di lontananza e conseguente astinenza, la mia fidanzata mi venne a trovare e andai a prenderla in stazione alle due di pomeriggio. Lei aspettava lì da pochi minuti, e avendo fatto parecchie ore seduta in treno, volle andare a casa mia, distante quattro chilometri dalla stazione, a piedi. Ovviamente arrivammo a casa belli sudati, lei molto più di me e quando si tolse la maglietta, emanò un forte odore di sudore da sotto le ascelle. L'abbracciai con la scusa che mi era mancata molto e che volevo coccolarla, ma in realtà volevo godermi da vicino quelle ascelle bagnate dal sudore che aveva preso il sopravvento sul deodorante. Ebbi un'erezione e lei me lo strinse delicatamente in mano, sorridendomi e invitandomi a farci prima una doccia e poi il resto. Non ebbi il coraggio di dirle che avrei voluto farmi segare mentre le leccavo le ascelle sudate e così finii di spogliami velocemente. Lei perse più tempo, come al suo solito, ma a me non dispiacque vederla sfilarsi le Converse All Star bianche e i jeans a zampa d'elefante, rimanendo in tanga e calzini. All'odore di ascelle sudate, si aggiunse subito quello dei piedi.
Gettò sul pavimento prima il tanga, poi i calzini. Aveva dei piedi talmente sudati e bagnati che le si appiccicavano al pavimento, lasciando le orme. Lei sapeva del mio feticismo per i piedi e col tempo iniziò a condividerlo con me, accontentando le mie richieste, tant'è che mi fece notare che si era fatta la pedicure con smalto nero come piaceva a me.
-Il mio feticismo era forse l'unica cosa che ci teneva realmente legati sessualmente, e senza il quale i nostri rapporti sarebbero stati noiosissimi e banali, a causa della sua scarsa intraprendenza. Non nego che, sin dall'inizio, mi sono dovuto un po' sforzare per farmi piacere i suoi piedi, poiché piccoli (taglia 36) e non proprio affusolati, mentre io adoro i piedi grandi e a pianta larga.
Comunque col tempo me li sono fatti piacere soprattutto grazie a lei, che li ha mantenuti sempre curati e ben smaltati, e che li ha saputi mettere al centro del nostro erotismo di coppia, fino a diventare anche lei un po' feticista. Durante i nostri periodi di astinenza, non si faceva pregare per mandarmi belle foto dei suoi piedi o per dirmi che si stava masturbando pensando a me che glieli leccavo.-
Ci facemmo la doccia insieme, coccolandoci ed eccitandoci per dopo, sentendo piano piano andar via quei bellissimi odori di ascelle e piedi, ahimè.
Una volta fuori, entrambi in accappatoio, lei si allontanò nell'altra stanza per una telefonata, e il mio primo pensiero fu quello di fiondarmi sui calzini che aveva lasciato sul pavimento. Erano dei piccoli calzini bianchi e fucsia, di quelli che arrivano alla caviglia e in materiale sintetico pesante, che aveva trattenuto tutto il sudore e l'odore. Li raccolsi e li annusai profondamente, ed erano ancora umidi. In un attimo andai in cucina e presi una busta per alimenti a chiusura ermetica in cui vi infilai i calzini, li chiusi dentro e li nascosi bene nel mio armadio.
Non so come lei non si sia mai accorta di averli persi, ma tutt'oggi ho ancora io quei calzini, rigorosamente mai lavati. La busta ermetica ha sempre fatto il suo, tenendo chiusi i calzini nel loro odore e nella loro umidità.
Quando sento particolarmente la mancanza della mia fidanzata li prendo, me ne metto uno sotto al naso e l'altro sulla bocca, stando attento a non bagnarlo per non alterarlo, e mi masturbo pensando a lei.
Mi masturbo pensando a lei nuda, e a me sdraiato sul letto. A quel punto lei si avvicina, mi lecca dolcemente il viso e mi chiede di baciarle il seno mentre con una mano inizia ad accarezzare il mio cazzo duro. Poi, con calma, si siede e allunga le gambe, incrociando i piedi a pochi centimetri dal mio viso. Mi ordina dolcemente di non leccarli, ma di annusarli soltanto e baciarli delicatamente con le labbra. Mi chiede di guardarli intensamente e desiderarli come se non li avessi lì davanti...eppure sono lì, sul mio viso. Mi ci accarezza delicatamente le guance e le labbra, e mi chiede di resistere il più possibile prima di venire, e che quando non ne posso più devo avvertirla, perché vuole che le venga in bocca.
Vengo, mi lavo e ripongo quei calzini al sicuro nella loro busta ermetica per preservare il più possibile il loro odore e la loro umidità. Li nascondo nel mio armadio, sapendo che presto li avrei usati un'altra volta.
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