Sotto i piedi di Giada
di
Lirker97
genere
feticismo
È il 15, solito giorno di pulizie a casa di Giada.
Credo di non aver mai conosciuto prima una tale sciattona, anzi, non credevo che una ragazza potesse essere così disordinata. Perché allora affittano le case solo alle ragazze?
Io sono un maniaco delle pulizie e la prima volta che sono andato a casa sua per studiare sono letteralmente svenuto.
Pile di libri imponevano un assurdo slalom per spostarsi da un punto all'altro della stanza; mozziconi di sigaretta al lato del letto, il quale emanava una puzza terrificante; cartoni della pizza e formiche che vi ronzavano intorno... Eppure lei appare così graziosa e non ha mai dato l'idea di essere sporca le volte che ci siamo visti fuori da casa sua.
La sua stanza era il suo lato oscuro, ciò che risiedeva al di là dei suoi splendidi occhi azzurri.
Dopo quasi due ore la stanza luccica, incredibile come dopo sole due settimane dall'ultima pulizia dettagliata che ho fatto, possa aver ridotto la stanza in quello stato pietoso.
"Il computer non va, non si accende"
Provo e riprovo a premere il pulsante d'accensione, ma nulla da fare.
Lei fa cadere per "sbaglio" l'accendino e chinandomi per raccoglierlo mi accorgo che la presa del PC è staccata, quindi m'infilo sotto la scrivania per riattaccarla...
Mi sento calpestato.
"C'è ancora qualcosa che devi pulire."
Lei apre le cosce spudoratamente. Non ha le mutandine, vedo direttamente la sua virtù abbagliante.
Non so come prenderla. Giada è un'amica, di sicuro è molto carina, ma ultimamente non mi sento molto attivo da quel punto di vista, è una fase un po' dormiente, saranno gli ansiolitici...
Però qualcosa dal profondo delle viscere mi spinge la faccia tra le sue cosce.
"Non ancora..."
Si fa un po' indietro con la sedia e inizia ad accarezzarmi la faccia con il piedino.
È tutto sudato, ma io non mi muovo, per quanto odi lo sporco...
Mi sento strano.
Me lo infila in bocca e ha un sapore molto sapido, come un frutto di mare, una consistenza soffice, dalla superficie umidiccia.
Non posso fare a meno di succhiare, anche se mi fa schifo l'idea.
Mi accarezza la faccia con l'altro, è sporco.
Non riesco a resistere all'impulso di pulirlo e cerco istintivamente il panno che ho lasciato sulla scrivania...
"No. Con la lingua, da bravo cagnolino."
Questo sapore.
Mi penetra il cervello. Non riesco a resistere.
Per qualche altro minuto continua ad affondare con il suo piedino fin dentro la mia gola.
Ansimante recupero fiato ma tutto ciò che riesco a dirle è "bau".
Da quel giorno l'abbiamo fatto sempre più spesso. Giada lascia che sia io a pulire i suoi piedini con la mia lingua. Ogni tanto facciamo giochini interessanti, mi mette il guinzaglio, mi lascia da mangiare in una ciotola sotto la scrivania.
Io pulisco sempre tutto.
Mentre le lecco i piedini godo a vedere la sua espressione di visibilio e a sentire i suoi gemiti, come se me la stessi scopando.
Non gode così neanche quando facciamo anale di tanto in tanto.
Oggi si laurea, da remoto, sta a casa perché ha preso il virus e io sono in quarantena con lei.
Tutto è pronto, la presa del PC collegata, lei vestita di tutto punto, ma scalza.
Io la aspetto sdraiato sotto la scrivania.
Con la lingua di fuori.
Credo di non aver mai conosciuto prima una tale sciattona, anzi, non credevo che una ragazza potesse essere così disordinata. Perché allora affittano le case solo alle ragazze?
Io sono un maniaco delle pulizie e la prima volta che sono andato a casa sua per studiare sono letteralmente svenuto.
Pile di libri imponevano un assurdo slalom per spostarsi da un punto all'altro della stanza; mozziconi di sigaretta al lato del letto, il quale emanava una puzza terrificante; cartoni della pizza e formiche che vi ronzavano intorno... Eppure lei appare così graziosa e non ha mai dato l'idea di essere sporca le volte che ci siamo visti fuori da casa sua.
La sua stanza era il suo lato oscuro, ciò che risiedeva al di là dei suoi splendidi occhi azzurri.
Dopo quasi due ore la stanza luccica, incredibile come dopo sole due settimane dall'ultima pulizia dettagliata che ho fatto, possa aver ridotto la stanza in quello stato pietoso.
"Il computer non va, non si accende"
Provo e riprovo a premere il pulsante d'accensione, ma nulla da fare.
Lei fa cadere per "sbaglio" l'accendino e chinandomi per raccoglierlo mi accorgo che la presa del PC è staccata, quindi m'infilo sotto la scrivania per riattaccarla...
Mi sento calpestato.
"C'è ancora qualcosa che devi pulire."
Lei apre le cosce spudoratamente. Non ha le mutandine, vedo direttamente la sua virtù abbagliante.
Non so come prenderla. Giada è un'amica, di sicuro è molto carina, ma ultimamente non mi sento molto attivo da quel punto di vista, è una fase un po' dormiente, saranno gli ansiolitici...
Però qualcosa dal profondo delle viscere mi spinge la faccia tra le sue cosce.
"Non ancora..."
Si fa un po' indietro con la sedia e inizia ad accarezzarmi la faccia con il piedino.
È tutto sudato, ma io non mi muovo, per quanto odi lo sporco...
Mi sento strano.
Me lo infila in bocca e ha un sapore molto sapido, come un frutto di mare, una consistenza soffice, dalla superficie umidiccia.
Non posso fare a meno di succhiare, anche se mi fa schifo l'idea.
Mi accarezza la faccia con l'altro, è sporco.
Non riesco a resistere all'impulso di pulirlo e cerco istintivamente il panno che ho lasciato sulla scrivania...
"No. Con la lingua, da bravo cagnolino."
Questo sapore.
Mi penetra il cervello. Non riesco a resistere.
Per qualche altro minuto continua ad affondare con il suo piedino fin dentro la mia gola.
Ansimante recupero fiato ma tutto ciò che riesco a dirle è "bau".
Da quel giorno l'abbiamo fatto sempre più spesso. Giada lascia che sia io a pulire i suoi piedini con la mia lingua. Ogni tanto facciamo giochini interessanti, mi mette il guinzaglio, mi lascia da mangiare in una ciotola sotto la scrivania.
Io pulisco sempre tutto.
Mentre le lecco i piedini godo a vedere la sua espressione di visibilio e a sentire i suoi gemiti, come se me la stessi scopando.
Non gode così neanche quando facciamo anale di tanto in tanto.
Oggi si laurea, da remoto, sta a casa perché ha preso il virus e io sono in quarantena con lei.
Tutto è pronto, la presa del PC collegata, lei vestita di tutto punto, ma scalza.
Io la aspetto sdraiato sotto la scrivania.
Con la lingua di fuori.
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