Il bus delle 18:30

di
genere
feticismo

"Ad alcune ragazze piace farsi leccare i piedi perché le piante sono una vera e propria zona erogena, con variazioni individuali naturalmente, talvolta è una zona a elevata densità recettoriale..."
Lei prosegue il suo meeting online con gli psicologi di un'università americana, intanto sotto al tavolo io viaggio con la mente per percorsi fino a qualche mese fa inimmaginabili.
Sono il suo poggiapiedi, mi sento in Paradiso, coccolato da Dio...
Il suo colto elooquio mi accarezza le orecchie mentre mi ficca tutto il suo piedino fino in gola e con l'altro mi massaggia la patta dei pantaloni.
Hanno il punto giusto d'umidità e sprigionano ancora l'essenza magica dei suoi sandali consumati, che continua a indossare anche ora in ottobre, nonostante stia piovendo di frequente. La pioggia incrementa l'umidità e io adoro infilare la lingua in quel microclima amazzone che si crea tra la sua pianta dei piedi e il sandalo.
Lei continua a vestire gli stessi sandali che portava a giugno.
Quel 13 giugno benedetto in cui la incontrai. Da allora porto sempre con me un'immaginina di Sant'Antonio da Padova.
Lei continua a vestire quei sandali solo per me.
Io prendo sempre il pullman in centro alle 18:30, il pullman che lei prende regolarmente per tornare da lavoro.
Io quotidianamente le ammiro i piedi sul bus, ignaro degli sguardi altrui, quando lei scende io la seguo fin casa. Aspetto che salga. Busso al campanello e lei mi risponde con il solito "Sali".


13 giugno 2022, 18:32
Un'altra giornata di merda è passata. Il sole è più basso, ma ancora splendente. Sudo e me ne vergogno, perché sono circondato da belle ragazze.
Dio mi dà un sacco di opportunità per essere felice, ma io sudo.
È così imbarazzante.
Ho un cazzo di 20 cm da moscio, ma lo uso veramente molto poco. In passato ero un po' sociopatico, quindi anche se le ragazze che lo hanno provato gridavano di piacere non sono poi rimaste a lungo con me, a causa del mio carattere impossibile.
Ora sto meglio, la psicoterapia ha funzionato, ho risolto i miei problemi comportamentali, ma ancora ho un po' di problemi ad approcciare con le ragazze, specialmente ora che è estate, poiché mi sento sempre sporco e sudato.
Ho sempre confidato tutto alla psicologa, ma non una cosa: il mio feticismo per il piede.
Forse se ne sarà accorta, dato che glieli osservavo di continuo, specialmente in questa stagione benedetta che è l'estate, in cui le donne scoprono ben volentieri e fanno respirare le proprie estremità.
Ho sempre avuto paura che questo mio feticismo nascondesse ulteriori problemi della mia psiche, profondi e irrisolvibili.
Ho un cazzo di più di 20 cm, le ragazze le sventravo letteralmente, in tutte le posizioni: sopra, sotto, da dietro, missionaria, reverse cowgirl... Non che disdegni le loro urla di piacere e i loro spasmi pelvici e i loro succhi succulenti...
Ma quando sono da solo e voglio darmi un po' di piacere mediante l'autoerotismo, penso costantemente ai piedi affusolati, magari un po' sudati, smaltati di rosso di qualche bella ragazza super slender, esile. Penso a come mi piacerebbe leccarli dal tallone all'alluce, lentamente, inondandoli di spessa saliva; penso a come sarebbe eccitante farmeli ficcare fino in gola; a come sarebbe romantico un footjob sotto al tavolo di un ristorante stellato; a come dopo aver spaccato in due qualche bella ragazza magra ed esile col mio cazzo poi le verrei sulle dita dei piedi e lei mi facesse assaporare il mio stesso seme e poi io glielo sputassi in bocca dopo averlo masticato; penso a esplorare la suola di qualche fata dai capelli corvini mentre mi fa un pompino...
Un'altra forma di 69...
Curiosamente, un attimo dopo appare Lei.
Bionda, due occhi color nocciola, alta quasi 1,70 direi, un vestitino che non le copre le spalle, sandali, e poi loro...
Un paio di piedini smaltati di fucsia che farebbero inginocchiare qualsiasi Re.
Con discrezione, li guardo da lontano quanto basta per distinguere le ditina affusolate, il disegno delle vene, come scolpito da Michelangelo nel marmo di Carrara, il segno del laccio del sandalo, evidentemente spostatosi di qualche millimetro.
Il sole batte ancora forte e mentre salgo sul bus, mi perdo in fantasie erotiche, penso al fatto che esista la possibilità che indossi i sandali dalla mattina, che l'umidità tra la suola e i sandalo genererà una fragranza irresistibile non appena si scalzerà; penso al fatto che le dolgano i piedi e pagherebbe per un massaggio...
Assorto in queste fantasie non mi accorgo che si siede proprio di fronte a me.
Nascondo l'istantanea eccitazione dietro le buste della spesa.
Accidenti a me che ho messo i pantaloncini della tuta, e se mi vedesse?
Il tragitto è un'autentica tortura. Sparo musica death metal a palla nelle cuffie per cercare di distrarre il cervello, ma nulla i riff selvaggi possono contro il suo dangling e le sue gambe accavallate.
Continuo a sudare. Che imbarazzo...
Speriamo che scenda in fretta...
Invece l'incubo si materializza. Quando mi alzo, in procinto di scendere, a pochi metri dalla mia fermata, si alza anche lei.
Ho ancora il cazzo durissimo e nello spostare la busta della spesa e nell'alzarmi simultaneo al suo alzarsi, la protuberanza si avvicina pericolosamente alla sua faccia.
Dopo un secondo sul suo volto si disegna una smorfia che non dimenticherò mai probabilmente.
La smorfia del desiderio.
Faccio finta di niente e con la mano libera dalla busta mi asciugo spudoratamente il sudore dalla fronte e mi appresto a scendere.
Scende anche lei.
Panico.
Si rivolge a me dicendo: "Abiti qui?"
La mia bocca si secca all'improvviso, ma con uno sforzo sovrumano tento di formulare una risposta. "Aaa-ehm. Sì. Non proprio, ci vogliono altri cinque minuti di cammino. Sì."
"Haha. Zona tranquilla vero? Mi ha dato subito quest'impressione. Mi sono trasferita da poco."
"Ah, bene. Dove abiti?"
"Nella palazzina lì in fondo." Indica con l'indice dritto in avanti.
"Ah, bene." Accidenti. Non so come proseguire. Sarà meglio andarsene, sono tutto sudat...
"Sei un po' sudato, vuoi un bicchiere d'acqua fresca?"
Panico.
"Oh no... cioè sì. Non mi dispiacerebbe."
"Perchè non sali?"

31 dicembre 2022
Ne è valsa la pena fare due mesi di straordinari. È la vigilia di Capodanno e sto festeggiando con Lei nel migliore ristorante d'Italia, nel quadro di tre giorni di pura sospensione dalla realtà.
Un filetto d'altissima fattura e vino da trecento euro s'incontrano sul mio palato, mentre il suo piede è in mezzo alle mie cosce, sotto al tavolo, fa su e giù da almeno venti minuti. Lei mi guarda con i suoi occhi color nocciola.
"Ricordi la prima volta?"
"Come potrei dimenticarla?"
"Nonostante sia il 31 dicembre ancora porto quei sandali, ho i piedi tutti intirizziti, ho un disperato bisogno di un massaggio, come quel giorno di giugno."
"Quel giorno eri semplicemente stata troppo in piedi. Non dimenticherò mai la fragranza che si sprigionò quando ti togliesti i sandali per farti fare un massaggio. Quella fragranza ha schiavizzato il mio cervello e mi ha persino convinto a passare molte più ore del solito con i miei colleghi."
"Solo per uscire da lavoro alle 18:15 e prendere il bus delle 18:30"
"Solo per quello e per fare aperitivo con il tuo sudore di..."
Con le sue skills divine riesce a sbottonarmi i pantaloni con le dita dei piedi e con le piante...

Quello che successe dopo non riesco a raccontarlo, così come ora ho serie difficoltà a parlare con mia madre a telefono, perchè Lei ha tutto il mio cazzo nella sua gola, sta bevendo il mio seme caldo, con un ditino nel mio ano.
Ha preso due giorni di ferie perché ha scaricato un libro.
Un libro di posizioni strane. Sono quasi finiti questi due giorni per fortuna. Mi ha cavalcato senza sosta, ha pranzato col mio seme, io bevuto il suo piscio, i nostri liquidi si sono mescolati oltre un punto critico, non ce la faccio più ma devo resistere.
Dopo questi due giorni ha una serie di conferenze online e mi ha promesso che potessi farle da pedana e che i suoi piedi sarebbero stati cosparsi di miele al tartufo. Il tutto in cambio di questi due giorni di sesso senza sosta.
E io resisterò come sempre ho fatto nella vita e nei prossimi giorni, fino a che morirò o sarò in grado di muovermi, io prenderò il bus delle 18:30 e lei indosserà quei sandali, finchè non si saranno consumati, che ci sia pioggia, neve o grandine...
Alle 18:30 si siederà di fronte a me e io mi perderò nei suoi piedi, dopo un afaticosa giornata
scritto il
2022-06-13
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