Eros e Thanatos- La videochiamata
di
_Arya_
genere
tradimenti
D’improvviso la lussuria si impadronì di ogni fibra del mio essere. Volevo farlo eccitare, volevo catturare la sua attenzione e per un instante volevo che fossi io il suo tutto. Resa audace dalla lussuria gli proposi una videochiamata, questa sarebbe stata diversa dalle altre che, durante i mesi, si erano fatte sempre più frequenti. Ma quella no sarebbe stata epica.
ho molta voglia, ti desidero- gli avevo scritto in preda all’eccitazione
Ho voglia anche io mia piccola gattina- era stata la sua risposta.
Comunque non sono una gattina, i gattini miagolano, io ruggisco- in realtà gli avevo mentito, quell’appellativo in fondo mi piaceva.
Fammi vedere che sai fare allora… gattina.- mi stava provocando ancora
Sei solo? Videochiamami che ti faccio vedere io chi è la gattina- non potevo credere di averglielo scritto, l’idea stessa mi mandava i brividi. Certe cose non le avevo mai fatte nemmeno con Eros. Ero abituata allo scambio di messaggi, foto e video scabrosi, ma mai avevo fatto una videochiamata, quella è una cosa molto intima quasi reale. E io odiavo farmi guardare. Ero profondamente timida in quei frangenti. Ma con Thanatos era diverso, volevo he mi guardasse negli occhi mentre mi davo piacere per lui, lui e solo lui avrei avuto in mente.
Dammi cinque minuti e ti chiamo, tu intanto sai cosa fare- mi disse con il suo solito tono autoritario. Tono che in quel momento mi eccitava ancora di più. Dove erano finiti tutti i miei principi? Perchè gli permettevo di parlami così, io che dalla vita volevo fuggire, ora mi ritrovavo ad essere comandata anche nel sesso? Avevo perso il lume della ragione, la mia unica ragione era…Thanatos? Sì mi aveva fatto sua mente e corpo nonostante fosse una cosa puramente virtuale…ancora. In quel poco tempo libero che mi rimaneva dovevo organizzarmi, ed organizzare bene le idee, avevo stilato un canovaccio di come mi sarei comportata da li a poco. Senza indugio, mentre ancora il telefono non squillava, mi ero spogliata, avevo estratto il cazzo finto dal suo nascondiglio segreto e lo avevo impugnato come una regina impugna uno scettro regale. Regina sì… del cazzo. Dopo avere estratto il dildo, lo avevo cominciato a passare tra le labbra sporgenti della figa, era già fradicia. Con un paio di colpetti sarebbe entrato fino a perforarmi lo stomaco. Ed ecco il telefono comincia a squillare era lui.
Ehi gattina- aveva apostrofato lui visibilmente sorpreso dall’immagine che gli si era mostrata una volta aperta la videocamera. La “sua” gattina si stava masturbando con il cazzo finto, ma ancora non era soddisfatto di ciò che vedeva, sebbene il suo cazzo non fosse proprio d’accordo con lui.
Sei molto calda vedo, ma non vedo una cosa importante- mi aveva detto
Cosa?- tra un gemito ed un altro ero riuscita ad articolare quella domanda con un pizzico di insicurezza, come sempre.
Voglio vedere il tuo bellissimo viso mentre ti scopi per me, piccola gattina-. Quelle parole mi avevano fatto fremere ancora di più, non volevo discutere ed ero disposta ad assecondarlo in tutto quello che mi avrebbe chiesto di fare. Improvvisamente un messaggio mi aveva distratto da quella discussione pericolosamente eccitante. Eros mi reclamava, come se anche lui avesse sentito i miei ormoni, come se i due fossero un’unica cosa. Era sempre quello il dilemma da un lato il cuore dall’altro il sesso… ma era solo sesso davvero? No, li amavo entrambi, in modo diverso ma li amavo. Chi siamo in fondo noi per decidere le forme dell’Amore? Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior. Con un messaggio furtivo ed una promessa di appagamento sessuale anche per lui, ero riuscita a liquidarlo in breve tempo per tornare dal mio amato amante.
Eccomi, sono qui scusami, era… va beh hai capito insomma- gli dissi cercando di riprendere il “discorso”
Sì ho capito chi era, ma adesso basta! Voglio che esistiamo solo tu ed io, nessun…di mezzo ok? Adesso continua a scoparti- mi disse e dal suo sguardo avevo inteso che fosse già abbastanza duro. Quella mia percezione bastò a farmi dilatare completamente e lui se ne accorse.
Molto bene gattina vedo con piacere che sei abbastanza pronta. Adesso DEVI fare come dico, ok?-. Senza darmi possibilità di replicare o controbattere, come se io ne avessi la voglia, cominciò a darmi indicazioni precise sul come comportarmi, mandando in aria il copione che segretamente nella mia mente avevo scritto. Non c’era altro da fare se non obbedire in maniera solerte.
Adesso gattina smetti di scoparti, fermati- provo a farfugliare qualcosa ma non mi da ancora possibilità di aprire bocca.
Vai in cucina e mettiti sopra il tavolo, sistema bene il telefono in modo tale che ti possa vedere bene TUTTA-. Mi accingo in cucina e faccio proprio come mi ha detto lui, sono minuziosa nel farlo anche se la voglia mi sta consumando con quel suo particolare fuoco, lui è caldo anche glielo leggo negli occhi, incontro quei meravigliosi occhi castani e mi perdo nell’abisso del suo desiderio. Due tizzoni ardenti sarebbero più freddi al confronto. Mi fa ribollire il sangue nelle vene, mi istiga, mi fa vibrare ogni parte del corpo soprattutto una in particolare. Dai movimenti che fa capisco che si sta masturbando anche lui. “Si toccati amore, toccati per me e fammi vedere che effetto ti faccio” segretamente quel pensiero mi invade la mente e lui come quasi avesse letto quel mio pensiero mi fa vedere il suo meraviglioso cazzo in tiro per me. Come ha fatto a capire cosa stessi pensando? È un mago forse? Sì lo è, mi ha stregato con il suo fascino e con la sua intelligenza mi ha stregato il cuore.
A quella vista così beatamente e dannatamente meravigliosa la voglia di succhiarglielo mi sovrasta, come una furia, fisso il cazzo finto saldamente sul tavolo e comincio a succhiare. Lo guardo negli occhi è eccitato davvero tanto, la sua eccitazione è tangibile. Le vibrazioni precedentemente avute alla figa, salgono al cuore. “Cazzo sta godendo per me, guardami tesoro, guardami come ti succhio il cazzo”. Afferro il cazzo e continuo con un ritmo forsennato, lo lecco da sopra a sotto, gli colo la saliva lo riprendo in bocca, nonostante sia un dildo non sento più quella sensazione fredda, è caldo della mia bocca. Dedicandomi al cazzo on mi sono resa conto che il mio uomo ha cambiato posizione, adesso è supino, il cuscino sotto il collo, in mezzo alle braccia. Quella forma che assumono le sue spalle attira la mia attenzione, vorrei tanto aggrapparmici e prendergli a morsi il collo fino a sentirne ogni capillare infrangersi sotto i miei denti.
Amore…adesso devi scoparti, impalati sul cazzo, cavalcalo- la sua voce è bassa e sensuale, mi piace. Mi arrampico sul tavolo, mi ergo su quel cazzo finto e lo fisso un po’, vorrei tanto che fosse il suo di cazzo, glielo dico. Punto gli occhi sulla fotocamera mentre mi abbasso piano sul cazzo finto. Nessuna resistenza ormai sono fradicia e il cazzo finto è intriso della mia saliva. Comincio a muovermi avanti ed indietro, su e giù. Guardo lui, anche lui si sta muovendo è irrequieto, i suoi movimenti sono impercettibili ma io li vedo, i suoi occhi tornano a fissare i miei.
Sei fantastica gattina, continua così, mi stai facendo godere tanto-. Spingo il cazzo in fondo mentre reclino la schiena per facilitare la penetrazione e…la visione. Adesso lui morde il cuscino, vedo i suoi denti bianchi stringere quel cuscino.
Vorrei che fossero i miei capezzoli quelli, vorrei che tu fossi così sopra di me che mi sovrasti- gli dico soffocando i gemiti che non controllo più.
Anche io vorrei che fosse così- mi risponde lui in un ringhio.
Rallento il ritmo, voglio godermi il suo sguardo. Lo guardo, gode ancora e ancora, sto per venire, il mio respiro si fa affannoso, non controllo più la testa, la butto indietro, mi puntello sui palmi delle mani e dei piedi. Lo spingo ancora più in profondità.
sono pronta a venire tu sei pronto allo spettacolo?- la mia domanda era retorica, so esattamente cosa vuole vedere
Si dai vieni, fammi vedere, vieni per me amore mio-. Quelle parole segnano la mia fine, mi colpiscono e non posso più tornare indietro, la diga sta per essere aperta ed è pronta ad irrigare i campi aridi. Con un gesto fulmineo mi alzo per poi chinarmi nuovamente, il dildo non è più fissato al tavolo, lo stringo in mano, gronda fino alla ventosa, non mi importa del casino che sto per combinare. Lo rispingo dentro un altro paio di volte, mentre guardo lui muoversi a pancia in giù sento in contemporanea brividi e contrazioni della vagina, lo spingo ancora una volta, la schiena si inarca, il respiro è corto, sento gonfiarsi le vene del collo, gemo profondaente, esco il cazzo finto ed ecco lo champagne è servito. Il tavolo è inondato, i miei liquidi hanno creato una pozza, sembra di aver rovesciato un bicchiere invece ho solo riversato la mia voglia per Thanatos su quel cazzo finto immaginandolo sopra e dentro di me su quel tavolo. Alla vista del mio orgasmo esplosivo lui non si controlla più
Sto per sborrare, succhia il cazzo, succhialo tutto-
Noncurante dei liquidi sparsi e dall’odore pungente che essi provocavano, mi abbasso sul cazzo, sono ancora arrampicata sul tavolo, e comincio a spompinarlo con la mia maestria, vogliosa di cazzo, vogliosa di sborra. Non risparmio nulla di quel cazzo finto, le palle, l’asta, il glande. Lo lecco, lo sputo ancora. Lui si è spostato in bagno sta per venire. Vedo adesso solo il suo cazzo lucido e teso, avvicino il telefono a me e continuo con il cazzo finto. Lui si masturba ancora, emette un suono gutturale, liberatorio. Vedo la sua sborra schizzare e d’impulso spalanco la bocca. Aspetto che la sua gloriosa schizzata sia terminata per fare simulare di ripulire il suo cazzo dalla sborra che rimane attaccata. Siamo sfiniti, i nostri respiri restano affannosi, pian piano ritorniamo in noi stessi.
-ti amo piccola- mi dice in un sussurro
ti amo anche io mio tesoro- gli rispondo con trasporto.
Se una “scopata” virtuale ci aveva ridotto così, quando ci saremmo visti davvero cosa sarebbe successo? Ci saremmo davvero visti? Avevo ancora voglia, ma di guardarlo negli occhi.
ho molta voglia, ti desidero- gli avevo scritto in preda all’eccitazione
Ho voglia anche io mia piccola gattina- era stata la sua risposta.
Comunque non sono una gattina, i gattini miagolano, io ruggisco- in realtà gli avevo mentito, quell’appellativo in fondo mi piaceva.
Fammi vedere che sai fare allora… gattina.- mi stava provocando ancora
Sei solo? Videochiamami che ti faccio vedere io chi è la gattina- non potevo credere di averglielo scritto, l’idea stessa mi mandava i brividi. Certe cose non le avevo mai fatte nemmeno con Eros. Ero abituata allo scambio di messaggi, foto e video scabrosi, ma mai avevo fatto una videochiamata, quella è una cosa molto intima quasi reale. E io odiavo farmi guardare. Ero profondamente timida in quei frangenti. Ma con Thanatos era diverso, volevo he mi guardasse negli occhi mentre mi davo piacere per lui, lui e solo lui avrei avuto in mente.
Dammi cinque minuti e ti chiamo, tu intanto sai cosa fare- mi disse con il suo solito tono autoritario. Tono che in quel momento mi eccitava ancora di più. Dove erano finiti tutti i miei principi? Perchè gli permettevo di parlami così, io che dalla vita volevo fuggire, ora mi ritrovavo ad essere comandata anche nel sesso? Avevo perso il lume della ragione, la mia unica ragione era…Thanatos? Sì mi aveva fatto sua mente e corpo nonostante fosse una cosa puramente virtuale…ancora. In quel poco tempo libero che mi rimaneva dovevo organizzarmi, ed organizzare bene le idee, avevo stilato un canovaccio di come mi sarei comportata da li a poco. Senza indugio, mentre ancora il telefono non squillava, mi ero spogliata, avevo estratto il cazzo finto dal suo nascondiglio segreto e lo avevo impugnato come una regina impugna uno scettro regale. Regina sì… del cazzo. Dopo avere estratto il dildo, lo avevo cominciato a passare tra le labbra sporgenti della figa, era già fradicia. Con un paio di colpetti sarebbe entrato fino a perforarmi lo stomaco. Ed ecco il telefono comincia a squillare era lui.
Ehi gattina- aveva apostrofato lui visibilmente sorpreso dall’immagine che gli si era mostrata una volta aperta la videocamera. La “sua” gattina si stava masturbando con il cazzo finto, ma ancora non era soddisfatto di ciò che vedeva, sebbene il suo cazzo non fosse proprio d’accordo con lui.
Sei molto calda vedo, ma non vedo una cosa importante- mi aveva detto
Cosa?- tra un gemito ed un altro ero riuscita ad articolare quella domanda con un pizzico di insicurezza, come sempre.
Voglio vedere il tuo bellissimo viso mentre ti scopi per me, piccola gattina-. Quelle parole mi avevano fatto fremere ancora di più, non volevo discutere ed ero disposta ad assecondarlo in tutto quello che mi avrebbe chiesto di fare. Improvvisamente un messaggio mi aveva distratto da quella discussione pericolosamente eccitante. Eros mi reclamava, come se anche lui avesse sentito i miei ormoni, come se i due fossero un’unica cosa. Era sempre quello il dilemma da un lato il cuore dall’altro il sesso… ma era solo sesso davvero? No, li amavo entrambi, in modo diverso ma li amavo. Chi siamo in fondo noi per decidere le forme dell’Amore? Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior. Con un messaggio furtivo ed una promessa di appagamento sessuale anche per lui, ero riuscita a liquidarlo in breve tempo per tornare dal mio amato amante.
Eccomi, sono qui scusami, era… va beh hai capito insomma- gli dissi cercando di riprendere il “discorso”
Sì ho capito chi era, ma adesso basta! Voglio che esistiamo solo tu ed io, nessun…di mezzo ok? Adesso continua a scoparti- mi disse e dal suo sguardo avevo inteso che fosse già abbastanza duro. Quella mia percezione bastò a farmi dilatare completamente e lui se ne accorse.
Molto bene gattina vedo con piacere che sei abbastanza pronta. Adesso DEVI fare come dico, ok?-. Senza darmi possibilità di replicare o controbattere, come se io ne avessi la voglia, cominciò a darmi indicazioni precise sul come comportarmi, mandando in aria il copione che segretamente nella mia mente avevo scritto. Non c’era altro da fare se non obbedire in maniera solerte.
Adesso gattina smetti di scoparti, fermati- provo a farfugliare qualcosa ma non mi da ancora possibilità di aprire bocca.
Vai in cucina e mettiti sopra il tavolo, sistema bene il telefono in modo tale che ti possa vedere bene TUTTA-. Mi accingo in cucina e faccio proprio come mi ha detto lui, sono minuziosa nel farlo anche se la voglia mi sta consumando con quel suo particolare fuoco, lui è caldo anche glielo leggo negli occhi, incontro quei meravigliosi occhi castani e mi perdo nell’abisso del suo desiderio. Due tizzoni ardenti sarebbero più freddi al confronto. Mi fa ribollire il sangue nelle vene, mi istiga, mi fa vibrare ogni parte del corpo soprattutto una in particolare. Dai movimenti che fa capisco che si sta masturbando anche lui. “Si toccati amore, toccati per me e fammi vedere che effetto ti faccio” segretamente quel pensiero mi invade la mente e lui come quasi avesse letto quel mio pensiero mi fa vedere il suo meraviglioso cazzo in tiro per me. Come ha fatto a capire cosa stessi pensando? È un mago forse? Sì lo è, mi ha stregato con il suo fascino e con la sua intelligenza mi ha stregato il cuore.
A quella vista così beatamente e dannatamente meravigliosa la voglia di succhiarglielo mi sovrasta, come una furia, fisso il cazzo finto saldamente sul tavolo e comincio a succhiare. Lo guardo negli occhi è eccitato davvero tanto, la sua eccitazione è tangibile. Le vibrazioni precedentemente avute alla figa, salgono al cuore. “Cazzo sta godendo per me, guardami tesoro, guardami come ti succhio il cazzo”. Afferro il cazzo e continuo con un ritmo forsennato, lo lecco da sopra a sotto, gli colo la saliva lo riprendo in bocca, nonostante sia un dildo non sento più quella sensazione fredda, è caldo della mia bocca. Dedicandomi al cazzo on mi sono resa conto che il mio uomo ha cambiato posizione, adesso è supino, il cuscino sotto il collo, in mezzo alle braccia. Quella forma che assumono le sue spalle attira la mia attenzione, vorrei tanto aggrapparmici e prendergli a morsi il collo fino a sentirne ogni capillare infrangersi sotto i miei denti.
Amore…adesso devi scoparti, impalati sul cazzo, cavalcalo- la sua voce è bassa e sensuale, mi piace. Mi arrampico sul tavolo, mi ergo su quel cazzo finto e lo fisso un po’, vorrei tanto che fosse il suo di cazzo, glielo dico. Punto gli occhi sulla fotocamera mentre mi abbasso piano sul cazzo finto. Nessuna resistenza ormai sono fradicia e il cazzo finto è intriso della mia saliva. Comincio a muovermi avanti ed indietro, su e giù. Guardo lui, anche lui si sta muovendo è irrequieto, i suoi movimenti sono impercettibili ma io li vedo, i suoi occhi tornano a fissare i miei.
Sei fantastica gattina, continua così, mi stai facendo godere tanto-. Spingo il cazzo in fondo mentre reclino la schiena per facilitare la penetrazione e…la visione. Adesso lui morde il cuscino, vedo i suoi denti bianchi stringere quel cuscino.
Vorrei che fossero i miei capezzoli quelli, vorrei che tu fossi così sopra di me che mi sovrasti- gli dico soffocando i gemiti che non controllo più.
Anche io vorrei che fosse così- mi risponde lui in un ringhio.
Rallento il ritmo, voglio godermi il suo sguardo. Lo guardo, gode ancora e ancora, sto per venire, il mio respiro si fa affannoso, non controllo più la testa, la butto indietro, mi puntello sui palmi delle mani e dei piedi. Lo spingo ancora più in profondità.
sono pronta a venire tu sei pronto allo spettacolo?- la mia domanda era retorica, so esattamente cosa vuole vedere
Si dai vieni, fammi vedere, vieni per me amore mio-. Quelle parole segnano la mia fine, mi colpiscono e non posso più tornare indietro, la diga sta per essere aperta ed è pronta ad irrigare i campi aridi. Con un gesto fulmineo mi alzo per poi chinarmi nuovamente, il dildo non è più fissato al tavolo, lo stringo in mano, gronda fino alla ventosa, non mi importa del casino che sto per combinare. Lo rispingo dentro un altro paio di volte, mentre guardo lui muoversi a pancia in giù sento in contemporanea brividi e contrazioni della vagina, lo spingo ancora una volta, la schiena si inarca, il respiro è corto, sento gonfiarsi le vene del collo, gemo profondaente, esco il cazzo finto ed ecco lo champagne è servito. Il tavolo è inondato, i miei liquidi hanno creato una pozza, sembra di aver rovesciato un bicchiere invece ho solo riversato la mia voglia per Thanatos su quel cazzo finto immaginandolo sopra e dentro di me su quel tavolo. Alla vista del mio orgasmo esplosivo lui non si controlla più
Sto per sborrare, succhia il cazzo, succhialo tutto-
Noncurante dei liquidi sparsi e dall’odore pungente che essi provocavano, mi abbasso sul cazzo, sono ancora arrampicata sul tavolo, e comincio a spompinarlo con la mia maestria, vogliosa di cazzo, vogliosa di sborra. Non risparmio nulla di quel cazzo finto, le palle, l’asta, il glande. Lo lecco, lo sputo ancora. Lui si è spostato in bagno sta per venire. Vedo adesso solo il suo cazzo lucido e teso, avvicino il telefono a me e continuo con il cazzo finto. Lui si masturba ancora, emette un suono gutturale, liberatorio. Vedo la sua sborra schizzare e d’impulso spalanco la bocca. Aspetto che la sua gloriosa schizzata sia terminata per fare simulare di ripulire il suo cazzo dalla sborra che rimane attaccata. Siamo sfiniti, i nostri respiri restano affannosi, pian piano ritorniamo in noi stessi.
-ti amo piccola- mi dice in un sussurro
ti amo anche io mio tesoro- gli rispondo con trasporto.
Se una “scopata” virtuale ci aveva ridotto così, quando ci saremmo visti davvero cosa sarebbe successo? Ci saremmo davvero visti? Avevo ancora voglia, ma di guardarlo negli occhi.
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