Il centro estivo delle prostitute

di
genere
etero

L'altro giorno, sotto volontà dei miei genitori, sono andata a un centro estivo, nella sezione maggiorenni. Il centro estivo per maggiorenni era una specie di centro sociale, dove potevi fare quello che ti pareva senza che nessuno ti dicesse nulla. Un posto dove scaricare i propri figli in pratica. Appena arrivata non sapevo che fare e con chi parlare, ma in poco tempo mi si sono avvicinate delle ragazze e abbiamo incominciato a parlare, mi hanno spiegato che c'era una palestra e un tavolo da ping pong per divertirsi... ma il vero divertimento era un altro... da quanto capii quel posto era una specie di casa del piacere, le ragazze che ci andava e si facevano pagare per prestazioni sessuali, subito mi chiesero se anch'io volevo farlo, rifiutai. Mi spiegarono poi che avevano allestito delle camere da letto dentro lo spogliatoio della palestra e un sacco di ragazzi pagavano profumatamente anche solo per una sega. La cosa iniziò a intrigarmi, essendo vergine forse mi avrebbero pagato moltissimo, ma mi faceva un po' schifo l'idea di perdere la verginità con sconosciuti magari anche con un mini cazzo. Passai l'intera giornata nel cortile e in poco tempo alcuni ragazzi mi chiesero se offrivo prestazioni sessuali, ad ognuno rispondevo di no. Passai il tempo a gurdare il comportamento delle altre ragazze e notai che quasi tutte si vestivano come prostitute e si mettevano in un angolo in attesa di una richiesta sessuale. Cominciai ad abituarmi all'idea di poter fare solo seghe, nient'altro, senza mettere il pene in bocca o in altri posti. Sarebbe stato comunque un guadagno. La giornata volse al termine e tornai a casa. Passai tutta la notte sveglia pensando a cosa fare il giorno seguente. Appena sveglia scelsi dal guardaroba un top e dei pantacollant. Non ho un seno accentuatissimo, una terza, ma indossando il top senza reggiseno sembra più grosso. I pantacollant li indossai senza mutande, tirandoli fin sopra l'ombelico a finché si notasse la vagina. Ero pronta. Una volta arrivata al centro estivo feci come le altre ragazze e mi misi in un angolo in attesa di eventuali “clienti”. Non ci volle molto. Mi si avvicinò un ragazzo con i capelli a caschetto e gli occhiali che mi chiese: “Quanto vuoi per una spagnola?”, non seppi che dire... volevo fare solo seghe, mettermi tra le tette il cazzo di quel tipo fra le tette non mi allettava, stavo per dirgli di no quando mi propose una cifra “Settanta euro”, rimasi sconvolta, settanta euro? Settanta euro per una spagnola, in fondo meglio una spagnola di un pompino, acconsentì. Andammo nello spogliatoio, era stato diviso in tante stanzette grazie agli armadietti, che arrivavano fino al soffitto. Entrammo in una di queste camere, dentro c'era solo un materasso. Ci sedemmo e lui si tolse pantaloni e mutande, aveva un pene lungo quanto un dito. Mi tolsi il top e lui iniziò a palparmi il seno, era una sensazione fastidiosa ma al contempo eccitante quando sfiorava i capezzoli. Avvicinai le tette al suo cazzo e un po' goffamente cominciai a fare su e giù, passarono due minuti e finalmente sborro, su tutte le mie tette e sul mio mento, che schifo... rimasi immobile, lui mi passò dei fazzoletti e assieme ci pulimmo, poi mi diede i settanta euro, non ci potevo credere. Uscii da quella camera assieme a lui e mi diressi verso l'uscita dello spogliatoio, lì due ragazze mi fermarono “Sono venti euro per l'utilizzo della camera!” dissero bruscamente, non sapendo che fare glieli diedi e subito mi fecero uscire. Mi rimisi in un angolo a riflettere su quello che avevo fatto quando dal cancello principale entrò un vecchio signore, “Il proprietario del centro!” bisbigliarono alcuni. L'uomo si diresse verso gli spogliatoi e le due ragazze che mi avevano fermato gli diedero dei soldi. Lì capii, il proprietario del centro estivo aveva creato il sistema delle ragazze-prostitute per guadagnare. Tornai a casa di corsa.
Non so se tornarci per continuare a guadagnare o non andarci più.
scritto il
2022-06-21
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