L'autobus

di
genere
prime esperienze

Se qualcuna delle persone che conosco e con le quali condivido la mia vita di tutti i giorni sapesse di questa mia passione per la trasgressione, non esiterebbe a dire che ho una doppia personalità.
Forse però tale definizione è limitativa. In realtà, nell’ambito di questa mia ognuno di noi ha le proprie fantasie, ma non è questo il luogo virtuale per esprimerle.
Non sono granchè bravo a scrivere, ma voglio cogliere l'utilità di questo spazio per raccontare una mia esperienza di vita realmente accaduta oltre 30 anni fa.
Avevo più o meno vent'anni e da poco avevo terminato il servizio militare.
Chi ha vissuto questa esperienza sa bene che si tratta di un momento della propria esistenza in cui cambiano parecchie cose.
Gli amici li avevo persi per strada, si era interrotta la storia con la mia fidanzata che durava da tre anni e che, fino ad allora, aveva rappresentato la mia unica esperienza sessuale. Iniziava una nuova vita.
Mi trovavo seduto sull'autobus in un'afosa giornata estiva, guardando fuori dal finestrino in attesa che il mezzo pubblico giungesse alla fermata vicino casa.
A un certo punto mi guardai attorno. Non c'era molta gente, alcuni si facevano aria con ventagli improvvisati, di spazi a sedere ce n'erano parecchi, eppure lei stazionava in piedi davanti a me.
Era una piacevole signora di mezza età un po' robusta, indossava un vestito leggero che le lasciava scoperte le spalle.
Inizialmente non la degnai di attenzione fino a quando non mi accorsi che mi guardava fisso negli occhi.
Rimasi un tantino imbarazzato per quel fugace incontro di sguardi, ma sentii contemporaneamente un certo rimescolamento interno.
Bisogna considerare che ero in astinenza da mesi e che, a vent'anni, la fantasia galoppa facilmente.
Cercai di capire se quel suo sguardo era stato occasionale sforzandomi di non rendere palese il mio interesse.
Eppure... sembrava spregiudicata, continuava a fissarmi senza abbassare minimamente lo sguardo. Cominciai a sentirmi agitato, ma risposi al suo sguardo pur non riuscendo ad imporre il mio.
A un certo punto mi resi conto che la sua attenzione si era spostata sulla mia zona inguinale.
L'erezione fu immediata mentre sentivo il mio cuore che cominciava a battere forte!
Indossavo un paio di pantaloni abbastanza ampi che nascondevano le fibrillazioni del mio amichetto... nessun'altra persona stava prestando attenzione a noi.
Con la scusa di stirarmi un po' schiacciai il tessuto dei pantaloni lasciando che potesse accorgersi del vistoso rigonfiamento sotto.
Il suo sguardo si fece più attento e concentrato, mi accorsi di un leggero rossore sul suo viso.
Voltai con noncuranza lo sguardo al finestrino, solo per pochi secondi, poi tornai a guardarla.
Mi stava sorridendo. Risposi al suo sorriso e poi per timidezza distolsi nuovamente lo sguardo.
Ero eccitatissimo e già pregustavo la sega che mi sarei fatto non appena giunto a casa.

Giunti a poche fermate dal punto di arrivo la vidi muoversi come se stesse apprestandosi a scendere, poi senza guardarmi disse a bassa voce: "Vieni con me?".
Altro tonfo al cuore, prontamente le risposi "si!".
Scendemmo entrambi dall'autobus e dopo qualche estante di silenzio mi disse "Seguimi, ma stammi a distanza".
Percorremmo circa trecento metri prima di arrivare davanti al suo palazzo.
Lei aprì il portone ed aspettò che anch'io entrassi, poi prendemmo entrambi l'ascensore.
Sorrisi... nessuna parola tra di noi. Usciti dall'ascensore lei aprì la porta del suo appartamento e mi lasciò entrare, invitandomi ad accomodarmi sul divano.
"Mi aspetti qualche secondo? Arrivo subito."
Mi lasciò da solo, agitatissimo. Sentii il rumore dell'acqua che scorreva.
Arrivò un paio di minuti dopo. Inserì una cassetta nel videoregistratore, si sedette di fianco a me e col telecomando fece partire il film.
La cassetta non era stata riavvolta e comparve davanti ai miei occhi la scena di una donna impegnata in uno strepitoso pompino.

Avevo vent'anni... poca esperienza, scarsa eleganza ed ero arrapato come non mai.
Iniziai a toccarle il seno mentre il suo sguardo era fisso alle immagini del film.
Poi le infilai la mano sotto al vestino, in mezzo alle cosce, e mi accorsi che non indossava gli slip.
Sentivo la sua figa fresca di bidet appena fatto. Iniziai a masturbarla.
Per qualche istante mi lasciò fare non facendo trasparire particolari emozioni, poi d’improvvisco mi mise con foga una mano sulla patta, iniziando subito dopo a slacciarmela.
Sembrava un po’ agitata e pareva in difficoltà, presi allora l’iniziativa e senza troppi preamboli slacciai i pantaloni e mi calai i boxer, lasciando emergere davanti ai suoi occhi il mio cazzo duro e già pronto all’uso. “Che bello!” ebbe modo di dire prima di infilarselo in bocca mentre con mani esperte me lo menava.
Sapeva il fatto suo, si esibiva in lente leccate dalla radice fino alla punta del mio cazzo per poi prenderlo in bocca lasciando scivolare le sue labbra su e giù lungo l'asta, un’esperienza che a me giovane ragazzo era sconosciuta fino a quel momento.
“Apri le gambe” mi disse poi, incuneandosi nel mezzo ed iniziando a leccare e succhiare le palle mentre mi masturbava.
Mi fece impazzire per qualche minuto, poi si alzò in piedi e si tolse i vestiti, lasciando anche a me il tempo per sfilarmi di dosso ciò che mi era rimasto.
Mi alzai anch’io e l’abbracciai. Non era molto alta ed il mio cazzo duro le premeva sulla pancia.
Ci baciammo sulla bocca per lunghi istanti mentre le mie mani la esploravano.
“Siediti” mi disse, e così feci. Lei mi si sedette a cavalcioni strofinando la figa sul mio cazzo e ponendomi davanti al viso le sue tette non più molto sode ma ugualmente soffici ed elastiche.
Le baciali, le leccai e le succhiai. Non potevo più resistere... infilai la mia mano nello spazio tra di noi al che lei si sollevò. Presi in mano il cazzo e lo puntai sulla sua figa aperta.
“Si bravo...infilamelo dentro” disse lei, lasciandosi impalare subito dopo.
Iniziò a cavalcarmi con un ritmo molto lento, cosa che ad un giovane puledro come me andò bene solo per un paio di minuti.
“Voglio scoparti io” le dissi ad un certo punto. Lei sorrise, si sfilò da me e mi chiese “Come vuoi scoparmi?”. “Sdraiata!”.
Lei mi accontentò, si distese sul letto, aprì le gambe e mi permise di montarle sopra.
La scopai con vigore... lei seguiva abilmente il mio ritmo con efficaci colpi di bacino.
Ad un certo punto mi afferrò le natiche ed iniziò a premermi ritmicamente contro di lei, poi a sorpresa iniziò ad esplorare il mio buco del culo col suo dito.
Inizialmente un po' imbarazzato per la sua manovra finii per apprezzarla; “Così mi fai venire subito!” le dissi.
“Si, fallo” mi rispose, aggiungendo subito dopo: “vuoi venirmi in bocca?”.
Inutile negare, non avevo la forza di volontà per uscire da quella tana calda, non le risposi continuando a scoparla con forza.
A un certo punto esclamai “Sto per venire!”.
“Sii...vienimi dentro” replicò lei.
Fu un’esplosione... sentivo la mia cappella che si contraeva sputandole dentro la mia sborra... fu un orgasmo lungo ed intenso, al termine del quale mi abbandonai esauto su di lei appoggiandole il viso sul seno.
Nel mentre che io fuoriuscivo lei si preoccupò di infilare la mano sotto la figa per raccogliere mio sperma onde evitare che potesse macchiare il divano.

Poi si assentò per qualche minuto, chiedendomi se desiderassi un caffè. Accettai volentieri.
Qualche minuto dopo eravamo seduti sul divano a parlare di noi.
Mi ranccontò di lei, che aveva una figlia molto giovane, mi parlò della sua passione per la cantante Mina e di altri aspetti della sua esistenza, scorsi un velo di malinconia sul suo viso solo quando le chiesi che genere di rapporto avesse con suo marito.
Evidentemente non era soddisfatta e per lei il sesso era un fatto soltanto occasionale.
Poi mi sorrise, abbassando il suo viso su di me e prendendomelo in bocca nuovamente.
In pochi istanti era nuovamente duro come il legno.
“Come vuoi scoparmi ora?”. “A pecora” risposi prontamente.
Lei si mise in posizione con le ginocchia sul divano, mi posi immediatamente dietro di lei cecando di penetrarla ma sbagliando anche indirizzo per l’inesperienza.
Lei rise, lo prese dolcemente in mano e se lo infilò dentro. Ricominciai a scoparla più lentamente di prima. Ad un certo punto lei mi chiese: “Vuoi mettermelo nel culo?” “Si” risposi prontamente. “Fai piano però” mi disse.
Si sputò su una mano e inumidì il suo buco del culo. Appoggiai il mio cazzo all’ingresso del suo orifizio ed iniziai a spingere.
“Fai piano... fai piano” continuava a ripetere. Mi sono chiesto se non l’avesse mai fatto prima, o se era semplicemente fuori allenamento.
Le diedi solo qualche colpo prima che lei esplodesse in una risata nervosa dicendo subito dopo “Mi fai male!”.
Sfilai il mio cazzo dal suo posteriore infilandolo nuovamente nella sua figa.
“Lo sento... lo sento” continuava a ripetere mentre la scopavo.
Non so se abbia avuto un orgasmo, ma ero così giovane ed egoista che non me ne preoccupai. Le venni dentro per la seconda volta.
Mi dette modo di darmi una rinfrescata e di rivestirmi.
Prima che andassi via mi guardò fisso negli occhi e mi disse: “Ehi, mi raccomando... sii discreto”. Le sorrisi e le dissi di non preoccuparsi.
Ci baciammo e poi uscii. Non l’ho più rivista e nemmeno ho mai saputo il suo nome, eppure è stata una donna importante nela mia vita.
scritto il
2022-07-05
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