Il cenone di Natale

di
genere
incesti

Natale, una delle feste più amate da tutti, da tutti tranne me, ho sempre odiato il freddo, la neve, Babbo Natale e il cenone con la famiglia allargata, i cugini che non conosci, gli zii che ti hanno visto solo una volta e le domande scomode. Tutto questo lo odiavo, ma dovevo partecipare per forza o i miei genitori mi avrebbero messa in punizione e non mi andava.

Dopo essermi fatta una calda doccia, mi avvicinai allo specchio e con delicatezza feci scivolare il mio asciugamano bianco lungo il mio corpo, la mia pelle era scura, aveva dei lunghi capelli ricci castani e i miei occhi erano di un castano scuro, avevo delle ciglia lunghe di natura e delle labbra rosse e piccole. Guardai il mio corpo, non ero alta ed ero anche molto magra, il mio seno raggiungeva una seconda abbondante i miei capezzoli erano grossi e scuri, le mie cosce magre come quelle di una bambina e la mia figa era liscia, senza peli. Il mio sedere era sodo e alto. Non ero bellissima, non avevo un seno grosso, ma stavo bene con il mio corpo, mi sentivo bella e volevo anche dimostrarlo alla mia famiglia, mi avvicinai all'armadio di legno scuro decorato da motivi floreali, aprendo le ante dell'armadio presi un vestito rosso, il vestito scendeva fino alle cosce, era stretto e attillato mostrando le mie forme, il mio sedere veniva ben modellato e il mio seno appariva anche più abbondante. Misi delle calze nere a rete e delle scarpe con il tacco di dieci centimetri nere.

Mi truccai in modo pesante, ma elegante allo stesso tempo e lasciai i miei capelli scendere fino alla vita, ero bellissima, ne andavo fiera, scesi le scale e raggiunsi i miei genitori.



Arrivati davanti casa di mia nonna paterna, scesi dalla macchina con eleganza e vidi una Lamborghini di ultima generazione nera, con eleganza camminai vicino all'auto e accarezzai la bellissima auto. Entrammo dentro casa, vidi alcuni dei parenti che conoscevo, e poi ne vidi altri che non conoscevo, con eleganza e sensualità incomincia a farmi avanti, salutai alcuni dei parenti e poi mi avvicinai ai miei cugini che mi guardarono mangiandomi con gli occhi, io sorrisi e camminai sculettando, loro non staccarono gli occhi dal mio sedere e io ne andai fiera, mi sedetti con eleganza sul divano bianco di pelle con in mano un bicchiere di spumante.

"Lory da quando tempo" mi salutò un uomo con una grande pancia, dei capelli grigi, degli occhi neri pece, delle grandi mani e molto alto, io mi alzai riconoscendo mio zio Omar, corsi verso da lui e lo abbracciai, quando ero piccola amavo lo zio Omar, mi faceva tanti regali e mi coccolava sempre. Lo tenni forte a me, lui avvolse la mia minuta vita con le sue grosse mani e ricambiò l'abbracciando, donandomi un bacio sulla mia morbida guancia ricoperta di fondotinta e fard. Quando ci staccammo, lui mi squadrò dalla testa ai piedi e sorrise, mise una mano sulla mia schiena e mi porto verso una donna bassa e paffuta, aveva dei capelli biondi tinti male ed era piena di rughe.

"Amanda ti ricordi di Lory" chiese l'uomo guardando dolcemente la nipote.

"Lory è un piacere, da quando tempo" disse lei sorridendo alla ragazza, che ricambiò il sorriso.

"Guarda Amanda non è cresciuta tanto?" chiese l'uomo abbassando la mano sulla parte più bassa della schiena, una ragazza normale si sarebbe sentita a disagio, ma io, io no, avevo fatto sesso con tanti uomini, molti erano sulla sessantina, mi sentivo attratta dagli uomini più grandi di me, sopra tutto da un uomo elegante come mio zio, la mia migliore amica si è allontanata da me, perché l'avevo fatto con suo zio e suo padre che avevano entrambi 65 e 66 anni, ma non me ne sono pentita, una delle scopate migliori della mia vita. Quindi non fermai mio zio Omar, anzi mi avvicinai ancora di più al suo fianco e lo guardai negli occhi, l'uomo mi guardo con passione e mi accompagno alla tavola dove avremmo cenato tutti quanti insieme.

"Siediti accanto a me" disse l'uomo passando su e giù la sua grossa mano sulla mia schiena. Io gli sorrisi sbattendo le ciglia in modo seducente e mi sedetti sulla sedia, notai come lui guarda il mio sedere dal mio abito attillato e ne andai fiera. Lui si sedette accanto a me e sua moglie si mise difronte a lui, venimmo serviti dai domestici della casa e incominciammo a mangiare. Lo zio Omar poggiò la sua mano sulla mia coscia sotto il tavolo e continuò a mangiare la sua carne. La grossa mano dello zio Omar con movimenti delicati e lenti incominciò a fare su e giù sulla mia coscia coperta solo dalle calze a rete, mi sistemai meglio sulla sedia e continuai a mangiare, mentre lo zio mi guardava con la coda dell'occhio, l'uomo scese con la mano e la fece arrivare tra le mie cosce che aprii subito senza farlo aspettare, quando gesto diede una spinta all'uomo per andare avanti, con le grosse dita scese fino alla sua intimità coperta dalle mutandine di pizzo nero e dalle calze a rete, lo zio con due dita iniziò a strusciarle sulla mia figa, io gemetti leggermente sul bicchiere di vino, i miei ormoni da ventenne si risvegliarono, con delicatezza iniziai a strusciarmi contro la sua mano, l'uomo continuava a mangiare tranquillamente, poggiai la seconda mano sul tavolo e strinsi il tovagliolo continuando a mangiare cercando di trattenere i gemiti difronte a tutti, l'uomo ormai non riuscendo a resistere con una mano strappò le calze a rete che fecero un leggero rumore, che nessuno aveva sentito, o almeno questo lo pensavamo noi. Lo zio Omar infilò la mano nelle mutandine fradicie e infilo un dito grosso dentro l'intimità della ragazza che gemette più forte coprendolo con un finto colpo di tosse. Nessuno li considerava erano tutti attenti a parlare tra di loro. Lo zio Omar infilò due dita dentro la ragazza che strinse gli occhi facendo una smorfia per trattenere il gemito di piacere. Le sue dita essendo così grosse la riempivano completamente, ma lo zio non era ancora contento e infilò un terzo dito a fatica muovendosi dentro e fuori e sforbiciando dentro la figa della povera ragazza che tratteneva a stento i gemiti e stringeva forte il bicchiere facendolo tramare. Lo zio si avvicinò all'orecchio della ragazza riccia e con voce roca le disse: "vieni".

La ragazza si porto il fazzoletto in bocca e gemette sul fazzoletto squirtando nella mano dell'uomo e sul pavimento. I due si guardarono con intesa, ma una voce femminile li distrasse.

"Avete finito" disse la donna, alzarono gli occhi e videro Amanda guardarli con sguardo severo di chi sapeva cosa era appena accaduto...

scritto il
2022-07-27
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