Dal diario di Anna 1

di
genere
dominazione

Dal diario di Anna 1.
la dedizione amorosa.

Da alcuni mesi ho scelto di vivere con il mio compagno in piena sottomissione.
Si tratta di una scelta dura, talvolta molto dura, ma sono felice di avere fatto questa scelta e sono grata al mio compagno di aver messo in discussione il nostro precedente rapporto, forse mi sarei trascinata in un rapporto vanilla chissà per quanto tempo vivendo da sola le mie fantasie. Adesso con la sua guida ho deciso di raccontare la mia storia.


Il nostro era un rapporto “normale”, cosa voglia dire non mi è chiaro, ma forse ciò che mi sembrava dedizione amorosa era sottomissione, solo che ancora non lo sapevo. Non voglio sostenere che non sapessi cos’è la sottomissione, semplicemente avendo visto le 50 sfumature di grigio non pensavo che il mio rapporto fosse di tal genere. Però pensando ai nostri rapporti sessuali non posso negare mi piaceva quella sensazione di essere posseduta ogni volta che ne aveva voglia. Con orgoglio di donna posso dire che da quando siamo assieme non c’è stata una volta in cui mi sia sottratta. Il mal di testa, vero o presunto di tante mie amiche, non l’ho mai avuto. Ho avuto dolori mestruali, anche forti, e dunque so bene cosa vuol dire svegliarsi in piena notte per prendere un saridon; essere apatiche e lontane da qualunque interesse sessuale, ma anche in quei momenti, quando ho percepito la luce del desiderio nei suoi occhi mi sono sempre offerta generosamente, compensando la mia mancanza di desidero con la gratitudine per il suo volermi anche in quei giorni in cui mi sentivo brutta e priva di ogni attrattività. Maschietti, tranquilli l’ho sempre avvertito quando avevo il ciclo ed è lui che ha scelto se e come prendermi, come sempre del resto. Comunque appena sentivo arrivare il ciclo, l’ho sempre avvisato con un what’up mi piaceva non avere segreti per lui e temevo di deluderlo se lo avessi dovuto comunicare in altri momenti. Comunque per fortuna la natura ci ha fornito di valide alternative, di cui ha goduto quando ha voluto, avessi o meno il ciclo. Più complicato è stato essere accoglierlo durante le cistiti, ma un po’ di lubrificante mi ha aiutato a combattere la secchezza vaginale tipica di quel fastidio, lui non si è creato nessun problema: anzi ha indossato un preservativo, e dopo aver scopato con foga incurante del bruciore che provavo mi ha detto teneramente: “brava, che bell’idea che hai avuto, è stata proprio un bella scopata, avevo proprio voglia stanotte” e si è addormentato, come al solito. Io sono rimasta sola con i miei pensieri. Invidio il suo rapporto diretto e quasi animalesco con il sesso: ha voglia, mi chiama imperioso “Anna!”, io arrivo, riconosco lo sguardo di desiderio, e come in una danza mi lascio guidare dai suoi occhi, dalle sue mani che mi esplorano e mi mettono in posizione e mi scopa in silenzio fino a che finisce. Possiamo durare un’ora come due minuti. So solo che un bacio sulla fronte è il segnale che abbiamo finito. Non c’è più alcuna danza da ballare, e posso, meglio, ritirarmi. Il suo desiderio è prepotente, e può apparire in qualunque momento, a casa, al ristorante, addirittura a casa di altri, in questi casi davvero non so come riesca. Mi chiede di seguirlo in bagno, in meno di un minuto abbiamo finito, io rimango qualche minuto, -si sa che le donne in bagno hanno sempre da fare-, per ripulire tutto e lasciare la mia eccitazione ceda il passo al mio pallore. Talvolta si sveglia la notte, alle 2 o alle 3 di notte, mi mordicchia orecchio fino a svegliarmi, mi scopa, poi mi dice qualcosa tipo: “sei stata brava”, mi da il bacio sulla fronte e si addormenta. Amo quella frasetta, mi fa sentire umiliata e orgogliosa nello stesso tempo. Io rimango sveglia a godermi lo spettacolo di lui che dorme beato, cercando di calmare i capezzoli inturgiditi e la vagina madida che mi pare gridi la sua fame, talvolta mi pare di udirla, come un gatto nella notte. Sono sensazioni donnesche, che faccio fatica a reprimere, raramente però ho ceduto alla tentazione di procurarmi piacere da sola. Quando l’ho fatto, me ne sono sempre pentita, si tratta di un piacere momentaneo, superficiale, che mi priva di un piacere più profondo: guardare il mio Dio guerriero che riposa dopo essersi preso ciò che è suo.
Ma questo succedeva diversi anni fa.
scritto il
2022-08-01
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