Finalmente

di
genere
etero

Finalmente, nel dormiveglia, sentii che era rientrato a casa.

Lo stavo aspettando già da un po’ nel letto dopo aver addormentato la bimba, e nel frattempo mi ero assopita pure io, rilassata anche dall’intenso orgasmo che mi ero regalata masturbandomi con il piccolo vibratore da clitoride.

Ma non vedevo l’ora che arrivasse per scoprire la sorpresa che gli avevo preparato, che sapevo - o almeno speravo - avrebbe portato a un piacevole epilogo.
Così quando sentii che stava per raggiungere la camera mi allungai ancora un po’ sul letto, rimanendo con gli occhi chiusi, sdraiata a pancia in giù sopra le lenzuola, con una gamba piegata sul cuscino, e con la corta camicia da notte che naturalmente si era sollevata a scoprire completamente i miei glutei nudi, che invitanti non potevano non ricevere almeno una carezza…
E infatti, sdraiatosi accanto a me, la sua mano passò lentamente e dolcemente sul gluteo per salutarmi. Fu il passaggio successivo, leggermente più interno, a svelare ai suoi polpastrelli la sorpresa: tutta la zona della vulva completamente liscia e depilata, con la pelle morbida e scivolosa grazie ad un po’ di olio di mandole.

Visto che con il laser ho già da anni ridotto tutta la peluria ben all’indentro della “zona bikini” non ho l’effettiva necessità di una depilazione così radicale, dato che per mare e piscina sono sempre a posto e che quando andiamo nelle spiaggie naturiste va benissimo così com’è.

E fu dall’indugiare e dal tornare indietro delle sue dita che capii che si era accorto, e che aveva gradito la sorpresa, dato che subito la sua mano si dedicò a carezze più concentrate ed esplorative dell’”entità” della sorpresa.
Respiri sincronizzati e più lenti e profondi, ancora carezze. Due dita in bocca per prendere un po’ di saliva e piano poi iniziarono a farsi strada per entrare, ma io con dolcezza spostai in avanti il pube, costringendo quindi quelle le dita a spostarsi verso il mio buchino posteriore, perché di penetrazione vaginale non avevo molta voglia: ero proprio alla fine fine delle mestruazioni, ed è una giornata in cui la mia vagina è particolarmente affaticata e asciutta…. e quindi avevo una certa altra idea in mente…
Il linguaggio del corpo bastò a fargli capire i miei desideri, e quindi le carezze si concentrarono soprattutto là dove desideravo, alternate a tocchi lenti e ampi, con tutta la mano aperta e calda lungo tutto il corpo, dalla caviglia al lato del seno, mentre l’altra mano da sotto mi abbracciava e strizzava l’altra tetta.
Io con la mia mano cercai il suo cazzo e ovviamente lo trovai già duro e pronto per i giochi.

Dopo qualche minuto ancora di carezze e baci eccitanti vicino all’orecchio mi spostai, lo feci girare sulla schiena e scesi per prenderlo in bocca. Dopo qualche bacio e succhiata dolce di benvenuto le prime parole tra noi: “Ciao! Ti è piaciuta la sorpresa?” “Ciao… direi proprio di si!”. Occupo di nuovo la bocca aumentando ritmo ed intensità, e al suoi sospiri di gradimento commento: “Bentornato a casa!”.

Quindi pian piano i nostri respiri e mugugni si fanno via via più intensi…forse troppo perché ad un certo punto sentiamo la bimba muoversi e agitarsi nel sonno prossima ad un risveglio.
Immediatamente - come spesso succedeva - ci immobilizziamo, sperando che il silenzio totale la aiutassero a riaddormentarsi profondamente, qualche secondo di suspance in cui sembrò anche che effettivamente il lamento e il movimento della piccola fossero solo un cambiare posizione nel sonno. Probabilmente l’errore è stato riprendere troppo presto a succhiare quel cazzo che adoro, perché difatti ecco poco ancora esplodere il pianto e il richiamo della mamma.

E quindi per noi due sincronizzati espiri di sconforto e frustrazione per l’ennesima interruzione dei nostri momenti di intimità, e il pensiero, per me: >
Mi tocca abbandonarlo e spostarmi nel lettino per cercare di riaddormentare la piccola con il latte.

Sono quasi rassegnata al fatto che per questa notte sia finita, ma, come a volte capita quando sono già eccitata per conto mio, il fatto di avere un capezzolo intensamente succhiato non contribuisce a smorzare l’eccitazione, e anzi, mi da inevitabilmente delle sensazioni erotiche che si propagano dal seno al basso ventre.

E quindi, mentre ancora allatto e rimango in ascolto delle sensazioni strane e intense che mi manda il mio corpo - sempre con quella punta di imbarazzo, sconcerto e senso di colpa che mi colpiscono quanto mi scopro a trovare erotico l’essere ciucciata al seno da mia figlia, allungo al massimo una gamba e il mio piede riesce a raggiungere il mio compagno fino alla parte opposta del letto.

In questi momenti mi sento sempre confusa, c’è una vocina che dice “non si fa, non dovresti provare queste cose”, ma poi mi ricordo che su quello che provo nel corpo non posso avere particolare controllo, è quello che è, e quello che so degli ormoni mi aiuta: è ossitocina pura quella che si sprigiona quando un capezzolo viene succhiato, è chimica, ed è la stessa cosa quando vengo baciata o toccata con intento sessuale, quindi non c’è niente di strano o di sbagliato nel trovarlo erotico in questo momento.

E quindi il tocco del mio piede - che poteva ancora essere una ricerca di contatto per conforto reciproco nello sconforto del divertimento interrotto - diventa di nuovo una carezza lenta con tutta la diversa energia che voglio mandargli.

Lui allora, evidentemente pure non ancora rassegnato, coglie il segnale e dolcemente inizia ad accarezzarmi quel piede.

Per me i piedi sono una parte del corpo altamente erotica ed eccitante, e le onde di piacere risalgono immediatamente e potenti da lì lungo le gambe.

Per qualche minuto proseguono allattamento e carezze e fortunatamente nel giro di poco la piccola torna a dormire profondamente.

Visto che siamo entrambi ancora belli svegli ed eccitati ci ricongiungiamo con un lungo bacio passionale e riprendiamo a toccarci.

Scendo dal letto, innanzitutto per attaccarmi alla bottiglia di acqua per recuperare un po’ di salivazione: tutto quel succhiare di prima e poi l’adrenalilna per l’interruzione imprevista mi hanno lasciata prosciugata.

E poi per prendere dalla nostra scatola dei giochi un lubrificante e il profilattico, e le carezze proseguono in piedi, per poco uno di fronte all’altra, con i miei seni ancora fuori dal top della camicia da notte baciati da lui come a ribadire che anche questa parte del mio corpo da tempo ormai dedicata al nutrimento è, innanzitutto e ancora, sua, e anche ancora fonte del suo e mio piacere nel nostro essere coppia, uomo e donna, maschio e femmina.

Poi dopo poco mi giro, dandogli le spalle, e dietro di me con le mani accarezzo il suo cazzo e lo faccio scorrere ad accarezzarmi un po’ tra la natiche e un po’ tra le cosce contro la vulva sempre più gonfia, e inizio anche a distribuire, con una sua mano che partecipa al gioco, un po’ di lubrificante.

Ho una gran voglia, e non perdo tempo: è il turno del preservativo, che scarto e gli metto sul cazzo sempre rimanendo girata, lavorando quindi con le mani dietro il mio culo, e infatti lui fa una battuta tipo “che esperta che sei”…

Penso che oltre al lubrificante possa aiutare aggiungere ancora un po’ di saliva, e quindi mi giro, mi inginocchio, e lo riprendo il bocca (scoprendo con sorpresa che questo profilattico ha anche un piacevole sapore tipo di frutto della passione). Succhio, lo bagno, lo prendo ben in fondo alla gola guardandolo negli occhi da sotto in su, anche se il buio è quasi totale e non ci vediamo veramente so che lui sente il mio sguardo complice e arrapato.

Altrettanto repentinamente mi stacco, mi giro di nuovo in piedi davanti a lui, e inizio ad accompagnare il suo cazzo dentro il mio buchino.

Forse sono stata un po’ precipitosa, sento il mio muscolo resistere, lo sento grosso e impegnativo, respiro profondamente, provo a rilassarmi di più. Penso >, faccio una pausa… Provo a mettere altro lubrificante, ad ammorbiridmi e ad accoglierlo ancora un po’ ma no, è un po troppo per ora. Lo sfilo e gli dico: “Forse ho bisogno di un ditino…prima…”.
Lui dolce accoglie la mia richiesta e inizia a penetrarmi ed aprirmi con un dito, entra poco, si ferma, sta. Sente la resistenza del mio muscolo calare piano, inizia ad entrare e uscire e io mi eccito ancora di più per il movimento che con queste dimensioni, per ora, riesco a gestire perfettamente. E mi manda piccole onde di piacere su fino al cervello.

L’altra mano davanti sfrega la mia clitoride, le sensazioni sono bellissime e intense e lui sente che può aggiungere un secondo dito.

Cambia anche l’energia tra noi, se fino a lì eravamo stati per lo più lenti e dolci ora arriva l’ondata di passione, e la sua voglia di prendere il comando, visto che fino a lì più o meno avevo diretto io i giochi. E all’orecchio mi sussurra: “Allora, ti piace avere due dita nel culo?” Io mugugno un “si, da morire, non ti fermare”, e lui oltre a muovere le dita dentro e fuori le tira un po’ verso l’alto, costringendomi a salire sulla punta dei piedi.

E le dita dell’altra mano dalla clitoride passano dentro la vagina, e in pochi secondi arriva il mio primo orgasmo, delle onde di piacere che si diramano da lì, da tutti i miei buchi occupati e usati verso le gambe e verso la testa, e inizio a tremare tutta squassata da queste onde, cercando di rimanere sempre più silenziosa possibile, e penso che era un po’ che non avevo un orgasmo che si espandesse così tanto a far tremare ogni parte del corpo.

Lui sa quanto è bravo, sente quanto mi fa godere, quasi riesco a percepire il sorriso di compiacimento che è comparso sul suo volto; so che gode a sua volta anche solo del mio piacere.

Mi lascia il tempo che mi serve per riprendermi un po’, sempre lasciando le dita ferme lì dove stanno, e poi quando l’onda è passata del tutto le sfila e io torno a riprendere il suo cazzo, a massaggiarlo e a invitarlo all’ingresso.

Ancora un po’ di lubrificante e questa volta fila tutto liscio senza difficoltà, entra praticamente subito tutto e subito inizia a spingere dentro e fuori sempre più in profondità.

Io sono in estasi e quasi già torno su un altro pianeta quando una sua domanda mi riporta qui e un po’ mi spiazza: “Com’è avere un cazzo nel culo?”.

Chiaramente è una domanda che mi ha già fatto, ma stranamente questa volta è la mia parte razionale che si attiva e cerca la risposta, e prima - tra me è me - la risposta è: .
Ma poi scelgo di spegnere subito questa vocina polemica e impertinente, e mi concentro sulle sensazioni. Non trovo niente di clamoroso da dire se non: “Beh…è bello, molto bello…” e poi ancora ascoltando quello che sento dentro: “…ed è duro…è grosso…è lungo...”.

Ora la memoria si offusca un po’, non ricordo le parole esatte, ma mentre continuava a scoparmi nel culo, in piedi da dietro, appoggiata all’armadio, con una mano girata attorno alla mia treccia costringendomi a tenere la testa sollevata e la gola esposta, mi ha chiesto ancora cosa mi piacesse fare con lui, e non più con la testa ma con la pancia, lentamente, ho risposto: “…mi piace quando mi prendi così…quando comandi tu…quando io devo solo subire e obbedire…”
Una lunga pausa, e poi: “…e mi piace quando comando io, quando decido io cosa si fa e come…quando tu mi veneri e mi fai godere…”.

E scopiamo, e ci baciamo, e ci accarezziamo, e ancora una sua mano sulla mia clitoride ad aumentare l’intensità delle sensazioni.
E poi mi chiede: “ti piacerebbe se lì ci fosse una lingua ora, a leccartela…”
E come sempre l’immagine, l’idea, mi eccita e rispondo “si, certo.”
“Una lingua di una bella fighettina tutta per te”
“Siii… una lingua che sa cosa fare…”
“E di un bel maschio?”
“Si anche…dovrebbe sapere cosa fare anche un maschio (e rido un istante)… vorrei una lingua calda e morbida…”
“Si…calda e morbida per te…”

E per un po’ mi lascio andare nell’immaginare la sensazione di come potrebbe essere essere leccata mentre lui mi scopa da dietro.

E poi da lì la mia fantasia mi porta a quell’altra immagine, quella che ad un certo punto comporterebbe avere due maschi a disposizione…e mi infilo due dita nella figa per rendere l’immagine più concreta e simile al vero.

Lui sente le mie dita, io sento attraverso la sottile parete che separa davanti da dietro il suo cazzo che continua a muoversi aventi e indietro, e le spingo ancora di più verso di lui per fargliele sentire, e dietro stringo e vengo di nuovo, un orgasmo meno intenso e propagato ma più esplosivo e repentino, e ansimo e dalle mie onde di piacere arriva il suo piacere e sento il cazzo che pulsa, sia con le dita che dentro mentre anche lui viene con un gemito.

E poi quei meravigliosi momenti di calma e silenzio totale, ancora l’uno dentro l’altra ma ognuno con le proprie sensazioni che si placano, e si diramano, e si depositano nel corpo e nella testa.

Si sfila da me, mi dà il consueto bacino dolce sulla bocca dopo aver fatto l’amore.
Forse “ti amo” ce lo diciamo anche.

Ci separiamo e con calma ci prepariamo per tornare a dormire di nuovo abbracciati.
di
scritto il
2022-09-08
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