L'appartamento dimenticato

di
genere
feticismo

Francesca mi ha sempre preso in giro. Mi ha sempre fatto notare che sono grassa, anche davanti alle altre mie amiche.
A volte mi ha premuto l'indice contro la pancia facendolo sprofondare, guardandomi con quello sguardo sfrontato, sicuro di sé, dicendomi che sarei bellissima se dimagrissi.
Mi vergogno molto quando lo fa.
Una volta, in vacanza con le mie amiche, mi svegliai mentre lei mi aveva scoperto la pancia e si stava facendo fotografare di fianco ad essa. Mi coprii subito e la scacciai. Lei sorridendo mi disse che era solo uno scherzo, che non c'era niente di male. Ma io avevo visto quanto sembrasse piccola la sua testa in confronto alla mia pancia grossa e tonda.
Un'altra passione di Francesca è toccarmi il seno, mi dice che lo invidia. Ho un seno molto grosso e tento sempre di coprirlo ma lei se ne frega. Lo tocca ridendo, lo scuote, mi chiede di mostrarlo e mi prende in giro quando, al contrario delle altre ragazze, mi cambio in disparte, in un'altra stanza.

Tutto ciò mi ha sempre ferito ma lo valutavo sopportabile. Arrivata a casa dopo una serata con lei mi guardavo allo specchio e non riuscivo a non darle ragione. La mia pancia era così grossa che pendeva verso il basso coprendomi completamente il pube. Le mie tette si appoggiavano pesantemente sul mio stomaco gonfio.
Ma non odiavo il mio corpo: odiavo come lo vedeva la gente. A me piaceva, mi eccitava molto essere così grossa, mi eccitava mangiare fino a sentirmi completamente piena, gonfia di cibo.
Infatti, in tutte quelle sere, finivo per ingozzarmi di cibo, mangiavo fino a che il mio stomaco non diventava teso e duro. Il mio ventre non era più morbido ma sodo e gonfio, e io a fatica riuscivo ad alzarmi da tavola per andare a dormire sul divano.
Passavo minuti a massaggiarmi la pancia che faticosamente brontolava, tentando di digerire tutto quel cibo.

Tutto rimase in questo equilibrio precario fino ad una sera. Una sera che sembrava come tante altre ma in cui una serie di cose portò ad un finale inaspettato.
Quella sera avevo voglia di bere, avevo voglia di birra. Già dalle 18:00 iniziai a bere tranquillamente in casa mia, ascoltando la tv distrattamente e guardando il cellulare.
Ovviamente ad una persona come me non bastano una birra o due. Tutto per me ha proporzioni diverse: con la mia massa corporea due birre non fanno alcun effetto, sono come due sorsi d'acqua. Infatti bevvi molto, ma senza farci nemmeno caso.
Ad un tratto però ricevetti un messaggio.

"Sono qui fuori :) mi apri?"

Era Francesca! Mi ero completamente dimenticata che dovevamo vederci!
Feci per alzarmi di scatto ma non riuscii, trascinata sulla sedia dalla mia pancia gonfia di birra.
Realizzai in quel momento quanto avevo bevuto, sulla tavola c'erano una ventina di bottiglie aperte. La mia pancia era sferica e tesa, pendente fuori dai pantaloni slacciati.

"Scusami, mi ero dimenticata!"

Scrissi subito a Francesca.

"Non ti preoccupare"

Rispose subito lei.

"Possiamo prendere qualcosa da asporto per cena ;)"

Non sapevo come fare. Come potevo mandarla via.
Sentii bussare alla porta. Era salita? Era già qui?

"Un momento"

Urlai per farmi sentire al di là della porta.
Mi alzai con fatica e, una volta in piedi, vidi quanto era grosso il mio ventre. Francesca non mi aveva mai vista ridotta così. Sembrava che fossi incinta al nono mese.
Mi tirai su i pantaloni, tirai in dentro la pancia il più possibile e li chiusi con anche la cintura. Poi tirai il maglione sopra di essa, tra scricchiolii del tessuto e non poca fatica. A quel punto lentamente rilasciai la pancia prendendo fiato.
I pantaloni stringevano tantissimo. La vita dei pantaloni sprofondava nella mia carne creando un solco a metà del mio ventre. Era come avere due pance.
Coprii quel solco col maglione e mi avviai alla porta, sperando che Francesca non notasse troppo il volume del mio stomaco.

"Ciao Francesca, scusa se ti ho lasciata qui fuori"

"Non ti preoccupare, davvero"

Francesca entrò e io tentai di nascondermi il più possibile dietro la porta.
Lei continuando a parlarmi si avviò verso il divano dove poggiò il cappotto e la borsa.
Io chiusi la porta e mi avviai, approfittando del fatto che fosse girata, verso la cucina.

"Cazzo"

Mi lasciai sfuggire. Il tavolo era pieno di birre e snack.

"Cosa succede?"

Chiese Francesca dall'altra stanza.

"Non entrare in cucina, c'è molto disordine! Arrivo subito"

Risposi subito io soffocando qualche rutto. La mia pancia era estremamente sotto pressione ed il gas doveva uscire.
Mi misi a raccogliere le bottiglie con estrema cautela e a nasconderle nello stipetto sotto al lavandino. Ogni volta che mi chinavo sentivo tutto quel peso che mi trascinava a terra e dovevo impegnarmi al massimo per ritornare dritta.
Nascosi tutto riuscendo anche a rispondere alle domande della mia amica. Ma una volta finito ero sfinita, faticavo a respirare.
Francesca irruppe nella cucina trovandomi esausta.

"Dovevi chiedermi una mano se c'era molto lavoro da fare. Sei esausta!"

"No, no, ho finto"

Dissi a fatica ansimando.
In quel momento lo sguardo di Francesca cadde sulla mia pancia.

"Ma sei ingrassata"

Esclamò avvicinandosi. Io automaticamente mi ritrassi ma dietro di me c'era il piano cottura e più indietro di così non potevo andare.
Lei mi appoggiò entrambe le mani sulla pancia e mi guardò stupita.

"È così... Dura! Gonfia!"

Io non riuscivo a rispondere. Mi aveva scoperto, cosa avrei potuto dire.

"Si... Si, sono ingrassata un po'"

"Un po'?!"

Disse lei ridacchiando e continuando a tastarmi la pancia.

"Un bel po' direi! Guardati, questa pancia è grossa come quella di un ippopotamo"

Le mani di Francesca arrivarono alla vita dei pantaloni e il suo sguardo schizzo verso il mio viso.

"Questi pantaloni sono molto stretti starai soffocando..."

"No... Cioè si, sono stretti ma... Ma non ti preoccupare. Va bene così"

"Fammeli slacciare"

"Cosa?"

Divenni paonazza.

"Ti prego fammeli slacciare. Fammi liberare questa pancia enorme"

Alzò il mio maglione esponendo la parte superiore del mio ventre, gonfio, duro. Me lo carezzo e me lo tastò. Mi eccitava molto.
Lei capì che non stavo opponendo resistenza e cominciò a slacciarmi i pantaloni.

"Non riesco"

Mi disse ridacchiando, e io tirai in dentro la pancia con enorme fatica, mentre lei apriva la fibbia della cintura ed il bottone dei pantaloni. Quindi rilassai i muscoli lasciando libero il mio ventre che andò a prendere tutto lo spazio a lui necessario, con forti rumori di liquidi e di gas in movimento.

"Oh mio Dio...!"

Esclamò Francesca guardandomi.

"Sei enorme! Sembra tu sia gravida di due gemelli! Che cosa ti è successo?"

"Ho... Ho bevuto"

Lei mi cominciò a massaggiare la pancia e dovetti soffocare diversi rutti.

"Non dovresti stringerti la pancia così. Guarda che brutto segno rosso"

Io non riuscivo a vederlo, ma potevo immaginare il segno lasciato dai pantaloni così stretti.
Mi comincio a picchiettare lo stomaco che risuonava, gonfio e teso, come un tamburo.

"Sei proprio una cicciona! Guardati! Guarda quanto sei grossa!"

"Si è vero..."

Dissi io sommessamente. Ero molto arrapata e sentivo che mi stavo bagnando copiosamente.

"Vorrei sdraiarmi"

Le dissi infine. Le gambe cominciavano ad essere veramente stanche.
Francesca sorridendomi si avviò verso il divano facendomi cenno di seguirla. Mi guardava mentre camminavo a fatica.

"Guarda che balena che sei diventata! Tra un po' non passerai più dalla porta!"

Io non risposi, già ero abbastanza affaticata dal dover camminare fino al divano.

"Avanti grassona! Dai che ce la fai!"

Finalmente arrivai al divano. Francesca mi abbassò i pantaloni alle caviglie e io mi lasciai crollare sul divano. La mia pancia troneggiava tra me e la mia amica.

"Ti tolgo il maglione"

Disse lei e io la lasciai fare. Me lo sfilò con poca grazia e lo gettò via.
Io mi sforzai e riuscii a mettere sul divano la gamba sinistra mentre la destra rimase pendente con il piede poggiato a terra.
Francesca si sedette proprio tra le mie gambe e io vedevo solo la sua testa svettare oltre la mia pancia.
Mi diede qualche colpo deciso sul ventre ridacchiando.

"L'ultima volta che l'ho vista era molto più piccola"

Ricordai quella foto scattata in vacanza mentre dormivo.

"Eri obesa anche allora però. Quanto pesavi? 90kg? 100?"

"115..."

Risposi io a sommessamente.

"115?! Wow... Chissà quanto pesi adesso!"

Si alzò in piedi e mi guardò con un sorriso maligno, poi andò in cucina. Sentii aprire il frigo.

"Come immaginavo..."

Urlò per farsi sentire.

"Non serve cibo da asporto. Una cicciona come te è sempre piena di cibo"

Uscì dalla cucina con una grossa torta, la reggeva con due mani e la poggiò a terra mettendosi in ginocchio di fianco a me.
Immerse una mano nella torta e la sollevò piena di crema, cioccolato e pan di spagna.

"Avanti apri la bocca balena!"

Io la aprii e lei mi mise tutta la mano in bocca spingendomi la torta in gola.
Provai a ribellarmi ma dovetti ingoiare se volevo respirare.

"Ehi piano!"

Dissi con le lacrime agli occhi ma una seconda mano piena di torta era già nella mia bocca e non potevo fare altro che ingoiare.

"Avanti non fare quella faccia! Non mi dirai che non ti piace mangiare...! Grassa come sei questo è solo uno spuntino per te"

Io però non ero abituata a mangiare così velocemente. Questo era troppo anche per me. Il mio stomaco era abituato a contenere grandi quantità di cibo ma non ad essere riempito a questa velocità.
Ma a Francesca non interessava e continuava ad infilare pezzi di torta nella mia bocca e a spingerli nella mia gola. Non mi diede un attimo di pausa finché non fu finita.
La mia pancia era ancora più grossa e dura. Lo stomaco era così pieno che aveva un aspetto quasi quadrato.
Francesca mi guardava soddisfatta e sorridente.

"Sei contenta grassona? Ti piace essere così piena?!"

Pur non volendo feci si con la testa, con gli occhi ancora bagnati di lacrime per lo sforzo.

"Ora basta però... Non ce la faccio più"

Dissi con la bocca sporca di creme e cioccolato.

"Non ci sta più niente?"

Chiese Francesca dandomi forti pacche sullo stomaco.
Mi faceva male, avevo paura che lo stomaco non reggesse.

"Sei piena, si sente"

Disse ridacchiando.

"Avanti alzati, devi lavarti"

Faticosamente rimisi a terra entrambi i piedi e, con dolore e fatica mi alzai. Dalla mia pancia risuonarono forti rumori di digestione.

"Avanti andiamo"

Mi ordinò Francesca indicandomi il bagno. Io un passo alla volta la seguii, sudando per lo sforzo e versando qualche lacrima per il dolore. Ma alla fine arrivai in bagno.
Francesca mi sfilò le mutande e me le fece vedere sorridendo con malizia, erano completamente bagnate. Le gettò a terra. Poi mi tolse il reggiseno e questo mi diede respiro facendomi stare meglio.

"Hai veramente delle tette enormi. Da mucca quale sei!"

Me le strizzò con entrambe le mani e mi succhio i capezzoli che divennero turgidi.

"Ti piace vero?! Forse sei più una scrofa che una mucca"

Mi disse assestandomi una forte pacca sulla pancia.

"Avanti vai nella doccia"

Io entrai e lei iniziò a spogliarsi. Si tolse il vestito rimanendo con solo mutandine e reggiseno. Poi tolse anche quelli. Aveva un corpo bellissimo!
Non feci in tempo a guardarla che lei aveva già aperto l'acqua che ora cadeva gelida su di me. i miei capezzoli divennero nuovamente duri e lei subito si divertì a premerli tra le dita e a leccarli mentre l'acqua diveniva più calda.
D'un tratto, entrò con me e cominciò a strofinarmi via i residui di cibo con gesti rozzi, ridendo. Ogni tanto mi assestava pacche sulla pancia o tastava tutti i punti dove il grasso si accumulava sul mio corpo creando un sofficie rotolo.
Sotto la doccia non si notava ma la mia vagina stava gocciolando!
Gemetti di piacere e lei se ne accorse subito e mi fissò con sguardo di sfida. Non disse nulla ma il suo viso era minaccioso: era pronta a punirmi. Forse perché stavo mostrando piacere, forse perché ero così grassa, forse perché mi ero scordata l'appuntamento. Non lo so.
Francesca prese la rosetta della doccia e svitò il tubo. Da esso usciva ora un forte getto lineare d'acqua. Reggendolo in mano si mise in ginocchio e io la vidi sparire sotto la mia pancia enorme.

"Apri le gambe!"

Sentii dire con tono deciso e secco. Non mi opposi, divaricai lentamente le gambe e sentii l'acqua prima e poi il braccio di Francesca scivolarmi tra le coscie. Poi l'acqua spruzzo urtando il mio grosso culo, poi si diresse in mezzo alle natiche, e a seguire anche la mano della mia amica. In quel momento capii.
Il tubo mi si infilò nell'ano con forza mentre l'acqua continuava ad uscire copiosa. Provai a fare resistenza ma la mano di Francesca era ferma e decisa.
Sentii la mia pancia gonfiarsi velocemente.

"Non così forte! Fa male!"

Provai a dire, ma non ricevetti risposta.

"Francesca... Mi sto gonfiando troppo!"

Sentivo la pelle tirare. Mi presi la pancia tra le mani ma ormai non riuscivo più nemmeno ad avvolgerla con le braccia.

"Francesca per favore!"

Lei ricomparve, serissima, davanti a me. Mi guardò poi scivolo tra il mio corpo ormai enorme ed il muro e chiuse l'acqua. Che sollievo, finalmente smisi di gonfiarmi!
Sentii il tubo tirare con forza e con uno strattone uscì dal mio ano.
Il mio intestino ed il mio stomaco erano completamente gonfi, tesi, pieni a dismisura.
Francesca sgusciò fuori dalla doccia e mi squadrò da capo a piedi. Prese dal suo vestito il cellulare e mi fece una foto: nuda, gonfia, una cicciona mostruosa.

"Grassona, finisci di lavarti e liberati di tutta quell'acqua. Ti aspetto in sala"

Se ne andò via lasciandomi lì in quelle condizioni in cui mi aveva ridotto. Ero dolorante, umiliata, nauseata, ma nonostante tutto estremamente eccitata.
Riattaccai la rosetta della doccia e feci il possibile per lavarmi mentre, non riuscendo a trattenerla, l'acqua mi usciva a spruzzi dal culo. La pressione si allentò e riuscii a prendere fiato. L'acqua portò con se anche molta della birra che avevo ingerito e parte della torta. La mia pancia si ridusse molto e rimase pendente, quasi come un grosso sacco mezzo vuoto.
Mi asciugai ed uscii, rimanendo nuda, in sala. Anche Francesca era rimasta nuda ma si era addormentata sul divano. Nella sua mano c'era il cellulare.
Mi avvicinai e l'occhio mi cadde sullo schermo dello smartphone: era sbloccato ed era aperto su un gruppo WhatsApp. Aveva inviato la mia foto! Quella foto mostruosa, con quell'enorme pancia!
Se ne sarebbe pentita!
Salii in piedi sul divano puntando il mio grosso culo verso la sua faccia e glielo spinsi con forza sopra. Lei si svegliò e provò a divincolarsi ma la sua testa già la sentivo penetrare nel mio ano, che lentamente si allargava per avvolgerla. Le sue braccia spingevano e si agitavano ma era troppo tardi ormai.
Usando il mio peso calai ancora di più su di lei, che velocemente era penetrata in me fino alle spalle, e le braccia ora non potevano più muoversi liberamente.
Sentivo il mio intestino riempirsi in maniera innaturale e la mia pancia tornava a gonfiarsi e distendersi.
Arrivai a sedermi sul divano e ora solo le gambe di Francesca sporgevano dal mio ano. La sentivo muoversi dentro di me, schiacciata tra le mie viscere, contorcendosi per liberarsi.
Anche le gambe cominciarono ad essere risucchiate e non ci volle molto prima che anche i suoi piedini perfetti scomparissero dentro il mio grasso culone. Ora la mia pancia deforme gravava fino a toccare il pavimento e vibrava, con forti gorgoglii, mossa dal dimenarsi di Francesca.
Picchiettai sul mio ventre, soddisfatta della punizione inflitta a quella stronza.

"Calmati"

Le dissi sperando che potesse sentirmi.

"Non c'è via di fuga. Sei nella mia grossa pancia e da lì non uscirai mai più"

La sentii dimenarsi e sentii delle urla ovattate. Ero esausta. Appesantita. Mi si chiudevano gli occhi.

"Buonanotte Francesca. Non ci vedremo più..."

Picchiettai e carezzai il mio ventre enorme i cui movimenti cominciavano a calare.

"...Ma sappi che sarai con me per sempre"

Mi addormentai sazia.
di
scritto il
2022-10-08
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