Sul Treno. Sogno o realtà ?
di
galaxia183
genere
etero
Giovanna è una ragazza bionda, ha 25 anni e lavora come commessa in un negozio di abbigliamento. Ha un corpo magno ma con delle belle forme e una terza abbondane seno. Il culo marmoreo e a mandolino e le cosce lunghe e affusolate.
E’ una ragazza di provincia e come si dice, tutta casa e chiesa. Eppure, anche se aveva avuto poche esperienze Giovanna era una ragazza piena di fantasie e, probabilmente, era proprio la sua scarsa vita sessuale a portarla a fantasticare su giochi e situazioni erotiche. Con i ragazzi che entravano nel negozio tante volte aveva fantasticato di fare l’amore nel camerino, oppure guardava i rigonfiamenti tra le gambe degli uomini e immaginava i loro membri in erezione. Pensieri che cercava di scacciare ma che erano più forti di lei.
Ogni tanto gli piaceva giocare e osare anche con i vestiti per avere delle conferme dagli uomini. Era una bella ragazza, attraente e sexy eppure non riusciva a trovare un rapporto stabile. Erano mesi che non aveva un rapporto dopo che l’ultimo fidanzato l’aveva lasciata per un’altra.
Aveva iniziato ad vestirsi con abiti e gonne, gli piacevano i tanga come le disegnavano il sedere sotto i jeans. Era il momento di cambiare qualcosa, voleva una svolta serie nella sua vita, voleva sentirsi desiderata e attraente e così decise di buttare tutte le vecchie mutande classiche per passare a tanga e perizoma.
‘Mammaaaa, dove sono le mie mutandine ?‘
‘Guarda che sono tutte ancora bagnate ! Mettiti una mutandina vecchia ‘
‘Cavolo, pensò, le ho buttate tutte ieri e adesso come faccio ?’
L’unica soluzione era uscire senza e addirittura decisa di fare una “follia”.
‘Mi metto questa bella minigonna a fiori’ pensò mentre guardava la sua minigonna, bianca, in cotone morbido che le arrivava a metà gamba. Per lei era una decisione estrema e se non fosse stata attenta rischiava che qualcuno potesse accorgersi.
‘Voglio sapere che sensazione si prova a ad averla all’aria aperta’ continuava a pensare mentre già immaginava la giornata di lavoro con indosso la sua mini.
Come tutti i giorni Giovanna si appresta a prende il treno regionale per andare al lavoro in città. Il viaggio inizia la mattina presto e dura quasi un’ora.
Il 15 maggio sembra iniziare una giornata come tante, la giornata è calda e, come al solito, il condizionatore non funziona. Decide di sedersi in un posto con 4 poltrone in un vagone praticamente vuoto. La sensazione di libertà che prova a stare senza mutandine è gradevole anche se per coprirsi bene è costretta a fermare la mini.
Dopo qualche fermata salgono 2 studenti sulla ventina, scrutano le gambe di Giovanna, uno di loro non la smette di togliergli gli occhi di dosso. Giovanna aveva ottenuto quello che voleva, si sentiva finalmente desiderava.
Alla stazione successiva i due ragazzi scesero e salirono tre ragazzi di colore, erano operai che andavano al cantiere e il loro mestiere era facilmente intuibile dalle mani grosse e callose, dalle spalle grandi e possenti. Questa volta Giovanna si sentì un po’ a disagio, i tre giovani ridevano e parlavano nella loro lingua.
Di solito si concedeva un pisolino sul treno ma questa volta la situazione era troppo “particolare” per lasciarsi andare, decise quindi di mettersi le cuffiette e sentire le sua playlist preferita.
Mentre guardava fuori al finestrino si accorse che due dei ragazzi di colore si erano spostati vicino a lei, uno affianco mentre l’altro di fronte. Non ci fece molto caso, ma i suoi occhi erano pesanti e in poco tempo si addormentò
Ad un tratto si sentì una mano sulla gamba, era grande, pesante e rugosa, la sfiorava vicino sul ginocchio. Giovanna senza pensare a cosa stesse succedendo si spostò sul lato e accavallò le gambe. Tale movimento però espose quasi tutta la coscia fuori dalla mini, si poteva intravedere abbassandosi leggermente le l’inizio delle natiche.
I due ragazzi si guardarono in faccia increduli, quello di fronte si abbasso e intravide che era senza mutandine. L’eccitazione saliva mentre Giovanna era ignara di tutto quello che stava succedendo.
Il ragazzo di fronte, prese coraggio e inizio ad accarezzare la coscia di Giovanna, mano a mano che scendeva la sua gonnellina si ritraeva. L’altro iniziò a sbirciare nella scollatura, il reggiseno portava i due seni in alto.
Fu allora che il ragazzo che sedeva al suo fianco iniziò a toccarsi il lungo e grosso membro che rigonfiava sotto la patta del jeans, pronto a masturbarsi mentre continuava a toccare la gamba di Giovanna risalendo con la mano fino all’inizio del culo. Esagerò, sfiorò la fica e Giovanna sobbalzò, si aggiustò la mini e si guardò attorno e vide la scena, fu per un attimo fu spaventata e intimorita, guardava i rigonfiamenti dei due ragazzi che fecero finta di nulla.
Uno di loro si avvicinò e le disse vicino all’orecchio: ‘ Ti va di divertirti con noi ? Hai mai assaggiato un cazzo nero ? Ce l’ho lungo e grosso, sarà una cosa solo tra noi, non lo saprà mai nessuno’
Giovanna spalancò la bocca incredula, gli uscivano solo dei suoi incomprensibili, era immobile. Il ragazzo di fronte si avvicinò e le approfittando della bocca semiaperta gli afferrò dietro la testa e le diede un bacio con la lingua.
Giovanna non si mosse, anzi senza rendersene conto ricambiò il bacio in un intreccio di lingue e baci passionali. All’improvviso si sentì un qualcosa in mano, un membro grosso e lungo mentre veniva accompagnata in una lenta sega. Il ragazzo di fronte si stacco dalla bocca di Giovanni e alzandosi fece uscire fuori il suo cazzo carnoso e nero. Lei lo guardò per qualche secondo, delicatamente il ragazzo accompagnò la bocca di rosa verso il prepuzio. Chiuse gli occhi e sentì la sua bocca piena di carne calda, assaporava il sapore del cazzo nero, mentre velocizzava il pompino.
L’altro ragazzo intanto si dava da fare, la fica di Giovanna era completamente alla mercé della mano del giovane che intraprese un ditalino intenso, la face mettere di traverso, gli allargò le gambe e iniziò a leccarla di gusto, con grosse pennellate dall’inizoo alla fine della vagina. Giovanna era in estasi, non capiva nulla, non sapeva cosa stesse facendo, stava spompinando un ragazzo di colore mentre un altro gli leccava la fica facendo godere come una maiala.
Improvvisamente il ragazzo spompinato gli stacco la testa dal cazzo e le sfilò la maglietta e il reggiseno. Era completamente nuda, sottomessa e senza controllo.
La misero subito a cavalcioni, la sua fica era un fiume in piena e il cazzo fece solo un leggero sforzo ad entrare nella vagina per le dimensioni, allargando al massimo le labbra. Le mani grosse e callose del ragazzo si impossessarono delle cosce, afferrarono i fianchi e poi sotto il sedere, Giovanna veniva sollevata dai muscolosi bicipiti del giovane le cui mani sotto il culo di Giovanna separavano orami i due glutei in due parti.
Iniziarono prima dei lenti sollevamenti che acceleravano mano a mano in una foga inarrestabile, Giovanna sentiva il cazzo entrargli dento, gli divaricava la fica, era in estasi e si aggrappava alla testa del ragazzo che intanto gli baciava e mordicchiava i seni. L’altro ragazzo non rimase a guardare e avvicinandosi prese la testa della ragazza e la portò a succhiargli il cazzo, pochi colpi e si mise dietro. Il buco del culo di Giovanna era lì a disposizione, già leggermente aperto. Inizio a lubrificarlo per bene con la mano e la saliva e decise di tentare la penetrazione. Giovanna saltò in misto di goduria e dolore, i due iniziarono a scoparla in contemporanea. Dal godimento Giovanna si lasciò andare all’indietro, sollevò le braccia e baciò appassionatamente il ragazzo dietro mentre quello avanti gli leccava il petto , i seni e il collo. Ebbe una sensazione di svenimento e di giramento di testa.
‘Si avvisano i signori viaggiatori che tra pochi minuti arriveremo alla stazione, si prega di prepararsi per tempo alla discesa’ La voce robotica dell’altoparlante del treno le fece aprire gli occhi. Per qualche secondo non si era conto dove si trovava. Si sentiva tramortita, confusa, aveva i capelli spettinati, era sudata e bagnata nell’intimo. Provò a risistemarsi.
Aveva fatto un sogno erotico ? Arrivò il momento di scendere dal treno ma si sentiva le gambe pesanti e un dolore alla schiena. Non ci pensò, il treno aveva fatto ritardo e doveva sbrigarsi per iniziare la giornata.
E’ una ragazza di provincia e come si dice, tutta casa e chiesa. Eppure, anche se aveva avuto poche esperienze Giovanna era una ragazza piena di fantasie e, probabilmente, era proprio la sua scarsa vita sessuale a portarla a fantasticare su giochi e situazioni erotiche. Con i ragazzi che entravano nel negozio tante volte aveva fantasticato di fare l’amore nel camerino, oppure guardava i rigonfiamenti tra le gambe degli uomini e immaginava i loro membri in erezione. Pensieri che cercava di scacciare ma che erano più forti di lei.
Ogni tanto gli piaceva giocare e osare anche con i vestiti per avere delle conferme dagli uomini. Era una bella ragazza, attraente e sexy eppure non riusciva a trovare un rapporto stabile. Erano mesi che non aveva un rapporto dopo che l’ultimo fidanzato l’aveva lasciata per un’altra.
Aveva iniziato ad vestirsi con abiti e gonne, gli piacevano i tanga come le disegnavano il sedere sotto i jeans. Era il momento di cambiare qualcosa, voleva una svolta serie nella sua vita, voleva sentirsi desiderata e attraente e così decise di buttare tutte le vecchie mutande classiche per passare a tanga e perizoma.
‘Mammaaaa, dove sono le mie mutandine ?‘
‘Guarda che sono tutte ancora bagnate ! Mettiti una mutandina vecchia ‘
‘Cavolo, pensò, le ho buttate tutte ieri e adesso come faccio ?’
L’unica soluzione era uscire senza e addirittura decisa di fare una “follia”.
‘Mi metto questa bella minigonna a fiori’ pensò mentre guardava la sua minigonna, bianca, in cotone morbido che le arrivava a metà gamba. Per lei era una decisione estrema e se non fosse stata attenta rischiava che qualcuno potesse accorgersi.
‘Voglio sapere che sensazione si prova a ad averla all’aria aperta’ continuava a pensare mentre già immaginava la giornata di lavoro con indosso la sua mini.
Come tutti i giorni Giovanna si appresta a prende il treno regionale per andare al lavoro in città. Il viaggio inizia la mattina presto e dura quasi un’ora.
Il 15 maggio sembra iniziare una giornata come tante, la giornata è calda e, come al solito, il condizionatore non funziona. Decide di sedersi in un posto con 4 poltrone in un vagone praticamente vuoto. La sensazione di libertà che prova a stare senza mutandine è gradevole anche se per coprirsi bene è costretta a fermare la mini.
Dopo qualche fermata salgono 2 studenti sulla ventina, scrutano le gambe di Giovanna, uno di loro non la smette di togliergli gli occhi di dosso. Giovanna aveva ottenuto quello che voleva, si sentiva finalmente desiderava.
Alla stazione successiva i due ragazzi scesero e salirono tre ragazzi di colore, erano operai che andavano al cantiere e il loro mestiere era facilmente intuibile dalle mani grosse e callose, dalle spalle grandi e possenti. Questa volta Giovanna si sentì un po’ a disagio, i tre giovani ridevano e parlavano nella loro lingua.
Di solito si concedeva un pisolino sul treno ma questa volta la situazione era troppo “particolare” per lasciarsi andare, decise quindi di mettersi le cuffiette e sentire le sua playlist preferita.
Mentre guardava fuori al finestrino si accorse che due dei ragazzi di colore si erano spostati vicino a lei, uno affianco mentre l’altro di fronte. Non ci fece molto caso, ma i suoi occhi erano pesanti e in poco tempo si addormentò
Ad un tratto si sentì una mano sulla gamba, era grande, pesante e rugosa, la sfiorava vicino sul ginocchio. Giovanna senza pensare a cosa stesse succedendo si spostò sul lato e accavallò le gambe. Tale movimento però espose quasi tutta la coscia fuori dalla mini, si poteva intravedere abbassandosi leggermente le l’inizio delle natiche.
I due ragazzi si guardarono in faccia increduli, quello di fronte si abbasso e intravide che era senza mutandine. L’eccitazione saliva mentre Giovanna era ignara di tutto quello che stava succedendo.
Il ragazzo di fronte, prese coraggio e inizio ad accarezzare la coscia di Giovanna, mano a mano che scendeva la sua gonnellina si ritraeva. L’altro iniziò a sbirciare nella scollatura, il reggiseno portava i due seni in alto.
Fu allora che il ragazzo che sedeva al suo fianco iniziò a toccarsi il lungo e grosso membro che rigonfiava sotto la patta del jeans, pronto a masturbarsi mentre continuava a toccare la gamba di Giovanna risalendo con la mano fino all’inizio del culo. Esagerò, sfiorò la fica e Giovanna sobbalzò, si aggiustò la mini e si guardò attorno e vide la scena, fu per un attimo fu spaventata e intimorita, guardava i rigonfiamenti dei due ragazzi che fecero finta di nulla.
Uno di loro si avvicinò e le disse vicino all’orecchio: ‘ Ti va di divertirti con noi ? Hai mai assaggiato un cazzo nero ? Ce l’ho lungo e grosso, sarà una cosa solo tra noi, non lo saprà mai nessuno’
Giovanna spalancò la bocca incredula, gli uscivano solo dei suoi incomprensibili, era immobile. Il ragazzo di fronte si avvicinò e le approfittando della bocca semiaperta gli afferrò dietro la testa e le diede un bacio con la lingua.
Giovanna non si mosse, anzi senza rendersene conto ricambiò il bacio in un intreccio di lingue e baci passionali. All’improvviso si sentì un qualcosa in mano, un membro grosso e lungo mentre veniva accompagnata in una lenta sega. Il ragazzo di fronte si stacco dalla bocca di Giovanni e alzandosi fece uscire fuori il suo cazzo carnoso e nero. Lei lo guardò per qualche secondo, delicatamente il ragazzo accompagnò la bocca di rosa verso il prepuzio. Chiuse gli occhi e sentì la sua bocca piena di carne calda, assaporava il sapore del cazzo nero, mentre velocizzava il pompino.
L’altro ragazzo intanto si dava da fare, la fica di Giovanna era completamente alla mercé della mano del giovane che intraprese un ditalino intenso, la face mettere di traverso, gli allargò le gambe e iniziò a leccarla di gusto, con grosse pennellate dall’inizoo alla fine della vagina. Giovanna era in estasi, non capiva nulla, non sapeva cosa stesse facendo, stava spompinando un ragazzo di colore mentre un altro gli leccava la fica facendo godere come una maiala.
Improvvisamente il ragazzo spompinato gli stacco la testa dal cazzo e le sfilò la maglietta e il reggiseno. Era completamente nuda, sottomessa e senza controllo.
La misero subito a cavalcioni, la sua fica era un fiume in piena e il cazzo fece solo un leggero sforzo ad entrare nella vagina per le dimensioni, allargando al massimo le labbra. Le mani grosse e callose del ragazzo si impossessarono delle cosce, afferrarono i fianchi e poi sotto il sedere, Giovanna veniva sollevata dai muscolosi bicipiti del giovane le cui mani sotto il culo di Giovanna separavano orami i due glutei in due parti.
Iniziarono prima dei lenti sollevamenti che acceleravano mano a mano in una foga inarrestabile, Giovanna sentiva il cazzo entrargli dento, gli divaricava la fica, era in estasi e si aggrappava alla testa del ragazzo che intanto gli baciava e mordicchiava i seni. L’altro ragazzo non rimase a guardare e avvicinandosi prese la testa della ragazza e la portò a succhiargli il cazzo, pochi colpi e si mise dietro. Il buco del culo di Giovanna era lì a disposizione, già leggermente aperto. Inizio a lubrificarlo per bene con la mano e la saliva e decise di tentare la penetrazione. Giovanna saltò in misto di goduria e dolore, i due iniziarono a scoparla in contemporanea. Dal godimento Giovanna si lasciò andare all’indietro, sollevò le braccia e baciò appassionatamente il ragazzo dietro mentre quello avanti gli leccava il petto , i seni e il collo. Ebbe una sensazione di svenimento e di giramento di testa.
‘Si avvisano i signori viaggiatori che tra pochi minuti arriveremo alla stazione, si prega di prepararsi per tempo alla discesa’ La voce robotica dell’altoparlante del treno le fece aprire gli occhi. Per qualche secondo non si era conto dove si trovava. Si sentiva tramortita, confusa, aveva i capelli spettinati, era sudata e bagnata nell’intimo. Provò a risistemarsi.
Aveva fatto un sogno erotico ? Arrivò il momento di scendere dal treno ma si sentiva le gambe pesanti e un dolore alla schiena. Non ci pensò, il treno aveva fatto ritardo e doveva sbrigarsi per iniziare la giornata.
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