Lui, tu ed io
di
Klimt 10
genere
trio
Siamo sempre Silvia, 50 anni, e Luca, 57. Dopo la prima volta, in cui ebbi modo di fare entrare un terzo tra noi, questo racconto dice dell’evoluzione del nostro rapporto. Come dicevo la prima volta presi di sorpresa mia moglie Silvia che non seppe dire di no ma pretese che io uscissi dalla camera del motel e li lasciassi soli. Si perché in camera con noi era arrivato Pietro, un singolo da me contattato su un sito. Va da se che non vidi nulla e Silvia mi raccontò poco o nulla di ciò che accadde tra quelle quattro mura. E lo stesso fece Pietro da me contattato telefonicamente per sapere come si era svolto l’incontro. Anche lui aveva la bocca cucita. Ricordo quando tornavamo verso casa, in auto, come le accarezzavo le gambe e la guardavo, i capelli un po’ arruffati e il viso stanco ma sorridente. A casa mi lascio a secco, non volle farsi prendere, ma il giorno dopo fu una furia, mi distrusse fisicamente. Ma veniamo a noi. Passarono circa due mesi da quell’incontro e ogni tanto, nel fare sesso, ne parlavamo eccitandoci a vicenda. Lei sempre restia e scarna nel racconto con me che la incalzavo pregandola, quasi supplicandola, di raccontare l’evento. Una sera, mentre ero dentro di lei, le chiesi se la eccitasse pensare di avere due maschi a disposizione con il fine di provare ad essere riempita da tutti e due. Come le dissi questo la sentii sborrare sul cazzo bagnandomi tutto! Allora vorresti, la incalzai? Vorresti giocare ancora? Però stavolta non mi manderai via, io resterò perché vorrò guardarti mentre ti farai montare e godrai con un altro uomo e poi toccherà a me. Sei un porco, mi dicesti. Certo che lo voglio, cosa credi? L’altra volta mi hai portata su un declivio che non immaginavo facesse di me una donna dissoluta ma dopo averne gustato il piacere ora ne voglio ancora. Anzi, Luca, potresti chiamare Pietro e chiedere a lui se fosse disponibile ad un nuovo incontro così non avremmo problemi di conoscenza, riservatezza o altro. E poi, amore mio, credimi che aveva un cazzo di tutto rispetto! Eravamo nudi, stesi sul letto, mentre raccontavi ciò la tua mano non ha smesso un attimo di muoversi sul cazzo che eta diventato durissimo e faticavo a non sborrare. Ora montami, porco, e sborrami dentro, dopo vedremo di organizzare. Fu così che quella sera le sborrai in figa tutto ciò che avevo. Il giorno dopo, domenica, mi chiedesti di contattare Pietro e sentirne la disponibilità. Dopo qualche parola di circostanza si disse disponibile ad un nuovo incontro e lo fissammo per il sabato sera successivo sempre nello stesso motel di Cusago. Silvia era radiosa e felice e mi spinse contro il muro roteando i fianchi per meglio sentire il cazzo che nel frattempo era diventato duro. Mi diede un bacio che non dimenticherò mai. Feci per togliermi i pantaloni ma Silvia mi fermò dicendo che dovevo restare a secco sino a sabato perché allora mi voleva pronto e reattivo. Questo valeva per me ma non per lei che per tutta settimana pretese che ad ogni suo cenno le leccassi la figa ed il culo e che la facessi sborrare con le dita oltre che con la lingua. La supplicai di lasciarsi montare e di permettermi di sborrare ma sembrava godesse nel negarsi e rideva di me. Venne il sabato e passasti tutta la mattina dall’estetista e dalla parrucchiera. Dicevi che volevi essere desiderata e preparata ed anche a posto in tutto. Anzi, nel pomeriggio, mi chiedesti di farti un clistere per essere pulita dietro, nel culo, in caso di utilizzo del secondo canale. Dopo cena mi feci una doccia veloce e quando uscii ti vidi ad attendermi con in mano una sorpresa. Cos’è quello, chiesi? Vieni qui, mi dicesti. Mi avvicinai a te e tu velocemente ti inginocchiasti davanti a me e prontamente facesti entrare i coglioni nell’anello e il cazzo, che era molle, nella gabbietta, chiudendo il tutto con un piccolo lucchetto. Stasera potrai guardare, potrai guardarmi ma resterai con la gabbietta e poi, se lo vorrò, deciderò di togliertela e di permetterti di godere. Non avevo parole!!! Cercai di replicare ma Silvia mi disse che le cose stavano così altrimenti per me c’era sempre la porta e aspettare fuori. Dovetti quindi fare buon viso a cattivo gioco ed accettare. Ci preparammo tutti e due per uscire. Io mi vestii e rimasi a guardarti mentre nuda ti idratavi la pelle con una crema leggermente profumata, ti guardai scegliere l’intimo, le calze, le scarpe, il rossetto ed il resto del truccco. Eri stupenda!!!! Andiamo, amore, portami a farmi montare, mi dicesti. Salimmo in auto e ci avviammo verso il motel. Come la volta scorsa non potei resistere e ti accarezzai le gambe sino ad oltre il limite delle calze e presi atto che la figa era bollente. Era calda come non mai ma non potevo toccarla, mi dicesti di non farlo perché non era per me stasera. Ma sentii un ostacolo e ti chiesi cosa fosse. È un but plug, amore, l’ho acquistato con la gabbietta. Serve a tenermi largo il buco del culo per Pietro se vorrà incularmi. Cazzo, Silvia, sei proprio una troia!!! Si, amore, sono una troia e tu un cornuto! Arrivati al motel ed in camera tu mi chiedesti di aspettare un attimo prima di chiamare Pietro perché volevi svuotarti la vescica. Ti guardai sederti sul water e liberarti. Tu mi guardavi sorniona. Ti alzasti dalla tazza e ti girasti dicendomi, mentre con le mani ti aprivi le natiche, guarda, amore, lo vedi come mi allarga il culo? Ora chiama Pietro e digli di venire. Chiamai e gli comunicai il numero della camera. Dopo poco sentimmo bussare. Aprii e Pietro fece il suo ingresso. Subito ci salutò e dopo avere sfiorato la guancia di Silvia con un buffetto la baciò davanti a me. Mia moglie ricambiò il bacio con passione mentre la vedevo appoggiare l’intero suo corpo contro quello di Pietro. Pietro, disse, stasera mio marito vuole guardarci mentre facciamo all’amore e godiamo uno dell’altra. Il cornuto, perché tu sei un cornuto, disse, rivolgendosi a me, non ci disturberà perché gli ho fatto indossare una gabbietta che impedirà al cazzo di diventare duro. Luca, spogliati, disse mia moglie imperiosamente. Lo feci e rimasi nudo con il cazzo costretto dentro la gabbietta. Mi vergognavo un po’ di questo ma l’eccitazione era tanta. Seguendo le indicazioni mi sedetti sulla poltrona mentre tu e Pietro vi eravate sdraiati a letto e continuavate a baciarvi. Vederti limonare con un altro è stata un’esperienza devastante. Cosa c’è di più intimo? E mentre ti baciava le mani di lui e le tue su davano da fare per spogliarsi a vicenda. Dopo poco lui fu completamente nudo e tu con le sole calze. Anche lui ti chiese cosa avessi nel culo e fu allora che ti mettesti in ginocchio sul letto dicendo a Pietro di provare a toglierlo piano dal buco del culo, di sfilarlo lentamente. Il tutto non prima di avermi ordinato di avvicinarmi e di guardare. Vidi Pietro afferrare il plug con due dita ed estrarlo lentamente. Il buco del culo si dilato’ al passaggio del plug e quando uscì sembrò quasi di sentire come un rumore di tappo. Avevi il viso appoggiato al letto e sospiravi. Hai visto, amore, come è uscito e come è grosso? Ora Pietro lo rimette dentro. Pietro lo spinse nuovamente nel culo di Silvia che ebbe un fremito. Pietro era in ginocchio sul letto ed io non potei non notare la sua erezione. Il suo cazzo era maestoso, duro, venoso, circonciso e il glande ne dava una forma ancora più desiderata. Tu intanto ti eri alzata ed in ginocchio anche tu sul letto ti accorgesti di ciò che stavo guardando. Lo vedi? Lo vedi, cornuto, come è duro? Tra poco mi farò montare e gli sborrero’ sopra mentre tu potrai solo guardarmi. Posso, amore, posso farmi montare da Pietro? Dimmelo, posso? Dimmelo, cornuto!!! Si, amore mio, puoi, ti risposi. Intanto gli avevi preso il cazzo in mano e lo stavi segando. Lui ti prese e ti fece salire su di lui che si era sdraiato per fare un 69. Avevi appoggiato la diga sulla sua bocca mentre gli tenevi il cazzo in mano e mi guardavi. Guarda come glielo prendo in bocca, lo voglio più duro per la mia figa. Ti guardavo mentre il glande spariva nella bocca e la mano saliva e scendeva lungo il cazzo. Non so quanto durò ma quando facesti uscire dalla bocca il cazzo di Pietro era tutto bagnato dalla saliva. Ti guardai raccoglierne un po’ e poi sputarla sul glande per poi tornare a prenderlo in bocca. Appena la tua bocca lo lasciò mi chiedesti se mi piaceva guardarti mentre lo prendevo in bocca e gli succhiavo il cazzo. Nel frattempo per ben due volte ti vidi affondare la bocca sul cazzo per reprimere un urlo di piacere mentre inarcavi i fianchi per meglio sentire la lingua nella figa. Cazzo, amore, mi fa sborrare sulla sua bocca. Sono già venuta due volte. Ero seduto sul bordo del letto per meglio vedere e mi toccavo il cazzo rinchiuso nella gabbietta impossibilitato a venire duro e che mi doleva. Cornuto, non toccarti, e non provare a sborrare senza la mia autorizzazione. Dopo l’ennesima tua sborrata sulla bocca di Pietro ti sollevasti e mi chiedesti di prendere la scatola dei preservativi che avevi in borsa. Sei proprio una troia, dissi, hai anche i preservativi! Dai, cornuto, prendine uno e passami la busta aperta. Lo aprii con i denti e ti passai il preservativo dopo averne scelto il lato giusto per srotolarlo. Tu lomprendesti in mano ma poi ti fermasti e guardando Pietro gli chiedesti se per lui era un problema se ero io a fartelo indossare. Lui non fece obiezione ed allora tu mi restituisti il preservativo dicendomi metterglielo sul cazzo. Ero impreparato a tutto questo e non sapevo proseguire ma Silvia mi disse di fare in fretta che aveva voglia di cazzo. Allora con una mano tenevo il cazzo duro di Pietro e con l’altra appoggiai sul glande il preservativo per poi srotolarlo lungo l’asta. Ad operazione eseguita Silvia mi disse di guardare come si faceva riempire dal cazzo di Pietro. Pietro era sdraiato, lei sali su di lui e gli prese il cazzo con una mano per poi guidarlo tra le labbra della figa dove lo vidi scivolare dentro. Silvia cominciò un su e giù mentre con le mani di stringeva le tette e torturava i capezzoli godendo in continuazione. Ogni tanto cadeva su Pietro e mi guardavo baciarsi. Godo, Pietro, ti sentivi dire, mi fai godere, dio come è bello sentirti dentro, fammi sborrare, non fermarti. Poi ti rialzavi e mi chiedevi di baciarti mentre lui non smetteva di chiavarti. Baciami, mi dicevi, senti tua moglie come gode! La senti? Ti piace guardarmi mentre mi chiavano, mentre faccio la troia? Sei un cornuto, amore mio, un povero cornuto, lo sai vero? Lo so, amore, lo so, ma tu godi sul cazzo di Pietro, sborra senza ritegno alcuno, godi! Continua…..
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Commenti dei lettori al racconto erotico