Laura - cap 1

di
genere
dominazione

Ho incontrato Laura per la prima volta in un bar, prima ci eravamo sentiti via mail dove era iniziato il suo percorso con me dopo che aveva risposto ad un mio annuncio. Da quando eravamo in contatto le avevo imposto un certo tipo di abbigliamento, non volgare, non sciatto di sicuro, provocante direi. Ovviamente, oltre al vestiario, le avevo dato dei compiti più o meno umilianti e con diverse difficoltà, ma sempre tenendo conto del fatto che lei era alle prime armi.

Laura, che era single da un po’, era già fornita di qualche sex toy e, quindi, mi sono dovuto “limitare” a farle prendere un plug per cominciare ad allenare il suo culo alla penetrazione.

Come detto, ci siamo incontrati in bar, lei era vestita esattamente come le avevo chiesto per quell’occasione: scarpe con tacco, autoreggenti, intimo in pizzo, gonna fino a metà coscia, una maglia che le metteva in risalto il seno e capelli legati a coda di cavallo.

Trasudava emozione e agitazione allo stesso tempo, ma decisi di non dar molto peso alla cosa così, mentre aspettavamo i nostri caffè, le ordinai di andare in bagno, togliersi le mutandine e portarmele in segno di sottomissione a me. Lei in un primo momento sgranò gli occhi, ma dopo aver preso un forte respiro si alzò e andò in bagno per fare ritorno nel giro di un minuto con le mutandine in pizzo in mano.

Dopo qualche chiacchiera del più e del meno ci spostammo a casa sua, non molto distante da lì, e una volta entrati le ordinai di togliersi gonna e maglione.

Timidamente si spogliò, si vedeva la mancanza di abitudine a stare nuda davanti a qualcuno, soprattutto se appena incontrato. Una volta spogliata e rimasta in lingerie, il suo corpo si mostrò con le sue rotondità e la sua femminilità: un seno non troppo prosperoso, ma sodo; il punto vita e il sedere non erano tonici, ma sicuramente nel complesso quella che avevo davanti era una bella ragazza. Mi avvicinai e iniziai a girarle attorno per scrutarla meglio, per sentire da vicino il suo respiro agitato e per accarezzarla nel tentativo di farle capire che lei andasse bene così com’era e tranquillizzarla.

La accarezzai in mezzo alle gambe e sentii quanto fosse bagnata ed eccitata, ma non era quello l’obbiettivo quel giorno. Oggi sarebbe stata la sua prima volta da dietro. Si era allenata con il plug per quello, diceva di sentirsi pronta.

Ci spostammo in camera e si mise a quattro zampe sul letto. Il suo buchetto era totalmente esposto. Presi il lubrificante che le avevo detto di preparare prima di uscire assieme ad un preservativo e lo misi sul buco massaggiandolo per bene. Sapendo che era la prima volta per lei cercai di rispettare il più possibile quel momento.

Misi il preservativo e lo lubrificai, poi tentai di penetrarla però il buco stentava a dilatarsi a sufficienza. Provammo ancora un po’ ma senza esito, quindi le chiesi se effettivamente si fosse allenata con il plug come le avevo ordinato e, come avevo sospettato nel vedere il buco così chiuso quando si era messa a quattro zampe, mi confessò in lacrime che non aveva rispettato tutti gli ordini che le avevo dato.

Non dissi niente in quel momento, solo iniziai a prenderla a sberle sul sedere e, mentre questo diventava sempre più rosso, Laura chiedeva il mio perdono piangendo e cercando di assicurarmi che non avrebbe più disobbedito ai miei ordini. Continuai a non proferire parola. La presi per i capelli e la tirai verso il mio cazzo che avevo liberato dal preservativo. Lei iniziò in maniera automatica a succhiare avidamente mentre le lacrime scioglievano il trucco e rigavano di nero le guance. Devo ammettere che fu molto brava nel farmi quel pompino, usando sapientemente mani e lingua. Le venni in faccia. Ora il viso da bella ragazza era rovinato dalle lacrime nere miste al mio sperma. Tenendola per i capelli la portai fin davanti allo specchio, in modo che si vedesse.

“Vedi? – le dissi in un orecchio – le cagne che disobbediscono agli ordini fanno questa fine, diventano dei cessi”

Laura annuì con la testa, non aveva ancora finito di piangere.

“Ti prego perdonami – cercò di implorarmi – ti giuro che non succederà più!”

“Devo pensare se continuare con te – le risposi – ed eventualmente che punizione ti meriti. Di sicuro resterai così fino a stasera. Guai a te se ti lavi la faccia”

Detto questo, mi rivestii e me ne andai.



Se volete che vi racconti il resto della storia scrivetemi: virtualemaster@gmail.com






scritto il
2022-12-13
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