La regina perversa, capitolo secondo

di
genere
sadomaso

Capitolo secondo, un tranquilla uscita serale della regina
Una sera, la regina uscì dal castello, chiusa in un lungo abito che terminava, in alto, con un cappuccio; girò un po’ per il suo territorio , poi entrò in una capanna, dove si trovavano un uomo di giovane età, biondo, molto sensuale e la sua donna, una bella ragazza florida , entrambi , si vedeva, in condizioni di povertà assoluta; chiese ai due se avessero dell’acqua ed il ragazzo , vedendo quella persona che, apparentemente, sembrava una nobildonna, si precipitò a darle l’acqua, dicendo :
“l’acqua non costa nulla , madonna, ce la possiamo permettere, almeno questa la regina non ce l’ha levata”
“perché, non siete contenti della regina?”
“eh, madonna, come potremmo, quel poco che guadagniamo quella malvagia se lo prende con le accise, a noi resta poco e niente”
“mi era sembrata una brava regina, mi meraviglio di quello che mi raccontate”
“madonna” si intromise la ragazza “ un nostro figlio è morto per gli stenti, non avevamo di che dargli da mangiare, quella donna ha mandato i suoi sicari a prendere i soldi dei balzelli e quelli, non contenti, si sono presi tutto, anche i prodotti del nostro giardino”
“madonna” riprese l’uomo sottovoce “ che non si sappia in giro, ma quei delinquenti si sono approfittati della mia sposa, la toccavano, le palpavano le cosce sotto la veste, le infilavano le mani nella scollatura”
“e tu, meschino, hai lasciato fare questo alla tua sposa, non hai reagito ?” disse la regina
“ e che potevo fare, quei due mi hanno bloccato, erano grandi e grossi, uno mi ha preso alla gola e stringeva così forte che pareva volesse strozzarmi”
“poi” riprese sempre sottovoce “ quello che mi teneva ha cominciato a toccare anche me, mi toccava sotto la veste, capito dove, madonna, non dico niente altro, non voglio offendere le vostre caste orecchie”
“diamine” disse la regina “e perché questo non sei andato a dirlo al grande magistrato?”
“che volete, noi non sappiamo come fare, siamo gente ignorante, poi quei due erano persone della regina, poi mi vergognavo, non volevo farlo sapere ai miei vicini, altrimenti chi sa quanti commenti ci sarebbero stati”
“qua” riprese la donna “basta un nonnulla per far fare tante chiacchiere alla gente, lui è un uomo, non avrebbe potuto sopportarlo, mi capite , madonna?”
La regina assunse un tono imperioso, che fece rimanere impietriti quei due poveretti, non prevedendo tanta violenza in quella nobildonna:
“tu sei un vigliacco, dovevi fare tutto quello che potevi, hai avuto paura, figlio di buona donna, lasciare che la tua donna fosse toccata da quei bastardi, mi viene voglia di strangolarti per come ti sei comportato” così, all’improvviso, comparve una pistola nelle sue mani,che puntò alla pancia dell’uomo “ora dovrai scontare, uomo di merda, spogliati nudo, ti devo far provare quello che la tua donna ha dovuto sopportare per colpa tua”
I due ragazzi si bloccarono di fronte all’esplosione di rabbia, almeno quella che a loro sembrava, ignorando che la regina stava recitando una scena; l’uomo disse:
“madonna, vi prego, non mi fate questo, spogliarmi così davanti alla mia donna, è umiliante”
Pronta fu la risposta della regina, di una volgarità che sorprese non poco quei due ingenui.
“perchè , quando tu te la fotti, quando ci infili il cazzo nella ciccia , sei vestito, lurido sporcaccione fottuto nel culo?; spogliati che voglio guardarti, mentre ti faccio quello che devo farti, lurido mangiacazzi”
L’uomo, facendo buon viso a cattivo gioco, di fronte a quella pistola che sembrava un cannone, con il cane alzato,pronta a sparare, si spogliò, rimanendo nudo come un verme; la regina gli si accostò e cominciò a palparlo dovunque, come si tocca una prostituta, sul petto, sul culo, tra le cosce,sotto ai coglioni, osservandolo da vicino, dopo essersi chinata davanti a lui ; infine gli afferrò l’uccello e, menandolo su e giù, in breve lo fece diventare duro; poi la regina si rivolse alla donna:
“ora voglio che prendi quel bastone e glielo ficchi nel culo, mentre gli prendi il cazzo in bocca e voglio che ti metti nuda come una puttana , hai capito zoccola, che ti sei fatta toccare dagli sgherri, e chi sa che non sei venuta, quando loro ti palpavano le zizze, davanti al tuo uomo avrai goduto, sei una puttana, ti devo strangolare”
La ragazza, che si stava cacando sotto per la piega che avevano preso gli avvenimenti, seppure riluttante si spogliò, mettendo in mostra un bellissimo corpo rotondo e ben coperto di carne; poi, prese il bastone e , cercando di essere delicata,forse pensando di fare quanto meno male possibile al marito, lentamente,molto lentamente lo infilò per buona parte nell’ano dell’uomo che cominciò a inveire, anche quando lei, obbedendo ai cenni imperiosi della regina, stava prendendogli il cazzo in bocca, facendogli un pompino in piena regola. La regina, intanto , puntando la pistola in faccia all’uomo, aveva preso un lungo fazzoletto che si trovava lì a portata di mano e con questo stava strangolando la donna, poggiandole il pube vicino alla faccia, facendole sentire l’odore della sua fregna in calore; l’uomo intanto, sapientemente sbocchinato , si era bloccato, nel momento in cui emetteva un fiotto di sborra caldo e abbondante in fondo alla gola della sua sposa; la regina, che aspettava quell’esplosione, disse alla ragazza:”puttana, ti ha fottuto , ti è venuto in bocca? Non lo sai che le leggi del reame proibiscono le sbocchinate? Come ti è venuto in mente, puttana di merda di fargli il pompino? Ora lui è condannato, lo faccio prendere dagli sgherri e lo faccio garrotare, anzi lo garroto io”; così mentre stringeva il laccio al collo di lei, che si sentiva strangolare per quel laccio e per quella sborra calda che quasi l’affogava, dette con la canna della pistola una botta alla testa dell’uomo, che cadde semisvenuto; poi disse a lei, puntandole la pistola alla bocca, anzi infilandole la canna in bocca “ora fa quel che ti dico, se no giuro che ti faccio fuori, puttana”; la ragazza ebbe la forza di supplicare: “madonna, ma che vi abbiamo fatto,forse vi abbiamo offeso, se è così, non l’abbiamo fatto a posta, vi prego perdonateci, vi prego, vi prego..” la regina sorrise, malefica: “zitta, zoccola sbocchinatrice, è troppo tardi, ormai” poi, tenendola tutta la canna della pistola in bocca, quasi affogandola con quella, le impose : “ora , tienilo fermo, mettendogli le gambe sulle cosce e tienigli ferme le mani, che io lo debbo strangolare” ; la ragazza,a malincuore, eseguì, disperata, così come le era stato detto, pensando di potersela cavare,almeno lei, maledicendo la cattiva sorte che aveva fatto entrare quella dannata donna in casa sua; la regina intanto, si era seduta con il culo nudo sulla bocca dell’uomo e con quelle sue mani adunche stava strozzando l’uomo, tenendogli gli indici stretti sul collo e i pollici lateralmente,sulle giugulari, mentre l’uomo cercava di liberarsi da quel culo e da quella fica che lo soffocavano;
la ragazza lo teneva fermo, sempre pensando, così, di poter rabbonire quella diavola assassina; la regina, strangolando l’uomo, veniva colta da sussulti, mentre la fica le diventava quasi liquida per tutto il sugo del godimento che scendeva dal profondo delle sue visceri e il culo era tutto bagnato di sudore; dopo un certo tempo, l’uomo finì di dibattersi, morto strangolato; la ragazza cominciò a piangere, vedendo il suo uomo immobile,si lasciò cadere sconfortata su un fianco, osservando allucinata il cazzo del marito che, per effetto dello strangolamento o forse, per l’eccitazione di trovarsi quella fica e quel culo in bocca, si era gonfiato a dismisura;sembrò che l’assassina si fosse calmata e la ragazza sperò che se ne andasse,lasciandola nella sua disperazione; “almeno le avesse lasciato il conforto del pianto, quella strangolatrice!” pensò.
Invece non fu così; la regina, con lo sguardo malvagio, ora guardava la ragazza: quel pianto, quella disperazione non facevano altro che alimentare i suoi istinti sadici, che sentiva nel profondo della sua fregna; sentiva scorrere da dentro ancora un fiume di sugo che le faceva perdere la testa; come una iena assetata di sangue, saltò sulla donna e afferrando lo straccio che le era rimasto ancora al collo, sedendosi sulla pancia della donna , continuò a strangolarla; poi, ogni tanto, si fermava; poi riprendeva strozzandola con le mani; così, prolungava il suo godimento, che si esteriorizzava con continui sussulti, forse orgasmi, forse soltanto scosse nervose di godimento, sembrava in preda a un violento delirio; infine,dopo un po’,stringendo quel collo morbido e sensuale che la faceva uscire di testa, facendole temere che stesse per aver un colpo cerebrale ( si sentiva il sangue scoppiare alle tempie), finì di strangolare la povera donna che giacque, con le cosce oscenamente spalancate e un filo di piscia che le faceva un laghetto biondo tra le cosce; la regina fu scossa da un ultimo violento sussulto, mentre, seminuda, si spalmava sul ventre quella piscia calda che veniva fuori da quel povero corpo morto.
SCRITTO DA SADIE STRANGLER STRANGOLATORE31@YAHOO.IT

scritto il
2012-10-31
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