Un piccolo episodio, ma vero

di
genere
etero

Al liceo l'insegnante di inglese usava raccolgierci intorno alla cattedra per mostrarci i suoi bellissimi libri di inglese illustrato, che si faceva arrivare apposta dal Regno Unito, e la scolaresca si accalcava tutto intorno per guadagnare una posizione che permettesse di gustare al meglio la visione dei disegni su qelle pagine. Dapprima l'insegnate si metteva dalla nostra parte, convinta che da quella posizione potesse indicarci meglio cosa guardare. Poi la ressa, o quelli come me, e nn ero il solo, che le ficcavano la mano sotto la gonna e le palpeggiavano il culo, io personalmente le sono arrivato fin dentro la vagina, la fecero desistere e senza addurre spiegazioni che evidentemente non sapeva come dare, tornò dall'altro lato e condusse da lì le sue lezioni successive. Ormai mi ero sovreccitato, così il primo giorno con la docente dall'altro lato, scelsi alla cieca un culo femminile da strofinare e trovatolo, mi misi all'opera con gran discrezione. La ragazza nn protestava nè si spostava, anzi stava ferma immobile per permettermi di agire meglio. Non riuscivo a riconoscerla, e nemmeno avrei potuto perchè la scuola era appena iniziata, ma da dietro sembrava carina, bassa ma con bei capelli, e con un discreto deretano. Finita la lezione, individuai la femmina e ne rimasi un pò deluso. Non era esattamente la più bella della classe, che difatti parve apprezzare le mie attenzioni. Ci fissammo pochi secondi negli occhi, e senza dire nulla riguadagnammo le rispettive posizioni. La libido vinse sull'estetica e la volta successiva, individuata Lucia, ricordo ancora il suo nome, mi riposizionai dietro lei e insinuatomi sotto la sua gonna, mi spinsi in fondo fino al buco del culo prima e la figa dopo. Aveva fatto attenzione a nn mettere mutandine troppo grosse e aveva sostituito il collant con delle raffinate autoreggenti. Forse per agevolarmi? Io intanto ravanavo e rimestavo, agitavo e a volte smuovevo le mie dita con foga, per verificare il suo tasso di sopportazione, ma nonostate la forte pressione praticata, nn disse mai nulla nè si lamentò mai. Appena il gruppo accennava a sciogliersi, io più veloce la liberavo e velocemente mi mischiavo nella diaspora verso i banchi. Nei minuti che seguivano, anche osservato da lei, odoravo i suoi umori e annusavo il dito introdotto in culo e quello in figa. La ragazza trascorreva ancora qualche minuto a guardarmi con un sorriso discreto e senza profferire motto. Questo gioco continuò fino alla fine dell'anno ed io ormai conoscevo perfettamente gli odori ed i profumi delle intimità della ragazza. Mai mi chiese o pretese altro da me, si limitava a guardarmi con discrezione a sorridermi senza dire nulla. La scuola finì e nn la vidi più, ma ancora ricordo ogni cosa dei suoi orifizi inferiori. Semmai fosse migliorata, mi piacerebbe reincontrarla, per metterci altro dalle dita, in quegli odorosi buchi.
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scritto il
2012-11-07
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