Storia di Antonella
di
Le Porte dell'Imperfezione
genere
saffico
Storia di Antonella.
Per il compleanno dei 18 anni sono stata lasciata dal mio ragazzo. Che stronzo. Mi sono ritrovata di punto in bianco mollata da quello che pensavo fosse il mio grande amore. Poi è seguito da un periodo orrendo. Non volevo uscire, piangevo spesso, l'umore era a terra. Ovviamente lui aveva trovato un'altra e tutto il giro delle nostre amicizie l'aveva accolta, tagliandomi fuori. Mia mamma, Lorena, vedendomi così abbattuta, mi propose, per le vacanze estive, di andare assieme per un po' nella seconda casa di sua cugina Sara. Sara ha un casolare a pochi kilometri dal mare, ottenuto dopo il divorzio, dove si rifugia spesso e dove anche mia mamma va di tanto in tanto.
Sia lei che Sara si sposarono molto giovani con due che tra loro erano cugini, ma Sara si trasferì in un altra città. Ora ha divorziato e ha una figlia della mia età, Giulia.
Giulia l'avevo conosciuta anni prima, quando eravamo più giovani, proprio nel casolare di collina vicino al mare dove saremmo ora andate. Bene, mi dissi, saremo solo donne, non ho proprio voglia di vedere uomini.
Non la vedevo da allora. Ma ricordavo bene quell'incontro.
Tra noi s'era subito creata amicizia dovuta all'affinità. Poi lei è mora con gli occhi azzurri come mia madre, mentre io sono rossa-scuro come sua mamma, ma purtroppo non ho gli occhi verdi di Sara, solo le lentiggini sono uguali.
Il ricordo principale che ho di Giulia è legato a quella notte in cui, nella stanza, ci raccontammo dei nostri desideri, delle paure e della voglia di perdere la verginità. Lei mi aveva chiesto se mi ero mai toccata. Qualche volta, avevo risposto. Giulia mi aveva confessato di essere completamente dipendente dai ditalini, se ne faceva continuamente. Il piacere che le davano era irresistibile. Le chiesi come si toccasse, perché a me sì era piaciuto, ma mi dava troppa vergogna, era una cosa di cui non si parlava. Doveva essere una cosa sporca, evidentemente.
Lei era invece molto disinibita, e mi disse subito che se volevo mi mostrava come facesse. Detto, fatto: si tolse le mutandine a fiorellini davanti a me e, sempre seduta sul letto, prese a sfiorarsi con dolcezza la passerina. Questa si mise a crescere, sollevarsi e aprirsi. Vedevo le labbra ingrossarsi e ungersi di quell'umore che, una volta sulle sue dita, rendeva lo sfregamento sul clitoride molto più facile. Ero così eccitata che mi sentivo bagnata anch'io. Lei lesse sul mio volto la causa dell'arrossimento e mi disse: “dai fallo anche tu”. Come in un sogno mi sfilai le mutandine vincendo la vergogna e, aperte le gambe davanti a lei, mi misi a sgrillettarmi con furia.
Nel silenzio c'era solo il nostro ansimare. Poi venni e crollai come svenuta. Poco dopo anche lei, al colmo dell'eccitazione, venne. Venne come mai avevo immaginato: facendo un getto che bagnò le lenzuola.
Da allora non ci eravamo più viste, né sentite.
Ero curiosa di vedere come fosse ora, da maggiorenne, ed ero solo un po' titubante per quel nostro segreto. Avrei dovuto fingere che non era mai successo? Avrei dovuto parlargliene? O era meglio passarci sopra? Per me era stato un momento di eccitazione in sé e basta, un ricordo nel cassetto. Mi trovai a chiedermi: ma se lo rifacessimo adesso sarebbe lo stesso? O, ora che siamo cresciute, sarebbe una voglia da lesbica? Ma cosa vado a pensare, sono stata solo con ragazzi.
Con curiosità arrivò l'estate e finalmente con la mamma arrivai da Giulia e Sara. Era giovanile come mia mamma, ci avevano avute entrambe come fuori programma, evidentemente. Radiosa nel suo vestitino corto di cotone stampato a motivi kashmiri, con lei – stentavo a riconoscerla! - Giulia, bellissima giovane donna ormai, anche se solo in slip e canottiera coi neri capelli corti accuratamente scarmigliati. Ci distribuimmo nelle stanze, la mamma con Sara, e Giulia ovviamente con me. Le due camere da letto avevano un gran letto matrimoniale, un armadio, due chevet e poco altro. Cenammo in cucina e poi ci dividemmo per andare a chiacchierare nelle rispettive camere.
Ovviamente, stese a letto a parlare in intimità, venne naturale narrare delle rispettive esperienze. Lei ora era single, ma aveva avuto due storie serie e una serie di sbandatelle o storie leggere. Io le confessai che, allo stronzo che mi aveva mollata, avevo anche dato il culetto! Lei mi disse che invece lei era stata più generosa, nell'offrirlo, per il semplice fatto che essere penetrata in culo la eccitava molto. In città s'era fatta la fama di una zoccoletta, ma che lei ci rideva sopra e non le importava nulla di quello che poteva dire certa gente. Era molto stuzzicante poter parlare apertamente di certe cose con un'altra che ti capisce. Anche a me aveva fatto piacere darlo a lui, mannaggia. Guardavo Giulia pensando che aveva delle belle labbra, che forse lei avrebbe fatto la prima mossa, che la magliettina e le mutandine che l'avvolgevano, magari, se le sarebbe potute anche togliere. Nonostante continuassimo a parlare con fervore e ridendo, avvertivo come una tensione erotica nell'aria. Ma nulla avvenne. Crollammo addormentate.
Per due giorni andammo tutte e quattro al mare, prendemmo il sole, andavamo in pizzeria o a casa a mangiare. E ce ne raccontavamo tante. Era chiaro che sia io che mamma eravamo felici della compagnia di Sara e Giulia. Poi tutte a nanna.
Un pomeriggio, dopo pranzo, non avevo voglia di andare al mare, preferivo poltrire a casa. Sara disse che condivideva e che si sarebbe fermata anche lei. Mi risvegliai dal pisolo in camera, con Sara che, in una camicia bianca da uomo con pochi bottoni chiusi, mi portò un caffè a letto, svegliandomi. Pensai fosse un gesto carinissimo. E anche lei lo era, seduta sul letto: carinissima. Le guardavo le braccia abbronzate e la linea degli occhi, così verdi. Dalle aperture tra i bottoni vedevo una tetta, morbida ma svettante. Tolsi lo sguardo temendo che lei potesse cogliere. Ma sembrava mi squadrasse tutta. All'improvviso mi chiese se mi avesse importunata, che, se fossi stata intenta a masturbarmi, avevo tutto il diritto di arrabbiarmi con lei. “Ma no, che dici? Stavo dormendo davvero!”. Mi resi conto che tra le gambe, sotto il lenzuolo, non avevo le mutandine, le avevo sfilate e lasciate ai piedi del letto, e che Sara le aveva sicuramente viste. “Ti credo ti credo”, Sara disse tranquillamente ma un po' ammiccante. “Solo che sono donna anch'io. E non è per il fatto che ora non ho marito che mi masturbo. Mi facevo i ditalini anche da sposata!”. A sentire questo mi arrapai di brutto e per un attimo mi passò per la mente l'idea di masturbarmi davanti a lei e di vederla mentre si sfrega la mano sul clitoride. Lei fece un sorrisino strano e mi disse che oltre i capelli ora avevo la faccia tutta rossa. Quindi si mise a fissarmi i capezzoli che si ergevano da sotto la magliettina con cui ero andata a dormire. Sia i capezzoli mi si stavano indurendo, sia la passerina si stava inturgidendo. Lei mi disse piano piano all'orecchio che, se una donna ne sentiva il bisogno, poteva darsi piacere da sé, ma che se erano due, le donne nelle stesse condizioni, allora la cosa poteva diventare molto più eccitante.
Non so perché, ma la sola cosa che mi venne in mente di dire in quel momento – in cui non sapevo assolutamente dove avremmo parato in tutta quell'ambiguità – fu un sì. Non sapevo nemmeno io a cosa esattamente avevo detto sì, ma lei si tolse la camicia e... sotto era completamente nuda. Un corpo femminile, morbido, due seni turgidi e, sotto un microscopico boschetto ben tenuto, un prominente Monte di Venere che non riusciva a nascondere le grandi labbra, uscite a far capolino, luccicanti. Sorrideva maliziosa, guardandomi dritta negli occhi. Per togliermi dall'imbarazzo e fare qualcosa, mi tolsi il lenzuolo dalle gambe, lasciando però così che lei vedesse che ero nelle sue identiche condizioni. La guardavo mentre mi scostava le ginocchia e fissava la mia fessura con uno sguardo di desiderio. Io agivo ormai automaticamente, come fossi fuori da me stessa, e allargavo le gambe, esponendola alla luce che entrava dalla finestra. Lei mi accarezzò l'interno coscia. Lentamente. E lentamente si portava sempre più in avanti, sia la mano che la faccia, che ora quasi mi sfiorava la passera. Sentivo il suo alito caldo sulle mie labbra inumidite. Ma, prima ancora che me la sfiorasse, fui io ad allungare un braccio e a cercare con la mano la sua fighetta, e – una volta trovata – a sfregarla con trasporto. Solo allora lei affondò la sua bocca sulla mia fessura, e la sua lingua dentro a cercare il clitoride. Mi dava ondate di puro piacere. Chiudevo gli occhi per non essere travolta da tanta eccitazione. Venni. Venni. Ero eccitatissima, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. La baciavo sulla bocca bagnata dai miei succhi, le accarezzavo i capelli del colore dei miei. E poi, quando la vidi stendersi di schiena e aprire le gambe, mi misi a leccarla avidamente. Era un buon sapore, migliore di quello dei maschi, o forse era solo quella novità sgusciante e bagnata a essere così bella da leccare, che non lasciava spazio a nulla tranne che alla devozione.
Passammo delle ore. Ci dicemmo che quello doveva essere il nostro segreto. Che non potevamo permetterci di rifarlo. No. Be', magari, se capita che siamo sole in casa, sì. Perché no? Ma mamma e Giulia non devono sapere. No. Però magari, se non resistiamo, potremmo magari trovarci in bagno, da sole, solo per farci a vicenda un ditalino e baciarci.
Quando mamma e Giulia tornarono dal mare noi eravamo impeccabilmente imbranate nel fingere un'aria di perfetta normalità, mentre avevo la testa in tumulto per quello che avevo fatto. Sesso lesbico? Con la cugina di mia mamma? La mamma di Giulia! Ma è pazzesco. E incredibilmente eccitante nello stesso tempo.
Nei due giorni successivi inspiegabilmente trovammo modo di farlo ancora, o per una commissione o per un giro, la mamma e Giulia avevano sempre una scusa per defilarsi, e dare inavvertitamente così a noi due depravate il tempo per provare tutte le posizioni, per sforbiciarci per bene e poi passare al 69. Una volta andai in bagno per fare pipì e lei insistette per venirmi a vedere. Eravamo nude, io che pisciavo sulla tazza a gambe aperte e lei che mi guardava toccandosi lascivamente. Avevo finito e stavo per prendere la carta igenica quando lei si inginocchio dicendomi che ci pensava lei a pulirmela. E me la succhiò tutta, pulendola con la lingua. Facendomi avere l'ennesimo orgasmo, ma così forte che mi tremavano le cosce mentre spruzzini mi uscivano dalla fichetta. Spruzzini che lei leccava e beveva come se fossero di miele!
Mi spiegò che lei non era stata sempre lesbica, o forse sì ma senza saperlo. Che anche da sposata aveva avuto relazioni con altre donne. Ma non avrebbe mai voluto relazioni stabili. Ne basta una saltuaria ma stabile, aggiunse sibillina.
Il giorno dopo non riuscimmo a ritagliarci nessun momento di intimità, così arrivò la sera e mamma e Sara uscirono a fumare una canna nel prato davanti casa, circondata dal faggeto. Io e Giulia invece andammo a letto a chiacchierare. Ma nella testa avevo solo Sara e voglia di leccare ed essere leccata. Giulia mi confessò che nei suoi precedenti racconti aveva omesso di dirmi, perché non sapeva come l'avrei presa, cioè che non aveva avuto solo storie con maschi, ma anche con femmine. Mi sorprese. Avrei voluto dirle “anch'iooo”, ma non potevo certo dirle che l'avevo fatto con sua madre! Continuò, ricordandomi del nostro incontro, anni prima, in cui ci eravamo masturbate una davanti all'altra. Quell'esperienza le aveva lasciato il segno e la voglia di ripeterla con altre ragazze. E così, quando ebbe l'occasione di un rapporto saffico, non si era tirata indietro. La mia faccia esprimeva approvazione e questo le fece venire un sorrisino malizioso, ridendo tirò fuori la lingua e la mosse su e giù in aria, come a simulare un cunnilingus. Mi fece venire una voglia pazzesca di baciarla. Notai la sua mano scendere sotto le lenzuola. Iniziò a masturbarsi senza pudore. Mi sentii avvampare dalla voglia e presi ad imitarla. Quando i nostri respiri si fecero più pesanti mi disse “dai facciamolo come da piccole, una davanti all'altra con le gambe aperte, così ci guardiamo!”. Senza aspettare la mia risposta tolse le lenzuola e si mise in posizione. La imitai. Le nostre passerine erano ora molto vicine, e il dorso delle nostre mani che le sfregavano ora ogni tanto si toccavano, ritmicamente. Ce le guardavamo, mentre turgide si bagnavano sempre di più. Era bellissima così, nuda e rapita dal suo desiderio. Improvvisamente fece quello che speravo: tolse le dita umide dalla sua fichetta e me le passò sulle grandi labbra, gonfie e arrossate. Le ricambiai subito il favore. Ora ci sgrillettavamo a vicenda come due monadi impazzite. Venimmo spruzzandoci sulle mani e sulle passerine. E ci baciammo. E ci mettemmo le dita dell'una nella bocca dell'altra. Ci baciammo scambiandoci i nostri umori mescolati alla saliva. Passammo il resto della notte tra coccole, tremori saffici, ànsimi. Smettevamo solo per ricominciare.
Ci svegliammo tardissimo. Le nostre madri ci avevano lasciato in cucina un biglietto: erano andate al mare lasciandoci dormire, “dormiglione!”: sarebbero tornate la sera. Ci invitavano a prendere il sole all'aperto. Così passammo tutto il giorno nude ad amarci, sia a letto che nel prato davanti alla cascina isolata. Quando arrivò la sera eravamo sfatte di gioia, vedevo i suoi occhi felici e soddisfatti e mi specchiavo in lei, nelle sue risate, nelle sue proposte piene di libidine e libertà.
L'unico timore che avevo era dettato da Sara. Ovvio che non doveva sapere quello che stavo facendo con sua figlia. Ma come mi dovevo comportare con lei? Per due giorni non ebbi l'occasione di fare nulla con Sara, non che mi evitasse, ma o eravamo in presenza delle altre o mi appartavo con discrezione con Giulia. Solo una volta, in bagno, Sara mi raggiunse, mi fece un veloce ditalino e uscendo mi disse che non dovevo preoccuparmi, ora avevo le ali di una farfalla e che potevo volare da sola. Frase ambigua che non fui in grado di capire fino in fondo.
Che settimana che era stata! Ero arrivata depressa e triste e in pochi giorni avevo avuto ben due esperienze lesbiche. E con madre e figlia! L'idea di essere scoperta da mia mamma mi uccideva dalla vergogna e dall'imbarazzo.
Anche quella notte io e Giulia ci ritirammo in camera presto, fingendoci santerelline ma pregustando le nostre lingue diavolette sulle ostriche bagnate che ci sgusciavano tra le cosce. Dopo un po', mentre i nostri respiri si facevano sempre più pesanti, sentimmo dei rumori e ci irrigidimmo. La paura era che fossimo scoperte proprio in quel momento. Il cuore in gola. Ma la porta non si aprì, Anzi. I rumori che sentivamo venivano dalla stanza delle nostre mamme. Cigolii. Mormorii. Delle voci soffocate. Forse degli ansimi?? Ci guardammo interrogative. Giulia mi disse “dai andiamo a spiare!” e in un attimo era in piedi, nuda, e mi invitava a seguirla in corridoio. Mano nella mano arrivammo vicine alla porta dell'altra stanza. Era un po' socchiusa. Le luci soffuse delle abat-jour accese. Non vedevamo il letto, ma il grande specchio dell'armadio ci svelò che erano entrambe nude a letto. Sentivo i loro ansimi. Ma non riuscivo a capire come fossero messe. A un certo punto sentii la voce di mia mamma che implorando diceva “ti prego ora leccami tu il culo”. Seguiva un movimento di corpi. Quindi vidi mia mamma che si alzava dal letto per mettersi col culo in alto sulla varier, la sedia ergonomica svedese, aprendosi bene con entrambe le mani. La visione fu fugace, subito nascosta dalla schiena di Sara che le si era messa dietro, con la testa proprio davanti al culo. Seguì un lungo momento di silenzi, interrotti solo dal rumore delle lappate e dai mugolii di piacere. Verso di noi si vedeva solo il culo di Sara, messa a pecorina, riflesso nello specchio. Ogni tanto brillava qualcosa. Nel buco che ancheggiava c'era un plug anale! A quel punto Sara prese una bottiglietta e si versò un liquido untuoso sulle dita, che luccicavano. Dal movimento del braccio era chiaro dove la stava sfregando ritmicamente. I mugolii di mia mamma si fecero più intensi fino a un urlo trattenuto e soffocato. Sentii delle gocce scendermi lungo le gambe, avevo la micetta che stava esplodendo. Guardai Giulia, aveva la faccia in fiamme e vidi i suoi capezzoli dritti come chiodi. Sempre tenendomi per mano mi riportò in silenzio alla nostra camera.
I nostri occhi brillavano di eccitazione e lussuria. Ci abbandonammo sul letto, desiderose di baciarci e succhiarci fino allo spossamento. A un certo punto mi disse”girati” e lo feci immediatamente. La testa mi scoppiava. Ma come? Mia mamma era una lesbica? Per questo stava sempre con Sara? Mentre pensavo a questo sentii la lingua di Giulia che mi leccava circolarmente attorno al buchino del culo. Pensavo a mia mamma che senza vergogna si faceva inculare dalla sua. La lingua di Giulia batteva insistentemente sul mio buchino. Nessuno me lo aveva mai leccato prima. Non riuscivo a mettere insieme i pensieri. Mi ordinò di aprirlo. La vergogna che fosse sporco e l'eccitazione di fare qualcosa di proibito si mescolavano e uscivano come umori dalla mia fessura completamente dilatata. Ero aperta a tutto, aprii anche il buchino del culo. Sentii la sua lingua entrarci e andare a leccare le mie parti più segrete. Iniziarono una serie di contrazioni irresistibili e incontrollate. Venni copiosamente. Mi baciò sulla bocca e io le misi dentro tutta la lingua, a mescolarsi con la sua, piena di saliva.
Fu allora che sentii dire “brave!” e mi si gelò il sangue. Mia mamma e Sara erano sulla porta, nude con le loro passerine depilate uguali, con solo un piccolo boschetto sopra. Cercai in fretta delle lenzuola per coprirmi ma non le trovavo. Ero completamente allo sbando tra vergogna, colpa, paura e col cuore in gola pensavo a mia mamma che mi aveva scoperto, a Sara che vedeva me e sua figlia fare sesso assieme, dopo che lo avevo fatto con lei. Non sapevo cosa aspettarmi. E invece mia mamma mi disse che facevo bene a farlo con Giulia, mi avrebbe fatto bene, che anche lei con Sara aveva iniziato da molto giovani a fare esperienze saffiche, e che non le avevano mai interrotte. Come loro erano cugine, anche noi eravamo seconde cugine, e non c'era motivo di farlo solo coi maschi, ma che tra femmine affini si potevano provare emozioni molto più intense. D'ora in poi eravamo libere di fare sesso davanti a loro senza problemi, e che, se non era un problema per me, anche lei e Sara si sarebbero accarezzate apertamente davanti a noi. Era un “libere tutte” completamente inaspettato. La testa mi esplodeva. Non riuscivo a dire nulla. Le due mamme si baciarono con le mani sui fianchi l'una dell'altra e, abbracciate ci diedero la buonanotte e tornarono tranquille nella loro stanza.
Ci misi molto a riaddormentarmi, mille pensieri si affastellavano nella mente. Tra i baci di Giulia, finalmente chiusi gli occhi.
Ci svegliammo molto tardi e andammo in cucina in magliettina e slippini, per trovare le nostre mamme alle prese coi fornelli, indossavano ciascuna una traversa, ma niente altro sotto. Dopo pranzo ci mettemmo tutte sul divano, loro due completamente nude, senza il minimo imbarazzo.
Mia mamma disse che era giunto il momento di dire la verità. Ero attentissima perché non avevo idea di dove volesse parare e avevo mille domande in testa.
Mi disse che a vedermi così depressa nei mesi prima s'era confidata con la sua Sara per chiedere consiglio, e che Sara le aveva proposto quella vacanza assieme con la speranza che io e Giulia ci svagassimo tra noi come lei e Sara facevano da una vita. Che avevano organizzato tutto per benino. Sara sapeva che sua figlia aveva avuto la sua prima esperienza lesbica... qualche anno prima proprio in quella casa e con mia mamma! Allora la cosa era successa per caso, all'improvviso, assecondando pulsioni e istinto. Una volta svezzata al lesbismo, Giulia era rinata e aveva cominciato a farlo anche con le sue amiche. Giulia, che fin da piccola aveva confessato a Sara quello che noi avevamo fatto, si era detta ben disponibile ad attuare il loro piano e farmi entrare nel mondo dei piaceri saffici. Quella nostra esperienza, che io avevo sempre tenuta segreta, non solo Giulia l'aveva detta a Sara, ma Sara l'aveva detta a mia mamma! Era da sempre che la conoscevano tutte! Anche il sesso con mia mamma, Giulia l'aveva raccontato alla sua, e Sara le aveva confessato che lei e Lorena lo facevano da una vita. E io non ne sapevo nulla. Ma ora tutto mi cominciò a sembrare più chiaro.
Dopo alcuni giorni da quando eravamo lì, in cui non era successo nulla tra me e Giulia, che informava le mamme, queste avevano deciso che serviva un intervento più esperto, così avevano organizzato in modo che fosse Sara ad aprirmi a questo mondo così femminile e segreto.
Ero sbigottita. Quindi mia mamma aveva saputo di me e Sara fin da subito! E facevano tutte in modo che io e lei ci saziassimo a vicenda in segreto. Una volta cotta a puntino ero pronta per Giulia, che infatti si era lestamente fatta strada tra le mie gambe, e io tra le sue.
Era stata mia mamma a suggerire a Giulia di portarmi a spiarla quando faceva sesso con Sara, voleva che sapessi tutto e che anche tra di noi, come tra Giulia e Sara, questo non fosse qualcosa da tenere nascosto.
“Ma, Giulia, tu hai sempre saputo che le nostre due mamme...?” “Sì, be', almeno, da quando sono stata iniziata da tua mamma”. Ora che tutto era stato spiattellato, eravamo libere di fare all'amore, mia mamma con Sara e io con Giulia, senza più doverci nascondere le une dalle altre.
Ero basita. Ecco cosa intendeva dire Sara con la sua relazione “stabile ma saltuaria”, parlava di quella con mia mamma! E le ali da farfalla con cui ora potevo volare da sola erano quelle che mi portavano al nettare di Giulia! Non sapevo se sentirmi tradita nella fiducia, eccitata dalla situazione o restare imbambolata dalla scoperta. Ci pensò Giulia che prese a baciarmi in bocca, toccarmi le tette e poi più giù, davanti a loro due che presero anch'esse a baciarsi. Quindi si alzarono per dirigersi in camera da letto. “Ora che sapete tutto potete divertivi tra voi, noi andiamo a fare le nostre cosette” e ridendo se ne andarono.
Fu una giornata in cui gli orgasmi con Giulia erano fatti di urletti e grida finalmente non più soffocate. Le porte erano aperte e dalla camera sentivamo le nostre madri fare rumorosamente le loro cose, talora usando un linguaggio volutamente scurrile per eccitarsi. Sentivo mia mamma dare della troia a Sara e questa a sua volta urlare tanti sì, prima di perdersi in un rantolo bagnato. Giulia si bagnava un ditino e pian piano me lo infilava nel buchino del culo, mentre me la leccava. Questo anale tutto femminile mi svuotava completamente, mi sentivo in balia di lei ed era bellissimo. Volli anch'io metterle un dito nel culetto. Ma presto mi ritrovai, su sua richiesta, a mettere due dita dentro fino in fondo. Poi andavamo nel bagno a pulirci, a volte incrociando le nostre madri che ne uscivano, radiose e soddisfatte.
Ma in questo delirio di orgasmi non smettevo di pensare al tiro che mi avevano fatto tutte loro, facendomi scoprire sì le gioie del sesso lesbico, ma architettando tutto alle mie spalle. Si insinuò dentro di me un piano per ricambiare e mettere loro in imbarazzo.
Avevo portato con me delle pasticche, nel caso si fosse andate in discoteca, e ne avevo giusto otto di ecstasy. Così pensai che l'indomani mattina mi sarei presa la mia rivincita. Mi alzai presto, mentre tutte dormivano, e in cucina mi misi a sbriciolarle nel mortaio di pietra a due a due, in modo da avere quattro porzioni in polvere. Le misi sul fondo delle nostre quattro tazze per la colazione, mescolandole col miele, per coprire il gusto amaro. Quando arrivarono, tutte e tre ancora mezze assonnate e poco vestite, misi su la moka grande e scaldai un poco il latte. Feci attenzione che tutte bevessero fino in fondo. Accesi della musica. Lole y Manuel, con quella voce straziante di femmina passionale e il ritmo martellante.
Dopo mezz'ora ero sul divano a pomiciare con Giulia, che cominciava ad avere le pupille dilatate e le vedevo le narici fremere, come se sentisse intensamente gli odori erotici intorno a noi. Nell'altro lato del divano angolare Sara e mia mamma erano già nude che si baciavano e si toccavano a vicenda. Ridevano e si dicevano qualcosa all'orecchio di nascosto e poi ancora ridevano. Anche i loro occhi ora si muovevano a scatti e avevano le pupille dilatate. Tutte sentivamo caldo. Mi tolsi le mutandine, e Giulia fece lo stesso, subito davanti alle nostre mamme cominciammo a leccarci vicendevolmente. La sentivo intensamente. Sentivo la sua voglia, il desiderio, e volevo accoglierla in me. Non mi ero accorta che mia mamma era scomparsa un attimo, per riapparire con una collezione di giocattoli: vibratori, succhia-clitoridi, plug anali di varie misure, piccoli deliziosi giocattoli vibranti per i clitoridi e delle confezioni di oli lubrificanti. Mise tutto sul tavolo e ci disse di servircene liberamente. C'era anche il plug che avevo visto infilato nel culo di Sara. Mi eccitava l'idea. Chiesi a Giulia di mettermelo dentro. “Sì, ma me ne metti dentro uno anche tu!”. Sbrigammo le operazioni di umettatura col lubrificante e inserimento vicendevole davanti alle nostre mamme che ci guardavano sditalinandosi freneticamente. Mi sentivo piena con quel coso infilato dietro. Giulia vibrava con me e aveva orgasmi sempre più forti mentre la leccavo e baciavo. Ora mamma e Sara si leccavano i buchini del culo a turno, si infilavano di tutto nelle micette e continuavano a spruzzare fiotti di liquidi l'una in faccia all'altra. Non c'era più nessun limite, volevamo tutte godere e fonderci le une con le altre, un senso di amore ci avvolgeva. Ogni gemito rimbombava nelle teste di tutte. La lussuria s'era impadronita di noi facendoci perdere ogni inibizione. Mi accorsi anche che mia mamma aveva un piercing alle grandi labbra. Non lo sapevo. Lo fissavo mentre si muoveva a lato delle sue dita bagnate, ritmicamente; ne provavo desiderio, così piccolo e inzuppato di umori. Lei aveva le gambe aperte in mia direzione, si sgrillettava mentre Sara le baciava i seni e le succhiava i capezzoli. Gli occhi erano fissi ed era furiosamente alla ricerca dell'estasi. Sara si staccò da lei e mi venne a prendere, slacciandomi dall'intrico che formavo con Giulia. Iniziammo a leccarci davanti a mia mamma e sua figlia. Ora loro due si alzavano e andavano in bagno, lasciandoci da sole a continuare. Dopo un tempo che non saprei quantificare, in un momento di tregua, Sara mi chiese dove fossero. “In bagno credo”. “Andiamo anche noi!”.
Quando entrammo mia mamma era in piedi, con un piede sul bordo della vasca e le due mani che tenevano ben aperte le labbra rosee, dal centro delle quali partiva un getto giallino. Ai suoi piedi, in ginocchio in una pozza bagnata, c'era Giulia, con la bocca aperta, che beveva avidamente. La faccia era tutta coperta di spruzzi, e gocce le scivolavano tra le tette. Invece che restare impietrita provai un'ondata di calore e amore. Capivo perfettamente il loro bisogno di mescolarsi e liquefarsi l'una nell'altra. E anch'io come tutte avevo la bocca secca e un forte bisogno di bere. A mio fianco Sara, si inginocchiò e mi chiese di darle da bere subito. Aprii anch'io la mia passerina con le dita e senza sforzo cominciai a sciogliermi come una fontana dentro la sua bocca. Deglutiva fissandomi con le pupille completamente dilatate e lo sguardo fisso, un sorriso di piacere. In un attimo madre e figlia erano in una pozza di piscio, e io e mia mamma completamente svuotate. Quindi ci invertimmo e io bevvi da Sara, mentre mia mamma si faceva pisciare in bocca da Giulia.
Alla fine eravamo tutte stese a terra a dimenarci e baciarci. Vedevo mia mamma china tra le cosce di Giulia, che le leccava le ultime gocce mentre questa era stesa al suolo fissando il soffitto. Da dove ero io, vedevo bene il culo di mia mamma. Era aperto. Sotto, la sua patata era gonfia, grondante. Il solco del culo procedeva fino al buco, dilatato, aperto senza vergogna. Era una grotta che mi chiamava, piena di liane e stalattiti che gocciavano da millenni senza posa. Il buco del culo ondeggiava e chiaramente mi chiamava, con un disperato bisogno di amore. Senza bisogno di pensare andai lì a leccarle in culo, infilando la lingua dentro più che potevo. Mentre cercavo di fondermi in lei, che era scossa da brividi di piacere, sentii dietro di me Sara che mi faceva lo stesso. Venni assieme a mia madre. Poi fu la volta di Giulia e Sara: anche loro si leccarono i buchetti mentre si sditalinavano il clitoride. Non so quanto restammo su quel pavimento di piastrelle coperte di pipì e umori.
Quando ci rialzammo, tutte sporche, ridevamo come matte. Avremmo dovuto fare la doccia, e invece ci pulimmo solo un po' con gli asciugamani, e piene dei nostri umori e liquidi andammo tutte nello stesso letto. Dove l'energia non si era ancora spenta. Ma ora invece di penetrarci o leccarci stavamo solo a baciarci, a due a due, o in tre, lingua su lingua. Ciascuna voleva contenere tutte le altre in un amore pari a quello che sentiva di ricevere. Le ultime forze le usammo per masturbarci le une davanti alle altre, come delle baccanti ebbre. Nessuna aveva voglia di cenare. Restammo sul lettone zuppo di schizzi tutte e quattro, finché non ci addormentammo.
L'indomani mattina eravamo distrutte. Ricordavo tutto nei dettagli, ma mi chiedevo come avessi potuto fare quello che avevo fatto. Eppure in quel momento mi pareva la cosa da farsi. Ma da lucida non avrei mai pensato di fare sesso con mia mamma. Anche loro, vedevo, nei movimenti impacciati, che accusavano il colpo e che si stavano vergognando. Ciascuna aveva leccato ed era stata penetrata non solo dalle cugine, ma anche da figlia o madre. Un po' alla volta misero insieme i pezzi del puzzle e capirono che ero stata io a farle sbarellare di brutto. Mi misero alle strette e confessai. Me ne dissero di ogni. Non solo non si doveva drogare nessuna contro il suo consenso, ma quello che avevamo fatto era qualcosa che non doveva succedere mai più. Avevano ragione, ma a mia scusante dissi che erano loro che mi avevano portato a provare e fare cose che non avrei mai immaginato. Che ero stata preda della mia lussuria – che loro avevano suscitato. Passammo la giornata frastornate e tristi.
Il giorno dopo fu mia mamma a mettere i paletti. Da quel momento lei e Sara avrebbero fatto sesso solo tra di loro e io con Giulia. Ciascuna coppia nella propria stanza. Così fu.
Il resto della vacanza lo passai con Giulia, con la quale mi dedicai molto anche al sesso anale, che piaceva a entrambe. Una volta, andando in bagno, incrociammo le nostre mamme che ne uscivano. Avevano lasciato per terra uno strato di piscia e ci dissero di fare attenzione a non scivolare. Una volta chiuseci in bagno noi capimmo subito cosa avevano fatto e ci guardammo l'un l'altra. Un sorrisino reciproco. “Ti va?” “Sì”. E così anche noi ci dedicammo ancora una volta a berci vicendevolmente il fiotto di pipì che tanto ci eccitava.
Quando lasciammo la casa per tornare in città giurammo di rivederci più spesso, anche se vivevamo in città diverse. La casa sarebbe stata però data a turno a Giulia e a me, quando non occupata da mia mamma e Sara per i loro incontri sporadici.
Dopo qualche mese ero in videochiamata con Giulia.
Ciao Antonella
Ciao Giulia amore mio, come va?
Bene. Ho conosciuto un ragazzo nuovo. E anche la sua morosa, ma lui non lo sa.
Ahah, sei sempre la mia troietta preferita. Anch'io ora mi sono lanciata a conoscere qualche ragazza. Non sono assieme a nessuna, ma c'è una che mi interessa e che credo manchi poco per farle conoscere il sesso tra femmine
Certo che ne abbiamo fatto di vaccate assieme eh!
Guarda, non mi dire
La sentivo un po' ansimare e mi immaginai che si stesse toccando, allora le dissi che mi iniziavo a toccare anch'io e filmai che mettevo la mano sotto le mutandine. Lei allora mi chiese cosa ne pensassi del fatto che avevamo fatto sesso con le nostre madri. Un po' tergiversai, ma alla fine le dissi che ci era stato imposto di non farlo mai più. Che non si doveva e che era giusto non farlo. Lei annuiva. Certo, aggiunsi, magari una leccatina ogni tanto... così... sai... be' con Lorena a volte succede...
Pensavo di eccitarla e di scioccarla. Invece lei prese il telefonino e dal suo volto fece scendere l'inquadratura sempre più in basso. Non aveva le mutandine. Una testa tra le sue gambe la stava chiaramente leccando. Si sollevò i capelli rossi, togliendo la bocca dalla fessurina bagnata. Sara mi disse:
- Ciao Antonella!
Per il compleanno dei 18 anni sono stata lasciata dal mio ragazzo. Che stronzo. Mi sono ritrovata di punto in bianco mollata da quello che pensavo fosse il mio grande amore. Poi è seguito da un periodo orrendo. Non volevo uscire, piangevo spesso, l'umore era a terra. Ovviamente lui aveva trovato un'altra e tutto il giro delle nostre amicizie l'aveva accolta, tagliandomi fuori. Mia mamma, Lorena, vedendomi così abbattuta, mi propose, per le vacanze estive, di andare assieme per un po' nella seconda casa di sua cugina Sara. Sara ha un casolare a pochi kilometri dal mare, ottenuto dopo il divorzio, dove si rifugia spesso e dove anche mia mamma va di tanto in tanto.
Sia lei che Sara si sposarono molto giovani con due che tra loro erano cugini, ma Sara si trasferì in un altra città. Ora ha divorziato e ha una figlia della mia età, Giulia.
Giulia l'avevo conosciuta anni prima, quando eravamo più giovani, proprio nel casolare di collina vicino al mare dove saremmo ora andate. Bene, mi dissi, saremo solo donne, non ho proprio voglia di vedere uomini.
Non la vedevo da allora. Ma ricordavo bene quell'incontro.
Tra noi s'era subito creata amicizia dovuta all'affinità. Poi lei è mora con gli occhi azzurri come mia madre, mentre io sono rossa-scuro come sua mamma, ma purtroppo non ho gli occhi verdi di Sara, solo le lentiggini sono uguali.
Il ricordo principale che ho di Giulia è legato a quella notte in cui, nella stanza, ci raccontammo dei nostri desideri, delle paure e della voglia di perdere la verginità. Lei mi aveva chiesto se mi ero mai toccata. Qualche volta, avevo risposto. Giulia mi aveva confessato di essere completamente dipendente dai ditalini, se ne faceva continuamente. Il piacere che le davano era irresistibile. Le chiesi come si toccasse, perché a me sì era piaciuto, ma mi dava troppa vergogna, era una cosa di cui non si parlava. Doveva essere una cosa sporca, evidentemente.
Lei era invece molto disinibita, e mi disse subito che se volevo mi mostrava come facesse. Detto, fatto: si tolse le mutandine a fiorellini davanti a me e, sempre seduta sul letto, prese a sfiorarsi con dolcezza la passerina. Questa si mise a crescere, sollevarsi e aprirsi. Vedevo le labbra ingrossarsi e ungersi di quell'umore che, una volta sulle sue dita, rendeva lo sfregamento sul clitoride molto più facile. Ero così eccitata che mi sentivo bagnata anch'io. Lei lesse sul mio volto la causa dell'arrossimento e mi disse: “dai fallo anche tu”. Come in un sogno mi sfilai le mutandine vincendo la vergogna e, aperte le gambe davanti a lei, mi misi a sgrillettarmi con furia.
Nel silenzio c'era solo il nostro ansimare. Poi venni e crollai come svenuta. Poco dopo anche lei, al colmo dell'eccitazione, venne. Venne come mai avevo immaginato: facendo un getto che bagnò le lenzuola.
Da allora non ci eravamo più viste, né sentite.
Ero curiosa di vedere come fosse ora, da maggiorenne, ed ero solo un po' titubante per quel nostro segreto. Avrei dovuto fingere che non era mai successo? Avrei dovuto parlargliene? O era meglio passarci sopra? Per me era stato un momento di eccitazione in sé e basta, un ricordo nel cassetto. Mi trovai a chiedermi: ma se lo rifacessimo adesso sarebbe lo stesso? O, ora che siamo cresciute, sarebbe una voglia da lesbica? Ma cosa vado a pensare, sono stata solo con ragazzi.
Con curiosità arrivò l'estate e finalmente con la mamma arrivai da Giulia e Sara. Era giovanile come mia mamma, ci avevano avute entrambe come fuori programma, evidentemente. Radiosa nel suo vestitino corto di cotone stampato a motivi kashmiri, con lei – stentavo a riconoscerla! - Giulia, bellissima giovane donna ormai, anche se solo in slip e canottiera coi neri capelli corti accuratamente scarmigliati. Ci distribuimmo nelle stanze, la mamma con Sara, e Giulia ovviamente con me. Le due camere da letto avevano un gran letto matrimoniale, un armadio, due chevet e poco altro. Cenammo in cucina e poi ci dividemmo per andare a chiacchierare nelle rispettive camere.
Ovviamente, stese a letto a parlare in intimità, venne naturale narrare delle rispettive esperienze. Lei ora era single, ma aveva avuto due storie serie e una serie di sbandatelle o storie leggere. Io le confessai che, allo stronzo che mi aveva mollata, avevo anche dato il culetto! Lei mi disse che invece lei era stata più generosa, nell'offrirlo, per il semplice fatto che essere penetrata in culo la eccitava molto. In città s'era fatta la fama di una zoccoletta, ma che lei ci rideva sopra e non le importava nulla di quello che poteva dire certa gente. Era molto stuzzicante poter parlare apertamente di certe cose con un'altra che ti capisce. Anche a me aveva fatto piacere darlo a lui, mannaggia. Guardavo Giulia pensando che aveva delle belle labbra, che forse lei avrebbe fatto la prima mossa, che la magliettina e le mutandine che l'avvolgevano, magari, se le sarebbe potute anche togliere. Nonostante continuassimo a parlare con fervore e ridendo, avvertivo come una tensione erotica nell'aria. Ma nulla avvenne. Crollammo addormentate.
Per due giorni andammo tutte e quattro al mare, prendemmo il sole, andavamo in pizzeria o a casa a mangiare. E ce ne raccontavamo tante. Era chiaro che sia io che mamma eravamo felici della compagnia di Sara e Giulia. Poi tutte a nanna.
Un pomeriggio, dopo pranzo, non avevo voglia di andare al mare, preferivo poltrire a casa. Sara disse che condivideva e che si sarebbe fermata anche lei. Mi risvegliai dal pisolo in camera, con Sara che, in una camicia bianca da uomo con pochi bottoni chiusi, mi portò un caffè a letto, svegliandomi. Pensai fosse un gesto carinissimo. E anche lei lo era, seduta sul letto: carinissima. Le guardavo le braccia abbronzate e la linea degli occhi, così verdi. Dalle aperture tra i bottoni vedevo una tetta, morbida ma svettante. Tolsi lo sguardo temendo che lei potesse cogliere. Ma sembrava mi squadrasse tutta. All'improvviso mi chiese se mi avesse importunata, che, se fossi stata intenta a masturbarmi, avevo tutto il diritto di arrabbiarmi con lei. “Ma no, che dici? Stavo dormendo davvero!”. Mi resi conto che tra le gambe, sotto il lenzuolo, non avevo le mutandine, le avevo sfilate e lasciate ai piedi del letto, e che Sara le aveva sicuramente viste. “Ti credo ti credo”, Sara disse tranquillamente ma un po' ammiccante. “Solo che sono donna anch'io. E non è per il fatto che ora non ho marito che mi masturbo. Mi facevo i ditalini anche da sposata!”. A sentire questo mi arrapai di brutto e per un attimo mi passò per la mente l'idea di masturbarmi davanti a lei e di vederla mentre si sfrega la mano sul clitoride. Lei fece un sorrisino strano e mi disse che oltre i capelli ora avevo la faccia tutta rossa. Quindi si mise a fissarmi i capezzoli che si ergevano da sotto la magliettina con cui ero andata a dormire. Sia i capezzoli mi si stavano indurendo, sia la passerina si stava inturgidendo. Lei mi disse piano piano all'orecchio che, se una donna ne sentiva il bisogno, poteva darsi piacere da sé, ma che se erano due, le donne nelle stesse condizioni, allora la cosa poteva diventare molto più eccitante.
Non so perché, ma la sola cosa che mi venne in mente di dire in quel momento – in cui non sapevo assolutamente dove avremmo parato in tutta quell'ambiguità – fu un sì. Non sapevo nemmeno io a cosa esattamente avevo detto sì, ma lei si tolse la camicia e... sotto era completamente nuda. Un corpo femminile, morbido, due seni turgidi e, sotto un microscopico boschetto ben tenuto, un prominente Monte di Venere che non riusciva a nascondere le grandi labbra, uscite a far capolino, luccicanti. Sorrideva maliziosa, guardandomi dritta negli occhi. Per togliermi dall'imbarazzo e fare qualcosa, mi tolsi il lenzuolo dalle gambe, lasciando però così che lei vedesse che ero nelle sue identiche condizioni. La guardavo mentre mi scostava le ginocchia e fissava la mia fessura con uno sguardo di desiderio. Io agivo ormai automaticamente, come fossi fuori da me stessa, e allargavo le gambe, esponendola alla luce che entrava dalla finestra. Lei mi accarezzò l'interno coscia. Lentamente. E lentamente si portava sempre più in avanti, sia la mano che la faccia, che ora quasi mi sfiorava la passera. Sentivo il suo alito caldo sulle mie labbra inumidite. Ma, prima ancora che me la sfiorasse, fui io ad allungare un braccio e a cercare con la mano la sua fighetta, e – una volta trovata – a sfregarla con trasporto. Solo allora lei affondò la sua bocca sulla mia fessura, e la sua lingua dentro a cercare il clitoride. Mi dava ondate di puro piacere. Chiudevo gli occhi per non essere travolta da tanta eccitazione. Venni. Venni. Ero eccitatissima, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. La baciavo sulla bocca bagnata dai miei succhi, le accarezzavo i capelli del colore dei miei. E poi, quando la vidi stendersi di schiena e aprire le gambe, mi misi a leccarla avidamente. Era un buon sapore, migliore di quello dei maschi, o forse era solo quella novità sgusciante e bagnata a essere così bella da leccare, che non lasciava spazio a nulla tranne che alla devozione.
Passammo delle ore. Ci dicemmo che quello doveva essere il nostro segreto. Che non potevamo permetterci di rifarlo. No. Be', magari, se capita che siamo sole in casa, sì. Perché no? Ma mamma e Giulia non devono sapere. No. Però magari, se non resistiamo, potremmo magari trovarci in bagno, da sole, solo per farci a vicenda un ditalino e baciarci.
Quando mamma e Giulia tornarono dal mare noi eravamo impeccabilmente imbranate nel fingere un'aria di perfetta normalità, mentre avevo la testa in tumulto per quello che avevo fatto. Sesso lesbico? Con la cugina di mia mamma? La mamma di Giulia! Ma è pazzesco. E incredibilmente eccitante nello stesso tempo.
Nei due giorni successivi inspiegabilmente trovammo modo di farlo ancora, o per una commissione o per un giro, la mamma e Giulia avevano sempre una scusa per defilarsi, e dare inavvertitamente così a noi due depravate il tempo per provare tutte le posizioni, per sforbiciarci per bene e poi passare al 69. Una volta andai in bagno per fare pipì e lei insistette per venirmi a vedere. Eravamo nude, io che pisciavo sulla tazza a gambe aperte e lei che mi guardava toccandosi lascivamente. Avevo finito e stavo per prendere la carta igenica quando lei si inginocchio dicendomi che ci pensava lei a pulirmela. E me la succhiò tutta, pulendola con la lingua. Facendomi avere l'ennesimo orgasmo, ma così forte che mi tremavano le cosce mentre spruzzini mi uscivano dalla fichetta. Spruzzini che lei leccava e beveva come se fossero di miele!
Mi spiegò che lei non era stata sempre lesbica, o forse sì ma senza saperlo. Che anche da sposata aveva avuto relazioni con altre donne. Ma non avrebbe mai voluto relazioni stabili. Ne basta una saltuaria ma stabile, aggiunse sibillina.
Il giorno dopo non riuscimmo a ritagliarci nessun momento di intimità, così arrivò la sera e mamma e Sara uscirono a fumare una canna nel prato davanti casa, circondata dal faggeto. Io e Giulia invece andammo a letto a chiacchierare. Ma nella testa avevo solo Sara e voglia di leccare ed essere leccata. Giulia mi confessò che nei suoi precedenti racconti aveva omesso di dirmi, perché non sapeva come l'avrei presa, cioè che non aveva avuto solo storie con maschi, ma anche con femmine. Mi sorprese. Avrei voluto dirle “anch'iooo”, ma non potevo certo dirle che l'avevo fatto con sua madre! Continuò, ricordandomi del nostro incontro, anni prima, in cui ci eravamo masturbate una davanti all'altra. Quell'esperienza le aveva lasciato il segno e la voglia di ripeterla con altre ragazze. E così, quando ebbe l'occasione di un rapporto saffico, non si era tirata indietro. La mia faccia esprimeva approvazione e questo le fece venire un sorrisino malizioso, ridendo tirò fuori la lingua e la mosse su e giù in aria, come a simulare un cunnilingus. Mi fece venire una voglia pazzesca di baciarla. Notai la sua mano scendere sotto le lenzuola. Iniziò a masturbarsi senza pudore. Mi sentii avvampare dalla voglia e presi ad imitarla. Quando i nostri respiri si fecero più pesanti mi disse “dai facciamolo come da piccole, una davanti all'altra con le gambe aperte, così ci guardiamo!”. Senza aspettare la mia risposta tolse le lenzuola e si mise in posizione. La imitai. Le nostre passerine erano ora molto vicine, e il dorso delle nostre mani che le sfregavano ora ogni tanto si toccavano, ritmicamente. Ce le guardavamo, mentre turgide si bagnavano sempre di più. Era bellissima così, nuda e rapita dal suo desiderio. Improvvisamente fece quello che speravo: tolse le dita umide dalla sua fichetta e me le passò sulle grandi labbra, gonfie e arrossate. Le ricambiai subito il favore. Ora ci sgrillettavamo a vicenda come due monadi impazzite. Venimmo spruzzandoci sulle mani e sulle passerine. E ci baciammo. E ci mettemmo le dita dell'una nella bocca dell'altra. Ci baciammo scambiandoci i nostri umori mescolati alla saliva. Passammo il resto della notte tra coccole, tremori saffici, ànsimi. Smettevamo solo per ricominciare.
Ci svegliammo tardissimo. Le nostre madri ci avevano lasciato in cucina un biglietto: erano andate al mare lasciandoci dormire, “dormiglione!”: sarebbero tornate la sera. Ci invitavano a prendere il sole all'aperto. Così passammo tutto il giorno nude ad amarci, sia a letto che nel prato davanti alla cascina isolata. Quando arrivò la sera eravamo sfatte di gioia, vedevo i suoi occhi felici e soddisfatti e mi specchiavo in lei, nelle sue risate, nelle sue proposte piene di libidine e libertà.
L'unico timore che avevo era dettato da Sara. Ovvio che non doveva sapere quello che stavo facendo con sua figlia. Ma come mi dovevo comportare con lei? Per due giorni non ebbi l'occasione di fare nulla con Sara, non che mi evitasse, ma o eravamo in presenza delle altre o mi appartavo con discrezione con Giulia. Solo una volta, in bagno, Sara mi raggiunse, mi fece un veloce ditalino e uscendo mi disse che non dovevo preoccuparmi, ora avevo le ali di una farfalla e che potevo volare da sola. Frase ambigua che non fui in grado di capire fino in fondo.
Che settimana che era stata! Ero arrivata depressa e triste e in pochi giorni avevo avuto ben due esperienze lesbiche. E con madre e figlia! L'idea di essere scoperta da mia mamma mi uccideva dalla vergogna e dall'imbarazzo.
Anche quella notte io e Giulia ci ritirammo in camera presto, fingendoci santerelline ma pregustando le nostre lingue diavolette sulle ostriche bagnate che ci sgusciavano tra le cosce. Dopo un po', mentre i nostri respiri si facevano sempre più pesanti, sentimmo dei rumori e ci irrigidimmo. La paura era che fossimo scoperte proprio in quel momento. Il cuore in gola. Ma la porta non si aprì, Anzi. I rumori che sentivamo venivano dalla stanza delle nostre mamme. Cigolii. Mormorii. Delle voci soffocate. Forse degli ansimi?? Ci guardammo interrogative. Giulia mi disse “dai andiamo a spiare!” e in un attimo era in piedi, nuda, e mi invitava a seguirla in corridoio. Mano nella mano arrivammo vicine alla porta dell'altra stanza. Era un po' socchiusa. Le luci soffuse delle abat-jour accese. Non vedevamo il letto, ma il grande specchio dell'armadio ci svelò che erano entrambe nude a letto. Sentivo i loro ansimi. Ma non riuscivo a capire come fossero messe. A un certo punto sentii la voce di mia mamma che implorando diceva “ti prego ora leccami tu il culo”. Seguiva un movimento di corpi. Quindi vidi mia mamma che si alzava dal letto per mettersi col culo in alto sulla varier, la sedia ergonomica svedese, aprendosi bene con entrambe le mani. La visione fu fugace, subito nascosta dalla schiena di Sara che le si era messa dietro, con la testa proprio davanti al culo. Seguì un lungo momento di silenzi, interrotti solo dal rumore delle lappate e dai mugolii di piacere. Verso di noi si vedeva solo il culo di Sara, messa a pecorina, riflesso nello specchio. Ogni tanto brillava qualcosa. Nel buco che ancheggiava c'era un plug anale! A quel punto Sara prese una bottiglietta e si versò un liquido untuoso sulle dita, che luccicavano. Dal movimento del braccio era chiaro dove la stava sfregando ritmicamente. I mugolii di mia mamma si fecero più intensi fino a un urlo trattenuto e soffocato. Sentii delle gocce scendermi lungo le gambe, avevo la micetta che stava esplodendo. Guardai Giulia, aveva la faccia in fiamme e vidi i suoi capezzoli dritti come chiodi. Sempre tenendomi per mano mi riportò in silenzio alla nostra camera.
I nostri occhi brillavano di eccitazione e lussuria. Ci abbandonammo sul letto, desiderose di baciarci e succhiarci fino allo spossamento. A un certo punto mi disse”girati” e lo feci immediatamente. La testa mi scoppiava. Ma come? Mia mamma era una lesbica? Per questo stava sempre con Sara? Mentre pensavo a questo sentii la lingua di Giulia che mi leccava circolarmente attorno al buchino del culo. Pensavo a mia mamma che senza vergogna si faceva inculare dalla sua. La lingua di Giulia batteva insistentemente sul mio buchino. Nessuno me lo aveva mai leccato prima. Non riuscivo a mettere insieme i pensieri. Mi ordinò di aprirlo. La vergogna che fosse sporco e l'eccitazione di fare qualcosa di proibito si mescolavano e uscivano come umori dalla mia fessura completamente dilatata. Ero aperta a tutto, aprii anche il buchino del culo. Sentii la sua lingua entrarci e andare a leccare le mie parti più segrete. Iniziarono una serie di contrazioni irresistibili e incontrollate. Venni copiosamente. Mi baciò sulla bocca e io le misi dentro tutta la lingua, a mescolarsi con la sua, piena di saliva.
Fu allora che sentii dire “brave!” e mi si gelò il sangue. Mia mamma e Sara erano sulla porta, nude con le loro passerine depilate uguali, con solo un piccolo boschetto sopra. Cercai in fretta delle lenzuola per coprirmi ma non le trovavo. Ero completamente allo sbando tra vergogna, colpa, paura e col cuore in gola pensavo a mia mamma che mi aveva scoperto, a Sara che vedeva me e sua figlia fare sesso assieme, dopo che lo avevo fatto con lei. Non sapevo cosa aspettarmi. E invece mia mamma mi disse che facevo bene a farlo con Giulia, mi avrebbe fatto bene, che anche lei con Sara aveva iniziato da molto giovani a fare esperienze saffiche, e che non le avevano mai interrotte. Come loro erano cugine, anche noi eravamo seconde cugine, e non c'era motivo di farlo solo coi maschi, ma che tra femmine affini si potevano provare emozioni molto più intense. D'ora in poi eravamo libere di fare sesso davanti a loro senza problemi, e che, se non era un problema per me, anche lei e Sara si sarebbero accarezzate apertamente davanti a noi. Era un “libere tutte” completamente inaspettato. La testa mi esplodeva. Non riuscivo a dire nulla. Le due mamme si baciarono con le mani sui fianchi l'una dell'altra e, abbracciate ci diedero la buonanotte e tornarono tranquille nella loro stanza.
Ci misi molto a riaddormentarmi, mille pensieri si affastellavano nella mente. Tra i baci di Giulia, finalmente chiusi gli occhi.
Ci svegliammo molto tardi e andammo in cucina in magliettina e slippini, per trovare le nostre mamme alle prese coi fornelli, indossavano ciascuna una traversa, ma niente altro sotto. Dopo pranzo ci mettemmo tutte sul divano, loro due completamente nude, senza il minimo imbarazzo.
Mia mamma disse che era giunto il momento di dire la verità. Ero attentissima perché non avevo idea di dove volesse parare e avevo mille domande in testa.
Mi disse che a vedermi così depressa nei mesi prima s'era confidata con la sua Sara per chiedere consiglio, e che Sara le aveva proposto quella vacanza assieme con la speranza che io e Giulia ci svagassimo tra noi come lei e Sara facevano da una vita. Che avevano organizzato tutto per benino. Sara sapeva che sua figlia aveva avuto la sua prima esperienza lesbica... qualche anno prima proprio in quella casa e con mia mamma! Allora la cosa era successa per caso, all'improvviso, assecondando pulsioni e istinto. Una volta svezzata al lesbismo, Giulia era rinata e aveva cominciato a farlo anche con le sue amiche. Giulia, che fin da piccola aveva confessato a Sara quello che noi avevamo fatto, si era detta ben disponibile ad attuare il loro piano e farmi entrare nel mondo dei piaceri saffici. Quella nostra esperienza, che io avevo sempre tenuta segreta, non solo Giulia l'aveva detta a Sara, ma Sara l'aveva detta a mia mamma! Era da sempre che la conoscevano tutte! Anche il sesso con mia mamma, Giulia l'aveva raccontato alla sua, e Sara le aveva confessato che lei e Lorena lo facevano da una vita. E io non ne sapevo nulla. Ma ora tutto mi cominciò a sembrare più chiaro.
Dopo alcuni giorni da quando eravamo lì, in cui non era successo nulla tra me e Giulia, che informava le mamme, queste avevano deciso che serviva un intervento più esperto, così avevano organizzato in modo che fosse Sara ad aprirmi a questo mondo così femminile e segreto.
Ero sbigottita. Quindi mia mamma aveva saputo di me e Sara fin da subito! E facevano tutte in modo che io e lei ci saziassimo a vicenda in segreto. Una volta cotta a puntino ero pronta per Giulia, che infatti si era lestamente fatta strada tra le mie gambe, e io tra le sue.
Era stata mia mamma a suggerire a Giulia di portarmi a spiarla quando faceva sesso con Sara, voleva che sapessi tutto e che anche tra di noi, come tra Giulia e Sara, questo non fosse qualcosa da tenere nascosto.
“Ma, Giulia, tu hai sempre saputo che le nostre due mamme...?” “Sì, be', almeno, da quando sono stata iniziata da tua mamma”. Ora che tutto era stato spiattellato, eravamo libere di fare all'amore, mia mamma con Sara e io con Giulia, senza più doverci nascondere le une dalle altre.
Ero basita. Ecco cosa intendeva dire Sara con la sua relazione “stabile ma saltuaria”, parlava di quella con mia mamma! E le ali da farfalla con cui ora potevo volare da sola erano quelle che mi portavano al nettare di Giulia! Non sapevo se sentirmi tradita nella fiducia, eccitata dalla situazione o restare imbambolata dalla scoperta. Ci pensò Giulia che prese a baciarmi in bocca, toccarmi le tette e poi più giù, davanti a loro due che presero anch'esse a baciarsi. Quindi si alzarono per dirigersi in camera da letto. “Ora che sapete tutto potete divertivi tra voi, noi andiamo a fare le nostre cosette” e ridendo se ne andarono.
Fu una giornata in cui gli orgasmi con Giulia erano fatti di urletti e grida finalmente non più soffocate. Le porte erano aperte e dalla camera sentivamo le nostre madri fare rumorosamente le loro cose, talora usando un linguaggio volutamente scurrile per eccitarsi. Sentivo mia mamma dare della troia a Sara e questa a sua volta urlare tanti sì, prima di perdersi in un rantolo bagnato. Giulia si bagnava un ditino e pian piano me lo infilava nel buchino del culo, mentre me la leccava. Questo anale tutto femminile mi svuotava completamente, mi sentivo in balia di lei ed era bellissimo. Volli anch'io metterle un dito nel culetto. Ma presto mi ritrovai, su sua richiesta, a mettere due dita dentro fino in fondo. Poi andavamo nel bagno a pulirci, a volte incrociando le nostre madri che ne uscivano, radiose e soddisfatte.
Ma in questo delirio di orgasmi non smettevo di pensare al tiro che mi avevano fatto tutte loro, facendomi scoprire sì le gioie del sesso lesbico, ma architettando tutto alle mie spalle. Si insinuò dentro di me un piano per ricambiare e mettere loro in imbarazzo.
Avevo portato con me delle pasticche, nel caso si fosse andate in discoteca, e ne avevo giusto otto di ecstasy. Così pensai che l'indomani mattina mi sarei presa la mia rivincita. Mi alzai presto, mentre tutte dormivano, e in cucina mi misi a sbriciolarle nel mortaio di pietra a due a due, in modo da avere quattro porzioni in polvere. Le misi sul fondo delle nostre quattro tazze per la colazione, mescolandole col miele, per coprire il gusto amaro. Quando arrivarono, tutte e tre ancora mezze assonnate e poco vestite, misi su la moka grande e scaldai un poco il latte. Feci attenzione che tutte bevessero fino in fondo. Accesi della musica. Lole y Manuel, con quella voce straziante di femmina passionale e il ritmo martellante.
Dopo mezz'ora ero sul divano a pomiciare con Giulia, che cominciava ad avere le pupille dilatate e le vedevo le narici fremere, come se sentisse intensamente gli odori erotici intorno a noi. Nell'altro lato del divano angolare Sara e mia mamma erano già nude che si baciavano e si toccavano a vicenda. Ridevano e si dicevano qualcosa all'orecchio di nascosto e poi ancora ridevano. Anche i loro occhi ora si muovevano a scatti e avevano le pupille dilatate. Tutte sentivamo caldo. Mi tolsi le mutandine, e Giulia fece lo stesso, subito davanti alle nostre mamme cominciammo a leccarci vicendevolmente. La sentivo intensamente. Sentivo la sua voglia, il desiderio, e volevo accoglierla in me. Non mi ero accorta che mia mamma era scomparsa un attimo, per riapparire con una collezione di giocattoli: vibratori, succhia-clitoridi, plug anali di varie misure, piccoli deliziosi giocattoli vibranti per i clitoridi e delle confezioni di oli lubrificanti. Mise tutto sul tavolo e ci disse di servircene liberamente. C'era anche il plug che avevo visto infilato nel culo di Sara. Mi eccitava l'idea. Chiesi a Giulia di mettermelo dentro. “Sì, ma me ne metti dentro uno anche tu!”. Sbrigammo le operazioni di umettatura col lubrificante e inserimento vicendevole davanti alle nostre mamme che ci guardavano sditalinandosi freneticamente. Mi sentivo piena con quel coso infilato dietro. Giulia vibrava con me e aveva orgasmi sempre più forti mentre la leccavo e baciavo. Ora mamma e Sara si leccavano i buchini del culo a turno, si infilavano di tutto nelle micette e continuavano a spruzzare fiotti di liquidi l'una in faccia all'altra. Non c'era più nessun limite, volevamo tutte godere e fonderci le une con le altre, un senso di amore ci avvolgeva. Ogni gemito rimbombava nelle teste di tutte. La lussuria s'era impadronita di noi facendoci perdere ogni inibizione. Mi accorsi anche che mia mamma aveva un piercing alle grandi labbra. Non lo sapevo. Lo fissavo mentre si muoveva a lato delle sue dita bagnate, ritmicamente; ne provavo desiderio, così piccolo e inzuppato di umori. Lei aveva le gambe aperte in mia direzione, si sgrillettava mentre Sara le baciava i seni e le succhiava i capezzoli. Gli occhi erano fissi ed era furiosamente alla ricerca dell'estasi. Sara si staccò da lei e mi venne a prendere, slacciandomi dall'intrico che formavo con Giulia. Iniziammo a leccarci davanti a mia mamma e sua figlia. Ora loro due si alzavano e andavano in bagno, lasciandoci da sole a continuare. Dopo un tempo che non saprei quantificare, in un momento di tregua, Sara mi chiese dove fossero. “In bagno credo”. “Andiamo anche noi!”.
Quando entrammo mia mamma era in piedi, con un piede sul bordo della vasca e le due mani che tenevano ben aperte le labbra rosee, dal centro delle quali partiva un getto giallino. Ai suoi piedi, in ginocchio in una pozza bagnata, c'era Giulia, con la bocca aperta, che beveva avidamente. La faccia era tutta coperta di spruzzi, e gocce le scivolavano tra le tette. Invece che restare impietrita provai un'ondata di calore e amore. Capivo perfettamente il loro bisogno di mescolarsi e liquefarsi l'una nell'altra. E anch'io come tutte avevo la bocca secca e un forte bisogno di bere. A mio fianco Sara, si inginocchiò e mi chiese di darle da bere subito. Aprii anch'io la mia passerina con le dita e senza sforzo cominciai a sciogliermi come una fontana dentro la sua bocca. Deglutiva fissandomi con le pupille completamente dilatate e lo sguardo fisso, un sorriso di piacere. In un attimo madre e figlia erano in una pozza di piscio, e io e mia mamma completamente svuotate. Quindi ci invertimmo e io bevvi da Sara, mentre mia mamma si faceva pisciare in bocca da Giulia.
Alla fine eravamo tutte stese a terra a dimenarci e baciarci. Vedevo mia mamma china tra le cosce di Giulia, che le leccava le ultime gocce mentre questa era stesa al suolo fissando il soffitto. Da dove ero io, vedevo bene il culo di mia mamma. Era aperto. Sotto, la sua patata era gonfia, grondante. Il solco del culo procedeva fino al buco, dilatato, aperto senza vergogna. Era una grotta che mi chiamava, piena di liane e stalattiti che gocciavano da millenni senza posa. Il buco del culo ondeggiava e chiaramente mi chiamava, con un disperato bisogno di amore. Senza bisogno di pensare andai lì a leccarle in culo, infilando la lingua dentro più che potevo. Mentre cercavo di fondermi in lei, che era scossa da brividi di piacere, sentii dietro di me Sara che mi faceva lo stesso. Venni assieme a mia madre. Poi fu la volta di Giulia e Sara: anche loro si leccarono i buchetti mentre si sditalinavano il clitoride. Non so quanto restammo su quel pavimento di piastrelle coperte di pipì e umori.
Quando ci rialzammo, tutte sporche, ridevamo come matte. Avremmo dovuto fare la doccia, e invece ci pulimmo solo un po' con gli asciugamani, e piene dei nostri umori e liquidi andammo tutte nello stesso letto. Dove l'energia non si era ancora spenta. Ma ora invece di penetrarci o leccarci stavamo solo a baciarci, a due a due, o in tre, lingua su lingua. Ciascuna voleva contenere tutte le altre in un amore pari a quello che sentiva di ricevere. Le ultime forze le usammo per masturbarci le une davanti alle altre, come delle baccanti ebbre. Nessuna aveva voglia di cenare. Restammo sul lettone zuppo di schizzi tutte e quattro, finché non ci addormentammo.
L'indomani mattina eravamo distrutte. Ricordavo tutto nei dettagli, ma mi chiedevo come avessi potuto fare quello che avevo fatto. Eppure in quel momento mi pareva la cosa da farsi. Ma da lucida non avrei mai pensato di fare sesso con mia mamma. Anche loro, vedevo, nei movimenti impacciati, che accusavano il colpo e che si stavano vergognando. Ciascuna aveva leccato ed era stata penetrata non solo dalle cugine, ma anche da figlia o madre. Un po' alla volta misero insieme i pezzi del puzzle e capirono che ero stata io a farle sbarellare di brutto. Mi misero alle strette e confessai. Me ne dissero di ogni. Non solo non si doveva drogare nessuna contro il suo consenso, ma quello che avevamo fatto era qualcosa che non doveva succedere mai più. Avevano ragione, ma a mia scusante dissi che erano loro che mi avevano portato a provare e fare cose che non avrei mai immaginato. Che ero stata preda della mia lussuria – che loro avevano suscitato. Passammo la giornata frastornate e tristi.
Il giorno dopo fu mia mamma a mettere i paletti. Da quel momento lei e Sara avrebbero fatto sesso solo tra di loro e io con Giulia. Ciascuna coppia nella propria stanza. Così fu.
Il resto della vacanza lo passai con Giulia, con la quale mi dedicai molto anche al sesso anale, che piaceva a entrambe. Una volta, andando in bagno, incrociammo le nostre mamme che ne uscivano. Avevano lasciato per terra uno strato di piscia e ci dissero di fare attenzione a non scivolare. Una volta chiuseci in bagno noi capimmo subito cosa avevano fatto e ci guardammo l'un l'altra. Un sorrisino reciproco. “Ti va?” “Sì”. E così anche noi ci dedicammo ancora una volta a berci vicendevolmente il fiotto di pipì che tanto ci eccitava.
Quando lasciammo la casa per tornare in città giurammo di rivederci più spesso, anche se vivevamo in città diverse. La casa sarebbe stata però data a turno a Giulia e a me, quando non occupata da mia mamma e Sara per i loro incontri sporadici.
Dopo qualche mese ero in videochiamata con Giulia.
Ciao Antonella
Ciao Giulia amore mio, come va?
Bene. Ho conosciuto un ragazzo nuovo. E anche la sua morosa, ma lui non lo sa.
Ahah, sei sempre la mia troietta preferita. Anch'io ora mi sono lanciata a conoscere qualche ragazza. Non sono assieme a nessuna, ma c'è una che mi interessa e che credo manchi poco per farle conoscere il sesso tra femmine
Certo che ne abbiamo fatto di vaccate assieme eh!
Guarda, non mi dire
La sentivo un po' ansimare e mi immaginai che si stesse toccando, allora le dissi che mi iniziavo a toccare anch'io e filmai che mettevo la mano sotto le mutandine. Lei allora mi chiese cosa ne pensassi del fatto che avevamo fatto sesso con le nostre madri. Un po' tergiversai, ma alla fine le dissi che ci era stato imposto di non farlo mai più. Che non si doveva e che era giusto non farlo. Lei annuiva. Certo, aggiunsi, magari una leccatina ogni tanto... così... sai... be' con Lorena a volte succede...
Pensavo di eccitarla e di scioccarla. Invece lei prese il telefonino e dal suo volto fece scendere l'inquadratura sempre più in basso. Non aveva le mutandine. Una testa tra le sue gambe la stava chiaramente leccando. Si sollevò i capelli rossi, togliendo la bocca dalla fessurina bagnata. Sara mi disse:
- Ciao Antonella!
0
voti
voti
valutazione
0
0
Commenti dei lettori al racconto erotico