Il non compleanno

di
genere
etero

“Signora, c’è un pacchetto per lei. Può scendere?”

“Me lo lasci pure giù, grazie!”

M’infilo di corsa una felpa e vado a prenderlo.

Fuori c’è il mio nome.

Lo apro e tiro fuori una scatolina fuxia con sopra un piccolo fiocco di velluto grigio.

Mi siedo, lo appoggio sul tavolo e cerco un biglietto ma non c’è nient’altro.

Nella stanza accanto sento notifica whatsapp, prendo il telefono. “Aprilo!”

Ecco, finalmente ho risolto la mia curiosità.

Tiro su il coperchio e avvolto in una carta velina c’è un piccolo ovetto azzurro con un telecomando rotondo.

“Buon compleanno, amore mio!”

“Oggi non è il mio compleanno”

“Sì, perché adesso vai in bagno. Ti siedi… apri le gambette e te lo fai scivolare nella figa. Poi torni in salotto e aspetti un altro messaggio”

“Mah…”

“Amore… vai!”

In casa sono sola. Attraverso il corridoio, m’infilo nel bagno di servizio. Faccio scivolare giù i jeans, gli slip. Rimango nuda. In piedi davanti al lavandino. Mi guardo. Gli occhi neri, i capelli rossi ricadono in onde disordinate sulle spalle. Mi mordo le labbra. Apro l’acqua ci passo sotto l’ovetto. Lo strofino con cura. Mi guardo ancora una volta allo specchio e con una gamba appoggiata sul bordo del lavandino, ancora bagnato, me lo infilo in vagina. Scivola facilmente. Riprendo gli slip e indosso i jeans. Mi chiudo la porta alle spalle e arriva un altro messaggio.

“Amore, hai fatto?”

“Sì. È dentro… ma non sento nulla.”

“Siediti sul divano. Comoda. Appoggia le gambe sul tavolinetto un po’ aperte. E… guardami!”

Squilla il tel, appare il suo viso.

“Amore… “

E l’immagine scende verso le sue labbra, sul suo petto e giù… il suo cazzo è eccitato. Gonfio. Lo stringe in una mano. Senza muoverla.

“Ti voglio, amore! Adesso premi il telecomando!”

Lo guardo, restando ferma.

“Amore, premilo!”

Lo guardo dritto negli occhi e schiaccio il tasto.

Sento delle piccole vibrazioni, come se mi stessero accarezzando dentro. Lente di uguale intensità.

Lui mi guarda e in silenzio fa scivolare il telefono davanti al suo cazzo. La mano inizia a muoversi piano, piano. Quasi allo stesso ritmo delle vibrazioni che attraversano la mia figa.

Lo accarezza lentamente. Il suo cazzo scuro stretto tra le dita lunghe. Su e giù. Su e giù. Su e giù. Molto lentamente.

Intanto il ritmo delle vibrazioni aumenta. Sono delle piccole scosse sempre più intense poi una pausa e di nuovo piccole scosse. Sento il piacere che inizia a deflagrare. Mi porto una mano dentro i jeans e premo sul clitoride.

Lui mi guarda.

Si ferma un attimo.

È davanti ad uno specchio. Nudo.

“Amore, no. Togli la mano!”

E lentamente riprende ad accarezzarsi. Su e giù. Su e giù. Aumentando il ritmo gradualmente.

Mi guarda e si tocca.

L’ovetto vibra dentro di me. Sempre più intensamente. Scosse di piacere mi pervadono.

Mi muovo. Mi contorco, scomposta, sul divano. Gemiti sommessi. Gli slip sono completamente intrisi dei miei umori.

Lui mi guarda e lo mena fortissimo. Il cazzo rosso e gonfio, sembra quasi esplodere sotto ogni stretta. Su e giù. Su e giù. Sempre più veloce, frenetico, convulso.

“Guardami, amore… guardami!” La voce strozzata. Il respiro accelerato.

Sento le guance avvampare. Un potente orgasmo mi esplode nella figa. Mi muovo. Grido qualcosa.

Lui mi guarda e, all’improvviso, il primo getto di sborra colpisce lo specchio. E ancora. E ancora. Copioso il suo piacere cola giù.

Mi guarda.

Mi sussurra “Ti amo…”

Chiude il telefono.

Mi alzo.

Vado allo specchio.

“Amore da oggi, ogni volta che ti arriva un messaggio con una rosa rossa, tu fai partire l’ovetto.”

Mi guardo allo specchio. Sorrido.

“Ti aspetto, amore”

E sfioro il telefono con una carezza leggera.
di
scritto il
2023-01-22
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