La sorella gemella

di
genere
incesti

La sorella gemella.

Decido oggi, dopo anni di rapporto con mia sorella Francesca, mia gemella essendo nati lo stesso giorno nel 1981, di rivelare quanto è accaduto e accade ancora pur essendo ormai grandi.
Io sono Luigi, e siamo nati in una famiglia della borghesia lombarda molto conosciuta e
abbiamo sempre abitato, con i nostri familiari, in una grande casa nel centro di una grande città.
Fatta questa premessa, vi porterò ora nel cuore del racconto che ho deciso di rivelare.
Sin da quando eravamo piccoli, cioè di sette-otto anni, dividevamo un piano della grande casa antica, ciascuno nella nostra stanza mentre i nostri genitori avevano le loro stanze in un piano superiore e per tale situazione ci sentivamo piuttosto liberi. Tra me e la mia sorella Francesca vi era un rapporto molto stretto, come accade spesso tra gemelli. Io entravo spesso nella sua stanza per giocare con lei o viceversa lei veniva nella mia per lo stesso motivo.
Un giorno, ovvero un pomeriggio, cominciammo a fare un gioco che credo tutti i ragazzini abbiano fatto a quella età: io il medico e lei la paziente…
Naturalmente, la nostra curiosità si incentrava soprattutto sulla differenza dei nostri attributi maschili e femminili, così… per pura curiosità. Ci mostravamo i nostri rispettivi sessi, io un piccolo pisellino imberbe e lei quel taglietto, anch’esso imberbe, in mezzo alle gambe, che hanno tutte le bambine. La curiosità era grande, io gliela aprivo e ricordo fosse chiusa da quello che successivamente seppi era l’imene e mi limitavo a guardare e toccare con un dito che subito ritraevo.
Francesca, di contro, me lo toccava e tentava di aprirlo tirandomi la pelle con un po’ di bruciore da parte mia e quindi la fermavo.
Questo gioco, senza malizia, prosegui per un po’ di tempo.
Un bruttissimo giorno, eravamo ancora adolescenti, i nostri genitori morirono in un incidente aereo e noi improvvisamente restammo soli nella grande casa, affidati ai nonni che erano molto assenti, e soprattutto a una anziana domestica che viveva con noi da anni e alla quale eravamo molto affezionati.
Questo evento ci cambiò la vita e rafforzò prepotentemente il nostro legame.
Iniziammo infatti, per paure notturne di Francesca a stare da sola, a dormire nella stessa stanza che era quella di Francesca e dove era stato spostato il mio letto dalla mia ex stanza.
Iniziava quindi la nostra nuova vita da orfani.-
Sempre più spesso mia sorella, di notte, specie durante i temporali, saltava nel mio letto e si stringeva fortemente a me.
Però stavamo diventando grandicelli e le prime pulsioni sessuali cominciavano a farsi sentire e infatti, la mia reazione, quando Francesca si infilava nel mio letto, era che il mio sesso diventava grande e duro fino a farmi male. Quando mia sorella si addormentava iniziavo infatti a toccarmi fino a scoprire che sensazione gradevole fosse. Veniva fuori solo qualche goccia al raggiungimento dell’orgasmo e quindi riuscivo a nasconderlo nelle mutande. Un giorno però Francesca si svegliò sul più bello e mi disse che avena già visto ciò che accadeva durante la notte, tutte le notti che lei dormiva con me. Restai sbalordito quando mi chiese se anche lei poteva fare la stessa cosa che peraltro aveva già provato da sola in bagno.
Cominciò così il nostro rapporto intimo. Lei toccava me e io lei dove più la faceva godere. Mi stupii che tra i suoi peli che iniziavano a crescere prepotentemente, avesse un clitoride che sporgeva e diventava durissimo. Passammo quasi subito dai toccamenti alla fase in cui io gliela leccavo provocandole reazioni che facevano tremare il letto, specie quando le infilavo la lingua dentro il buchino protetto dalla verginità. Finalmente ero riuscito, durante tutte quelle notti di toccamenti a scappellare il mio sesso che ormai raggiungeva dimensioni che a me parevano ragguardevoli e Francesca ricambiava il piacere dato a lei con delle meravigliose leccate sulla punta del mio sesso allora ultra sensibile.
Ormai saltava nel mio letto tutte le sere, anche senza temporale in vista e cominciammo a dormire nudi con i nostri sessi che si strusciavano vogliosi e con le sue tettine ancora in fase di sviluppo contro il mio petto. Le leccavo i capezzoli mentre la mia mano si faceva largo tra i peli della sua intimità e strofinavo il clitoride sino a farla venire anche due…tre..quattro volte.
Ormai aspettavamo solo che venisse sera per poter fare il nostro rituale che si faceva sempre più ardito. Parlavamo poco, ci baciavamo tantissimo attorcigliando le nostre lingue mentre io toccavo lei e lei me; ora però dovevo stare attento perché avevo cominciato ad emettere grandi quantità di liquido biancastro che imparai che volgarmente si chiamava sborra.
Era una festa continua, io l’amavo e lei mi amava, eravamo solo per noi stessi, non esisteva altro, una cosa sola come quando eravamo nati.
Una sera, andammo a letto prestissimo e lei mi chiese che era ora che io l’amassi in modo completo. Venne a letto con le mutandine e il reggiseno e volle che le togliessi tutto io, cosa che feci tremando come una foglia dall’agitazione. Le slacciai il reggiseno, le baciai a lungo i capezzoli sino ad inturgidirli, le accompagnai la mano sino al mio sesso e lei iniziò subito a farmi dolcemente e teneramente un meraviglioso sù e giù…. Non resistetti a lungo, le sfilai le mutandine e con la mano gliela toccai: era prontissima, i suoi umori sgorgavano come fosse una fontanella. Lei mi accompagnò con la mano sino all’ingresso del suo (e mio) bene più prezioso. L’ingresso era lì, a portata della mia pelle sensibilissima, lei quasi implorante mi disse:” dai… entra… amore mio, è tua e lo sarà per sempre..!”. Non feci in tempo a spingere per entrare che le venni subito con tutto quello che potevo avere dentro di me; un fiume di liquido seminale le inondò i peli, il buchino ancora intonso, la pancia e sù sù sino al collo e al viso…..! Lei mi diede un bacio come mai avevo sentito e mi disse che mi amava e che non importava… l’avremmo ritentato. Mi sdraiai accanto a lei mentre con le dita intercettavo i suoi umori mischiati ai miei e stemmo così… in silenzio abbracciati e non volle asciugarsi da tutto ciò che le avevo riversato addosso. Bagnammo infatti tutto il letto.
Lei ricominciò a toccarmi con le sue mani delicate e ben presto fui in grado di ricominciare un altro avvicinamento al suo prezioso buchetto e stavolta con decisione ma delicatamente entrai tutto.
Toccammo il cielo con un dito, quella primissima volta e divorandoci di baci facemmo l’amore non so quante volte e lei volle che sempre restassi dentro incurante di quello che poteva succedere. La inondai e lei prese tutto, eccitata e grata dell’amore che ci stavamo dando. Continuò così tutte le sere per giorni e giorni. Eravamo felici e grati alla vita.
Restò incinta subito, forse già dalla prima volta. Lei era già donna e io il suo uomo. Fratello e sorella gemelli e legati per sempre.
Oggi sono passati venticinque anni da quel giorno e viviamo una vita felice come mai avremmo potuto immaginarla.

scritto il
2023-01-31
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