Il resort delle schiave (3)

di
genere
dominazione

Quando mi sono svegliata il primo pensiero è stato il sesso.
Ne sentivo una voglia assoluta e incontrollabile.
Sono venuti a prendermi per la colazione, cui sono seguite due ore di ginnastica, e per tutto il tempo non ho fatto che desiderare di godere.
Sicuramente questo è l'effetto del farmaco che ci danno, ed è un tormento.
Ad ogni esercizio le mie cosce sfiorano fra loro e mi bagno. I capezzoli sono duri e tesi al minimo sfioramento dei vestiti.
Finita la ginnastica, ci portano in un ampio bagno e ad ognuna di noi viene insegnato come fare un clistere.
Non ho mai fatto sesso anale in vita mia e nonostante le istruzioni e il lubrificante ho dolore quando il beccuccio entra.
Mentre mi sottopongo a questa ennesima umiliazione capisco che ormai sono perduta, e una strana calma serena mi invade. Sempre mescolata al desiderio di godere che è costante. Ho provato a toccarmi ma, come previsto, il collare mi impedisce di raggiungere l'orgasmo dandomi una scossa improvvisa quando lo sento montare.

Docile e sorridente mi avvio a farmi truccare profumare cospargere di unguenti e vestire da troia,tacchi a spillo e un completino di pizzo bucato sul davanti delle mutandine.
Mi spiegano che dato che sarò per la prima volta posseduta da un cliente, si è tenuta un'asta per aggiudicarsi questo onore. Non mi vengono date informazioni di nessun tipo su come si sia conclusa.

È quasi il tramonto quando vengo portata in una camera con specchi ovunque. Sulle pareti, a pavimento, a soffitto. Il letto, con lenzuola nere di raso, è l'unico arredo.

Vengo messa in ginocchio al centro della stanza, mi viene intimato di tenere lo sguardo basso e di non parlare se non per rispondere a domande dirette.

Dopo un tempo infinito, entra un uomo. Ne sento i passi e lo vedo riflesso nel pavimento a specchio. O meglio vedo le sue gambe, nere come l'ebano, e le sue mani che toccano un enorme cazzo nero.
Non so perché ma assolutamente non mi aspettavo un uomo di colore e per un attimo trasalisco.
Lui si avvicina e con fare navigato sblocca il mio collare dicendomi "sei molto fortunata puttana voglio vederti godere".
Mio malgrado sono bagnata fradicia.
Non so cosa mi aspettassi, dei preliminari forse? Che sciocca. Comunque mi prende rudemente per una spalla mi tira su mi mette a 90 e mi infila quel gigantesco cazzo su per la fica dicendomi "ecco puttana ora sei ufficialmente una troia" e inizia a scoparmi.
Il piacere è indescrivibile e assolutamente soverchiante. Bastano una ventina di colpi e vengo, mi insulta "ah bella zoccola nemmeno ti togli le mutandine e già godi ti pare il caso?".
Sono sconvolta: che diavolo di farmaco mi stanno dando?
Mi strappa di dosso mutandine e reggiseno e mi trovo il suo enorme cazzo nero fra le tette e capisco che vuole una spagnola. Non avendolo mai fatto prima, faccio del mio meglio e lui mi prende la testa fra le mani e mi porta a succhiare la cappella mentre continua a fare su e giù fra le tette. "Brava bella troia tettona, che tette enormi mamma mia, succhialo per bene perché non avrai altro lubrificante e ora ti spacco il culo".
A queste parole pur essendo arrapata come mai nella vita vengo comunque colta dal panico e me lo ficco il più possibile in gola per stimolare la produzione di saliva, che fortunatamente è abbondante.
Mi sbrodolo tutta e vedo nello specchio che il trucco inizia a sbavarsi.
Il pompino dura pochi minuti poi come promesso l'uomo mi mette a pecorina mi tiene le mani unite dietro la schiena ora inarcata e mi infila di netto la cappella nel culo.
Il dolore è indescrivibile e tiro un urlo lancinante. Capisco che questo lo eccita da impazzire sento la cappella gonfiarsi ancora di più e sto piangendo e urlando quando affonda tutto il cazzo dentro di me sempre tenendomi le mani e in contempo sculacciandomi con violenza. Vedo entrambi nello specchio. Io sono tutta sporca di trucco sbavato e di lacrime. Lui ha un viso freddo crudele e determinato e si vede che è eccitatissimo ma non solo, è come se stesse finalmente dando sfogo a tutto l'odio e la frustrazione di una vita.
Inizia a scoparmi e parla quieto ora, con voce profonda, e dice "questo è quello che vi meritate tutte, perché in fondo siete tutte delle puttane".
Dopo un interminabile minuto il dolore non è più lì e inizio a godere. Un godimento animale profondo inspiegabile. Urlo urlo e vengo squassata, lui pure e sento la sborra calda a fiotti riempirmi il culo.
Sono esanime quando esce e me lo mette in bocca facendosi pulire bene la cappella.
Non elaboro neppure cosa sta succedendo quando inizia a pisciarmi in bocca tenendomela chiusa con le mani sul suo uccello ormai moscio e solo dopo avermi trattata come una latrina sussurra un "grazie, non ti credere che abbia finito con te" mi da' un assurdo buffetto sulla guancia come se fossi una bimbetta e se ne va.
scritto il
2023-02-01
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