L'Apparenza Inganna Capitolo 2

di
genere
tradimenti

Vi avevo lasciato, miei cari lettori, con la travolgente ed inaspettata esperienza sessuale di Roberto, il quale nel pomeriggio aveva conosciuto una modesta e timida segretaria amica della sua fidanzata, la quale si è rivelata una spudorata cacciatrice disposta anche a cloroformizzare la collega pur di avere qualche minuto di sesso con il suo uomo.
Ebbene, dopo quel pomeriggio la testa di Roberto iniziò a riempirsi di nebbia, confusione, eccitazione, sensi di colpa e tutto ciò che può passare nella testa di un uomo colpevole di aver appena tradito la propria fidanzata.
Roberto, questo non ve l'ho ancora detto, lavorava in un'azienda come addetto al marketing e nell'ambiente era piuttosto conosciuto e rispettato. Così come era rispettato nell'altro ambiente in cui passava più tempo: la palestra. Roberto aveva un fisico asciutto, definito, slanciato, scolpito da una montagna di ore di esercizi e di fatica. Non quei fisici imponenti e gonfi, ma di quelli che piacciono molto alle donne: snelli e che ci potevi contare interamente ogni singolo nervo.
E' proprio in palestra che conobbe Federica, circa due anni prima. Da allora fu attrazione a prima vista. I due iniziarono a frequentarsi, a fare sesso, e infine divennero una coppia a tutti gli effetti. Quella con Federica era la storia più lunga della vita di Roberto. Tutte le altre non avevano mai superato gli otto mesi. Di lei si sentiva profondamente attratto e innamorato. Tutto fino a quel sabato pomeriggio.
Roberto iniziò a pensare ad Eleonora sempre più spesso. Il suo corpo, i suoi occhi, il suo sorriso malizioso, quasi un ghigno. Era ossessionato da lei. Federica si accorse che Roberto aveva la testa altrove. Se ne accorse pienamente nel sesso. Roberto sembrava farlo quasi controvoglia, distrattamente, come mai era successo in due anni. Il giovane diede la colpa al grande stress che il suo lavoro di responsabilità comportava, e Federica sembrò essersi bevuta la scusa. Ma per quanto avrebbe potuto andare avanti? Per quanto Roberto avrebbe potuto far finta che nulla fosse successo? Per quanto Roberto avrebbe potuto evitare di presentarsi al cospetto di Eleonora a implorarla per un bis? A queste domande vi fornisco immediatamente la risposta.
Lunedi 27 maggio, Roberto aveva in mano l'agenda della fidanzata. Sapeva benissimo che dalle 16 alle 17 sarebbe stata impegnata in un massaggio con trattamento estetico, per di più con una di quelle vecchie megere insistenti che credono che un paio di maschere di bellezza possano in qualche modo porre rimedio ai colpi di sciabola impietosi che il tempo le riserva anno dopo anno. Una di quelle clienti che bisogna seguire con molta cura, senza distrazioni. Era il momento ideale per presentarsi alla spa. Roberto aspettò che fossero le 16.10, così da essere sicuro che Federica fosse rinchiusa nella sala massaggi, poi, con la stessa prudenza di un ninja che si infila nella camera da letto di un damiyo da assassinare, entrò nella spa. Si avviò lungo il corridoio che sbuca nella segreteria. E li, seduta alla sua scrivania, la vide. Indossava una camicietta nera elegante, sotto la quale portava di pantaloni bianchi e un paio di scapre nere col tacco. Gli occhialini abbassati sul naso nell'intento di leggere le lettere del computer e i capelli legati con una matita. Roberto bussò con prudenza allo stipite della porta.

"Permesso?"

Eleonora alzò lo sguardo e sorrise. I suoi occhi e il suo sorriso si aprirono meravigliosamente.

"Roberto! Che sorpresa, vieni, accomodati!"

Roberto si avvicinò e si sedette davanti a lei, con fare guardingo, come se si trovasse nel terreno di caccia di un felino mimetizzato nell'erba alta. "Federica è nella sala massaggi con la signora Tirelli, ne avrà ancora per una cinquantina di minuti. Se vuoi ti posso..."

"Non sono qui per lei!"

A quella frase, Eleonora sorrise ancora più vistosamente di prima, ma ad un occhio attento i suoi denti bianchissimi sarebbero sembrati di più delle fauci di un serpente.
"Ah no? E perchè allora? Vuoi forse fare un massaggio?"

"Smettila, lo sai perchè sono qui!" Il tono di Roberto si fece più grave e la voce si abbassò di colpo. "Quello che è successo sabato, credi me lo sia dimenticato?" Roberto la guardò intensamente, Eleonora si sistemò gli occhialini. "Certo che no, nemmeno io l'ho dimenticato. Non faccio che pensarti da allora, ma tu sei fidanzato..."

"Ma questo non ti ha impedito di sedurmi, o sbaglio? Eleonora emise un risolino. "Ho solo ammiccato un pò, quello che è successo dopo è stata una conseguenza. E' innegabile che ci sia un feeling speciale tra di noi." La sua voce era così cortese, così gentile. Il suo modo di parlare così diverso da quello di Federica, la quale parlava a slogan tanto che sembrava una meme di facebook vivente. Roberto era colpito soprattutto dalla mente di quella giovane donna, all'apparenza così calma e gentile. Non ebbe nemmeno il tempo di contemplare ancora quella gentilezza che si sentì qualcosa sull'inguine. Abbassò lo sguardo e vide il piede di Eleonora appoggiato sui suoi testicoli. "Non qui, se uscisse..." Eleonora si alzò dalla sedia e aggirò la scrivania. Sempre ancheggiando in quel modo sinuoso che ai suoi occhi l'aveva trasformata in una sirena. Si sedette appena sul bordo della scrivania. "Robbi, te l'ho detto, sono mesi che penso a te. Tutte le volte che ti presentavi qui davanti per prenderla dopo il lavoro, io mi immaginavo che tu la superassi, venissi da me, mi prendessi in braccio e mi portassi fuori di qui. Ma non mi notavi e nemmeno mi guardavi. Non ho mai avuto l'occasione di potermi mostrare ne di dichiararti quanto mi piacessi. Fino a sabato. Quell'invito è stato il mio carpe diem, il mio momento della verità. Avevo solo una chance e non potevo fallirla." Nel dire "fallirla", Eleonora scivolò a cavalcioni di Roberto, il quale ebbe un sussulto. "Non possiamo farlo qui. Se entrasse qualcuno..."

"Non entrerà nessuno"

Eleonora si slacciò la camicetta, mostrando i suoi seni liberi da qualsiasi reggiseno. Roberto stava per dire qualcosa, ma lei gli mise in bocca il suo capezzolo. "So che lo vuoi. So che vuoi tutto questo. Vuoi rischiare, vero?" Roberto succhiò avidamente il capezzolo di Eleonora, la quale iniziò a gemere. "Prendimi ora...prendimi ora..."
Roberto era sul punto di esplodere, l'uccello gonfio come una mongolfiera. Si alzò di scatto, afferrò Eleonora per il sedere mettendola sulla scrivania e si tirò fuori il pene duro come il marmo. "Certo che lo voglio! Ti voglio!" Eleonora sorrise, ma non il sorriso di prima, ma il ghigno malizioso di quel pomeriggio in spiaggia. Roberto la penetrò lentamente, mentre lei espirava di piacere. "Mancano poco più di quaranta minuti", disse lei, "abbiamo il tempo che vogliamo". Roberto iniziò a penetrare con forza e ritmo crescenti. Eleonora gioiva di piacere, mentre lui emetteva grugniti di eccitazione. "Sei così forte, così grosso, così bello...". Roberto digrignava i denti mentre il suo cazzo entrava e usciva con sempre maggior velocità. Eleonora si avvicinò con la bocca e i due si baciarono con tanta passione che sembravano divorarsi a vicenda. Mai e poi mai il sesso era stato così passionale con Federica. Eleonora si staccò dal bacio ansimando, la faccia deformata dal piacere e dalla lussuria. "Dimmi che mi vuoi..." Roberto ansimava. "Ti voglio". Eleonora gli leccò le labbra. "Dimmi che vuoi solo me...me e nessun altra al mondo". Roberto rispose alla leccata, ansimava, gli occhi che si ribaltavano all'indietro. "Voglio solo te...sei...sei l'unica che voglio...". La ragazza sorrise di nuovo, e allontanò il membro di Roberto da lei. Si voltò appoggiandosi alla scivania. "Voglio che mi prendi così!" Roberto impazzì. Le penetrò la vagina da dietro e ricominciò con sempre maggior forza e impeto, cingendole il seno con le mani. "Tu mi fai impazzire...", le sussurrò in un orecchio facendola sorridere. "Non ho mai avuto una ragazza come te". Eleonora sorrise ancora di più e agitò le abbondanti natiche per sollazzarlo ancora di più. "Sei quasi sul punto di farmi venire, ci sei quasi". Roberto, a quelle parole, si emozionò ancora di più. Continuò a spingerlo mentre lei si godeva tutta la potenza che quel giovane imprimeva dentro di lei. "Avanti...avanti...vieni....". Roberto iniziò a baciarla sulle orecchie e sul collo, lei ansimava. In quell'istante, il rumore di una chiave li riportò alla realtà. I due spalancarono gli occhi mentre sentirono la porta scorrevole aprirsi.
Federica uscì dalla sala massaggi, seguita dalla signora Tirelli.

"Mi spiace davvero tanto che non riusciamo a finire il massaggio." Disse Federica. "Lo so, ma quell'idiota di mio marito ha perso le chiavi di casa e devo rientrare di corsa". Federica si avvicinò alla segreteria e spalancò gli occhi. Roberto era seduto sulla sedia davanti alla scrivania. Eleonora, al computer, digitava velocemente.

"Fede? Avete già finito?"

"Si, la signora deve andare ma...che ci fai qui Robbi?"

Roberto era sudato, ma aveva riacquistato la lucidità. Quando sentirono la chiave, con la velocità di due leopardi, si ricomposero e si allontanarono.

"Oggi ho finito prima al lavoro e pensavo di venire a salutarti e fare una pausa caffè. Che ne dici?"

Federica storse un pò il naso. Pausa caffè? Quando mai era successo? Ma comunque era felice che lui fosse venuto a trovarla e gli diede un bacio.

"Ma certo amore! Aspettami fuori, controllo i prossimi appuntamenti, mi lavo le mani e arrivo."

"D'accordo", fece lui con tranquillità. Si alzò e si rivolse ad Eleonora. "Allora, ciao, Ele! Buon lavoro."

Eleonora rispose al sorriso. "Ciao, buon caffè!"

Federica si lavò le mani e si avvicinò alla scrivania.

"Ele, qual'è il prossimo appuntamento?" La segretaria guardò l'agenda e rispose sorridendo. "Alle 17.15 hai un'epilazione con la Martelli." Federica sbuffò. "Che palle, quella passa il tempo a rompermi il cazzo con tutti i suoi problemi. Vabbè, vado a prendermi il caffè. Vuoi che ti porti qualcosa?". Eleonora sorrise con tutta la sua gentilezza. "No, grazie tesoro, sono apposto così". Federica notò una cosa insolita. Eleonora aveva tre bottoni della camicetta aperti e notò che non indossava il reggiseno. Non ci aveva mai fatto caso, perchè Eleonora abbottonava sempre le camicie fino al penultimo bottone. Non prestò molta attenzione a quel particolare, ma qualcosa dentro di lei sembrò attivarle un'allarme inconsapevole. Ma senza rifletterci troppo su prese la via dell'uscita. In quell'istante, Eleonora alzò un quaderno e prese un foglietto che Roberto le aveva lasciato. Il foglietto recitava: "Questo è il mio numero 338******6, domani sera, fuori città, cena." Eleonora sorrise passandosi la lingua sulle labbra. Quella sarebbe stata una serata fantastica.

TO BE CONTINUED...

Anche questo secondo capitolo si è concluso, ma la nostra torbida storia è ancora lungi dal concludersi. Lasciatemi un commento, un feedback, chiedetemi. Mi fareste davvero piacere! Se volete scrivermi direttamente potete farlo a Cobralocke@gmail.com
di
scritto il
2019-06-05
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