L'Apparenza Inganna Capitolo 3
di
Locke
genere
tradimenti
Avevo lasciato voi lettori con l'invito a cena che Roberto lasciò ad Eleonora, dopo che i due non riuscirono a completare il loro rapporto sessuale sulla scrivania dell'ufficio. Una serata che si rivelò fondamentale per lo sviluppo della nostra storia e per i nostri tre protagonisti.
Quel pomeriggio, verso le 18.30, Federica ricevette una telefonata da Roberto, la quale diceva pressapoco così: "Amore, stasera devo fare le ore piccole al lavoro perchè ho una consegna importante per domattina. Ti chiamerò io, tu divertiti pure." La ragazza, che aveva idee bellicose per la serata (a base di sesso, sesso e ancora sesso), sentì ribollire il sangue nelle vene, ma pensò che un'uscita con le amiche l'avrebbe fatta rilassare un pò. Visto che ultimamente il sesso non andava molto bene, almeno qualche cazzata con le sue compagne l'avrebbero rallegrata. Stava per tornare in cabina massaggi per l'ultimo appuntamento, quando Eleonora le passò vicino. Ma solo dopo qualche attimo si rese conto che era davvero lei. Capelli tagliati più corti e gonfi dalla permanente, trucco ben fatto, rossetto fuoco. Indossava un vestito di classe, tipo da cocktail, color corallo molto chiaro e molto corto. Ai piedi portava due bellissime scarpe chanel dello stesso colore del vestito. Alle orecchie risaltavano due grandi orecchini rotondi. Senza occhiali, il suo volto sembrava quasi diverso. Federica riuscì solo a pensare quanto fosse bella ed elegante. "Ele, ma sei bellissima. Stai da Dio." Eleonora sorrise modestamente, "Grazie, tesoro, ti piace il mio vestito?" Federica la guardò da testa a piedi, odiava ammetterlo ma era davvero bella. "Certo, è davvero di classe, ti sta benissimo. Ma dove vai così in tiro?" Eleonora sorrise "Ho un appuntamento con un amico, uno che non vedo da un pò di tempo e quindi..." Federica sorrise e le diede una leggera pacca sul sedere: "E brava la Ele, beata te che ti diverti!" Eleonora la guardò con aria incuriosita. "Perchè tu no?" Federica si morse un labbro dal nervoso
"Roberto ha da lavorare tutta la sera, e sinceramente è stressato da un pò. Lo vedo così assente." Eleonora le fece una carezza sul braccio "Tesoro, non ci badare, il lavoro stressa, vedrai che tutto passerà." Detto questo, la ragazza volse i tacchi e si allontantanò ancheggiando. Federica fece per tornare nella cabina massaggi, poi d'un tratto, un pensiero le sfiorò il cervello. Qualcosa di strano, un pensiero fuggente e indecifrabile. Lo stesso brivido che le corse lungo la schiena il giorno prima, quando Roberto se ne andò dalla spa e lei rimase da sola con la segretaria. Qualcosa nel suo cervello, maliziosamente, le fece combaciare due pezzi del puzzle: Roberto le tira un bidone inaspettato, Eleonora più bella che mai esce con un amico. Scacciò immediatamente quel pensiero dalla sua testa. Il suo Roberto che la tradisce? Con Eleonora per giunta? Una ragazza troppo pudica e noiosa per poter anche solo attirare il suo sguardo? Sciocchezze.
Eppure, in quello stesso istante, Eleonora stava sfrecciando sul sedile del passeggero dell'Audi di Roberto verso un ristorante di lusso fuori città. Quando l'ha vista salire sulla sua auto così imbellettata, Roberto ebbe un sussulto e potè dirle solo: "Sei bellissima." Il suo cazzo era già di marmo, ma qualcosa nella sua mente aveva messo in moto la sua coscienza. Aveva tradito due volte la donna che amava, le aveva mentito per uscire con la sua stessa collega. Nella sua testa, Roberto aveva capito che stava sbagliando tutto. Che in fin dei conti, per quanto Eleonora fosse bella e tremendamente affascinante, non poteva gettare alle ortiche due anni di storia con Federica, la storia più importante della sua vita. Federica sapeva essere scorbutica, vanitosa, insopportabile e insolente, ma restava comunque la sua donna e lui, sentiva di amarla ancora. Del resto, anche lui non era esente da difetti e Federica li sopportava tutti, più o meno.
Quando arrivarono al ristorante, i due si accomodarono ad un tavolo lontano dalla vetrina e ordinarono del pesce e del vino bianco. Eleonora era bellissima così truccata e i suoi occhi azzurri come il mare sembravano dovessero emettere raggi di cielo. Lui era affascinato dal suo modo di parlare, dalla sua cultura, la sua eleganza. Tutte cose che mancavano a Federica. Eleonora, d'altro canto, era tremendamente attizzata da lui, il suo corpo, la sua potenza sessuale. Mentre parlavano, si sfilò la scapra e iniziò a strusciargli il piede sulla gamba e sulla coscia. Roberto prese un respiro. "Eleonora, ascoltami un attimo." La ragazza divenne seria. Lui bevve un sorso di vino per darsi coraggio e continuò. "Senti, tu mi piaci tantissimo. Sei bella, intelligente, piena di sorprese. Devo confessarti che sei la donna che più di tutte mi ha eccitato in vita mia." Eleonora interruppe il discorso di Roberto dicendo solamente: "Ma". Il ragazzo bevve un altro bicchiere. "Ma non possiamo vederci più." Un'ombra di delusione attraversò gli occhi della ragazza. "Credimi, altro non vorrei che prenderti qui, adesso, anche davanti a tutti, e fare l'amore con te. Se mi chiedessero di esprimere un desiderio io esprimerei questo: fare l'amore subito con te." Eleonora distolse lo sguardo indispettita. "Ma non posso fare questo a Federica."
"Lo hai già fatto! L'hai già tradita. Due volte."
"Appunto, non posso farlo una terza. Sono stato già abbastanza verme e me ne vergogno con tutto me stesso. Le ho anche raccontato una bugia per uscire con te stasera."
"Credi che un rapporto che nasconde tradimenti e bugie sia destinato ad essere duraturo?" Disse Eleonora, incalzandolo.
"Non lo so, può darsi di no, ma non credo che lei si meriti questo."
Eleonora si morse un labbro, si sentiva ferita, così contrattaccò.
"Credi forse che le possa renderti felice? Sai benissimo di no. Sai benissimo che non lo farà. Quelle come lei...a loro non interessa la coppia, ne vedono solo l'aspetto superficiale. Quante ragazze hai avuto prima di lei?"
"Parecchie", rispose di getto.
"Quanto tempo sono durate le tue storie?"
"Federica è la più lunga. Al secondo posto cè una ragazza con cui sono stato otto mesi."
Eleonora sorrise gentilmente. "Lo vedi? Tu ti scegli sempre quel tipo di ragazze. Superficiali, immature, vuote. Cosa credi di poter costruire con persone del genere? Tu ti senti così attratto da me per un motivo, perchè sono diversa da loro."
Roberto bevve altro vino, mentre Eleonora arricciò il labbro indispettita. "Comunque, sei libero di fare ciò che vuoi, Roberto. Finiamo la cena e riportami pure a casa."
Roberto si sentì mortificato. "Io, voglio passare del tempo con te. Non voglio portarti a casa. Solo, non credo di essere pronto per lasciare Federica. O per tradirla di nuovo. Voglio capire se è ciò che voglio veramente."
Eleonora sorrise gentilmente e bevve un goccio di vino. "Pensaci tutto il tempo che vuoi, non voglio metterti fretta. Volevo solo dirti cosa pensavo."
La serata trascorse tranquillamente e i due non toccarono più l'argomento. Dopo cena fecero una passeggiata sul lungomare e lui raccontava degli aneddoti del lavoro e della palestra. Lei si avvicinò a lui e gli cinse il braccio intorno ai fianchi. Lui, quasi naturalmente, le poggiò il braccio intorno al collo. Roberto si sentì inebriato dal profumo di Eleonora, il Pure Poison di Dior. La sua pelle morbida color alabastro era così invitante, sembrava una pesca pronta per essere morsa.
Verso mezzanotte si avviarono alla macchina. "Meglio tornare a casa", disse lui, "Domani ho parecchio lavoro da fare". I due entrarono e partirono, prendendo la strada extraurbana che costeggiava il mare.
"Perdonami ma devo togliermi le scarpe, non sono abituata a portare i tacchi e mi fanno male." Eleonora si sfilò le scarpe e appoggiò i piedi sul cruscotto. Gli occhi di Roberto caddero ineluttabilmente sui quei bei piedi piccoli e torniti, imbellettati dallo smalto color rosso, dalla cavigliera e gli anellini d'argento. "Guarda la strada", disse lei sorridendo. Roberto scoppiò a ridere. "Scusami, hai ragione." Roberto affrontò una curva con delicatezza. "Con tutto quello che abbiamo mangiato sarebbe un peccato se ci venisse il mal d'auto e...". Non riuscì a finire la frase, il piede di Eleonora gli stava accarezzando l'orecchio. "Eleonora, ti prego, ne abbiamo parlato prima." Lei era appoggiata alla portiera della macchina. Il piede sinistro gli accarezzava l'orecchio, il destro gli massaggiava l'uccello, duro come non mai. "Scusami, devo essere un pò brilla..." Roberto la guardò e sul suo volto era comparso quel sorriso malizioso, lo stesso che l'ha fatto impazzire in spiaggia e in ufficio. La ninfa del sesso si era di nuovo impossessata di quella gentile ragazza che fino a poco prima sembrava avere il cuore spezzato. "Ele, ti imploro." Eleonora si era messa in ginocchio e stava sbottonando i pantaloni di Roberto. "Questo sarebbe implorare? Coraggio, sai fare di meglio, lo so." Gli prese l'uccello e iniziò a succhiarlo con forza. Roberto ansimò con forza. "No, ferma, ferma. Per favore, sto guidando. Ferma." Eleonora succhiava e masturbava Roberto con forza. "Scommetto che la tua adorata Federica non te lo ha mai succhiato, non è vero?" Come faceva a saperlo? E' vero, lei diceva sempre che "cazzi in bocca non ne prendo". Invece Eleonora lo stava facendo, e molto bene. Roberto godeva come un pazzo, ma la sua coscienza urlava. "Ele, ti prego basta! Non possiamo, fermati!" Lei lo guardò sorridendo. "Fermarmi io? Fermati tu, piuttosto, in qualche spiazzo."
"C...cosa?"
"Lo vuoi quanto lo voglio io! E' tutta la sera che lo vuoi! Tu mi vuoi, vuoi prendermi, vuoi possedermi, vuoi fare l'amore con me! Smettila di pensare a quella deficiente e pensa a me. Scopami! Ti farò vedere quanto sono migliore di lei." Roberto girò il volante di scatto e si accostò in un piccolo sentiero, percorrendolo per una decina di minuti finchè non raggiunsero uno spazio isolato e buio. Appena spenta la macchina, Eleonora gli fu sopra. Lui le tirò via il vestito, divorandola con la bocca, con gli occhi, con il naso, afferrando ogni parte del suo corpo che poteva afferrare. Le mordeva la bocca, le guance, il naso, le orecchie. Le afferrava il seno, i fianchi morbidi, il sedere, le gambe. Lei univa la sua lingua alla sua, in uno scambio di fluidi e di anime. Eleonora era nuda, sotto il vestito da cocktail non aveva biancheria intima. Guidò il pene di lui dentro di lei e iniziò a saltare come una gazzella. Lui non gemeva, urlava. Lei, dopo i primi gemiti, si unì a lui nelle urla. Urla ritmate e costanti, sempre più piene di affanno e lussuria. Si baciavano ininterrottamente, ogni tanto lui si staccava per succhiarle i capezzoli turgidi. Lei lo guardava con il suo ghigno illuminato dalla luna, alla luce della quale la sua pelle d'alabastro sembrava quasi luminosa. "Avanti, dillo! Dillo!" La domanda era incalzante, lui era frastornato. "Dire cosa?" Lei ghignò ancora: "Ripetimi ancora quello che mi hai detto a cena! Ripetimi ancora che vuoi stare con lei e non con me! Avanti fallo! Fallo!" Lui stava godendo ancora di più delle altre volte. Ansimava, grugniva, gemeva. "No...non voglio...non voglio!" Lei sorrise e lo baciò sul collo. "Non vuoi cosa?" Lui vinse ogni rimorso, ormai preda del sesso e della sirena: "Non voglio stare con lei! Io voglio te! Voglio solo te!" Lei inarcò la schiena all'indietro. "Oh si...sto per venire!" Lui anche. Il suo ritmo divenne più forte, entrambi si strinsero e si fusero in un unico corpo nel momento in cui vennero contemporaneamente. Eleonora cascò all'indietro appoggiandosi con la schiena al volante, mentre lui abbandonò la testa sul sedile. Ansimavano ancora, come se avessero corso cento chilometri. Si guardarono. Lei gli regalò nuovamente il suo ghigno pieno di sensualità, lui cadde completamente nell'incantesimo. Con un ultimo sforzo dalla sua bocca ansimarono solo tre parole: "Voglio solo te!" La Sirena, soddisfatta, siglò questa confessione d'amore con un lungo e profondo bacio.
TO BE CONTINUED....
Alla velocità della luce è arrivato il terzo capitolo. Il quarto è già scritto nella mia testa, devo solo buttarlo giù. Lasciatemi il sempiterno e graditissimo commento, un feedback, qualsiasi cosa. E se il racconto vi è piaciuto consigliatelo ad altri. Grazie. P.s. Se volete scrivermi direttamente potete farlo all'indirizzo Cobralocke@gmail.com
Quel pomeriggio, verso le 18.30, Federica ricevette una telefonata da Roberto, la quale diceva pressapoco così: "Amore, stasera devo fare le ore piccole al lavoro perchè ho una consegna importante per domattina. Ti chiamerò io, tu divertiti pure." La ragazza, che aveva idee bellicose per la serata (a base di sesso, sesso e ancora sesso), sentì ribollire il sangue nelle vene, ma pensò che un'uscita con le amiche l'avrebbe fatta rilassare un pò. Visto che ultimamente il sesso non andava molto bene, almeno qualche cazzata con le sue compagne l'avrebbero rallegrata. Stava per tornare in cabina massaggi per l'ultimo appuntamento, quando Eleonora le passò vicino. Ma solo dopo qualche attimo si rese conto che era davvero lei. Capelli tagliati più corti e gonfi dalla permanente, trucco ben fatto, rossetto fuoco. Indossava un vestito di classe, tipo da cocktail, color corallo molto chiaro e molto corto. Ai piedi portava due bellissime scarpe chanel dello stesso colore del vestito. Alle orecchie risaltavano due grandi orecchini rotondi. Senza occhiali, il suo volto sembrava quasi diverso. Federica riuscì solo a pensare quanto fosse bella ed elegante. "Ele, ma sei bellissima. Stai da Dio." Eleonora sorrise modestamente, "Grazie, tesoro, ti piace il mio vestito?" Federica la guardò da testa a piedi, odiava ammetterlo ma era davvero bella. "Certo, è davvero di classe, ti sta benissimo. Ma dove vai così in tiro?" Eleonora sorrise "Ho un appuntamento con un amico, uno che non vedo da un pò di tempo e quindi..." Federica sorrise e le diede una leggera pacca sul sedere: "E brava la Ele, beata te che ti diverti!" Eleonora la guardò con aria incuriosita. "Perchè tu no?" Federica si morse un labbro dal nervoso
"Roberto ha da lavorare tutta la sera, e sinceramente è stressato da un pò. Lo vedo così assente." Eleonora le fece una carezza sul braccio "Tesoro, non ci badare, il lavoro stressa, vedrai che tutto passerà." Detto questo, la ragazza volse i tacchi e si allontantanò ancheggiando. Federica fece per tornare nella cabina massaggi, poi d'un tratto, un pensiero le sfiorò il cervello. Qualcosa di strano, un pensiero fuggente e indecifrabile. Lo stesso brivido che le corse lungo la schiena il giorno prima, quando Roberto se ne andò dalla spa e lei rimase da sola con la segretaria. Qualcosa nel suo cervello, maliziosamente, le fece combaciare due pezzi del puzzle: Roberto le tira un bidone inaspettato, Eleonora più bella che mai esce con un amico. Scacciò immediatamente quel pensiero dalla sua testa. Il suo Roberto che la tradisce? Con Eleonora per giunta? Una ragazza troppo pudica e noiosa per poter anche solo attirare il suo sguardo? Sciocchezze.
Eppure, in quello stesso istante, Eleonora stava sfrecciando sul sedile del passeggero dell'Audi di Roberto verso un ristorante di lusso fuori città. Quando l'ha vista salire sulla sua auto così imbellettata, Roberto ebbe un sussulto e potè dirle solo: "Sei bellissima." Il suo cazzo era già di marmo, ma qualcosa nella sua mente aveva messo in moto la sua coscienza. Aveva tradito due volte la donna che amava, le aveva mentito per uscire con la sua stessa collega. Nella sua testa, Roberto aveva capito che stava sbagliando tutto. Che in fin dei conti, per quanto Eleonora fosse bella e tremendamente affascinante, non poteva gettare alle ortiche due anni di storia con Federica, la storia più importante della sua vita. Federica sapeva essere scorbutica, vanitosa, insopportabile e insolente, ma restava comunque la sua donna e lui, sentiva di amarla ancora. Del resto, anche lui non era esente da difetti e Federica li sopportava tutti, più o meno.
Quando arrivarono al ristorante, i due si accomodarono ad un tavolo lontano dalla vetrina e ordinarono del pesce e del vino bianco. Eleonora era bellissima così truccata e i suoi occhi azzurri come il mare sembravano dovessero emettere raggi di cielo. Lui era affascinato dal suo modo di parlare, dalla sua cultura, la sua eleganza. Tutte cose che mancavano a Federica. Eleonora, d'altro canto, era tremendamente attizzata da lui, il suo corpo, la sua potenza sessuale. Mentre parlavano, si sfilò la scapra e iniziò a strusciargli il piede sulla gamba e sulla coscia. Roberto prese un respiro. "Eleonora, ascoltami un attimo." La ragazza divenne seria. Lui bevve un sorso di vino per darsi coraggio e continuò. "Senti, tu mi piaci tantissimo. Sei bella, intelligente, piena di sorprese. Devo confessarti che sei la donna che più di tutte mi ha eccitato in vita mia." Eleonora interruppe il discorso di Roberto dicendo solamente: "Ma". Il ragazzo bevve un altro bicchiere. "Ma non possiamo vederci più." Un'ombra di delusione attraversò gli occhi della ragazza. "Credimi, altro non vorrei che prenderti qui, adesso, anche davanti a tutti, e fare l'amore con te. Se mi chiedessero di esprimere un desiderio io esprimerei questo: fare l'amore subito con te." Eleonora distolse lo sguardo indispettita. "Ma non posso fare questo a Federica."
"Lo hai già fatto! L'hai già tradita. Due volte."
"Appunto, non posso farlo una terza. Sono stato già abbastanza verme e me ne vergogno con tutto me stesso. Le ho anche raccontato una bugia per uscire con te stasera."
"Credi che un rapporto che nasconde tradimenti e bugie sia destinato ad essere duraturo?" Disse Eleonora, incalzandolo.
"Non lo so, può darsi di no, ma non credo che lei si meriti questo."
Eleonora si morse un labbro, si sentiva ferita, così contrattaccò.
"Credi forse che le possa renderti felice? Sai benissimo di no. Sai benissimo che non lo farà. Quelle come lei...a loro non interessa la coppia, ne vedono solo l'aspetto superficiale. Quante ragazze hai avuto prima di lei?"
"Parecchie", rispose di getto.
"Quanto tempo sono durate le tue storie?"
"Federica è la più lunga. Al secondo posto cè una ragazza con cui sono stato otto mesi."
Eleonora sorrise gentilmente. "Lo vedi? Tu ti scegli sempre quel tipo di ragazze. Superficiali, immature, vuote. Cosa credi di poter costruire con persone del genere? Tu ti senti così attratto da me per un motivo, perchè sono diversa da loro."
Roberto bevve altro vino, mentre Eleonora arricciò il labbro indispettita. "Comunque, sei libero di fare ciò che vuoi, Roberto. Finiamo la cena e riportami pure a casa."
Roberto si sentì mortificato. "Io, voglio passare del tempo con te. Non voglio portarti a casa. Solo, non credo di essere pronto per lasciare Federica. O per tradirla di nuovo. Voglio capire se è ciò che voglio veramente."
Eleonora sorrise gentilmente e bevve un goccio di vino. "Pensaci tutto il tempo che vuoi, non voglio metterti fretta. Volevo solo dirti cosa pensavo."
La serata trascorse tranquillamente e i due non toccarono più l'argomento. Dopo cena fecero una passeggiata sul lungomare e lui raccontava degli aneddoti del lavoro e della palestra. Lei si avvicinò a lui e gli cinse il braccio intorno ai fianchi. Lui, quasi naturalmente, le poggiò il braccio intorno al collo. Roberto si sentì inebriato dal profumo di Eleonora, il Pure Poison di Dior. La sua pelle morbida color alabastro era così invitante, sembrava una pesca pronta per essere morsa.
Verso mezzanotte si avviarono alla macchina. "Meglio tornare a casa", disse lui, "Domani ho parecchio lavoro da fare". I due entrarono e partirono, prendendo la strada extraurbana che costeggiava il mare.
"Perdonami ma devo togliermi le scarpe, non sono abituata a portare i tacchi e mi fanno male." Eleonora si sfilò le scarpe e appoggiò i piedi sul cruscotto. Gli occhi di Roberto caddero ineluttabilmente sui quei bei piedi piccoli e torniti, imbellettati dallo smalto color rosso, dalla cavigliera e gli anellini d'argento. "Guarda la strada", disse lei sorridendo. Roberto scoppiò a ridere. "Scusami, hai ragione." Roberto affrontò una curva con delicatezza. "Con tutto quello che abbiamo mangiato sarebbe un peccato se ci venisse il mal d'auto e...". Non riuscì a finire la frase, il piede di Eleonora gli stava accarezzando l'orecchio. "Eleonora, ti prego, ne abbiamo parlato prima." Lei era appoggiata alla portiera della macchina. Il piede sinistro gli accarezzava l'orecchio, il destro gli massaggiava l'uccello, duro come non mai. "Scusami, devo essere un pò brilla..." Roberto la guardò e sul suo volto era comparso quel sorriso malizioso, lo stesso che l'ha fatto impazzire in spiaggia e in ufficio. La ninfa del sesso si era di nuovo impossessata di quella gentile ragazza che fino a poco prima sembrava avere il cuore spezzato. "Ele, ti imploro." Eleonora si era messa in ginocchio e stava sbottonando i pantaloni di Roberto. "Questo sarebbe implorare? Coraggio, sai fare di meglio, lo so." Gli prese l'uccello e iniziò a succhiarlo con forza. Roberto ansimò con forza. "No, ferma, ferma. Per favore, sto guidando. Ferma." Eleonora succhiava e masturbava Roberto con forza. "Scommetto che la tua adorata Federica non te lo ha mai succhiato, non è vero?" Come faceva a saperlo? E' vero, lei diceva sempre che "cazzi in bocca non ne prendo". Invece Eleonora lo stava facendo, e molto bene. Roberto godeva come un pazzo, ma la sua coscienza urlava. "Ele, ti prego basta! Non possiamo, fermati!" Lei lo guardò sorridendo. "Fermarmi io? Fermati tu, piuttosto, in qualche spiazzo."
"C...cosa?"
"Lo vuoi quanto lo voglio io! E' tutta la sera che lo vuoi! Tu mi vuoi, vuoi prendermi, vuoi possedermi, vuoi fare l'amore con me! Smettila di pensare a quella deficiente e pensa a me. Scopami! Ti farò vedere quanto sono migliore di lei." Roberto girò il volante di scatto e si accostò in un piccolo sentiero, percorrendolo per una decina di minuti finchè non raggiunsero uno spazio isolato e buio. Appena spenta la macchina, Eleonora gli fu sopra. Lui le tirò via il vestito, divorandola con la bocca, con gli occhi, con il naso, afferrando ogni parte del suo corpo che poteva afferrare. Le mordeva la bocca, le guance, il naso, le orecchie. Le afferrava il seno, i fianchi morbidi, il sedere, le gambe. Lei univa la sua lingua alla sua, in uno scambio di fluidi e di anime. Eleonora era nuda, sotto il vestito da cocktail non aveva biancheria intima. Guidò il pene di lui dentro di lei e iniziò a saltare come una gazzella. Lui non gemeva, urlava. Lei, dopo i primi gemiti, si unì a lui nelle urla. Urla ritmate e costanti, sempre più piene di affanno e lussuria. Si baciavano ininterrottamente, ogni tanto lui si staccava per succhiarle i capezzoli turgidi. Lei lo guardava con il suo ghigno illuminato dalla luna, alla luce della quale la sua pelle d'alabastro sembrava quasi luminosa. "Avanti, dillo! Dillo!" La domanda era incalzante, lui era frastornato. "Dire cosa?" Lei ghignò ancora: "Ripetimi ancora quello che mi hai detto a cena! Ripetimi ancora che vuoi stare con lei e non con me! Avanti fallo! Fallo!" Lui stava godendo ancora di più delle altre volte. Ansimava, grugniva, gemeva. "No...non voglio...non voglio!" Lei sorrise e lo baciò sul collo. "Non vuoi cosa?" Lui vinse ogni rimorso, ormai preda del sesso e della sirena: "Non voglio stare con lei! Io voglio te! Voglio solo te!" Lei inarcò la schiena all'indietro. "Oh si...sto per venire!" Lui anche. Il suo ritmo divenne più forte, entrambi si strinsero e si fusero in un unico corpo nel momento in cui vennero contemporaneamente. Eleonora cascò all'indietro appoggiandosi con la schiena al volante, mentre lui abbandonò la testa sul sedile. Ansimavano ancora, come se avessero corso cento chilometri. Si guardarono. Lei gli regalò nuovamente il suo ghigno pieno di sensualità, lui cadde completamente nell'incantesimo. Con un ultimo sforzo dalla sua bocca ansimarono solo tre parole: "Voglio solo te!" La Sirena, soddisfatta, siglò questa confessione d'amore con un lungo e profondo bacio.
TO BE CONTINUED....
Alla velocità della luce è arrivato il terzo capitolo. Il quarto è già scritto nella mia testa, devo solo buttarlo giù. Lasciatemi il sempiterno e graditissimo commento, un feedback, qualsiasi cosa. E se il racconto vi è piaciuto consigliatelo ad altri. Grazie. P.s. Se volete scrivermi direttamente potete farlo all'indirizzo Cobralocke@gmail.com
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