L'Apparenza Inganna Capitolo 4
di
Locke
genere
tradimenti
Roberto aprì gli occhi, trovandosi in un grande letto soffice. Sdraiata vicino a lui, Eleonora dormiva tranquilla. Erano in una bellissima stanza, al quarto piano dell'Hotel Estate, un cinque stelle completo di tutti i comfort. Inspirò e si alzò in piedi, avvicinandosi quasi zoppicando alla porta finestra che dava direttamente sul mare. Riordinò le idee e si ricordò tutto: la cena della sera precedente, il sesso in macchina fino ad esplodere e, cosa che voi lettori non avete avuto occasione di leggere nel capitolo precedente, la decisione di passare la notte in hotel. Presero la stanza migliore, ordinarono due bottiglie di champagne, si ubriacarono e continuarono a scopare per diverse ore, fino a prosciugarsi.
Erano ormai le 9.30 del mattino, Roberto si rese conto di essere in ritardo al lavoro. Prese il telefono per avvisare l'ufficio e trovò sei chiamate perse di Federica.
"Porca troia! Avrei dovuto almeno mandarle un messaggio..."
In quell'istante, silenziosa come un felino, Eleonora gli comparve alle spalle, cingendogli la vita con le braccia e baciandogli il collo.
"Buongiorno, Tesoro".
Roberto si girò sorridendo e la baciò. "Buongiorno a te. Hai dormito bene?"
Eleonora era completamente nuda e sorridente. "Si, ma avrei preferito dormire ancora un pò."
Roberto si staccò da lei e si avvicinò ai suoi vestiti. "Puoi farlo, se vuoi! La camera è presa fino alle 14, puoi riposarti ancora un pò, magari farti un giro in piscina."
Eleonora si avvicinò. "Non era proprio quello che speravo per oggi, Tesoro".
Roberto capì l'allusione. "Non posso, devo andare al lavoro!" "Ma dai, al diavolo il lavoro, prenderò malattia anche io! Abbiamo l'occasione di passare del tempo in questo albergo meraviglioso!"
Roberto scosse la testa. Eleonora gli afferrò il pene, che divenne subito duro. "Dai, non fare così! Passiamo qua la giornata, avanti!" Nel dirlo, gli leccò le labbra. Roberto sospirò e cercò di vincere la brutta sensazione che cominciò a frullargli nello stomaco.
"D'accordo, ma ora stai zitta perchè devo chiamare Federica. Mi ha lasciato sei chiamate, sarà preoccupata."
Eleonora si portò una mano alla bocca fingendo stupore. "Ma poverina..." Il telefono già squillava e Roberto lanciò ad Eleonora un'occhiata di rimprovero.
"Dove cazzo sei stato?" La reazione di Federica era prevedibile per Roberto.
"Amore, scusami sono imperdonabile."
"No, sei un coglione, è diverso! Ti ho chiamato sei volte, non ti sei degnato nemmeno di scrivermi. Sai quant'ero preoccupata?"
Roberto sentì una spada nello stomaco, il senso di colpa stava riemergendo. "Hai ragione, amore, scusami davvero. Ieri sera ho lavorato fino alle due, non ce la facevo più. Sono arrivato a casa come uno zombie e mi sono buttato a letto. Mi sono svegliato tardi, preparato in fretta e furia e sono uscito di casa."
Roberto sentì un nodo in gola quando sentì il proprio pene afferrato tra le mani. Eleonora gli sorrideva con malizia. Lui fece cenno di lasciarlo, ma lei, per tutta risposta, si inginocchiò e glielo prese in bocca. Federica, intanto, urlò:
"Mi stai ascoltando o no?"
Quell'urlo rabbioso lo riportò sulla Terra. "Si, si, scusami è che sto guidando, oggi ho un appuntamento fuori città."
Eleonora succhiava con forza e Roberto fece uno sforzo immane per non gemere. La voce di Federica era gracchiante dalla rabbia.
"Stammi a sentire, stasera ci vediamo e parliamo, perchè questa situazione mi sta snervando, è chiaro?"
Roberto fece il vago, facendo finta di dover ricordare qualcosa. "Stasera? Stasera..."
Federica lo interruppe bruscamente. "Stasera! E se provi a darmi il bidone vengo a prenderti e ti rompo la faccia. Non cè lavoro che tenga, ci fosse anche il presidente degli Stati Uniti. Chiaro?"
Roberto stava impazzendo per il lavoro di bocca della sua amante: "Si, si, d'accordo! Ora ti lascio che ci sono i vigili. Ciao".
Roberto riattaccò, lasciando di stucco Federica. Subito prese Eleonora e la rialzò tenendola con forza. "Ma sei impazzita?" Lei rispose ridendo e leccandogli le labbra.
"D'accordo, se è questo che vuoi." Roberto la girò di scatto, appoggiandola alla porta finestra del balcone. Il seno della ragazza era schiacciato sul vetro, le sorrise
"Vuoi castigarmi?"
Lui le infilò il pene eretto nella vagina e iniziò a penetrarla con forza, vibrandole degli schiaffi sul sedere.
"Vuoi fare sesso? Eccoti accontentata. E' tutto tuo." Eleonora gemeva e godeva.
"Così si, mi piace! Ah...più forte"
Roberto aumentò il ritmo dei colpi, baciandole il collo con foga. Lei parlava tra gli ansimi. "Finiamo in piscina...voglio farlo in piscina".
Roberto si era rassegnato all'idea che Eleonora riuscisse sempre ad averla vinta, in un modo o nell'altro. Chiamò il lavoro e avvertì che era malato e non poteva presentarsi. Lo stesso fece Eleonora. Subito dopo, i due amanti si rivestirono con gli abiti della sera precedente e scesero nella hall, dove Roberto informò il ricevimento che i due avrebbero passato la giornata nel centro benessere dell'albergo. Si recarono nella zona piscina e Roberto la affittò per le due ore successive. Li, i due fecero colazione e poi si gettarono nudi nell'acqua, cercando la bocchetta dell'idromassaggio.
Nel frattempo, intorno alle 10, Federica stava cercando l'agenda degli appuntamenti, visto che Eleonora non si era ancora presentata. Provò a chiamarla, ma il telefono risultava spento.
"Ma dov'è? Strano che non sia ancora qui..."
In quello stesso istante, entrò Vittoria dall'ingresso. "Ciao, Fede." Vittoria, una donna di circa quarant'anni, era la responsabile della spa.
"Ciao, Vicky, scusami, sto cercando l'agenda ma non la trovo."
Vittoria si avvicinò al cassetto e lo aprì con una chiave.
"Ecco, Ele la lascia sempre chiusa dentro, meno male che ho la chiave di riserva."
Federica prese l'agenda e controllò i suoi appuntamenti. Vittoria le indicò l'agenda
"Fede, riesci a prendere un paio di mie clienti? Oggi Ele non cè e la sostituisco io."
Federica ebbe un sussulto involontario.
"Perchè non cè?"
Vittoria alzò le spalle. "Ha la febbre".
Quel sesto senso che ogni tanto si presenta, specie nelle donne, attivò nuovamente un'allarme dentro di lei. Il fatto che la sera precedente, così bella e raggiante, fosse uscita con un amico e il giorno dopo non si presentasse al lavoro significava solo una cosa: i due devono averci dato molto dentro e, probabilmente, erano ancora insieme. Federica, seppur involontariamente, collegò questi due fatti con gli altri due pezzi del puzzle: Roberto aveva annullato l'appuntamento con lei e passato la notte al lavoro senza rispondere a nessuna chiamata. Il sospetto le penetrò il cuore e la mente, cercò di ripetersi che non era possibile una cosa del genere, che Roberto non avrebbe mai potuto tradirla. Ma era tutto inutile.
Chi se la passava molto meglio erano Roberto ed Eleonora. I due erano nella vasca dell'idromassaggio, avvinghiati l'uno all'altra come due polpi. Erano abbracciati, petto contro petto, il pene di lui che si muoveva serratamente nell'ingordo buco di lei. Eleonora gemeva e gemeva. Era venuta già tre volte da quando erano entrati in piscina. Lui era sul punto di venire. Quando Eleonora sentì che il respiro di Roberto divenne più frenetico, improvvisamente, si staccò da lui.
"Che...che fai? Stavo per venire!"
Eleonora scoppiò a ridere e inizò a nuotare in piscina
"Allora vieni a prendermi..."
Roberto sorrise e la inseguì a nuoto. Le afferrò un piede, tirandola verso di lui.
"Non provarci nemmeno", e nel dire questo le baciò il piede.
Eleonora finse di baciarlo e poi lo spinse sott'acqua per la testa, scoppiando a ridere. Roberto, immerso, nuotò fin sottò Eleonora, dandole un leggero morso sulla natica. La ragazza emise un grido acuto, lui le apparve alle spalle ridendo.
"Sei uno scemo", gli disse schizzandogli negli occhi.
Eleonora nuotò veloce fino al bordo, sempre ridendo. Roberto le fu addosso e le infilò il pene dietro. Lei ebbe un gemito di piacere. Lui le leccò l'orecchio
"Non provare a scapparmi!"
Tenendosi al bordo, Roberto muoveva il bacino in profondità e con energia, mentre Eleonora si godeva tutta la potenza sessuale dell'amante emettendo gridolini e risatine.
Intanto, Federica, passò le prime tre ore di lavoro con la testa completamente immersa nei suoi dubbi. "Davvero Roberto mi tradisce con Eleonora? Ma com'è possibile?" Federica con riuscia a capacitarsi nemmeno che Eleonora potesse commettere un simile colpo basso. Se solo avesse potuto sapere chi era il misterioso "amico" che aveva incontrato la sera precedente. Ma non era semplice. Eleonora era riservatissima e sulla sua pagina Facebook non pubblicava mai cose troppo personali. Si arrovellò il cervello fino alle 15, poi trovò la soluzione. Si precepitiò fuori dalla spa, salì in macchina e partì sgommando.
Il centro benessere dell'Hotel Estate comprendeva anche una sauna, della quale i due amanti aprofittarono subito dopo la piscina, affittandola per mezz'ora. Era un bell'ambiente, dalle pareti in legno e con diverse panche. Su una delle quali, Eleonora era a quattro zampe, mentre Roberto inginocchio dietro di lei la penetrava dandole forti schiaffi sul sedere. Il caldo li faceva sudare come maiali...e come tali si sentivano veramente. Roberto la teneva per i capelli con una mano, mentre con l'altra menva ceffoni piuttosto dolenti. Ma ad Eleonora il dolore di quel tipo serviva solamente per renderla ancora più eccitata. Lei godeva e intanto lo prendeva in giro
"E' tutto qui quello che sai fare? Non sarai già scarico, vero? La tua amichetta si accontenta di poco, eh?"
Roberto lasciò i capelli di Eleonora e con entrambe le mani la afferrò per i fianchi abbondanti.
"Ora ti faccio vedere io, maiala che non sei altro."
Roberto aumentò la forza dei suoi colpi, mentre Eleonora rideva di gusto
"Forse dovresti provare con la lingua...è sicuramente più lunga".
Quella battuta così sadica e inaspettata fece eccitare ancora di più Roberto, che decise di accontentare la sua insaziabile amante. Uscì da lei, la girò aprendole le gambe e iniziò a leccarla con avidità. Eleonora, che amava essere leccata in quel modo, gemette intensamente.
"Si, bravo, è questo che voglio..."
Il sudore di Eleonora si fondeva con l'umidiccio dei loro umori mescolati. Il sapore era disgustoso e prelibato allo stesso tempo. Così come deliziosi erano i mugugni sodddisfatti della sua Sirena. Eleonora muggiva come una mucca e in pochi secondi il muggito si trasformò in un grido di piacere. Roberto si rialzò e lei gli regalò uno dei suoi sorrisi maliziosi. Lui la prese in braccio mentre lei gli cingeva il tronco con le gambe e si baciarono profondamente.
Federica era giunta a destinazione: un piccolo bar di quartiere chiamato "Alex Man". Scese dalla macchina ed entrò. Molti sguardi si posarono su di lei, del resto la sua bellezza e sensualità era più che evidente. Dietro il bancone del bar si trovava un ragazzo intento a fare dei caffè. Non un ragazzo bellissimo, piuttosto appesantito e dai lineamenti irregolari. Ma in lui vi era un qualcosa di affascinante, forse il modo in cui parlava e gesticolava con i clienti. Ebbene, il nome di questo barista era Alessandro e, per la cronaca, era l'ex fidanzato storico di Eleonora.
"Buongiorno". Disse Federica accomodandosi su uno sgabello vicino al bancone.
"Buongiorno". Alessandro aveva l'espressione gentile e cordiale. "In cosa posso servirti?"
"Una Ichnusa."
Alessandro prese la bottiglia di birra e la stappò davanti a lei, servendole insieme un bicchiere e delle arachidi. Lei fece finta di guardarlo incuriosita, poi, dando fondo a qualche abilità recitativa, finse di non ricordarsi chi fosse.
"Scusami ma, io e te ci siamo già visti da qualche parte, vero?"
Alessandro la fissò un momento. "Si, forse si. Aspetta...tu lavori alla spa "Raggio di Luna", vero?"
Federica simulò benissimo il suo cascare dalle nuvole.
"Ma certo ora ricordo! Tu stavi insieme a Eleonora, giusto?"
Alessandro sembrò incupirsi un tantino. "Si, ecco dove ci siamo visti."
Federica era convinta che quella conversazione stesse per procedere, ma Alessandro tornò ad occuparsi della lavastoviglie da svuotare, lasciando cadere nel nulla il discorso. La ragazza fece una smorfia di disappunto, ora doveva trovare un modo per riallacciare un discorso che, era piuttosto chiaro, il suo interlocutore non desiderava proseguire. Ma ci provò lo stesso.
"Non sapevo che lavorassi qui. Bel bar."
"Fa schifo", rispose lui gelidamente. "Li vedi i miei clienti? Vecchi e ubriaconi."
Federica realizzò che Alessandro era un tipo piuttosto ruvido e che riportare i binari del discorso su Eleonora fosse più difficile del previsto.
"Secondo me dovresti dare una rimodernata al locale, non lo so, cambiare qualcosa! Fare qualcosa che possa attrarre i giovani"
"Grazie mille del consiglio". Il suo tono diceva "non rompemi il cazzo".
Federica non sapeva più che pesci pescare e allora si giocò la carta della compassione.
"Scusami se ti rompo, hai ragione, tu stai lavorando e io sono inopportuna. E' solo che sono in crisi profonda con il mio fidanzato. Le mie amiche mi danno quegli stupidi consigli da amiche del tipo, "mollalo" e cazzate varie. Così mi ritrovo a disturbare chicchessia con i miei racconti di depressione."
Alessandro si sentì imbarazzato da quella confessione. "Scusami, non volevo essere maleducato."
Federica sorrise, obbiettivo centrato. Allungò la mano e disse: "Comunque, io sono Federica."
"Alessandro, piacere"
Federica diede una golata alla birra.
"Gli affari di cuore sono davvero uno strazio, vero? Bisognerebbe non innamorarsi mai!"
"Non dirlo a me", sospirò Alessandro.
"Pensa che quell'idiota del mio fidanzato sono due giorni che si comporta in modo strano. Stanotte è stato al lavoro senza rispondermi al telefono e stamattina mi ha dato risposte evasive. Ho paura che mi stia tradendo."
Alessandro stappò due bottiglie di birra per due clienti seduti vicino a Federica.
"Ne so qualcosa di tradimenti?"
Federica aguzzò le orecchie.
"Davvero?"
Lui fece una faccia come per dire "dovevo stare zitto". Poi scrollò la testa. "Non dovrei parlarti di queste cose, tu sei una sua collega, quindi..."
Gli occhi di Federica divennero sottili come quelli di un cinese e la sua curiosità salì a mille.
"Stai tranquillo, io sono rinomata al lavoro per essere una tomba."
Alessandro sospirò.
"Dopo nove anni di storia Eleonora mi ha tradito. Con un tizio che ha conosciuto ad una convention per lavoro, un tale Francois.
Federica si morse il labbro e pensò "Convention? Intende forse il festival del benessere di due mesi fa? Francois...questo nome non mi è nuovo per niente..."
Alessandro continuò il suo racconto. "Trovai dei suoi messaggi inequivocabili sul telefono di lei, e così iniziai a seguirla. Ma niente di strano venne fuori dai miei pedinamenti, se non per..."
Federica era curiosa come una scimmia: "Se non per?"
Alessandro fece una strana faccia: "Se non che più di una volta passò diverso tempo dentro una palestra, senza mai iscriversi o fare ginnastica. Stava li a osservare delle persone e chiacchierare con un'amica."
Federica sentì il gelo nel sangue. "Quale palestra?"
"La Strong", rispose lui.
Federica avrebbe voluto gettare a terra la bottiglia dalla rabbia. La Strong era proprio la palestra di Roberto. Non aveva più dubbi. Alessandro andò avanti.
"Un giorno, quando uscì' dalla palestra, entrai io e chiesi di Francois, ma mi dissero che nessun Francois era iscritto da loro."
Per Federica si trattava di un'ulteriore conferma. Eleonora andava alla Strong per Roberto.
"Continua..."
Alessandro si fece forza. "La affrontai e le dissi tutto. Le dissi che avevo letto i messaggi, che avevo capito che lei mi tradiva. Lei mi rispose dicendomi che le dispiaceva, ma che non lo amava più. Che si era innamorata di un altro uomo."
Federica strinse i pugni. "Mi dispiace..."
"Le chiesi se era questo Francois, ma lei mi rispose di no. Capisci? Prima mi ha tradito con questo Francois e poi si è innamorata di un altro."
L'altro era Roberto. Federica ne era certa. Il suo fidanzato la stava tradendo con la sua collega.
"Mi dispiace molto, Alessandro. Tu meriti di meglio."
Alessandro sbuffò e tornò ad occuparsi delle stoviglie.
"Anche tu" rispose il barsita. Federica fu sorpresa dalla frase di Alessandro.
"Come?", disse lei.
"Ho detto che anche tu meriti di meglio. Non conosco il tuo fidanzato, ma se decide di tradire consapevolmente una ragazza bella e buona come te...significa che non ha capito niente della vita."
Non c'erano ne adulazione ne secondi fini nelle parole di Alessandro. Esprimeva una sincera empatia.
"Grazie, forse hai ragione."
Federica pagò la birra e fece per uscire.
"Voglio rivederti. Ho molte cose da raccontarti."
Erano le 18.30 e la luce del sole stava prendendo connotati arancioni e rosa. Sulla terrazza dell'Hotel Estate, Roberto e Eleonora erano in accappatoio, adagiati su una sdraio, lei in braccio a lui.
"E' stata una giornata meravigliosa" chiosò lei.
"Anche per me"
"Peccato che la serata non potrà continuare."
"Non questa sera."
Eleonora baciò il naso di Roberto.
"Quando la lascerai?"
Roberto, la cui coscienza aveva iniziato a rimordere, rispose poco convinto.
"Appena ne avrò l'occasione, te lo prometto."
Eleonora sorrise e lo baciò. Le due lingue si intrecciarono come un groviglio di serpenti. Lei si staccò e gli mostrò ancora il suo ghigno seducente.
"Mi mancherai moltissimo"
"Anche tu"
TO BE CONTINUED....
Il quarto capitolo è concluso e spero proprio che vi sia piaciuto. Aspetto di leggere i vostri commenti e ricordatevi che, se volete, potete scrivermi all'indirizzo cobralocke@gmail.com
Erano ormai le 9.30 del mattino, Roberto si rese conto di essere in ritardo al lavoro. Prese il telefono per avvisare l'ufficio e trovò sei chiamate perse di Federica.
"Porca troia! Avrei dovuto almeno mandarle un messaggio..."
In quell'istante, silenziosa come un felino, Eleonora gli comparve alle spalle, cingendogli la vita con le braccia e baciandogli il collo.
"Buongiorno, Tesoro".
Roberto si girò sorridendo e la baciò. "Buongiorno a te. Hai dormito bene?"
Eleonora era completamente nuda e sorridente. "Si, ma avrei preferito dormire ancora un pò."
Roberto si staccò da lei e si avvicinò ai suoi vestiti. "Puoi farlo, se vuoi! La camera è presa fino alle 14, puoi riposarti ancora un pò, magari farti un giro in piscina."
Eleonora si avvicinò. "Non era proprio quello che speravo per oggi, Tesoro".
Roberto capì l'allusione. "Non posso, devo andare al lavoro!" "Ma dai, al diavolo il lavoro, prenderò malattia anche io! Abbiamo l'occasione di passare del tempo in questo albergo meraviglioso!"
Roberto scosse la testa. Eleonora gli afferrò il pene, che divenne subito duro. "Dai, non fare così! Passiamo qua la giornata, avanti!" Nel dirlo, gli leccò le labbra. Roberto sospirò e cercò di vincere la brutta sensazione che cominciò a frullargli nello stomaco.
"D'accordo, ma ora stai zitta perchè devo chiamare Federica. Mi ha lasciato sei chiamate, sarà preoccupata."
Eleonora si portò una mano alla bocca fingendo stupore. "Ma poverina..." Il telefono già squillava e Roberto lanciò ad Eleonora un'occhiata di rimprovero.
"Dove cazzo sei stato?" La reazione di Federica era prevedibile per Roberto.
"Amore, scusami sono imperdonabile."
"No, sei un coglione, è diverso! Ti ho chiamato sei volte, non ti sei degnato nemmeno di scrivermi. Sai quant'ero preoccupata?"
Roberto sentì una spada nello stomaco, il senso di colpa stava riemergendo. "Hai ragione, amore, scusami davvero. Ieri sera ho lavorato fino alle due, non ce la facevo più. Sono arrivato a casa come uno zombie e mi sono buttato a letto. Mi sono svegliato tardi, preparato in fretta e furia e sono uscito di casa."
Roberto sentì un nodo in gola quando sentì il proprio pene afferrato tra le mani. Eleonora gli sorrideva con malizia. Lui fece cenno di lasciarlo, ma lei, per tutta risposta, si inginocchiò e glielo prese in bocca. Federica, intanto, urlò:
"Mi stai ascoltando o no?"
Quell'urlo rabbioso lo riportò sulla Terra. "Si, si, scusami è che sto guidando, oggi ho un appuntamento fuori città."
Eleonora succhiava con forza e Roberto fece uno sforzo immane per non gemere. La voce di Federica era gracchiante dalla rabbia.
"Stammi a sentire, stasera ci vediamo e parliamo, perchè questa situazione mi sta snervando, è chiaro?"
Roberto fece il vago, facendo finta di dover ricordare qualcosa. "Stasera? Stasera..."
Federica lo interruppe bruscamente. "Stasera! E se provi a darmi il bidone vengo a prenderti e ti rompo la faccia. Non cè lavoro che tenga, ci fosse anche il presidente degli Stati Uniti. Chiaro?"
Roberto stava impazzendo per il lavoro di bocca della sua amante: "Si, si, d'accordo! Ora ti lascio che ci sono i vigili. Ciao".
Roberto riattaccò, lasciando di stucco Federica. Subito prese Eleonora e la rialzò tenendola con forza. "Ma sei impazzita?" Lei rispose ridendo e leccandogli le labbra.
"D'accordo, se è questo che vuoi." Roberto la girò di scatto, appoggiandola alla porta finestra del balcone. Il seno della ragazza era schiacciato sul vetro, le sorrise
"Vuoi castigarmi?"
Lui le infilò il pene eretto nella vagina e iniziò a penetrarla con forza, vibrandole degli schiaffi sul sedere.
"Vuoi fare sesso? Eccoti accontentata. E' tutto tuo." Eleonora gemeva e godeva.
"Così si, mi piace! Ah...più forte"
Roberto aumentò il ritmo dei colpi, baciandole il collo con foga. Lei parlava tra gli ansimi. "Finiamo in piscina...voglio farlo in piscina".
Roberto si era rassegnato all'idea che Eleonora riuscisse sempre ad averla vinta, in un modo o nell'altro. Chiamò il lavoro e avvertì che era malato e non poteva presentarsi. Lo stesso fece Eleonora. Subito dopo, i due amanti si rivestirono con gli abiti della sera precedente e scesero nella hall, dove Roberto informò il ricevimento che i due avrebbero passato la giornata nel centro benessere dell'albergo. Si recarono nella zona piscina e Roberto la affittò per le due ore successive. Li, i due fecero colazione e poi si gettarono nudi nell'acqua, cercando la bocchetta dell'idromassaggio.
Nel frattempo, intorno alle 10, Federica stava cercando l'agenda degli appuntamenti, visto che Eleonora non si era ancora presentata. Provò a chiamarla, ma il telefono risultava spento.
"Ma dov'è? Strano che non sia ancora qui..."
In quello stesso istante, entrò Vittoria dall'ingresso. "Ciao, Fede." Vittoria, una donna di circa quarant'anni, era la responsabile della spa.
"Ciao, Vicky, scusami, sto cercando l'agenda ma non la trovo."
Vittoria si avvicinò al cassetto e lo aprì con una chiave.
"Ecco, Ele la lascia sempre chiusa dentro, meno male che ho la chiave di riserva."
Federica prese l'agenda e controllò i suoi appuntamenti. Vittoria le indicò l'agenda
"Fede, riesci a prendere un paio di mie clienti? Oggi Ele non cè e la sostituisco io."
Federica ebbe un sussulto involontario.
"Perchè non cè?"
Vittoria alzò le spalle. "Ha la febbre".
Quel sesto senso che ogni tanto si presenta, specie nelle donne, attivò nuovamente un'allarme dentro di lei. Il fatto che la sera precedente, così bella e raggiante, fosse uscita con un amico e il giorno dopo non si presentasse al lavoro significava solo una cosa: i due devono averci dato molto dentro e, probabilmente, erano ancora insieme. Federica, seppur involontariamente, collegò questi due fatti con gli altri due pezzi del puzzle: Roberto aveva annullato l'appuntamento con lei e passato la notte al lavoro senza rispondere a nessuna chiamata. Il sospetto le penetrò il cuore e la mente, cercò di ripetersi che non era possibile una cosa del genere, che Roberto non avrebbe mai potuto tradirla. Ma era tutto inutile.
Chi se la passava molto meglio erano Roberto ed Eleonora. I due erano nella vasca dell'idromassaggio, avvinghiati l'uno all'altra come due polpi. Erano abbracciati, petto contro petto, il pene di lui che si muoveva serratamente nell'ingordo buco di lei. Eleonora gemeva e gemeva. Era venuta già tre volte da quando erano entrati in piscina. Lui era sul punto di venire. Quando Eleonora sentì che il respiro di Roberto divenne più frenetico, improvvisamente, si staccò da lui.
"Che...che fai? Stavo per venire!"
Eleonora scoppiò a ridere e inizò a nuotare in piscina
"Allora vieni a prendermi..."
Roberto sorrise e la inseguì a nuoto. Le afferrò un piede, tirandola verso di lui.
"Non provarci nemmeno", e nel dire questo le baciò il piede.
Eleonora finse di baciarlo e poi lo spinse sott'acqua per la testa, scoppiando a ridere. Roberto, immerso, nuotò fin sottò Eleonora, dandole un leggero morso sulla natica. La ragazza emise un grido acuto, lui le apparve alle spalle ridendo.
"Sei uno scemo", gli disse schizzandogli negli occhi.
Eleonora nuotò veloce fino al bordo, sempre ridendo. Roberto le fu addosso e le infilò il pene dietro. Lei ebbe un gemito di piacere. Lui le leccò l'orecchio
"Non provare a scapparmi!"
Tenendosi al bordo, Roberto muoveva il bacino in profondità e con energia, mentre Eleonora si godeva tutta la potenza sessuale dell'amante emettendo gridolini e risatine.
Intanto, Federica, passò le prime tre ore di lavoro con la testa completamente immersa nei suoi dubbi. "Davvero Roberto mi tradisce con Eleonora? Ma com'è possibile?" Federica con riuscia a capacitarsi nemmeno che Eleonora potesse commettere un simile colpo basso. Se solo avesse potuto sapere chi era il misterioso "amico" che aveva incontrato la sera precedente. Ma non era semplice. Eleonora era riservatissima e sulla sua pagina Facebook non pubblicava mai cose troppo personali. Si arrovellò il cervello fino alle 15, poi trovò la soluzione. Si precepitiò fuori dalla spa, salì in macchina e partì sgommando.
Il centro benessere dell'Hotel Estate comprendeva anche una sauna, della quale i due amanti aprofittarono subito dopo la piscina, affittandola per mezz'ora. Era un bell'ambiente, dalle pareti in legno e con diverse panche. Su una delle quali, Eleonora era a quattro zampe, mentre Roberto inginocchio dietro di lei la penetrava dandole forti schiaffi sul sedere. Il caldo li faceva sudare come maiali...e come tali si sentivano veramente. Roberto la teneva per i capelli con una mano, mentre con l'altra menva ceffoni piuttosto dolenti. Ma ad Eleonora il dolore di quel tipo serviva solamente per renderla ancora più eccitata. Lei godeva e intanto lo prendeva in giro
"E' tutto qui quello che sai fare? Non sarai già scarico, vero? La tua amichetta si accontenta di poco, eh?"
Roberto lasciò i capelli di Eleonora e con entrambe le mani la afferrò per i fianchi abbondanti.
"Ora ti faccio vedere io, maiala che non sei altro."
Roberto aumentò la forza dei suoi colpi, mentre Eleonora rideva di gusto
"Forse dovresti provare con la lingua...è sicuramente più lunga".
Quella battuta così sadica e inaspettata fece eccitare ancora di più Roberto, che decise di accontentare la sua insaziabile amante. Uscì da lei, la girò aprendole le gambe e iniziò a leccarla con avidità. Eleonora, che amava essere leccata in quel modo, gemette intensamente.
"Si, bravo, è questo che voglio..."
Il sudore di Eleonora si fondeva con l'umidiccio dei loro umori mescolati. Il sapore era disgustoso e prelibato allo stesso tempo. Così come deliziosi erano i mugugni sodddisfatti della sua Sirena. Eleonora muggiva come una mucca e in pochi secondi il muggito si trasformò in un grido di piacere. Roberto si rialzò e lei gli regalò uno dei suoi sorrisi maliziosi. Lui la prese in braccio mentre lei gli cingeva il tronco con le gambe e si baciarono profondamente.
Federica era giunta a destinazione: un piccolo bar di quartiere chiamato "Alex Man". Scese dalla macchina ed entrò. Molti sguardi si posarono su di lei, del resto la sua bellezza e sensualità era più che evidente. Dietro il bancone del bar si trovava un ragazzo intento a fare dei caffè. Non un ragazzo bellissimo, piuttosto appesantito e dai lineamenti irregolari. Ma in lui vi era un qualcosa di affascinante, forse il modo in cui parlava e gesticolava con i clienti. Ebbene, il nome di questo barista era Alessandro e, per la cronaca, era l'ex fidanzato storico di Eleonora.
"Buongiorno". Disse Federica accomodandosi su uno sgabello vicino al bancone.
"Buongiorno". Alessandro aveva l'espressione gentile e cordiale. "In cosa posso servirti?"
"Una Ichnusa."
Alessandro prese la bottiglia di birra e la stappò davanti a lei, servendole insieme un bicchiere e delle arachidi. Lei fece finta di guardarlo incuriosita, poi, dando fondo a qualche abilità recitativa, finse di non ricordarsi chi fosse.
"Scusami ma, io e te ci siamo già visti da qualche parte, vero?"
Alessandro la fissò un momento. "Si, forse si. Aspetta...tu lavori alla spa "Raggio di Luna", vero?"
Federica simulò benissimo il suo cascare dalle nuvole.
"Ma certo ora ricordo! Tu stavi insieme a Eleonora, giusto?"
Alessandro sembrò incupirsi un tantino. "Si, ecco dove ci siamo visti."
Federica era convinta che quella conversazione stesse per procedere, ma Alessandro tornò ad occuparsi della lavastoviglie da svuotare, lasciando cadere nel nulla il discorso. La ragazza fece una smorfia di disappunto, ora doveva trovare un modo per riallacciare un discorso che, era piuttosto chiaro, il suo interlocutore non desiderava proseguire. Ma ci provò lo stesso.
"Non sapevo che lavorassi qui. Bel bar."
"Fa schifo", rispose lui gelidamente. "Li vedi i miei clienti? Vecchi e ubriaconi."
Federica realizzò che Alessandro era un tipo piuttosto ruvido e che riportare i binari del discorso su Eleonora fosse più difficile del previsto.
"Secondo me dovresti dare una rimodernata al locale, non lo so, cambiare qualcosa! Fare qualcosa che possa attrarre i giovani"
"Grazie mille del consiglio". Il suo tono diceva "non rompemi il cazzo".
Federica non sapeva più che pesci pescare e allora si giocò la carta della compassione.
"Scusami se ti rompo, hai ragione, tu stai lavorando e io sono inopportuna. E' solo che sono in crisi profonda con il mio fidanzato. Le mie amiche mi danno quegli stupidi consigli da amiche del tipo, "mollalo" e cazzate varie. Così mi ritrovo a disturbare chicchessia con i miei racconti di depressione."
Alessandro si sentì imbarazzato da quella confessione. "Scusami, non volevo essere maleducato."
Federica sorrise, obbiettivo centrato. Allungò la mano e disse: "Comunque, io sono Federica."
"Alessandro, piacere"
Federica diede una golata alla birra.
"Gli affari di cuore sono davvero uno strazio, vero? Bisognerebbe non innamorarsi mai!"
"Non dirlo a me", sospirò Alessandro.
"Pensa che quell'idiota del mio fidanzato sono due giorni che si comporta in modo strano. Stanotte è stato al lavoro senza rispondermi al telefono e stamattina mi ha dato risposte evasive. Ho paura che mi stia tradendo."
Alessandro stappò due bottiglie di birra per due clienti seduti vicino a Federica.
"Ne so qualcosa di tradimenti?"
Federica aguzzò le orecchie.
"Davvero?"
Lui fece una faccia come per dire "dovevo stare zitto". Poi scrollò la testa. "Non dovrei parlarti di queste cose, tu sei una sua collega, quindi..."
Gli occhi di Federica divennero sottili come quelli di un cinese e la sua curiosità salì a mille.
"Stai tranquillo, io sono rinomata al lavoro per essere una tomba."
Alessandro sospirò.
"Dopo nove anni di storia Eleonora mi ha tradito. Con un tizio che ha conosciuto ad una convention per lavoro, un tale Francois.
Federica si morse il labbro e pensò "Convention? Intende forse il festival del benessere di due mesi fa? Francois...questo nome non mi è nuovo per niente..."
Alessandro continuò il suo racconto. "Trovai dei suoi messaggi inequivocabili sul telefono di lei, e così iniziai a seguirla. Ma niente di strano venne fuori dai miei pedinamenti, se non per..."
Federica era curiosa come una scimmia: "Se non per?"
Alessandro fece una strana faccia: "Se non che più di una volta passò diverso tempo dentro una palestra, senza mai iscriversi o fare ginnastica. Stava li a osservare delle persone e chiacchierare con un'amica."
Federica sentì il gelo nel sangue. "Quale palestra?"
"La Strong", rispose lui.
Federica avrebbe voluto gettare a terra la bottiglia dalla rabbia. La Strong era proprio la palestra di Roberto. Non aveva più dubbi. Alessandro andò avanti.
"Un giorno, quando uscì' dalla palestra, entrai io e chiesi di Francois, ma mi dissero che nessun Francois era iscritto da loro."
Per Federica si trattava di un'ulteriore conferma. Eleonora andava alla Strong per Roberto.
"Continua..."
Alessandro si fece forza. "La affrontai e le dissi tutto. Le dissi che avevo letto i messaggi, che avevo capito che lei mi tradiva. Lei mi rispose dicendomi che le dispiaceva, ma che non lo amava più. Che si era innamorata di un altro uomo."
Federica strinse i pugni. "Mi dispiace..."
"Le chiesi se era questo Francois, ma lei mi rispose di no. Capisci? Prima mi ha tradito con questo Francois e poi si è innamorata di un altro."
L'altro era Roberto. Federica ne era certa. Il suo fidanzato la stava tradendo con la sua collega.
"Mi dispiace molto, Alessandro. Tu meriti di meglio."
Alessandro sbuffò e tornò ad occuparsi delle stoviglie.
"Anche tu" rispose il barsita. Federica fu sorpresa dalla frase di Alessandro.
"Come?", disse lei.
"Ho detto che anche tu meriti di meglio. Non conosco il tuo fidanzato, ma se decide di tradire consapevolmente una ragazza bella e buona come te...significa che non ha capito niente della vita."
Non c'erano ne adulazione ne secondi fini nelle parole di Alessandro. Esprimeva una sincera empatia.
"Grazie, forse hai ragione."
Federica pagò la birra e fece per uscire.
"Voglio rivederti. Ho molte cose da raccontarti."
Erano le 18.30 e la luce del sole stava prendendo connotati arancioni e rosa. Sulla terrazza dell'Hotel Estate, Roberto e Eleonora erano in accappatoio, adagiati su una sdraio, lei in braccio a lui.
"E' stata una giornata meravigliosa" chiosò lei.
"Anche per me"
"Peccato che la serata non potrà continuare."
"Non questa sera."
Eleonora baciò il naso di Roberto.
"Quando la lascerai?"
Roberto, la cui coscienza aveva iniziato a rimordere, rispose poco convinto.
"Appena ne avrò l'occasione, te lo prometto."
Eleonora sorrise e lo baciò. Le due lingue si intrecciarono come un groviglio di serpenti. Lei si staccò e gli mostrò ancora il suo ghigno seducente.
"Mi mancherai moltissimo"
"Anche tu"
TO BE CONTINUED....
Il quarto capitolo è concluso e spero proprio che vi sia piaciuto. Aspetto di leggere i vostri commenti e ricordatevi che, se volete, potete scrivermi all'indirizzo cobralocke@gmail.com
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