La Falce Capitolo 3

di
genere
dominazione

Fredo era sulla strada di casa, alla guida della sua BMW. Stava già pregustando quel momento in cui, dopo la cena, avrebbe giocato un pò con sua moglie. Non era sexy come Carmela, ma sapeva eccitarlo come si deve, specialmente quando gemeva per il dolore. Averla frustata la sera prima gli aveva dato talmente tanto piacere che quella sera l'avrebbe rifatto, ma stavolta più forte.

"Questa volta le farò il culo anche con un oggetto! Sono proprio curioso di vedere come reagirà!"

Il cazzo di Fredo era duro al solo pensiero.

"Stai calmo fratello", disse scherzosamente al suo cazzo. "Tra poco ti divertirai come mai nella tua vita.

Parcheggiò sotto casa, prese l'ascensore ed entrò.

"Elisa!"

Fredo notò che la cena non era pronta. "Elisa, cazzo!" urlò. La ragazza apparve in vestaglia, tranquilla.

"Buonasera, Fredo!"

"Perchè la cena non è ancora pronta?"

"Sono arrivata tardi a casa!"

"Che cazzo di risposta è?"

"La verità!"

Fredo si avvicinò ad Elisa.

"Volevo riservare i giochi per dopocena, ma visto che cè da aspettare, perchè non farlo ora?"

Fredo prese per un braccio Elisa e la portò in camera da letto.

"Cosa vuoi fare?"

"Reclamo ciò che è mio, puttana!"

La spinse sul letto e si spogliò velocemente, lanciando a terra vestiti e mutande, ma tenendo in mano la cintura.

"Ti ricordi il gioco di ieri? Bè, adesso lo rifacciamo! Ma con un piccolo extra!"

Fredo salì sul letto, mentre Elisa sospirò. La girò sulla pancia e le aprì le natiche.

"Ecco che arriva il mio cazzone!"

L'armadio si aprì di scatto ed uscì Ian come una furia. Si avventò su Fredo, prendendolo dai fianchi e lanciandolo fuori dal letto. L'uomo cadde a terra malamente.

"Chi cazzo sei tu? Un ladro!?"
Ian raccolse la cintura di Fredo.

"Sono quello che si prende tua moglie!"

Detto questo, Ian saltò addosso a Fredo, tempestandolo di cinghiate. L'uomo, a terra, tentò di coprirsi ma essendo nudo la cinghia lo colpiva da tutte le parti. Iniziò ad urlare dal dolore.

"Fermo, fermo! Fermati!"

Provò a difendersi alzando una gamba, ma Ian la prese e se la mise sotto il braccio, colpendo con fortissime cinghiate sulla schiena e sul sedere di Fredo.

"Aiuto! Aiutatemi! Elisa, ti prego, fermalo, fermalo!"

Urlava a squarciagola dal dolore. Riuscì a strappare via la gamba dalla presa di Ian e gattonò verso la porta, ma Ian gli arrivò alle spalle e lo afferrò per i testicoli.

"Lasciami, lasciami ti prego, mi fai male!"

Il dolore lo costrinse a inginocchiarsi. Ian stringeva i gioielli di famiglia di Fredo con forza. L'uomo era in lacrime. Guardava Elisa, la quale non si mosse di un centimetro, ma si godeva la scena appoggiata al letto.

"Elisa, Elisa, ti prego, fermalo! Fai qualcosa, ti prego, aiutami!"

Piangeva e implorava pietà. Un tempo, Elisa sarebbe rabbrividita davanti ad una scena del genere, ma dopo tutto quello che aveva subito, la vista di quell'uomo ridotto in lacrime la eccitava da morire.

"Che faccio, Elisa? Decidi tu!" Disse Ian.

Fredo la guardò con uno sguardo di imploro.

"Fanne ciò che vuoi!" Disse lei freddamente. Fredo urlò di terrore, mentre Ian gli prese la testa e lo schiacciò ventre a terra. Si sedette sulla sua schiena e iniziò a frustarlo sul sedere con forza. Fredo piangeva, implorava, pregava. Era totalmente alla mercè di Ian. Il suo sedere divenne prima rosso, poi viola e infine blu.

"Non la toccherai mai più! Non le farai mai più del male!!! Elisa, passami le corde!"

Da sotto il letto, Elisa tirò fuori delle corde e le lanciò ad Ian. Gli legò le braccia e le gambe, unendo poi la corda dei polsi e quella delle caviglie con un'ulteriore corda. Fredo piangeva e basta, ripeteva solo "lasciami", "ti prego", "aiuto". Ian prese un bavaglio e gli tappò la bocca. Lo mise di lato e gli afferrò il cazzo con la mano.

"Oltre che essere un pezzo di lardo sei anche un minidotato! Che cazzetto è questo?"

Glielo torse con forza. Fredo urlò da sotto il bavaglio. Elisa si eccitò a tal punto che iniziò a masturbarsi.

"Questo cazzetto schifoso non toccherà mai più Elisa! Mai più!"

Glielo torse ancora con forza. Fredo era allo stremo, le lacrime gli soffocavano la gola e urlava con talmente tanta forza da fargli quasi sanguinare il palato.

"Adesso tu guarderai! Guarderai me prendere tua moglie! E farla mia per sempre!"

Ian si allontanò e si buttò nel letto di Elisa, che lo accolse a braccia aperte. Le aprì le gambe e iniziò a leccarle gentilmente la vagina. Fredo piangeva di gelosia, dolore, umiliazione. Un maschio alfa era entrato nel suo territorio, lo aveva umiliato e gli stava portando via la donna. Pianse ininterrottamente, creando una pozza di lacrime sul pavimento. Intanto, Ian mostrò all'uomo il suo cazzo, ben più grosso.

"Lo vedi com'è fatto un cazzo? Lo vedi?"

Fredo era sempre più umiliato. Ian aprì le cosce di Elisa e la penetrò con gentilezza. La pompava a ritmo costante e in aumento. Elisa gemeva, come mai Fredo l'aveva sentita gemere. Si dimenava, legato dalle corde, mentre sentiva sua moglie che veniva presa per sempre da quel ragazzo che lo aveva battuto ed umiliato. Lui entrava e usciva da lei. Lei ansimava, gemeva, godeva. Godeva per davvero. Elisa lo guardò con freddezza e gli parlò.

"Non mi hai mai fatto venire nemmeno una volta! Il tuo cazzo è piccolo ed inutile! L'unica consolazione che avevo quando mi scopavi è che almeno non sentivo niente e duravi meno di uno starnuto!"

Fredo singhiozzava convulsamente. Così nudo e legato in un bondage molto fetish si sentiva talmente umiliato che avrebbe voluto morire. Vedere quel grosso cazzo scopare sua moglie e lei godere così tanto lo distruggeva. Sentire la verità su di lui e sulle sue misere prestazioni lo annientava. La sua mascolinità veniva portava via secondo dopo secondo. Era sempre più devirilizzato. Come se una grossa falce gli avesse tagliato i coglioni. Era in lacrime, come una donnicciola, incapace di tenersi la sua donna.

Ian ed Elisa si baciavano appassionatamente mentre lui entrava ed usciva da lei. Baci di passione, di amore. Fredo era immobilizzato al suolo, incapace di reclamare la sua donna. Incapace di fare qualsiasi cosa. Mentre Ian "profanava" la sacralità dei buchi di sua moglie, lui, suo marito, il "re", si dimenava a terra mugugnando dietro il bavaglio e singhiozzando come una bambina. Tutta la sua virilità era sparita. Si sentiva debole, piccolo, umiliato.

Ian continuava a pompare la sua spada fiammeggiante in lei. Elisa godeva il doppio: sia per il sesso con Ian, sia per l'umiliazione di Fredo. Guardò suo marito con un ghigno diabolico.

"Sei patetico! Debole, vigliacco! Questo è un vero uomo!"

Fredo rispose con un singhiozzo. La sua vita era ormai rovinata. Elisa sentì l'orgasmo nascere nelle sue viscere e risalire le vene e i nervi, fino a scoppiarle nella testa.

"Vengooooooo!!!"

Ian stesso, esplose in un'ondata di piacere, bagnando la porta di Elisa con il suo fluido argentato. Ad amplesso finito, i due si baciarono a lungo. Quando si staccarono, Elisa si avvicinò a Fredo e gli schiacciò il pene con il piede. Lui emise un urlo soffocato.

"Patetico, flaccido, figlio di puttana! Non voglio vederti mai più! Ora me ne andrò per sempre da questa casa, ma tu prova a seguirmi, cercarmi, anche solo fare il mio nome e giuro che sei finito!"
Ian si avvicinò al comodino e prese il cellulare.

"La telecamera era accesa da quando siete entrati nella stanza! Tutto quello che hai subito è registrato qui! Diffonderò il video ovunque se per caso proverai ad avvicinarti a lei. Ma prima di farlo, giuro che non mi accontenterò di prenderti a frustate, ma ti spaccherò il culo con un dildo! Sono stato chiaro?"

Fredo, in lacrime, fece un cenno d'assenso con la testa. Ian si avvicinò e slegò un braccio a Fredo.

"Il resto toglitelo da solo, noi ce ne andiamo!"

I due presero le valigie di Elisa ed uscirono di casa, lasciando Fredo mezzo legato sul pavimento. Chiusa la porta, Fredo scoppiò in un pianto disperato ed isterico.

TO BE CONTINUED...

Lettrici e lettori, il prossimo sarà l'ultimo capitolo di questa storia! E mentre lo aspettate, lasciatemi un sempiterno commento oppure scrivetemi a cobralocke@gmail.com
di
scritto il
2019-06-16
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