L'Apparenza Inganna Capitolo 5
di
Locke
genere
tradimenti
Erano le 20.30, Roberto era appena giunto sotto casa di Federica. Aveva salutato Eleonora appena un'ora e mezza prima e il suo senso di colpa stava aumentando rapidamente. Disse alla sua amante che avrebbe lasciato Federica alla prima occasione utile, ma sentiva che gli mancava il coraggio. Ma non era solo quello. Roberto non era ancora sicuro dei sentimenti che provava per Eleonora, non era sicuro di non sentire più niente per Federica. Forse quella serata avrebbe potuto schiarirgli le idee, ma certamente sapeva che avrebbe dovuto affrontare la rabbia della fidanzata. Alle 20.35 Federica uscì dal portone e si diresse verso l'Audi di Roberto. Guardandola camminare non poteva che ammirare quella piccola bellezza. Indossava un vestito bianco talmente attillato che sembrava le fosse stato dipinto addosso, molto corto e con una scollatura generosa ma non volgare. Ai piedi portava dei tacchi a spillo bianchi vertiginosi che avrebbero reso la camminata impervia a qualsiasi altra ragazza, ma non a Federica. Lei si sentiva a suo agio con i tacchi come se fossero ciabatte. I suoi capelli corvini erano tirati e legati in una lunga coda di cavallo. Quando entrò in macchina venne inebriato dal suo profumo dolciastro.
"Ciao amore" disse lui cercando di simulare tranquillità.
Federica gli fece una smorfia di disapprovazione. "Hai molto da farti perdonare questa sera."
Roberto sorrise. "Certo, hai ragione." E dicendo questo diede gas alla macchina e partì.
Federica era decisa a non attaccare per prima. Anche se era piuttosto sicura dei suoi sospetti voleva perlomeno cercare di capire qualcos'altro. Non voleva scoprirsi subito. Decise di accendersi una sigaretta.
"Dove mi porti?"
Roberto le sorrise in modo complice. "Al messicano! Cena e subito dopo ballo latino! Che ne dici?"
Lei sbuffò un rivolo di fumo. "Sta bene. Dunque, hai lavorato molto in questi due giorni?"
Roberto sentì lo stomaco stringersi. Non le aveva mai mentito prima, era sempre stato sincero ed onesto con lei. Raccontarle delle bugie lo metteva a disagio, ma alternative non ne vedeva. "Moltissimo. Siamo sul punto di completare un progetto al quale lavoriamo da parecchio tempo. Purtroppo quando si arriva alla fine è il momento di darci più dentro."
Federica sorrise. "Ah, certo!"
Arrivarono davanti al locale e parcheggiarono proprio davanti all'entrata.
"Ti ricordi? Due anni fa?" Roberto le sorrideva mentre parlava.
Federica scoppiò a ridere. "La tua prima serata latinoamericana, mi hai ridotto i piedi come una poltiglia. Sembravi un dinosauro!"
"E' vero, però devi ammettere che ho fatto progressi!"
"Vedremo stasera se ti ricordi ancora come si fa!"
I due uscirono dalla macchina ed entrarono, vennero accompagnati ad un tavolo e ordinarono.
"Sei piuttosto sentimentale stasera se mi hai portata qui! O forse ti senti in colpa?"
Istintamente, Roberto iniziò a tossire e sputò il tacos che stava mangiando.
"Hey!", si allarmò Federica, "tutto bene?"
Roberto bevve un sorso d'acqua. "Scusami, mi è andato per traverso."
Il giovane si sentiva veramente in colpa. Scelse quel posto proprio per cercare di riprovare le stesse sensazioni di due anni prima, quando erano appena diventati una coppia. Quando erano davvero felici.
"Avevo solo voglia di passare una bella serata e di farmi perdonare per averti fatto preoccupare. Tutto qui."
Federica abozzò un sorriso. "Come inizio non cè male."
Roberto prese la mano di Federica e le diede un bacio. "Speriamo che anche la fine lo sia."
Federica colse la palla al balzo. "Ti ricordi come finì quella sera di due anni fa?"
Roberto sorrise maliziosamente. "Ero ubriaco fradicio, ma ricordo tutto. Eravamo così arrapati che lo abbiamo fatto nel bagno del locale."
"Nel bagno delle donne, per essere precisi."
"Si, esatto. Ricordo ogni particolare. Tu indossavi quel vestito rosso e gli stivali. E quando eravamo in bagno io te l'ho tirato sulla schiena e ho cominciato..."
Lei gli fece cenno con un dito sulle labbra: "Abbassa la voce!"
"Scusa! Dicevo che ho cominciato a leccartela e poi..."
Lei fece la faccia seria. "E poi me lo hai messo nel culo, brutto stronzo!"
Roberto scoppiò a ridere. "Mi sembrava che ti fosse piaciuto, comunque!"
Il ragazzo si rese conto che il suo uccello era duro. Quella situazione lo stava eccitando.
"Ero ubriaca anche io! Quella volta non conta!"
"Ma che bugiarda! Me lo hai chiesto una seconda volta non ricordi?"
"No, no, no! Non ci provare! Sei tu che hai capito fischi per fiaschi, io non ti ho mai chiesto di rifarlo."
Il telefono di Roberto vibrò mentre Federica parlava. Lo prese, guardandolo leggermente. Era un messaggio di Eleonora. Lui non lo lesse nemmeno e rimise il telefono in tasca.
"Sei confusa amore mio, io ricordo ogni singola parola."
Federica era soddisfatta della piega del discorso. Poteva giocare sull'effetto nostalgia per far sentire in colpa Roberto e sperare che le facesse una confessione spontanea.
"Sai Robbi, mi sto divertendo molto. Era da tanto che non chiacchieravamo così! Siamo sempre così impegnati, sempre così di corsa. Non ci ritagliamo mai un momento per noi due."
Roberto sentì nuovamente la piega allo stomaco.
"Si, hai ragione."
Federica lo prese per mano.
"A volte penso che sei cambiato o che io sono cambiata. Ma quando scherziamo in questo modo mi sembra di rivedere nuovamente quelli che eravamo due anni fa. Quando tu eri meno impegnato col lavoro e io meno ossessionata da altre cazzate."
In quello sguardo e in quel gesto dolce, Roberto riconobbe la sua Federica. Quella ragazza forte e spavalda in pubblico, ma dolce e vogliosa di tenerezza con lui. La ragazza di cui si era innamorato due anni prima, quando la vide per la prima volta sul tapis roulant della palestra e alla quale chiese di uscire per due settimane prima che lei gli dicesse di si. Quella ragazza che gli diede la sua verginità dopo tre mesi che stavano insieme, e che scelse di farlo in una notte stellata ai piedi delle rovine di un castello.
"Fede, io, so che a volte posso essere uno stronzo. E so benissimo di averti mancato di rispetto in questi due giorni ma..."
Federica lo guardò seria ma mantenendo la parte. Voleva capire fin dove si poteva spingere senza tradirsi.
"...ma ti prometto che cercherò di essere più presente, meno concentrato su altre cose. Non capiterà più che non ti risponderò al telefono."
Federica avvertì una doppia sensazione in lei: da una parte era innervosita perchè Roberto continuava a mentirle, dall'altra sperava ardentemente che tutta questa storia fosse una sua congettura mentale e che veramente Roberto fosse solo al lavoro quella notte. Cenarono continuando a scherzare e a ricordare il passato. Quando finirono, Federica si alzò in piedi.
"La salsa. E' la mia preferita."
Roberto allungò la mano. "Vuole concedermi l'onore?"
I due andarono sulla pista e iniziarono a ballare con trasporto. Roberto si muoveva piuttosto bene per essere un novizio, mentre Federica era molto più abile. Lei estrasse il cellulare, si avvicinò a lui e si fece un selfie.
"Scusami, ma te che balli il latino è un evento da immortalare..."
"Ma senti te..."
Federica agitava il suo corpo in modo sensuale. Quello splendido corpo temprato da ore di palestra e sacrifici di dieta. Quando la toccava poteva sentire quanto sodo fosse il suo sedere, quanto tondi e perfetti i suoi seni. Nella sua testa, il paragone con Eleonora era automatico. E per quanto avesse passato il pomeriggio ad amoreggiare con lei, in quel momento, la sua Federica, così sensuale nel modo di ballare e di muoversi, valeva cento volte più di Eleonora. Ma non era solo questione di fisico e di attrazione. Ma in quell'istante tutti i ricordi che aveva in comune con Federica, tutti i momenti belli e brutti, tutte le promesse e le dichiarazioni d'amore fatte, tutti quegli attimi di tenerezza e di amore riaffioravano dal suo cuore e lo inebriarono. Quando il ballo finì i due si scambiarono un intenso bacio e Roberto sentì il suo membro che si alzava e si induriva.
"Andiamo via", le disse sottovoce.
Federica sembrò dimenticare tutti i dubbi e le incertezze. Aveva ritrovato Roberto, il suo Roberto. Anche solo per una serata avrebbe cancellato tutti i sospetti. Voleva solo rivivere quella sensazione meravigliosa che credeva di aver perso.
"Si, andiamo!"
I due salirono sulla macchina e sfrecciarono nella notte.
"Andiamo a casa tua?", disse Federica.
"No, andiamo a Castello Sforza!"
Federica arrossì di colpo. Non se lo aspettava. Ai piedi di Castello Sforza, due anni fa, concesse a Roberto di essere il primo uomo sulla Terra ad entrare in lei. Federica gli prese la mano che era sul cambio.
"Grazie".
In quel momento, Roberto capì quanto ingiusto fosse stato con lei. Ma non solo per averla tradita, ma anche per averla giudicata così male. Per averla giudicata superficiale, vuota, stupida. Aveva dato retta a quella parte di lui che voleva semplicemente soddisfare i suoi impulsi sessuali e che gli creava degli alibi per non farlo sentire in colpa. Era stato profondamente scorretto, infame.
Quando giunsero a Castello Sforza scesero dalla macchina e incamminarono verso lo stesso luogo dove lo fecero due anni prima. Il terreno era irregolare e lei si chinò per togliersi le scarpe, ma lui la prese in braccio.
"Ti porto io"
"Sei un cavaliere"
"Uh...sei davvero leggera!"
"Come mai mi dici questo?"
Roberto si rese conto di aver fatto una piccola gaffe comparando in qualche modo il peso di Federica a quello di Eleonora, che aveva tenuto in braccio tutto il giorno e che pesava una decina di chili più di lei.
"Niente...è solo che mi rendo conto che è passato troppo tempo da quando ti ho portata in braccio l'ultima volta!"
Quando giunsero sotto un torrione, Roberto adagiò Federica sull'erba. Era la serata perfetta: temperatura ideale e nessuno in vista. Federica avvolse le braccia intorno a Roberto e lo baciò, mentre lui le mise la mano sotto il vestito, scostò il perizoma e iniziò a masturbarla. Federica mugolò di piacere. Sentire i versi di Federica lo fece sentire come un naufrago che torna a casa dopo tanto tempo. C'era qualcosa in lei che fece riaccendere la sua passione, il suo amore. Federica si alzò di scatto e rapidamente lo ribaltò schiena a terra. Si sedette sopra di lui.
"Quando l'abbiamo fatto qui la mia prima volta eri tu che conducevi il gioco. Ora tocca a me."
Roberto si eccitò tantissimo per la presa di posizione di Federica. Si tolse il vestito sensualmente, rimanendo nuda sotto la luna. Prese l'uccello di Roberto e lo condusse dentro di lei, che lo accettò con un gemito piacevole. Iniziò a saltare su di lui velocemente, godendosi ogni attimo in cui il robusto pene del suo uomo si faceva strada nella sua caverna. Gemeva, ansimava, godeva. La sua lunga coda di cavallo ondulava a destra e sinistra. Lui non potè fare a meno di ammirare quanto fosse bella, quanto il suo corpo fosse perfetto.
"Fede...sei bellissima"
Federica rispose con un sorriso pieno di amore e di lussuria. Il ritmo del suo saltare aumentò di colpo, mentre il suo corpo iniziava a coprirsi di brividi e tremiti.
"Sto venendo...sto venendo..."
Roberto le prese il seno con le mani e lei esplose in un grido.
"Ora tocca a me!"
Roberto si alzò con Federica e la fece appoggiare al muro di lato. Le prese una gamba, la alzò e si appoggiò il piede di lei sul petto mentre la penetrava. Federica iniziava a gemere di nuovo, aveva sempre adorato quella posizione. Nel mentre la scopava, le baciava il piede, cosa che lei ha sempre amato. Inevitabilmente, Roberto fece un altro paragone con Eleonora: con lei non era stata possibile quella posizione perchè non riusciva ad alzare la gamba.
"Te lo ripeto, sei bellissima! Mi ecciti, mi ecciti da morire!"
"Anche tu..."
Roberto spingeva forte e toccava il corpo di Federica. Più la toccava più si eccitava. Ogni secondo che passava, l'immagine di Eleonora si allontanava dalla sua mente. Le paragonava sotto ogni aspetto e, ai suoi occhi, emergeva sempre vincitrice Federica. Era grato di toccare nuovamente quel sedere sodo rotondo, era eccitato dallo stringere quei fianchi così ben disegnati, era estasiato nel leccare quelle tette così perfette da sembrare due mele. Persino i gemiti di Federica erano più sensuali dei muggiti di Eleonora. Forse aveva fugato ogni suo dubbio. Forse si era reso veramente conto di chi volesse. E nel pensare questo, venne travolto da fremiti e convulsioni.
"Dio...Dio...Dio..."
Roberto venne con una violenza inaudita. Un carico di sperma bianco e colloso si dipanò per la vagina di Federica, che venne anche lei subito dopo.
"Ti amo..." sussurrò Federica. Roberto la prese in braccio e la guardò negli occhi.
"Ti amo", rispose con voce profonda.
I due si unirono in un lungo bacio. L'incantesimo della Sirena si era forse spezzato?
"Dormi da me", le disse.
"Si", rispose senza esitazione.
Roberto tornò verso la macchina con Federica in braccio. Rimontarono e sfrecciarono di nuovo nella notte. Lei si accese una sigaretta. Gli occhi le si colmarono di lacrime perchè, nonostante quel momento così meraviglioso, era ancora convinta del tradimento di Roberto. Per distrarsi prese il cellulare e iniziò a smanettare.
"Cosa fai?", chiese Roberto.
"Niente di che. Volevo solo aggiornare una cosa..."
In quel momento, Eleonora si trovava a casa, un grazioso appartamento in stile moderno, molto semplice e di buon gusto. Era seduta davanti ad una tela, intenta a dipingere un panorama marittimo. Indossava un elegante pigiama di seta nero e armeggiava nervosa il pennello. Ogni tanto guardava il telefono, ma Roberto non le aveva ancora risposto. Gli aveva scritto: "Ti penso continuamente..." Innervosita prese il telefono e iniziò a smanettare su Facebook, finchè i suoi occhi azzurri si spalancarono su una foto. L'aveva postata Federica.
"Ma cosa..."
Un selfie di Federica sulla pista da ballo, abbracciata a Roberto, con tanto di hashtag: "salsatime", "cenaromantica", "semprenoidue", "tiamo", "lovetime"
Eleonora si tolse gli occhiali e prima che potesse accorgersene due grosse lacrime le rigarono il volto. Chiamò subito Roberto. Segreteria telefonica. Scagliò il telefono sul divano con forza.
"Quella puttana!!!" Urlò tra i singhiozzi. Ma non sarebbe andata così. Roberto ora le apparteneva e avrebbe fatto di tutto per tenerselo.
TO BE CONTINUED...
Terminata anche la quinta parte. Scusatemi se sono presenti errori o se troverete qualcosa che non vi piace. Sono le mie primissime storie e sto cercando di dare il massimo. Lasciatemi il sempiterno commento oppure, se volete, scrivetemi pure a cobralocke@gmail.com Grazie ancora a tutti.
"Ciao amore" disse lui cercando di simulare tranquillità.
Federica gli fece una smorfia di disapprovazione. "Hai molto da farti perdonare questa sera."
Roberto sorrise. "Certo, hai ragione." E dicendo questo diede gas alla macchina e partì.
Federica era decisa a non attaccare per prima. Anche se era piuttosto sicura dei suoi sospetti voleva perlomeno cercare di capire qualcos'altro. Non voleva scoprirsi subito. Decise di accendersi una sigaretta.
"Dove mi porti?"
Roberto le sorrise in modo complice. "Al messicano! Cena e subito dopo ballo latino! Che ne dici?"
Lei sbuffò un rivolo di fumo. "Sta bene. Dunque, hai lavorato molto in questi due giorni?"
Roberto sentì lo stomaco stringersi. Non le aveva mai mentito prima, era sempre stato sincero ed onesto con lei. Raccontarle delle bugie lo metteva a disagio, ma alternative non ne vedeva. "Moltissimo. Siamo sul punto di completare un progetto al quale lavoriamo da parecchio tempo. Purtroppo quando si arriva alla fine è il momento di darci più dentro."
Federica sorrise. "Ah, certo!"
Arrivarono davanti al locale e parcheggiarono proprio davanti all'entrata.
"Ti ricordi? Due anni fa?" Roberto le sorrideva mentre parlava.
Federica scoppiò a ridere. "La tua prima serata latinoamericana, mi hai ridotto i piedi come una poltiglia. Sembravi un dinosauro!"
"E' vero, però devi ammettere che ho fatto progressi!"
"Vedremo stasera se ti ricordi ancora come si fa!"
I due uscirono dalla macchina ed entrarono, vennero accompagnati ad un tavolo e ordinarono.
"Sei piuttosto sentimentale stasera se mi hai portata qui! O forse ti senti in colpa?"
Istintamente, Roberto iniziò a tossire e sputò il tacos che stava mangiando.
"Hey!", si allarmò Federica, "tutto bene?"
Roberto bevve un sorso d'acqua. "Scusami, mi è andato per traverso."
Il giovane si sentiva veramente in colpa. Scelse quel posto proprio per cercare di riprovare le stesse sensazioni di due anni prima, quando erano appena diventati una coppia. Quando erano davvero felici.
"Avevo solo voglia di passare una bella serata e di farmi perdonare per averti fatto preoccupare. Tutto qui."
Federica abozzò un sorriso. "Come inizio non cè male."
Roberto prese la mano di Federica e le diede un bacio. "Speriamo che anche la fine lo sia."
Federica colse la palla al balzo. "Ti ricordi come finì quella sera di due anni fa?"
Roberto sorrise maliziosamente. "Ero ubriaco fradicio, ma ricordo tutto. Eravamo così arrapati che lo abbiamo fatto nel bagno del locale."
"Nel bagno delle donne, per essere precisi."
"Si, esatto. Ricordo ogni particolare. Tu indossavi quel vestito rosso e gli stivali. E quando eravamo in bagno io te l'ho tirato sulla schiena e ho cominciato..."
Lei gli fece cenno con un dito sulle labbra: "Abbassa la voce!"
"Scusa! Dicevo che ho cominciato a leccartela e poi..."
Lei fece la faccia seria. "E poi me lo hai messo nel culo, brutto stronzo!"
Roberto scoppiò a ridere. "Mi sembrava che ti fosse piaciuto, comunque!"
Il ragazzo si rese conto che il suo uccello era duro. Quella situazione lo stava eccitando.
"Ero ubriaca anche io! Quella volta non conta!"
"Ma che bugiarda! Me lo hai chiesto una seconda volta non ricordi?"
"No, no, no! Non ci provare! Sei tu che hai capito fischi per fiaschi, io non ti ho mai chiesto di rifarlo."
Il telefono di Roberto vibrò mentre Federica parlava. Lo prese, guardandolo leggermente. Era un messaggio di Eleonora. Lui non lo lesse nemmeno e rimise il telefono in tasca.
"Sei confusa amore mio, io ricordo ogni singola parola."
Federica era soddisfatta della piega del discorso. Poteva giocare sull'effetto nostalgia per far sentire in colpa Roberto e sperare che le facesse una confessione spontanea.
"Sai Robbi, mi sto divertendo molto. Era da tanto che non chiacchieravamo così! Siamo sempre così impegnati, sempre così di corsa. Non ci ritagliamo mai un momento per noi due."
Roberto sentì nuovamente la piega allo stomaco.
"Si, hai ragione."
Federica lo prese per mano.
"A volte penso che sei cambiato o che io sono cambiata. Ma quando scherziamo in questo modo mi sembra di rivedere nuovamente quelli che eravamo due anni fa. Quando tu eri meno impegnato col lavoro e io meno ossessionata da altre cazzate."
In quello sguardo e in quel gesto dolce, Roberto riconobbe la sua Federica. Quella ragazza forte e spavalda in pubblico, ma dolce e vogliosa di tenerezza con lui. La ragazza di cui si era innamorato due anni prima, quando la vide per la prima volta sul tapis roulant della palestra e alla quale chiese di uscire per due settimane prima che lei gli dicesse di si. Quella ragazza che gli diede la sua verginità dopo tre mesi che stavano insieme, e che scelse di farlo in una notte stellata ai piedi delle rovine di un castello.
"Fede, io, so che a volte posso essere uno stronzo. E so benissimo di averti mancato di rispetto in questi due giorni ma..."
Federica lo guardò seria ma mantenendo la parte. Voleva capire fin dove si poteva spingere senza tradirsi.
"...ma ti prometto che cercherò di essere più presente, meno concentrato su altre cose. Non capiterà più che non ti risponderò al telefono."
Federica avvertì una doppia sensazione in lei: da una parte era innervosita perchè Roberto continuava a mentirle, dall'altra sperava ardentemente che tutta questa storia fosse una sua congettura mentale e che veramente Roberto fosse solo al lavoro quella notte. Cenarono continuando a scherzare e a ricordare il passato. Quando finirono, Federica si alzò in piedi.
"La salsa. E' la mia preferita."
Roberto allungò la mano. "Vuole concedermi l'onore?"
I due andarono sulla pista e iniziarono a ballare con trasporto. Roberto si muoveva piuttosto bene per essere un novizio, mentre Federica era molto più abile. Lei estrasse il cellulare, si avvicinò a lui e si fece un selfie.
"Scusami, ma te che balli il latino è un evento da immortalare..."
"Ma senti te..."
Federica agitava il suo corpo in modo sensuale. Quello splendido corpo temprato da ore di palestra e sacrifici di dieta. Quando la toccava poteva sentire quanto sodo fosse il suo sedere, quanto tondi e perfetti i suoi seni. Nella sua testa, il paragone con Eleonora era automatico. E per quanto avesse passato il pomeriggio ad amoreggiare con lei, in quel momento, la sua Federica, così sensuale nel modo di ballare e di muoversi, valeva cento volte più di Eleonora. Ma non era solo questione di fisico e di attrazione. Ma in quell'istante tutti i ricordi che aveva in comune con Federica, tutti i momenti belli e brutti, tutte le promesse e le dichiarazioni d'amore fatte, tutti quegli attimi di tenerezza e di amore riaffioravano dal suo cuore e lo inebriarono. Quando il ballo finì i due si scambiarono un intenso bacio e Roberto sentì il suo membro che si alzava e si induriva.
"Andiamo via", le disse sottovoce.
Federica sembrò dimenticare tutti i dubbi e le incertezze. Aveva ritrovato Roberto, il suo Roberto. Anche solo per una serata avrebbe cancellato tutti i sospetti. Voleva solo rivivere quella sensazione meravigliosa che credeva di aver perso.
"Si, andiamo!"
I due salirono sulla macchina e sfrecciarono nella notte.
"Andiamo a casa tua?", disse Federica.
"No, andiamo a Castello Sforza!"
Federica arrossì di colpo. Non se lo aspettava. Ai piedi di Castello Sforza, due anni fa, concesse a Roberto di essere il primo uomo sulla Terra ad entrare in lei. Federica gli prese la mano che era sul cambio.
"Grazie".
In quel momento, Roberto capì quanto ingiusto fosse stato con lei. Ma non solo per averla tradita, ma anche per averla giudicata così male. Per averla giudicata superficiale, vuota, stupida. Aveva dato retta a quella parte di lui che voleva semplicemente soddisfare i suoi impulsi sessuali e che gli creava degli alibi per non farlo sentire in colpa. Era stato profondamente scorretto, infame.
Quando giunsero a Castello Sforza scesero dalla macchina e incamminarono verso lo stesso luogo dove lo fecero due anni prima. Il terreno era irregolare e lei si chinò per togliersi le scarpe, ma lui la prese in braccio.
"Ti porto io"
"Sei un cavaliere"
"Uh...sei davvero leggera!"
"Come mai mi dici questo?"
Roberto si rese conto di aver fatto una piccola gaffe comparando in qualche modo il peso di Federica a quello di Eleonora, che aveva tenuto in braccio tutto il giorno e che pesava una decina di chili più di lei.
"Niente...è solo che mi rendo conto che è passato troppo tempo da quando ti ho portata in braccio l'ultima volta!"
Quando giunsero sotto un torrione, Roberto adagiò Federica sull'erba. Era la serata perfetta: temperatura ideale e nessuno in vista. Federica avvolse le braccia intorno a Roberto e lo baciò, mentre lui le mise la mano sotto il vestito, scostò il perizoma e iniziò a masturbarla. Federica mugolò di piacere. Sentire i versi di Federica lo fece sentire come un naufrago che torna a casa dopo tanto tempo. C'era qualcosa in lei che fece riaccendere la sua passione, il suo amore. Federica si alzò di scatto e rapidamente lo ribaltò schiena a terra. Si sedette sopra di lui.
"Quando l'abbiamo fatto qui la mia prima volta eri tu che conducevi il gioco. Ora tocca a me."
Roberto si eccitò tantissimo per la presa di posizione di Federica. Si tolse il vestito sensualmente, rimanendo nuda sotto la luna. Prese l'uccello di Roberto e lo condusse dentro di lei, che lo accettò con un gemito piacevole. Iniziò a saltare su di lui velocemente, godendosi ogni attimo in cui il robusto pene del suo uomo si faceva strada nella sua caverna. Gemeva, ansimava, godeva. La sua lunga coda di cavallo ondulava a destra e sinistra. Lui non potè fare a meno di ammirare quanto fosse bella, quanto il suo corpo fosse perfetto.
"Fede...sei bellissima"
Federica rispose con un sorriso pieno di amore e di lussuria. Il ritmo del suo saltare aumentò di colpo, mentre il suo corpo iniziava a coprirsi di brividi e tremiti.
"Sto venendo...sto venendo..."
Roberto le prese il seno con le mani e lei esplose in un grido.
"Ora tocca a me!"
Roberto si alzò con Federica e la fece appoggiare al muro di lato. Le prese una gamba, la alzò e si appoggiò il piede di lei sul petto mentre la penetrava. Federica iniziava a gemere di nuovo, aveva sempre adorato quella posizione. Nel mentre la scopava, le baciava il piede, cosa che lei ha sempre amato. Inevitabilmente, Roberto fece un altro paragone con Eleonora: con lei non era stata possibile quella posizione perchè non riusciva ad alzare la gamba.
"Te lo ripeto, sei bellissima! Mi ecciti, mi ecciti da morire!"
"Anche tu..."
Roberto spingeva forte e toccava il corpo di Federica. Più la toccava più si eccitava. Ogni secondo che passava, l'immagine di Eleonora si allontanava dalla sua mente. Le paragonava sotto ogni aspetto e, ai suoi occhi, emergeva sempre vincitrice Federica. Era grato di toccare nuovamente quel sedere sodo rotondo, era eccitato dallo stringere quei fianchi così ben disegnati, era estasiato nel leccare quelle tette così perfette da sembrare due mele. Persino i gemiti di Federica erano più sensuali dei muggiti di Eleonora. Forse aveva fugato ogni suo dubbio. Forse si era reso veramente conto di chi volesse. E nel pensare questo, venne travolto da fremiti e convulsioni.
"Dio...Dio...Dio..."
Roberto venne con una violenza inaudita. Un carico di sperma bianco e colloso si dipanò per la vagina di Federica, che venne anche lei subito dopo.
"Ti amo..." sussurrò Federica. Roberto la prese in braccio e la guardò negli occhi.
"Ti amo", rispose con voce profonda.
I due si unirono in un lungo bacio. L'incantesimo della Sirena si era forse spezzato?
"Dormi da me", le disse.
"Si", rispose senza esitazione.
Roberto tornò verso la macchina con Federica in braccio. Rimontarono e sfrecciarono di nuovo nella notte. Lei si accese una sigaretta. Gli occhi le si colmarono di lacrime perchè, nonostante quel momento così meraviglioso, era ancora convinta del tradimento di Roberto. Per distrarsi prese il cellulare e iniziò a smanettare.
"Cosa fai?", chiese Roberto.
"Niente di che. Volevo solo aggiornare una cosa..."
In quel momento, Eleonora si trovava a casa, un grazioso appartamento in stile moderno, molto semplice e di buon gusto. Era seduta davanti ad una tela, intenta a dipingere un panorama marittimo. Indossava un elegante pigiama di seta nero e armeggiava nervosa il pennello. Ogni tanto guardava il telefono, ma Roberto non le aveva ancora risposto. Gli aveva scritto: "Ti penso continuamente..." Innervosita prese il telefono e iniziò a smanettare su Facebook, finchè i suoi occhi azzurri si spalancarono su una foto. L'aveva postata Federica.
"Ma cosa..."
Un selfie di Federica sulla pista da ballo, abbracciata a Roberto, con tanto di hashtag: "salsatime", "cenaromantica", "semprenoidue", "tiamo", "lovetime"
Eleonora si tolse gli occhiali e prima che potesse accorgersene due grosse lacrime le rigarono il volto. Chiamò subito Roberto. Segreteria telefonica. Scagliò il telefono sul divano con forza.
"Quella puttana!!!" Urlò tra i singhiozzi. Ma non sarebbe andata così. Roberto ora le apparteneva e avrebbe fatto di tutto per tenerselo.
TO BE CONTINUED...
Terminata anche la quinta parte. Scusatemi se sono presenti errori o se troverete qualcosa che non vi piace. Sono le mie primissime storie e sto cercando di dare il massimo. Lasciatemi il sempiterno commento oppure, se volete, scrivetemi pure a cobralocke@gmail.com Grazie ancora a tutti.
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