In due? No, in tre
di
Evoman
genere
dominazione
Silvio mi teneva sulle ginocchia, in attesa.
Io ero bendata, vestita con un vestitino di cotone leggero, non avevo reggiseno e slip, come lui mi aveva chiesto.
Mi disse che sarebbe stata una serata speciale, un pò diversa, che avrebbe realizzato alcune mie fantasie.
Era stranamente eccitato, probabilmente pensava a quello che sarebbe successo, probabilmente si eccitava a vedermi così indifesa, pronta a quello
che lui aveva preparato per me.
Sentivo la sua erezione attraverso il mio vestitino leggero.
Era poco che lo frequentavo, ma ogni volta che stavo con lui era una sorpresa, mi faceva impazzire, ero totalmente alla sua mercè, poteva farmi tutto, chiedermi di tutto.
Mi aveva fatto schiava con la sua sensualità, per come sapeva usare le mani, la lingua e quel fantastico cazzo che ora premeva contro il mio culo.
Mi accarezzò la testa, come si fa con un cucciolo, sapeva essere terribilmente dolce e allo stesso tempo tremendamente eccitante.
La sua mano calda passò sul mio viso, sfiorò la benda nera che mi aveva fatto mettere, si fermò sul collo.
Sentivo il suo respiro nell’orecchio, mi sussurrava con voce roca che ero sua e che quella sera anche lui si sarebbe divertito “sei la mia troietta, ma devi avere pazienza”.
Cavolo, mi ero già bagnata, speravo non se ne accorgesse, si arrabbiava molto quando succedeva troppo in fretta perchè poi raggiungevo subito l’orgasmo e non avevo più voglia di giocare.
Con un dito mi sfiorò le labbra ed io sentivo che qualcosa si muoveva all’interno di quella stanza di motel dove mi aveva portato…il cuore mi batteva forte, ma questa agitazione aveva avuto l’effetto di farmi indurire i capezzoli.
Credo che se ne accorse, Silvio si accorge sempre di ogni mio cambiamento.
Portò il dito indice nuovamente sulle labbra e me lo offrì da succhiare, questo lo faceva impazzire. Con la lingua cominciai a fare piccoli cerchi, facevo sparire quel dito nella mia bocca, lo leccavo con avidità… ahh se avessi avuto il suo cazzo ora nella bocca!
Lui lo faceva apposta, sapeva quanto mi piacesse.
Con l’altra mano mi cercò il seno, abbondante sotto il vestitino contro cui premevano i capezzoli inturgiditi e vogliosi.
Fece in modo che una tetta uscisse dal vestito e fosse scoperta e pronta ad essere palpata dalla sua mano grande.
La soppesò, la fece sobbalzare, la strizzò con movimenti ritmici, mentre io cieca, mi agitavo dal piacere sulle sue ginocchia.
Stuzzicò il capezzolo, lo prese fra il pollice e l’indice e lo strinse quasi fino a farmi male, ma il mio era solo piacere sublime.
Liberò anche l’altra tetta e da dietro cominciò a palparmi oscenamente, con una foga a stento trattenuta, giocava con i miei capezzoli, li teneva ora tra indice e medio, come fossero sigarette, li tirava in avanti, li torturava.
Io ero appoggiata con la schiena al suo petto, allargai istintivamente le gambe, come facevo a non eccitarmi? Solo il pensiero che lui mi stava facendo quello mi faceva bagnare.
Se ne accorse, infilò velocemente una mano sotto al vestito, frugò tra le cosce che io istintivamente richiusi, aiutandosi con l’altra mano me le aperse.
Con due dita mi teneva la fica bella aperta e con l’altra mano mi penetrava, un dito solo, su e giù, molto lentamente.
“Ti vedo e ti sento come stai godendo puttanella” mi sussurrò Silvio all’orecchio.
Eravamo seduti su una sedia di fronte allo specchio sull’anta dell’armadio e lui si eccitava guardandomi allo specchio, guardando la mia fica oscenamente esposta e le sue dita che mi fottevano e la mia testa che si gettava
all’indietro per il piacere.
“Ti avevo detto che dovevi resistere, sei proprio disubbidiente”.
Mi fece alzare e mi fece stendere sulle sue ginocchia. Mi sollevò il vestito leggero fino a metà schiena e iniziò ad accarezzarmi le natiche, molto dolcemente.
“Che bel culo che hai, peccato che sei stata un pò troppo frettolosa” diceva ridendo “dovrò punirti” aggiunse sorridendo… quella era una scusa bella e
buona!
Iniziò a sculacciarmi ed io ero lì, sottomessa al suo volere, mi era impossibile reagire se non con mugugni di piacere misti alla leggera sofferenza.
“Sei proprio una troia, guarda come ti sei bagnata, stai godendo eh?”
Continuava a sculacciarmi il culo mentre con l’altra mano ancora mi titillava i capezzoli e mi strizzava le tette che oscillavano a ritmo dei suoi colpi.
Si fermò, era soddisfatto, io mugolavo e lui mi ordinò di stare zitta.
Ubbidii da brava bambina mentre Silvio con entrambe le mani mi apriva i glutei e li palpava.
“Voglio guardarti” mi disse e iniziò ad esplorare la mia fica con le mani.
Cercò il clitoride e cominciò a stuzzicarlo con pollice e indice, ero bagnatissima.
Volevo cambiare posizione, mettermi comoda ma lui mi diede uno schiaffone sul culo dicendomi di tacere, che dovevo rimanere così, sulle sue ginocchia, a culo in su e con la fica bella aperta.
Inserì nella fessura il pollice, lo bagnò e lo portò fino al buco del culo.
Istintivamente contrassi le chiappe, ma lui si insinuò nuovamente nel mio culo finché non vi inserì la punta del dito. Premette nonostante i miei mugolii e spinse il dito dentro cominciando a muoverlo per allargarmi meglio.
Io stavo impazzendo di piacere, volevo che mi scopasse, volevo il suo cazzo come non mai.
Scivolai giù dalle sue ginocchia e mi ritrovai sul pavimento in ginocchio, la faccia tra le sue gambe.
Alla cieca gli sbottonai velocemente i pantaloni. Silvio mi mise una mano sulla testa “so che adesso hai voglia di cazzo, succhiamelo!”
Mi avventai letteralmente su quella cosa meravigliosa che non vedevo ma che sentivo fra le mani e avidamente lo presi in bocca subito, senza aspettare.
Era enorme, duro, la cappella mi ci stava a malapena in bocca, sentivo che era turgida e tesa, molto liscia. Iniziai a leccare l’asta, partendo dal basso, da dove si inseriscono le palle.
Lì c’è un piccolo avvallamento ed io insistetti in quel punto con la lingua.
salii lentamente e passai la punta della lingua tutto attorno al glande,
riempiendolo di saliva.
Lo presi tutto in bocca e iniziai a pompare con movimenti regolari, aiutandomi con l’altra mano che tendeva la pelle così da lasciarmi lavorare bene sulla cappella.
Silvio stava impazzando, impazziva sempre per i miei pompini, ma mi fermò. Era in piedi sopra di me, io in ginocchio.
“Leccami le palle” mi ordinò ed io, sempre più eccitata non me lo feci ripetere.
Iniziai a leccarlo, a premere le mie labbra carnose sulle sue palle, ad esplorare con la lingua ogni angolo. A un tratto capii che stava godendo di più ma mi sembrava strano che accadesse solo per quello che gli stavo facendo.
Con la mano cercai di prenderglielo in mano ma sentii qualcosa di setoso… erano capelli.
Non capivo.
Alla cieca esplorai meglio mentre Silvio mi ordinava di non interrompermi e
di continuare il mio lavoro. Continuai a leccare ma con una mano afferrai una caviglia…non era certo di Silvio!
Era sottile e liscia…e c’era pure una scarpa, con un alto tacco a spillo.
Un’altra donna!!!
Un’altra donna aveva visto tutto, aveva visto quando Silvio mi puniva e mi masturbava, aveva visto il mio culo e la mia fica aperta, ed ora glielo aveva preso in bocca unendosi a noi. Ero sbalordita, non volevo, ero gelosa. Stavo per alzarmi, ma Silvio premette quella mano grande e calda sulla mia testa.
“Continua, troietta che non sei altro”.
Sentivo che l’altra glielo aveva preso in bocca e lo stava spompinando a dovere.
Non potevo fare nulla. Sentii due dita che mi strizzavano i capezzoli. Era lei. La lasciai fare per non indispettire Silvio.
Tutto si fermò.
Venni coricata a terra. Silvio appoggiò nuovamente la sua mano sulla testa e mi disse di leccarla, di leccare la fica a questa sconosciuta che si era messa tra noi. Mi indirizzò e mi trovai affondata nei suoi umori. Cominciai a succhiare e sentivo che quella godeva, che urlava come una vacca.
E intanto Silvio mi palpava il culo, me lo allargava, me lo schiaffeggiava piano incitandomi. Allungai la mano verso la donna e le presi con forza una
tetta, cominciai a strizzarle il capezzolo e intanto lappavo la sua fica.
Silvio doveva essere contento di me. Ero alla pecorina ed ero bagnata. Sentivo le mani di Silvio sul culo.
Mi aprì con i due pollici la fica, tenendo le grandi labbra ben distanti fra loro. Fu un attimo. Il suo enorme cazzo si appoggiò alla mia fessura ed entrò di prepotenza, cominciando a fottermi come si deve.
Mentre mi montava e stantuffava vigorosamente, mugolava di piacere all’unisono con la sconosciuta a cui continuavo ad esplorare la fica aperta davanti a me.
Stavo godendo come non mai.
Continuò a scoparmi alla pecorina e mi chiese se volevo anche un dito nel culo, come prima.
“Si ti prego” feci io.
Questa richiesta lo fece eccitare ancora di più, mi allargò le chiappe e cominciò a solleticarmi il buco del culo. Infilò qualcosa, ma non saprei dire cosa fosse, non era un dito.
Ero frastornata.
Silvio urlò e mi riempì improvvisamente di sborra. Si accasciò un attimo sulla mia schiena e mi ordinò di nuovo “succhiamelo e puliscilo tutto adesso!”.
La sconosciuta rideva ed io pensai che sarebbe stata una serata molto lunga.
Lei ridacchiava ed io avevo appena finito di leccare e ripulire la sborra dal cazzo di Silvio tutto beato del suo orgasmo fantastico.
Non capivo, poco prima, quando gli avevo chiesto di infilarmi un dito nel culo mi aveva messo qualcosa…un pò più grande di un dito… e ancora lo sentivo. Non avevo tempo di riflettere.
La donna sconosciuta si avvicinò a me e mi intimò di rimanere in quella posizione, a pecorina e col culo bello in alto.
Mi si avvicinò in modo molto seducente e iniziò a succhiarmi i capezzoli, mentre le tette dondolavano a causa di Silvio che le palpava. Lei mi passava la lingua calda attorno al seno, per poi gettarsi avidamente a succhiare il capezzolo, a mordicchiarlo, a farlo diventare sempre più duro.
Silvio ci guardava adesso. Si era seduto su una sedia imbottita, ai piedi del grande letto e si godeva la scena. Era eccitato.
Ordinò alla sconosciuta di dedicarsi anche al mio culo e lei prontamente, senza distogliere la bocca dalle mie tette, iniziò a muovere lentamente quel qualcosa che Silvio mi aveva infilato poco prima. Era un piccolo fallo di gomma, perfettamente identico al cazzo di un uomo, ma più piccolo.
Io infatti ero vergine, da quel punto di vista, e quello serviva solo per allargarmi un pò e permettere poi a Silvio di godere nell’incularmi.
Avevo un pò paura, avevo paura di avere male, ma quel fallo inserito nel mio culo già da diversi minuti, aveva permesso al mio buco di adattarsi ed ora, mentre quella stronza lo muoveva su e giù, quasi mi piaceva.
Erano sensazioni nuove per me. Lei si staccò dal mio seno e si inginocchiò accanto a me, in modo da poter compiere il suo dovere ancora meglio.
Ora stantuffava con quell’oggetto in modo molto più energico, deliziandosi dei miei mugugni di piacere, allargandomi ancora un pò lo stretto buchino. Lo muoveva avanti e indietro e anche in senso rotatorio e io stavo lì, per il piacere di Silvio, a quattro zampe, a farmi masturbare da quella tizia.
Continuando il suo lavoretto con una mano, iniziò a leccarmi tra le gambe, da dietro. La fica era aperta ed esposta agli sguardi di Silvio che la incitava a proseguire. Si stava eccitando nuovamente.
La sconosciuta iniziò a leccarmi con la punta della lingua, dando dei piccoli colpetti al clitoride e intanto continuava a penetrarmi con ritmo usando il piccolo fallo di gomma.
Io ero stremata, stavo godendo come una pazza, volevo venire ma Silvio era imperturbabile.
“Legala adesso!” ordinò alla sconosciuta.
Inserì ancora più a fondo quell’affare nel culo, così da permettermi di distendermi sul sul letto a pancia sopra. Legò i polsi allo stipite del letto e le caviglie agli angoli opposti in modo che le gambe fossero ben divaricate.
Io ero sempre bendata, ma capii benissimo quando Silvio appoggiò la punta del suo cazzo di nuovo rinvigorito sulle mie labbra.
“Apri la bocca puttanella!”.
Appena socchiusi le labbra Silvio entrò di prepotenza col suo enorme cazzo duro nella mia bocca.
Stavolta non ero io che comandavo, ero legata, la testa appoggiata sul cuscino, non potevo fare alcun movimento con la testa. Lui era a cavalcioni su di me, sentivo le sue palle sfiorarmi il mento.
Iniziai a leccargli con dovizia la cappella, di nuovo gonfia, e lui con la mano indirizzava il suo cazzo verso il mio viso così che io non potessi evitare neanche per un attimo il contatto.
Me lo infilò in bocca, solo la punta ed io succhiai avidamente.
Lo tolse nuovamente ed ordinò alla sconosciuta di baciarmi.
Io non vedevo nulla ma sentivo la lingua di lei che mi frugava tra le gambe, le sue dita che si infilavano nella mia fica aperta, mentre con l’altra mano mi stimolava il clitoride.
Io ero legata a gambe spalancate e Silvio che mi bloccava, col suo cazzo puntato davanti alla faccia.
La tizia obbedì e venne a infilarmi la lingua in bocca. Io sentivo la sua ligua e il cazzo di Silvio. Anch’io tirai fuori la lingua e leccai alla cieca, prima la bocca di lei e la sua lingua, poi la cappella di Silvio che ogni tanto mi si concedeva.
Il viso di lei era attaccato al mio e credo che dopo avermi messo la lingua in bocca deve aver preso in bocca anche l’uccello di Silvio… che puttana!
Silvio la allontanò e spinse il suo cazzo, ora troppo voglioso, nella mia bocca che rimaneva aperta, in attesa.
Io strinsi le labbra attorno a quel ben di dio e pregai che mi scopasse in bocca.
Lui infatti iniziò, cominciò a muoversi su di me come se stesse scopando, solo che il suo meraviglioso cazzo era infilato nella mia bocca e non nella mia fica… a quella ci pensava la sconosciuta.
Lo spingeva fino in gola e stantuffava e io lo prendevo cercando di aumentare il suo piacere strofinando la lingua sulla cappella ad ogni colpo.
Accelerò e iniziò a godere finché il suo orgasmo scoppiò e mi venne in bocca.
Lo tirò fuori e indirizzò gli ultimi schizzi sul mio viso e sulle mie labbra ancora socchiuse e vogliose, menandoselo fino a che anche l’ultima goccia uscì.
Mi lasciò legata al letto ad ascoltare i sospiri e i mugolii della sconosciuta che ora Silvio stava masturbando vigorosamente nell’attesa che gli tornasse l’erezione.
Poi sarebbe toccato al mio culo.
Per fare quattro chiacchiere: evoman@libero.it
Io ero bendata, vestita con un vestitino di cotone leggero, non avevo reggiseno e slip, come lui mi aveva chiesto.
Mi disse che sarebbe stata una serata speciale, un pò diversa, che avrebbe realizzato alcune mie fantasie.
Era stranamente eccitato, probabilmente pensava a quello che sarebbe successo, probabilmente si eccitava a vedermi così indifesa, pronta a quello
che lui aveva preparato per me.
Sentivo la sua erezione attraverso il mio vestitino leggero.
Era poco che lo frequentavo, ma ogni volta che stavo con lui era una sorpresa, mi faceva impazzire, ero totalmente alla sua mercè, poteva farmi tutto, chiedermi di tutto.
Mi aveva fatto schiava con la sua sensualità, per come sapeva usare le mani, la lingua e quel fantastico cazzo che ora premeva contro il mio culo.
Mi accarezzò la testa, come si fa con un cucciolo, sapeva essere terribilmente dolce e allo stesso tempo tremendamente eccitante.
La sua mano calda passò sul mio viso, sfiorò la benda nera che mi aveva fatto mettere, si fermò sul collo.
Sentivo il suo respiro nell’orecchio, mi sussurrava con voce roca che ero sua e che quella sera anche lui si sarebbe divertito “sei la mia troietta, ma devi avere pazienza”.
Cavolo, mi ero già bagnata, speravo non se ne accorgesse, si arrabbiava molto quando succedeva troppo in fretta perchè poi raggiungevo subito l’orgasmo e non avevo più voglia di giocare.
Con un dito mi sfiorò le labbra ed io sentivo che qualcosa si muoveva all’interno di quella stanza di motel dove mi aveva portato…il cuore mi batteva forte, ma questa agitazione aveva avuto l’effetto di farmi indurire i capezzoli.
Credo che se ne accorse, Silvio si accorge sempre di ogni mio cambiamento.
Portò il dito indice nuovamente sulle labbra e me lo offrì da succhiare, questo lo faceva impazzire. Con la lingua cominciai a fare piccoli cerchi, facevo sparire quel dito nella mia bocca, lo leccavo con avidità… ahh se avessi avuto il suo cazzo ora nella bocca!
Lui lo faceva apposta, sapeva quanto mi piacesse.
Con l’altra mano mi cercò il seno, abbondante sotto il vestitino contro cui premevano i capezzoli inturgiditi e vogliosi.
Fece in modo che una tetta uscisse dal vestito e fosse scoperta e pronta ad essere palpata dalla sua mano grande.
La soppesò, la fece sobbalzare, la strizzò con movimenti ritmici, mentre io cieca, mi agitavo dal piacere sulle sue ginocchia.
Stuzzicò il capezzolo, lo prese fra il pollice e l’indice e lo strinse quasi fino a farmi male, ma il mio era solo piacere sublime.
Liberò anche l’altra tetta e da dietro cominciò a palparmi oscenamente, con una foga a stento trattenuta, giocava con i miei capezzoli, li teneva ora tra indice e medio, come fossero sigarette, li tirava in avanti, li torturava.
Io ero appoggiata con la schiena al suo petto, allargai istintivamente le gambe, come facevo a non eccitarmi? Solo il pensiero che lui mi stava facendo quello mi faceva bagnare.
Se ne accorse, infilò velocemente una mano sotto al vestito, frugò tra le cosce che io istintivamente richiusi, aiutandosi con l’altra mano me le aperse.
Con due dita mi teneva la fica bella aperta e con l’altra mano mi penetrava, un dito solo, su e giù, molto lentamente.
“Ti vedo e ti sento come stai godendo puttanella” mi sussurrò Silvio all’orecchio.
Eravamo seduti su una sedia di fronte allo specchio sull’anta dell’armadio e lui si eccitava guardandomi allo specchio, guardando la mia fica oscenamente esposta e le sue dita che mi fottevano e la mia testa che si gettava
all’indietro per il piacere.
“Ti avevo detto che dovevi resistere, sei proprio disubbidiente”.
Mi fece alzare e mi fece stendere sulle sue ginocchia. Mi sollevò il vestito leggero fino a metà schiena e iniziò ad accarezzarmi le natiche, molto dolcemente.
“Che bel culo che hai, peccato che sei stata un pò troppo frettolosa” diceva ridendo “dovrò punirti” aggiunse sorridendo… quella era una scusa bella e
buona!
Iniziò a sculacciarmi ed io ero lì, sottomessa al suo volere, mi era impossibile reagire se non con mugugni di piacere misti alla leggera sofferenza.
“Sei proprio una troia, guarda come ti sei bagnata, stai godendo eh?”
Continuava a sculacciarmi il culo mentre con l’altra mano ancora mi titillava i capezzoli e mi strizzava le tette che oscillavano a ritmo dei suoi colpi.
Si fermò, era soddisfatto, io mugolavo e lui mi ordinò di stare zitta.
Ubbidii da brava bambina mentre Silvio con entrambe le mani mi apriva i glutei e li palpava.
“Voglio guardarti” mi disse e iniziò ad esplorare la mia fica con le mani.
Cercò il clitoride e cominciò a stuzzicarlo con pollice e indice, ero bagnatissima.
Volevo cambiare posizione, mettermi comoda ma lui mi diede uno schiaffone sul culo dicendomi di tacere, che dovevo rimanere così, sulle sue ginocchia, a culo in su e con la fica bella aperta.
Inserì nella fessura il pollice, lo bagnò e lo portò fino al buco del culo.
Istintivamente contrassi le chiappe, ma lui si insinuò nuovamente nel mio culo finché non vi inserì la punta del dito. Premette nonostante i miei mugolii e spinse il dito dentro cominciando a muoverlo per allargarmi meglio.
Io stavo impazzendo di piacere, volevo che mi scopasse, volevo il suo cazzo come non mai.
Scivolai giù dalle sue ginocchia e mi ritrovai sul pavimento in ginocchio, la faccia tra le sue gambe.
Alla cieca gli sbottonai velocemente i pantaloni. Silvio mi mise una mano sulla testa “so che adesso hai voglia di cazzo, succhiamelo!”
Mi avventai letteralmente su quella cosa meravigliosa che non vedevo ma che sentivo fra le mani e avidamente lo presi in bocca subito, senza aspettare.
Era enorme, duro, la cappella mi ci stava a malapena in bocca, sentivo che era turgida e tesa, molto liscia. Iniziai a leccare l’asta, partendo dal basso, da dove si inseriscono le palle.
Lì c’è un piccolo avvallamento ed io insistetti in quel punto con la lingua.
salii lentamente e passai la punta della lingua tutto attorno al glande,
riempiendolo di saliva.
Lo presi tutto in bocca e iniziai a pompare con movimenti regolari, aiutandomi con l’altra mano che tendeva la pelle così da lasciarmi lavorare bene sulla cappella.
Silvio stava impazzando, impazziva sempre per i miei pompini, ma mi fermò. Era in piedi sopra di me, io in ginocchio.
“Leccami le palle” mi ordinò ed io, sempre più eccitata non me lo feci ripetere.
Iniziai a leccarlo, a premere le mie labbra carnose sulle sue palle, ad esplorare con la lingua ogni angolo. A un tratto capii che stava godendo di più ma mi sembrava strano che accadesse solo per quello che gli stavo facendo.
Con la mano cercai di prenderglielo in mano ma sentii qualcosa di setoso… erano capelli.
Non capivo.
Alla cieca esplorai meglio mentre Silvio mi ordinava di non interrompermi e
di continuare il mio lavoro. Continuai a leccare ma con una mano afferrai una caviglia…non era certo di Silvio!
Era sottile e liscia…e c’era pure una scarpa, con un alto tacco a spillo.
Un’altra donna!!!
Un’altra donna aveva visto tutto, aveva visto quando Silvio mi puniva e mi masturbava, aveva visto il mio culo e la mia fica aperta, ed ora glielo aveva preso in bocca unendosi a noi. Ero sbalordita, non volevo, ero gelosa. Stavo per alzarmi, ma Silvio premette quella mano grande e calda sulla mia testa.
“Continua, troietta che non sei altro”.
Sentivo che l’altra glielo aveva preso in bocca e lo stava spompinando a dovere.
Non potevo fare nulla. Sentii due dita che mi strizzavano i capezzoli. Era lei. La lasciai fare per non indispettire Silvio.
Tutto si fermò.
Venni coricata a terra. Silvio appoggiò nuovamente la sua mano sulla testa e mi disse di leccarla, di leccare la fica a questa sconosciuta che si era messa tra noi. Mi indirizzò e mi trovai affondata nei suoi umori. Cominciai a succhiare e sentivo che quella godeva, che urlava come una vacca.
E intanto Silvio mi palpava il culo, me lo allargava, me lo schiaffeggiava piano incitandomi. Allungai la mano verso la donna e le presi con forza una
tetta, cominciai a strizzarle il capezzolo e intanto lappavo la sua fica.
Silvio doveva essere contento di me. Ero alla pecorina ed ero bagnata. Sentivo le mani di Silvio sul culo.
Mi aprì con i due pollici la fica, tenendo le grandi labbra ben distanti fra loro. Fu un attimo. Il suo enorme cazzo si appoggiò alla mia fessura ed entrò di prepotenza, cominciando a fottermi come si deve.
Mentre mi montava e stantuffava vigorosamente, mugolava di piacere all’unisono con la sconosciuta a cui continuavo ad esplorare la fica aperta davanti a me.
Stavo godendo come non mai.
Continuò a scoparmi alla pecorina e mi chiese se volevo anche un dito nel culo, come prima.
“Si ti prego” feci io.
Questa richiesta lo fece eccitare ancora di più, mi allargò le chiappe e cominciò a solleticarmi il buco del culo. Infilò qualcosa, ma non saprei dire cosa fosse, non era un dito.
Ero frastornata.
Silvio urlò e mi riempì improvvisamente di sborra. Si accasciò un attimo sulla mia schiena e mi ordinò di nuovo “succhiamelo e puliscilo tutto adesso!”.
La sconosciuta rideva ed io pensai che sarebbe stata una serata molto lunga.
Lei ridacchiava ed io avevo appena finito di leccare e ripulire la sborra dal cazzo di Silvio tutto beato del suo orgasmo fantastico.
Non capivo, poco prima, quando gli avevo chiesto di infilarmi un dito nel culo mi aveva messo qualcosa…un pò più grande di un dito… e ancora lo sentivo. Non avevo tempo di riflettere.
La donna sconosciuta si avvicinò a me e mi intimò di rimanere in quella posizione, a pecorina e col culo bello in alto.
Mi si avvicinò in modo molto seducente e iniziò a succhiarmi i capezzoli, mentre le tette dondolavano a causa di Silvio che le palpava. Lei mi passava la lingua calda attorno al seno, per poi gettarsi avidamente a succhiare il capezzolo, a mordicchiarlo, a farlo diventare sempre più duro.
Silvio ci guardava adesso. Si era seduto su una sedia imbottita, ai piedi del grande letto e si godeva la scena. Era eccitato.
Ordinò alla sconosciuta di dedicarsi anche al mio culo e lei prontamente, senza distogliere la bocca dalle mie tette, iniziò a muovere lentamente quel qualcosa che Silvio mi aveva infilato poco prima. Era un piccolo fallo di gomma, perfettamente identico al cazzo di un uomo, ma più piccolo.
Io infatti ero vergine, da quel punto di vista, e quello serviva solo per allargarmi un pò e permettere poi a Silvio di godere nell’incularmi.
Avevo un pò paura, avevo paura di avere male, ma quel fallo inserito nel mio culo già da diversi minuti, aveva permesso al mio buco di adattarsi ed ora, mentre quella stronza lo muoveva su e giù, quasi mi piaceva.
Erano sensazioni nuove per me. Lei si staccò dal mio seno e si inginocchiò accanto a me, in modo da poter compiere il suo dovere ancora meglio.
Ora stantuffava con quell’oggetto in modo molto più energico, deliziandosi dei miei mugugni di piacere, allargandomi ancora un pò lo stretto buchino. Lo muoveva avanti e indietro e anche in senso rotatorio e io stavo lì, per il piacere di Silvio, a quattro zampe, a farmi masturbare da quella tizia.
Continuando il suo lavoretto con una mano, iniziò a leccarmi tra le gambe, da dietro. La fica era aperta ed esposta agli sguardi di Silvio che la incitava a proseguire. Si stava eccitando nuovamente.
La sconosciuta iniziò a leccarmi con la punta della lingua, dando dei piccoli colpetti al clitoride e intanto continuava a penetrarmi con ritmo usando il piccolo fallo di gomma.
Io ero stremata, stavo godendo come una pazza, volevo venire ma Silvio era imperturbabile.
“Legala adesso!” ordinò alla sconosciuta.
Inserì ancora più a fondo quell’affare nel culo, così da permettermi di distendermi sul sul letto a pancia sopra. Legò i polsi allo stipite del letto e le caviglie agli angoli opposti in modo che le gambe fossero ben divaricate.
Io ero sempre bendata, ma capii benissimo quando Silvio appoggiò la punta del suo cazzo di nuovo rinvigorito sulle mie labbra.
“Apri la bocca puttanella!”.
Appena socchiusi le labbra Silvio entrò di prepotenza col suo enorme cazzo duro nella mia bocca.
Stavolta non ero io che comandavo, ero legata, la testa appoggiata sul cuscino, non potevo fare alcun movimento con la testa. Lui era a cavalcioni su di me, sentivo le sue palle sfiorarmi il mento.
Iniziai a leccargli con dovizia la cappella, di nuovo gonfia, e lui con la mano indirizzava il suo cazzo verso il mio viso così che io non potessi evitare neanche per un attimo il contatto.
Me lo infilò in bocca, solo la punta ed io succhiai avidamente.
Lo tolse nuovamente ed ordinò alla sconosciuta di baciarmi.
Io non vedevo nulla ma sentivo la lingua di lei che mi frugava tra le gambe, le sue dita che si infilavano nella mia fica aperta, mentre con l’altra mano mi stimolava il clitoride.
Io ero legata a gambe spalancate e Silvio che mi bloccava, col suo cazzo puntato davanti alla faccia.
La tizia obbedì e venne a infilarmi la lingua in bocca. Io sentivo la sua ligua e il cazzo di Silvio. Anch’io tirai fuori la lingua e leccai alla cieca, prima la bocca di lei e la sua lingua, poi la cappella di Silvio che ogni tanto mi si concedeva.
Il viso di lei era attaccato al mio e credo che dopo avermi messo la lingua in bocca deve aver preso in bocca anche l’uccello di Silvio… che puttana!
Silvio la allontanò e spinse il suo cazzo, ora troppo voglioso, nella mia bocca che rimaneva aperta, in attesa.
Io strinsi le labbra attorno a quel ben di dio e pregai che mi scopasse in bocca.
Lui infatti iniziò, cominciò a muoversi su di me come se stesse scopando, solo che il suo meraviglioso cazzo era infilato nella mia bocca e non nella mia fica… a quella ci pensava la sconosciuta.
Lo spingeva fino in gola e stantuffava e io lo prendevo cercando di aumentare il suo piacere strofinando la lingua sulla cappella ad ogni colpo.
Accelerò e iniziò a godere finché il suo orgasmo scoppiò e mi venne in bocca.
Lo tirò fuori e indirizzò gli ultimi schizzi sul mio viso e sulle mie labbra ancora socchiuse e vogliose, menandoselo fino a che anche l’ultima goccia uscì.
Mi lasciò legata al letto ad ascoltare i sospiri e i mugolii della sconosciuta che ora Silvio stava masturbando vigorosamente nell’attesa che gli tornasse l’erezione.
Poi sarebbe toccato al mio culo.
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