Campeggio 2
di
markus
genere
incesti
Mi sveglio verso le nove, ho dormito profondamente. Mi ricordo della notte e sento il cazzo che si sveglia. Anto non c’è. Esco. Sento l’odore del caffè.
“Vuoi fare colazione?” I miei sono seduti all’aperto. Sul tavolo caffettiera, tazze, pane e marmellata. Papà sta leggendo il giornale.
“Si grazie”
“Cosa vuoi?”
“Il solito”
Osservo mia mamma. È in costume con un pareo. Ha 50 anni ben portati. Leggermente tonda. Ho gli occhi fissi sul suo sedere. Forse sente il mio sguardo e si gira. Le sorrido. Le sue tette stanno un po’ strette dentro il costume. Mi sembra di vedere una donna diversa, mai vista prima.
Naturalmente mi è già capitato di sentire i miei fare sesso. Ma ieri sera quello che è successo ha cambiato il mio modo di vedere mamma. Fisso la sua tetta che sborda e sento che mi piacerebbe ciucciare il capezzolo. Mamma mi fissa, sembra un po’ sorpresa. Lei guarda papà che è preso dal giornale. Mi porge la tazza di caffelatte e gonfia un po’ il torace. Le tette sbordano molto dal costume. Lei mi sorride e io rispondo al suo sorriso.
“Anto?”
“È andata a fare un giro con delle amiche.”
“Quando torna?”
“Non lo so.”
Passo il mattino a bighellonare, prendo il giornale a mio papà e mi leggo tutto lo sport. Alle undici mamma e papà “Noi andiamo alla spiaggia, vieni anche tu?”
“No sto qui vi raggiungo dopo”
“In frigo c’è una insalata di riso”
“Ok grazie “
Si portano la borsa termica con il pranzo. A loro piace pranzare sotto l’ombrellone con delle coppie che incontrano qui da molti anni.
Mentre vanno via osservo le belle gambe lunghe di mia mamma ed il suo culo alto e non troppo grande. Bella donna penso e sento il mio cazzo che si tende.
Mangio, mi sdraio sul lettino e penso a quello che è successo la notte prima. Ho avuto due ragazze che mi hanno già fatto dei pompini ma non ho mai goduto come con la sega fatta da Anto. Penso a lei che aspira tutto. Che sia perché è mia sorella? O perché ho sentito i miei scopare ed alludere ad un’altra donna? Mamma non sembrava gelosa. Che facciano cose a tre o quattro? Faccio una pennichella. Mi sveglio. Sono le tre. Anto non c’è.
Vado alla spiaggia. Stendo un asciugamano vicino ai lettini dei miei. Sono tranquilli assopiti. Io osservo le tette di mia mamma. Che sia una terza? Penso alle tette di Michela, la mia ragazza, che ha la terza. No mamma le ha più grandi. Una quarta. Mi attirano molto i suoi grossi capezzoli. Sono eretti e spingono contro il costume. Si vede bene l’aureola scura. Ma cazzo, penso, al mare li ho già visti tante altre volte. Perché adesso ho così voglia di toccarli e pizzicarli? Alzo gli occhi e vedo mia mamma che mi guarda. Mi sbaglio o c’è della complicità nel suo sguardo?
Verso le cinque arriva Anto.
“Ciao “
“Ciao”
Si sdraia sotto l’ombrellone del vicino. Ci conoscono sin da bambini.
Mamma e papà con altre due coppie vanno a fare una passeggiata fino alla diga.
Anto viene sul lettino di mamma.
“Ciao come stai?”
“Bene perché?”
Mi fissa con gentilezza.
“Sai ieri sera mi sono lasciata andare. Non so cosa mi sia successo. Forse perché è da più di un mese che non mi vedo con Enrico. È sempre in giro per lavoro.”
“Lo so”
“Mi sentivo molto carica.”
“Non preoccuparti Anto. Mi è piaciuto. Nessun problema.”
“Ok. Grazie. Ero un po’ preoccupata. Non volevo averti fatto fare una cosa che non volevi”
“Non preoccuparti mi è piaciuto. Diverso da quello che conoscevo.”
“Diverso come? “
“Più intenso.”
Mi fissa sorridendo. “Però Marco mi prometti che non lo dici a nessuno?”
“Si “
“Si cosa? “
“Si te lo prometto.”
“Grazie fratellino. Ti voglio bene.”
“Anch’io “
”Vado, di alla mamma che mangio fuori con le mie amiche. Torno tardi.”
“Ciao”
“Vuoi fare colazione?” I miei sono seduti all’aperto. Sul tavolo caffettiera, tazze, pane e marmellata. Papà sta leggendo il giornale.
“Si grazie”
“Cosa vuoi?”
“Il solito”
Osservo mia mamma. È in costume con un pareo. Ha 50 anni ben portati. Leggermente tonda. Ho gli occhi fissi sul suo sedere. Forse sente il mio sguardo e si gira. Le sorrido. Le sue tette stanno un po’ strette dentro il costume. Mi sembra di vedere una donna diversa, mai vista prima.
Naturalmente mi è già capitato di sentire i miei fare sesso. Ma ieri sera quello che è successo ha cambiato il mio modo di vedere mamma. Fisso la sua tetta che sborda e sento che mi piacerebbe ciucciare il capezzolo. Mamma mi fissa, sembra un po’ sorpresa. Lei guarda papà che è preso dal giornale. Mi porge la tazza di caffelatte e gonfia un po’ il torace. Le tette sbordano molto dal costume. Lei mi sorride e io rispondo al suo sorriso.
“Anto?”
“È andata a fare un giro con delle amiche.”
“Quando torna?”
“Non lo so.”
Passo il mattino a bighellonare, prendo il giornale a mio papà e mi leggo tutto lo sport. Alle undici mamma e papà “Noi andiamo alla spiaggia, vieni anche tu?”
“No sto qui vi raggiungo dopo”
“In frigo c’è una insalata di riso”
“Ok grazie “
Si portano la borsa termica con il pranzo. A loro piace pranzare sotto l’ombrellone con delle coppie che incontrano qui da molti anni.
Mentre vanno via osservo le belle gambe lunghe di mia mamma ed il suo culo alto e non troppo grande. Bella donna penso e sento il mio cazzo che si tende.
Mangio, mi sdraio sul lettino e penso a quello che è successo la notte prima. Ho avuto due ragazze che mi hanno già fatto dei pompini ma non ho mai goduto come con la sega fatta da Anto. Penso a lei che aspira tutto. Che sia perché è mia sorella? O perché ho sentito i miei scopare ed alludere ad un’altra donna? Mamma non sembrava gelosa. Che facciano cose a tre o quattro? Faccio una pennichella. Mi sveglio. Sono le tre. Anto non c’è.
Vado alla spiaggia. Stendo un asciugamano vicino ai lettini dei miei. Sono tranquilli assopiti. Io osservo le tette di mia mamma. Che sia una terza? Penso alle tette di Michela, la mia ragazza, che ha la terza. No mamma le ha più grandi. Una quarta. Mi attirano molto i suoi grossi capezzoli. Sono eretti e spingono contro il costume. Si vede bene l’aureola scura. Ma cazzo, penso, al mare li ho già visti tante altre volte. Perché adesso ho così voglia di toccarli e pizzicarli? Alzo gli occhi e vedo mia mamma che mi guarda. Mi sbaglio o c’è della complicità nel suo sguardo?
Verso le cinque arriva Anto.
“Ciao “
“Ciao”
Si sdraia sotto l’ombrellone del vicino. Ci conoscono sin da bambini.
Mamma e papà con altre due coppie vanno a fare una passeggiata fino alla diga.
Anto viene sul lettino di mamma.
“Ciao come stai?”
“Bene perché?”
Mi fissa con gentilezza.
“Sai ieri sera mi sono lasciata andare. Non so cosa mi sia successo. Forse perché è da più di un mese che non mi vedo con Enrico. È sempre in giro per lavoro.”
“Lo so”
“Mi sentivo molto carica.”
“Non preoccuparti Anto. Mi è piaciuto. Nessun problema.”
“Ok. Grazie. Ero un po’ preoccupata. Non volevo averti fatto fare una cosa che non volevi”
“Non preoccuparti mi è piaciuto. Diverso da quello che conoscevo.”
“Diverso come? “
“Più intenso.”
Mi fissa sorridendo. “Però Marco mi prometti che non lo dici a nessuno?”
“Si “
“Si cosa? “
“Si te lo prometto.”
“Grazie fratellino. Ti voglio bene.”
“Anch’io “
”Vado, di alla mamma che mangio fuori con le mie amiche. Torno tardi.”
“Ciao”
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