Ponza

di
genere
voyeur

Io ero già pronto e stavo guardando mia moglie che finiva di prepararsi per uscire a cena. Si stava truccando allo specchio del bagno della nostra camera d’albergo. Era già vestita: sandali con zeppa e tacco alto e un vestitino scollato e a canottiera nella parte superiore e con una gonna sopra al ginocchio che le cadeva benissimo sul culo. La trovavo molto bella e sexy. Per questo motivo, quando finì e venne verso di me per prendere la borsetta, pronta per uscire, io mi alzai, le diedi un bacio sulla guancia e, come mio solito gesto di apprezzamento, le palpai vigorosamente il culo.
Poi non staccai subito la mano che le stringeva la chiappa. Anzi insistetti. C’era qualcosa di anomalo. Spostai la mano tastando il tessuto del vestito. Non sentivo, sotto, nessuno spessore di biancheria intima. La guardai con aria indagatrice.
“Che c’è?” mi fece lei con aria innocente.
“Ma… non hai…?” Infilai la mano sotto la gonna e palpai di nuovo il culo. Non aveva niente. Sotto era nuda
“Non hai niente sotto.” le dissi stupito e contento della novità.
“No.” disse lei scrollando le spalle come se fosse normale. “Volevo farti una sorpresa ma te ne sei accorto subito.”
“Mmh, mi piace come sorpresa…” le dissi premendo il mio corpo contro il suo per farle sentire che già il mio cazzo stava reagendo a quella novità.
“Ne ero sicura…” disse lei cercando la mia bocca per baciarmi.
“E come volevi farmelo scoprire?” le domandai curioso.
“Non lo so…” disse maliziosamente. “Qualche modo l’avrei trovato…”
“E pensavi di farti scoprire anche da altri?”
“Non credo… ma il rischio c’era…”
“Sei una puttanella…” le dissi come apprezzamento. “Una puttanella viziosa che meriterebbe una punizione per la sua audacia.”
“Hai ragione. Dovresti punirmi.” mi disse tastandomi il cazzo. “Ma non ora, ora andiamo a cena. Giocheremo dopo.”
“Va bene, ma…” mi bloccai perché mi era venuta una idea perversa. “E se invece cominciassi già adesso a punirti? Se la punizione fosse durante la cena?”
“Cosa hai in mente?” mi chiese curiosa e sospettosa.
“Lasciami fare. Mettiti lì. Apri le gambe.” le indicai il ripiano del bagno davanti allo specchio, dove doveva appoggiarsi con le mani e mettermi a disposizione le sue chiappe.
Mentre lei assunse quella posizione io frugai nella mia valigia. Poi andai dietro di lei, nascondendo la cosa che avevo in mano.
“Che fai?” mi domandò guardandomi negli occhi attraverso lo specchio. Io le feci il gesto di stare zitta e mi inginocchiai dietro di lei, sparendo alla sua vista.
Le alzai la gonna, le aprii le chiappe e iniziai a leccarle il buchino.
“Oddio, amore, non fare così! Dobbiamo andare a cena, non possiamo scopare adesso.” mi implorò con la voce rotta dal piacere. Si capiva che avrebbe volentieri continuato, a differenza di quello che diceva.
“Non voglio scoparti.” le comunicai.


“E che vuoi fare?” disse e poi subito sobbalzò quando senti qualcosa toccarle il buco del culo. Qualcosa di freddo e umido. Avevo preso il plug anale, lo avevo ricoperto di gel lubrificante e glielo stavo spingendo dentro. Lei spalancò occhi e bocca e sospirò per la sorpresa e la sensazione di qualcosa che le invadeva il culo. Glielo infilai tutto e il suo sfintere si richiuse attorno alla parte più stretta, impedendone ulteriori movimenti.
Mi alzai e le diedi uno schiaffetto sul culo, prima di lasciare che la sua gonna ricadesse per nasconderlo di nuovo alla vista.
“Bene. Possiamo andare.” le dissi come niente fosse.
“Cosa? Cioè dovrei uscire così? Con quel coso dentro?” mi chiese con aria sconvolta, ma sconvolta in senso buono.
“Certo. Troia.”
“Oddio ma non posso…”
“Sì che puoi, vieni.” le porsi il braccio per aiutarla e le presi la borsetta.
Mentre scendevamo con l’ascensore al piano terra mia moglie era in piedi a fianco a me, apparentemente impassibile ma si capiva che stava abituandosi alla presenza insolita.
“Sei un porco.” mi sussurrò prima che si aprissero le porte. Il tono sembrava freddo e arrabbiato ma si capiva che era anche di ammirazione e gratitudine. Io le sorrisi soddisfatto.
Camminammo per le viuzze di quella località di mare piena di turisti. Alexandra restava aggrappata a me per non rischiare di cadere con i tacchi su quel selciato irregolare. Cercammo un ristorante dove cenare. Ne trovammo uno con una bella vista sul porticciolo.
“Come va?” le chiesi mentre si sedeva con attenzione.
“Lo sento ad ogni passo.”
“E ti piace?”
Si morse le labbra. Si sistemò sulla sedia per trovare la giusta posizione.
“Sì, dannazione. Mi piace. Non tanto come sensazione fisica ma perché ogni volta che lo sento mi ricorda quanto sei porco e quanto mi fai essere porca che ti seguo in questi giochi.”
“Ah, io ti faccio essere porca? Ti ricordo che quella che voleva uscire senza mutande e che voleva farmelo scoprire in un luogo pubblico sei tu.”
“C’è differenza tra essere senza mutande ed essere con un plug nel…”
Si interruppe improvvisamente perché arrivo il cameriere a portarci i menu. Io ridacchiai e lei mi fulminò con lo sguardo.

Fu un’ottima cena di pesce, innaffiata da un buon vino bianco che mia moglie bevve con piacere e con l’intento di ottenere un umore che meglio le facesse apprezzare il nostro gioco. Notai come in certi momenti muovesse leggermente il culo contro la sedia e mentre lo faceva apriva leggermente la bocca e quasi ansimava. Io la guardavo soddisfatto.
Ad un certo punto era alle prese con un crostaceo particolarmente ostico. Riuscì a spezzarlo con le mani per poi portarselo alla bocca e gustarselo. Così facendo aveva le dita unte e sporche di cibo. Istintivamente se le portò alla bocca per succhiarsele e ripulirle.
“Che c’è?” mi disse notando come la stavo guardando ammaliato.
“Niente. Avrei voluto leccartele io le dita.”
Lei mi guardò scuotendo la testa divertita. Poi si guardò attorno e con un rapido gesto si portò la mano sotto al tavolo e sotto la gonna. Capii subito, anche dall’espressione del suo viso, che stava intingendo le dita nei suoi umori. Poi riportò la mano sopra al tavolo e me la porse. Le punte delle dita luccicavano umide alle luci del ristorante. Gliele presi in bocca e ne gustai il sapore. Doveva essere molto eccitata.
Dopo cena facemmo una passeggiatina fino al molo. Lì mi appoggiai ad un parapetto e tirai mia moglie contro di me. La baciai romanticamente. Poi un po’ meno romanticamente le piazzai una mano sul culo e con un dito andai a cercare la parte esterna del plug, per muoverlo e premerlo contro il suo buco. Lei gemette di piacere.
“No, dai, fermo.”
“Perché?” le chiesi senza avere risposta.
Iniziai a sollevarle la gonna. Lì attorno non c’era nessuno, le persone più vicine erano troppo lontane per vederla bene, ma forse qualcuno avrebbe potuto intuire le forme del suo culo nudo.
“No, che fai?” mi disse senza opporre nessuna resistenza, anzi spingendo un po’ in fuori il culo.
Le masturbai la figa da davanti e la portai in un attimo ad un orgasmo che le sconquassò il corpo. Si lasciò andare anche a delle grida di piacere, udite probabilmente da nessuno.
“Sei un porco bastardo.” bofonchiò con la bocca che sbavava sul mio petto mentre si teneva aggrappata a me per non collassare a terra sulle gambe che più non la reggevano.
Poi tornammo tra le viuzze del paese.
“Sai che forse un tipo in un tavolo di fronte a noi mi ha visto?” mi disse lei di punto in bianco mentre camminavamo.
“Come ti ha visto?” chiesi incuriosito ed eccitato.
“Quando ti ho dato le mie dita da leccare. Mi sono girata un attimo e mi stava guardando e a sorriso. Credo abbia visto il gesto che ho fatto, che mi sono infilata la mano tra le gambe.”

“Bene.”
“Come bene? Perché dici bene?”
“Perché è eccitante che qualcuno ti abbia visto fare la porca. Non me lo stai dicendo perché la cosa ti eccitato? Essere vista non ti ha eccitato?”
“Uhm… sì, forse sì…”
“E prima sul molo, quando ti ho scoperto il culo? Non speravi in quel momento che ci fosse qualcuno che ti guardava?”
“Sì…”
“Magari abbastanza vicino da notare anche il plug?”
“Sì… smettila.”
“Perché?”
“Perché mi ecciti ancora.”
“E quindi? Che male c’è? Ti voglio eccitata.”
“Sì ma forse non così eccitata come sono.”
“Stavolta ti chiedo io il perché.”
“Perché potrei fare cose di cui pentirmi.”
“Falle. Falle e poi non pentirti neanche.”
Lei mi guardò. Aveva in mente qualcosa. Voleva fare qualcosa ma non ne trovava il coraggio e mi aveva usato per essere spinta a farlo.
“Resta qui.” mi disse e si diresse ancheggiando sicura verso la chiesa che sovrastava la piazzetta in cui eravamo. La chiesa davanti aveva una larga scalinata. Mia moglie ne salì alcuni gradini, fino ad arrivare a mezza altezza, non troppo distante dal passeggio della gente. Si sedette sui gradini e poi, pian piano, aprì sempre di più le gambe facendo allo stesso tempo scendere la gonna lungo le cosce.
Rimase così diversi minuti. A figa esposta davanti alla gente che passeggiava ignara della situazione. Non era illuminata, non si riusciva a vedere bene la figa aperta. Però la posizione invitava a scrutarla. Io, dalla mia posizione la vedevo bene, sapendo anche che era nuda. E sapendo anche cosa avesse piantato nel culo riuscivo scorgere un leggero sbrilluccicare della finta pietra preziosa che adornava l’estremità del plug.
Dopo diversi minuti in cui rimase in quella posizione si alzò e venne da me. Era su di giri.
“Che sensazione folle…” mormorò.

“Ti sei accorta se qualcuno ti ha visto?”
“Sicuramente quel ragazzo che è passato mano nella mano con la sua ragazza. Ho visto che mi ha guardato, ha fatto una faccia stupita e ha continuato a fissarmi per essere sicuro di quello che vedeva. Ha anche girato un po’ la testa, senza farsi scoprire dalla sua tipa.”
“Lo avrai reso felice, spero che la sua ragazza gli faccia sfogare bene la sua eccitazione stasera.”
“E poi quell’uomo.” mi disse nell’orecchio.
“Quale?”
“Non girarti subito. È poco più in là, dietro di te. Appoggiato al muro che ora guarda il cellulare. Era lontano ma non mi ha mai tolto gli occhi di dosso. Come te.”
“Se non ci fossi io con te e lui si fosse fatto avanti cosa avresti fatto?”
“Non lo so, dannazione. Se tu non fossi con me non sarei così tremendamente eccitata… ma in questa condizione non rispondo più delle mie azioni. Non so cosa sarei disposta a fare.”
“Era esattamente quello che volevo da te stasera.”
“Volevi questo… per far cosa?”
“Per scoparti come si deve. Andiamo.”
La presi per mano e la condussi in direzione del nostro hotel. Nell’andare lei si girò più di una volta.
“Che c’è?” le chiesi.
“Ci sta seguendo.”
“Chi?”
“Quell’uomo che ti ho detto.”
“Davvero? Sei sicura che ci segua?”
“Sì, resta a distanza ma ci guarda.”
“Ti fa paura? O ti fa voglia?”
“Non so se sono nelle condizioni giuste per rispondere a questa domanda.”
“Vieni, andiamo di qua.” le dissi improvvisamente tirandomela dietro per infilarci in un vicoletto buio che si diramava dalla via principale. Proseguimmo un po’ inoltrandoci in una zona poco illuminata.
“Ci segue?” le chiesi notando che lei si girava continuamente.
“Sì.”

Mi appoggiai al muro e la strinsi a me, baciandola e tenendole le mani sul culo. Vidi con la coda dell’occhio l’uomo che si avvicinava e poi si fermava a debita distanza. Le alzai la gonna e mi girai verso di lui. Capì che era un segnale di farsi avanti.
“Buonasera.” disse quando fu vicino a noi. “La sua donna ha un culo fantastico ed è una esibizionista a quanto ho avuto modo di vedere.”
“Le piace? La guardi meglio.” gli dissi aprendo le chiappe di mia moglie e ruotandola verso di lui che notò il plug che spuntava.
“Ed è anche una gran porca, a quanto vedo.”
“Ce l’ha un preservativo?” gli chiesi e mia moglie mi guardò con l’aria di chi mi considera matto.
“Purtroppo, no. Posso andare a procurarmelo però.”
Ero eccitatissimo e pronto a farla scopare da questo sconosciuto….
“Ok, vada…” stavo dicendo ma venni interrotto da mia moglie.
“No. Se lei se ne va ritornerò in me ed uscirò da questa situazione folle in cui mi ha cacciato mio marito. La mia parte razionale avrà le meglio. Se vuole fare qualcosa lo faccia ora. È la sua unica possibilità.”
L’uomo si avvicinò e si tirò fuori il cazzo. Appoggiò una mano sul culo di mia moglie. Giocò un po’ con il plug tirandolo e muovendolo. Poi le schiaffeggiò le chiappe col cazzo duro. Io la tenevo ferma e piegata verso di lui. Poi lui iniziò a masturbarsi con una mano. Con l’altra tirò fuori il plug che rotolò per terra. Mia moglie si lasciò andare in un gemito di piacere.
La scena era eccitante da morire e io ero alle stelle….
“Ti faresti scopare così da uno sconosciuto?” sussurrai a mia moglie.
“Sì, ma tu non permetterglielo… Anzi no… Non me la sento… Non ancora… Non dovevamo cominciare con calma…” mi rispose tra un gemito e l’altro.
L’uomo aveva capito che non poteva scoparla senza preservativo. Forse si mangiò le mani per non averne avuto uno con sé quella sera. Ma quel culo era troppo invitante. Continuando a segarsi infilò due dita, poi tre, nel culo di mia moglie che cominciò a godere proprio mentre gli schizzi di sborra dell’uomo le impiastricciavano le chiappe.
“Grazie.” disse poi l’uomo mentre si ricomponeva. Alexandra, intanto, si era accasciata a terra e il suo corpo era ancora scosso da ondate di piacere.
“Siete ancora qui domani sera?” ci chiese.
“Purtroppo, no. Ripartiamo domani. Vacanza finita.”
“Peccato. Siete una bella coppia.”
Si chinò e raccolse il plug che era rotolato fra i suoi piedi.

“Questo deve essere caduto alla signora.” disse ridendo e porgendomi il plug.
“Lo tenga. Come ricordo.” risposi.
Sentii mia moglie ridere e mormorare qualcosa che conteneva le parole “scemo” e “porco”.

Adoriamo Ponza....
di
scritto il
2023-03-11
4 . 2 K
visite
2
voti
valutazione
3.5
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Posso prendere il sole nuda?
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.