Denise 2/3
di
Miss Serena
genere
tradimenti
Non so se fossi più sconvolta nel vedere le foto che mi ritraevano in atteggiamenti fin troppo espliciti con un uomo, che chiaramente non era Ettore il mio futuro marito, o che me le avesse mandate suo fratello Giuseppe.
Come se non bastasse c’era un biglietto che mi ‘consigliava’ d’andare a casa sua alle cinque, e di non essere in alcun modo in ritardo.
Decisi d’andare non solo perché non avevo alternative, ma anche per capire cosa voglia da me Giuseppe, che avevo sempre considerato un viscido porco. Fin dal nostro primo incontro m’era risultato difficile stare in sua compagnia, e non solo per il fatto che ogni volta sembrava mi volesse spogliare con gli occhi. A differenza di Ettore lui era più basso e con un po’ di pancetta, e non comprendevo come mai avesse un certo successo con le donne, dato che era anche spesso volgare tanto da sembrare a volte maleducato.
Arrivai comunque davanti al suo appartamento con un paio di minuti d’anticipo, ma non volendo aspettare oltre, suonai al campanello e poco dopo lui mi venne ad aprire.
“Carissima Denise vedo che almeno una delle tue doti è la puntualità.” mi disse facendomi entrare “Anche se di certo viene prima la bellezza.”
“Grazie però ora dimmi cosa vuoi così la finiamo presto.” gli risposi cercando di tagliare corto.
“Inizia a spogliarti, non vedo l’ora di guardare il tuo bel culo.”
La sua risposta mi lasciò sgomenta, e per ben più d’un momento non seppi che dire, ma poi la rabbia prese il sopravvento e cercai di dargli uno schiaffo, senza però riuscirci visto che lui mi bloccò il polso.
“Stammi a sentire puttana che non sei altro.” mi disse con tono minaccioso “Ti fai scopare da chi ti piace, quindi adesso o fai come dico io, oppure dimenticati il matrimonio perché metto quelle foto in rete, così ti sputtano e puoi dire addio alla bella vita.”
Non sapevo che fare, ma non è che avessi molta possibilità di scelta, perché su un punto il bastardo aveva ragione. Uno dei motivi che mi avevano spinta a dire di sì alla proposta di matrimonio di Ettore è proprio il suo bel portafoglio, quindi decisi di stare a quello sporco ricatto.
“Quindi vuoi che mi spoglio ?” gli chiesi ormai sconfitta.
“No prima mettiti in ginocchio e seguimi in camera camminando a quattro zampe, e mi raccomando muovi bene il culo.”
Ubbidii gattonando al suo fianco sino alla camera da letto, sculettando in modo oscena, e sentendomi forse per la prima volta in vita mia una puttana.
Vedo Giuseppe guardarmi compiaciuto dall’alto del suo metro e settanta scarso, ma in una posizione di dominio che non mi lasciava alcuna possibilità di fuga.
“Brava la mia puttana.” mi disse una volta entrati in camera “Adesso sali sul bordo letto e mettiti a pecora.”
Non appena mi sistemai come mi ha ordinato, lui mi tirò un forte schiaffo sulla natica sinistra, che quasi mi fa cadere sul letto.
“Questo è per aver provato a darmi uno schiaffo.” mi disse prima di colpirmi con la stessa forza l’altra chiappa “E quest’altro per non esserti ancora tirato su il vestito.”
Presi il bordo del mio abito e lo tirai su fino a ritrovarlo arrotolato in vita, sperando che ciò basti a placare la sua rabbia, ma invece lui continuò a sculacciarmi, anche se con meno forza di prima.
“Dimmi mio fratello te l’ha già messo nel culo o aspetta di sposarti.” mi domandò abbassandomi le mutandine sino a metà coscia.
“No lui crede che ho il culo vergine anche se non è vero.” gli dissi mentendo con la testa bassa.
“Bene vorrà dire che te lo metterò nel culo prima di quel cretino di Ettore.”
La sua mano iniziò ad insinuarsi fra le chiappe, fermandosi sempre di più sul buchetto, che però non provava in alcun modo a forzare, neanche dopo che ci aveva sputato contro. Nonostante lo odiassi per quello che mi sta facendo, non riuscii a rimanere impassibile davanti al suo tocco, ancor di più quando scivola sulla passera, che lentamente cominciava ad inumidirsi.
“Girati e tirami fuori il cazzo, credo che non ci sia neanche bisogno di dirti che mi devi fare un pompino coi fiocchi.”
Quasi lo ringraziai per aver smesso di toccarmi fra le gambe, perché non sapevo quanto avrei potuto resistere senza gemere, ma una volta che gli abbassai i pantaloni rimasi a dir poco sorpresa da quel che vidi.
Al contrario del fratello, Giuseppe aveva una mazza di più che notevoli dimensioni, e a quel punto compresi perché è sempre circondato da belle donne. Gli presi subito quel bel bastone fra le labbra, e lui iniziò a spogliarsi togliendosi la camicia insultandomi senza sosta. Quel che era peggio è che poco dopo mi mise una mano dietro la testa, per spingermi la nerchia in bocca sino a farla sbattere contro la gola, facendomi sbavare in modo osceno.
“Ti ho detto di farmi un pompino come si deve, e non dirmi che puttana come sei non lo sai fare.”
Non riuscii neanche a rispondergli, e cercai solo di prender fiato quando m’era possibile, sino a quando non mi fece alzare per sostituire al cazzo la sua lingua.
“Denise sei anche un gran puttana, ma sei anche bella da impazzire.” mi disse abbassando la lampo del mio vestito.
“Senti perché non la finisci di fare lo stronzo e facciamo sesso come si deve ?” gli proposi sperando che diventi così meno brutale “Anche perché se mi lasci fare sono sicura che poi non te ne penti.”
“Va bene vediamo cosa sai fare.” mi rispose sdraiandosi al centro del letto.
Mi slacciai il reggiseno prima di mettermi carponi fra le sue gambe e prendergli in bocca la cappella, che tenevo un po’ stretta fra le labbra mentre ci facevo girare intorno la lingua. Le mani scorrevano quindi lungo l’asta, sulla quale feci cadere un po’ di saliva in modo da non avere troppo attrito, e quando scesi con la lingua sui testicoli lui iniziò a gemere di piacere.
“Mm come pompinara sei niente male, chissà quante volte Ettore t’è venuto in bocca.”
Effettivamente il fratello apprezzava fin troppo i miei lavoretti di bocca, che erano anche l’unica forma di sesso che avevamo praticato, anche se per poco visto che poi non era neanche in grado di leccarmi la passera per ricambiare il piacere appena provato.
Giuseppe invece era sì ben felice di quel che sto facendo, ma rimanendo ben lontano dal venirmi improvvisamente in bocca, e neanche il fatto che lasciavo ben alto il mio bel culetto, lo eccita più di tanto.
“Brava la mia puttana, la bocca la sai usare adesso fammi vedere come usi la fica.” mi disse quasi tirandomi per i capelli verso di sé.
Per fortuna gli avevo lasciato la mazza ben ricoperta di saliva, altrimenti si sarebbe accorto fin troppo presto che avevo un lago fra le gambe, tanto che la sua nerchia per quanto sia grande, m’entrò dentro come una lama nel burro.
Non ci misi però molto a farmi scappare qualche gemito di piacere, e a quel punto Giuseppe non solo scoprì che godo, ma volle che l’ammettessi in modo esplicito.
“Ma guarda un po’ la nostra Denise quanto apprezza il cazzo ! Ora da brava dimmi quanto ti piace il mio e come ce l’ha mio fratello.”
Cercai di resistere, ma quando m’infilò una mano fra i capelli per tirarmi indietro la testa, non potei che confessare.
“Sì mi piace il tuo cazzo, mi piace perché è bello grosso, e non come quello di tuo fratello che è poco più della metà del tuo. E ora sai anche perché gli metto lo corna, perché a me piace scopare e lo voglio fare con chi mi fa godere.” gli dissi continuando a mentire.
A quel punto iniziammo quasi una guerra, dove non so se fossi più io a spingere dall’alto, o lui dal basso, ma il risultato finale fu che sembravamo due pazzi per quanto impeto c’era in quel rapporto. La situazione non cambiò di una virgola neanche dopo che lui mi mise sotto di sé, se non per le mie unghie chi gli feci sentire lungo la schiena.
“Allargati il culo, voglio mettertelo dentro al primo affondo.” mi disse dopo essersi tirato un po’ indietro.
Sapevo quel che voleva fare e che mi procurerà un gran dolore, ma non potevo certamente dirgli di no, così cercai di aprirmi il più possibile l’ano, e allo stesso tempo di rilassarmi. Il maiale mi fece la gentilezza d’infilarmi nel retto prima un dito, sul quale aveva fatto cadere un po’ di saliva che fece poi roteare, ma fu solo un palliativo che servì a poco. Quando sentii la sua cappella entrarmi dentro buttai fuori tutta l’aria che ho nei polmoni, rimanendo in attesa di ciò che accadrà.
Com’era prevedibile Giuseppe si lasciò quasi andare, usando il suo stesso peso per spingermi nel culo tutto il suo membro, ed il dolore che provai fu quasi insopportabile per quanto era intenso.
“Aah così mi spacchi in due !” urlai per il dolore.
“Taci puttana che questo è solo l’inizio.” mi rispose tirandosi indietro e lasciano dentro la sola cappella.
Lui ripeté quel supplizio almeno una decina di volte, e man mano urlavo sempre meno, sino a quando non sentii più alcun dolore, e quasi istintivamente cercai di portare una mano sulla passera.
“Vedi che sei solo una troia ? A te non basta un solo cazzo ma ce ne vogliono almeno un paio ! Giuro che quando torni dal viaggio di nozze chiamo qualche amico così ti sfondiamo come meriti.”
“Non è che vuoi chiamare qualcuno perché da solo non riesci a farmi godere ?” gli risposi mentre mi masturbavo in modo tanto plateale da diventare osceno.
Giuseppe divenne un vero animale e si comportò come in fondo volevo che sia, un toro da monta che mi sfondava senza pietà, tirando così fuori il peggio di me.
Quando mi fece mettere a pecora fu anche peggio, perché riusciva a spingere con tutta la sua forza, tenendomi per i fianchi mentre io avevo dentro la passera almeno tre dita. Più lui mi sodomizzava, più io lo incitavo ad andare più forte, quasi non ci fosse altro al mondo che la sua mazza ed il mio culo.
Lo sentivo che m’insulta, ma non gli diedi nessuna importanza, del resto era quello che volevamo entrambi, e quindi il resto era solo un quasi inutile contorno.
“Tanto lo so che farai cornuto mio fratello già in viaggio di nozze.” mi disse mentre riprendeva fiato.
“Perché no ? Vuoi dire che non trovo qualche bel cazzo in tutto l’albergo ? Ma a te poi cosa interessa, cosa vuoi una foto mentre scopo ?”
“Quella ce l’ho già.” mi ricordò ed era poi il motivo perché sono a letto con lui “E tanto dopo ne avrò un’altra ancora più bella.”
Non compresi le sue parole anche perché riprese a scoparmi a tutta birra, facendomi avere un orgasmo che prendendolo dietro non avevo mai provato, per quanto fu intenso.
Lui venne poco dopo, ma prima mi fece girare per schizzarmi tutto il suo piacere in faccia, che mi teneva ferma con una mano, quasi avesse paura che possa evitare il suo sperma.
Subito dopo prese il cellulare per farmi una foto col viso ancora ricoperto dal suo seme, e a quel punto non mi rimase che cercare di raccoglierlo con un dito per poi portalo alla bocca.
Lui continuò a scattare fotografie mentre io mi pulivo la faccia in quel modo così perverso, sino a quando non ebbi finito.
“Dov’è il bagno ?” gli chiesi sperando che non voglia continuare anche perché avevo il culo in fiamme.
“La porta in fondo a destra.”
Mi chiusi in bagno per cercare di dare un po’ di sollievo alla mia intimità lavandola coll’acqua fresca, per poi pulirmi la faccia e togliere così ogni traccia del suo sperma.
Quando tornai da lui vidi i miei vestiti sistemati su una sedia, così l’indossai per salutarlo volendo tornare a casa.
“Ci vediamo in chiesa, ma soprattutto quando torni dal viaggio di nozze.” mi disse aprendomi la porta di casa.
“Spero sia una promessa e non solo una minaccia.” gli risposi uscendo da casa sua.
Tornando a casa m’arrivò un messaggio di Giada, la sorella minore di Ettore, che m’invitava a fare shopping con lei.
“Speriamo che almeno lei non sia una porca,” pensai mentre le rispondevo “Perché madre e fratello me li sono già fatti e m’hanno distrutta tutti e due.”
Per commenti : miss.serenasdx@yahoo.com
(quelli volgari saranno subito cestinati)
Invito tutti a visitare il mio piccolo blog
http://serenathemiss.wordpress.com/
Come se non bastasse c’era un biglietto che mi ‘consigliava’ d’andare a casa sua alle cinque, e di non essere in alcun modo in ritardo.
Decisi d’andare non solo perché non avevo alternative, ma anche per capire cosa voglia da me Giuseppe, che avevo sempre considerato un viscido porco. Fin dal nostro primo incontro m’era risultato difficile stare in sua compagnia, e non solo per il fatto che ogni volta sembrava mi volesse spogliare con gli occhi. A differenza di Ettore lui era più basso e con un po’ di pancetta, e non comprendevo come mai avesse un certo successo con le donne, dato che era anche spesso volgare tanto da sembrare a volte maleducato.
Arrivai comunque davanti al suo appartamento con un paio di minuti d’anticipo, ma non volendo aspettare oltre, suonai al campanello e poco dopo lui mi venne ad aprire.
“Carissima Denise vedo che almeno una delle tue doti è la puntualità.” mi disse facendomi entrare “Anche se di certo viene prima la bellezza.”
“Grazie però ora dimmi cosa vuoi così la finiamo presto.” gli risposi cercando di tagliare corto.
“Inizia a spogliarti, non vedo l’ora di guardare il tuo bel culo.”
La sua risposta mi lasciò sgomenta, e per ben più d’un momento non seppi che dire, ma poi la rabbia prese il sopravvento e cercai di dargli uno schiaffo, senza però riuscirci visto che lui mi bloccò il polso.
“Stammi a sentire puttana che non sei altro.” mi disse con tono minaccioso “Ti fai scopare da chi ti piace, quindi adesso o fai come dico io, oppure dimenticati il matrimonio perché metto quelle foto in rete, così ti sputtano e puoi dire addio alla bella vita.”
Non sapevo che fare, ma non è che avessi molta possibilità di scelta, perché su un punto il bastardo aveva ragione. Uno dei motivi che mi avevano spinta a dire di sì alla proposta di matrimonio di Ettore è proprio il suo bel portafoglio, quindi decisi di stare a quello sporco ricatto.
“Quindi vuoi che mi spoglio ?” gli chiesi ormai sconfitta.
“No prima mettiti in ginocchio e seguimi in camera camminando a quattro zampe, e mi raccomando muovi bene il culo.”
Ubbidii gattonando al suo fianco sino alla camera da letto, sculettando in modo oscena, e sentendomi forse per la prima volta in vita mia una puttana.
Vedo Giuseppe guardarmi compiaciuto dall’alto del suo metro e settanta scarso, ma in una posizione di dominio che non mi lasciava alcuna possibilità di fuga.
“Brava la mia puttana.” mi disse una volta entrati in camera “Adesso sali sul bordo letto e mettiti a pecora.”
Non appena mi sistemai come mi ha ordinato, lui mi tirò un forte schiaffo sulla natica sinistra, che quasi mi fa cadere sul letto.
“Questo è per aver provato a darmi uno schiaffo.” mi disse prima di colpirmi con la stessa forza l’altra chiappa “E quest’altro per non esserti ancora tirato su il vestito.”
Presi il bordo del mio abito e lo tirai su fino a ritrovarlo arrotolato in vita, sperando che ciò basti a placare la sua rabbia, ma invece lui continuò a sculacciarmi, anche se con meno forza di prima.
“Dimmi mio fratello te l’ha già messo nel culo o aspetta di sposarti.” mi domandò abbassandomi le mutandine sino a metà coscia.
“No lui crede che ho il culo vergine anche se non è vero.” gli dissi mentendo con la testa bassa.
“Bene vorrà dire che te lo metterò nel culo prima di quel cretino di Ettore.”
La sua mano iniziò ad insinuarsi fra le chiappe, fermandosi sempre di più sul buchetto, che però non provava in alcun modo a forzare, neanche dopo che ci aveva sputato contro. Nonostante lo odiassi per quello che mi sta facendo, non riuscii a rimanere impassibile davanti al suo tocco, ancor di più quando scivola sulla passera, che lentamente cominciava ad inumidirsi.
“Girati e tirami fuori il cazzo, credo che non ci sia neanche bisogno di dirti che mi devi fare un pompino coi fiocchi.”
Quasi lo ringraziai per aver smesso di toccarmi fra le gambe, perché non sapevo quanto avrei potuto resistere senza gemere, ma una volta che gli abbassai i pantaloni rimasi a dir poco sorpresa da quel che vidi.
Al contrario del fratello, Giuseppe aveva una mazza di più che notevoli dimensioni, e a quel punto compresi perché è sempre circondato da belle donne. Gli presi subito quel bel bastone fra le labbra, e lui iniziò a spogliarsi togliendosi la camicia insultandomi senza sosta. Quel che era peggio è che poco dopo mi mise una mano dietro la testa, per spingermi la nerchia in bocca sino a farla sbattere contro la gola, facendomi sbavare in modo osceno.
“Ti ho detto di farmi un pompino come si deve, e non dirmi che puttana come sei non lo sai fare.”
Non riuscii neanche a rispondergli, e cercai solo di prender fiato quando m’era possibile, sino a quando non mi fece alzare per sostituire al cazzo la sua lingua.
“Denise sei anche un gran puttana, ma sei anche bella da impazzire.” mi disse abbassando la lampo del mio vestito.
“Senti perché non la finisci di fare lo stronzo e facciamo sesso come si deve ?” gli proposi sperando che diventi così meno brutale “Anche perché se mi lasci fare sono sicura che poi non te ne penti.”
“Va bene vediamo cosa sai fare.” mi rispose sdraiandosi al centro del letto.
Mi slacciai il reggiseno prima di mettermi carponi fra le sue gambe e prendergli in bocca la cappella, che tenevo un po’ stretta fra le labbra mentre ci facevo girare intorno la lingua. Le mani scorrevano quindi lungo l’asta, sulla quale feci cadere un po’ di saliva in modo da non avere troppo attrito, e quando scesi con la lingua sui testicoli lui iniziò a gemere di piacere.
“Mm come pompinara sei niente male, chissà quante volte Ettore t’è venuto in bocca.”
Effettivamente il fratello apprezzava fin troppo i miei lavoretti di bocca, che erano anche l’unica forma di sesso che avevamo praticato, anche se per poco visto che poi non era neanche in grado di leccarmi la passera per ricambiare il piacere appena provato.
Giuseppe invece era sì ben felice di quel che sto facendo, ma rimanendo ben lontano dal venirmi improvvisamente in bocca, e neanche il fatto che lasciavo ben alto il mio bel culetto, lo eccita più di tanto.
“Brava la mia puttana, la bocca la sai usare adesso fammi vedere come usi la fica.” mi disse quasi tirandomi per i capelli verso di sé.
Per fortuna gli avevo lasciato la mazza ben ricoperta di saliva, altrimenti si sarebbe accorto fin troppo presto che avevo un lago fra le gambe, tanto che la sua nerchia per quanto sia grande, m’entrò dentro come una lama nel burro.
Non ci misi però molto a farmi scappare qualche gemito di piacere, e a quel punto Giuseppe non solo scoprì che godo, ma volle che l’ammettessi in modo esplicito.
“Ma guarda un po’ la nostra Denise quanto apprezza il cazzo ! Ora da brava dimmi quanto ti piace il mio e come ce l’ha mio fratello.”
Cercai di resistere, ma quando m’infilò una mano fra i capelli per tirarmi indietro la testa, non potei che confessare.
“Sì mi piace il tuo cazzo, mi piace perché è bello grosso, e non come quello di tuo fratello che è poco più della metà del tuo. E ora sai anche perché gli metto lo corna, perché a me piace scopare e lo voglio fare con chi mi fa godere.” gli dissi continuando a mentire.
A quel punto iniziammo quasi una guerra, dove non so se fossi più io a spingere dall’alto, o lui dal basso, ma il risultato finale fu che sembravamo due pazzi per quanto impeto c’era in quel rapporto. La situazione non cambiò di una virgola neanche dopo che lui mi mise sotto di sé, se non per le mie unghie chi gli feci sentire lungo la schiena.
“Allargati il culo, voglio mettertelo dentro al primo affondo.” mi disse dopo essersi tirato un po’ indietro.
Sapevo quel che voleva fare e che mi procurerà un gran dolore, ma non potevo certamente dirgli di no, così cercai di aprirmi il più possibile l’ano, e allo stesso tempo di rilassarmi. Il maiale mi fece la gentilezza d’infilarmi nel retto prima un dito, sul quale aveva fatto cadere un po’ di saliva che fece poi roteare, ma fu solo un palliativo che servì a poco. Quando sentii la sua cappella entrarmi dentro buttai fuori tutta l’aria che ho nei polmoni, rimanendo in attesa di ciò che accadrà.
Com’era prevedibile Giuseppe si lasciò quasi andare, usando il suo stesso peso per spingermi nel culo tutto il suo membro, ed il dolore che provai fu quasi insopportabile per quanto era intenso.
“Aah così mi spacchi in due !” urlai per il dolore.
“Taci puttana che questo è solo l’inizio.” mi rispose tirandosi indietro e lasciano dentro la sola cappella.
Lui ripeté quel supplizio almeno una decina di volte, e man mano urlavo sempre meno, sino a quando non sentii più alcun dolore, e quasi istintivamente cercai di portare una mano sulla passera.
“Vedi che sei solo una troia ? A te non basta un solo cazzo ma ce ne vogliono almeno un paio ! Giuro che quando torni dal viaggio di nozze chiamo qualche amico così ti sfondiamo come meriti.”
“Non è che vuoi chiamare qualcuno perché da solo non riesci a farmi godere ?” gli risposi mentre mi masturbavo in modo tanto plateale da diventare osceno.
Giuseppe divenne un vero animale e si comportò come in fondo volevo che sia, un toro da monta che mi sfondava senza pietà, tirando così fuori il peggio di me.
Quando mi fece mettere a pecora fu anche peggio, perché riusciva a spingere con tutta la sua forza, tenendomi per i fianchi mentre io avevo dentro la passera almeno tre dita. Più lui mi sodomizzava, più io lo incitavo ad andare più forte, quasi non ci fosse altro al mondo che la sua mazza ed il mio culo.
Lo sentivo che m’insulta, ma non gli diedi nessuna importanza, del resto era quello che volevamo entrambi, e quindi il resto era solo un quasi inutile contorno.
“Tanto lo so che farai cornuto mio fratello già in viaggio di nozze.” mi disse mentre riprendeva fiato.
“Perché no ? Vuoi dire che non trovo qualche bel cazzo in tutto l’albergo ? Ma a te poi cosa interessa, cosa vuoi una foto mentre scopo ?”
“Quella ce l’ho già.” mi ricordò ed era poi il motivo perché sono a letto con lui “E tanto dopo ne avrò un’altra ancora più bella.”
Non compresi le sue parole anche perché riprese a scoparmi a tutta birra, facendomi avere un orgasmo che prendendolo dietro non avevo mai provato, per quanto fu intenso.
Lui venne poco dopo, ma prima mi fece girare per schizzarmi tutto il suo piacere in faccia, che mi teneva ferma con una mano, quasi avesse paura che possa evitare il suo sperma.
Subito dopo prese il cellulare per farmi una foto col viso ancora ricoperto dal suo seme, e a quel punto non mi rimase che cercare di raccoglierlo con un dito per poi portalo alla bocca.
Lui continuò a scattare fotografie mentre io mi pulivo la faccia in quel modo così perverso, sino a quando non ebbi finito.
“Dov’è il bagno ?” gli chiesi sperando che non voglia continuare anche perché avevo il culo in fiamme.
“La porta in fondo a destra.”
Mi chiusi in bagno per cercare di dare un po’ di sollievo alla mia intimità lavandola coll’acqua fresca, per poi pulirmi la faccia e togliere così ogni traccia del suo sperma.
Quando tornai da lui vidi i miei vestiti sistemati su una sedia, così l’indossai per salutarlo volendo tornare a casa.
“Ci vediamo in chiesa, ma soprattutto quando torni dal viaggio di nozze.” mi disse aprendomi la porta di casa.
“Spero sia una promessa e non solo una minaccia.” gli risposi uscendo da casa sua.
Tornando a casa m’arrivò un messaggio di Giada, la sorella minore di Ettore, che m’invitava a fare shopping con lei.
“Speriamo che almeno lei non sia una porca,” pensai mentre le rispondevo “Perché madre e fratello me li sono già fatti e m’hanno distrutta tutti e due.”
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