Come ho salvato il lavoro a mio marito [Parte 3, Finale]
di
Jack29
genere
tradimenti
I mesi passavano e io ero costretta a recarmi puntualmente da Mario, ogni Lunedì, per rinnovare quel contratto che avevamo stipulato a voce. Lo schema era sempre il solito: arrivavo, mi faceva spogliare e si divertiva con me nel modo che preferiva.
Non posso affermare che non mi piacesse, come già detto il capo di Luigi è un uomo affascinante, sia esteticamente che caratterialmente.
Rimaneva il fatto che stessi ripetutamente tradendo mio marito, anche se per il nostro bene. Un lato di me provava senso di colpa, dovevo fare tutto di nascosto, inventarmi scuse e lasciare solo Luigi per andare a scoparmi il suo capo. Dall'altra parte avevo sviluppato un certo feeling con il mio amante, ogni incontro era pieno di passione, eccitante.
Confesso che se avessi potuto smettere di prestarmi a quella sorta di ricatto, lo avrei fatto. Mi sarei messa la coscienza a posto e avrei vissuto senza ansie e paranoie di essere scoperta, ma non potevo. Mio marito era tornato quello di sempre, sorridente, sereno e pieno di positività. Le finanze andavano a gonfie vele, ero riuscita a mantenere lo stesso tenore di vita di sempre, ero soddisfatta.
Tutto ciò aveva un costo, seppur piacevole fisicamente, devastante mentalmente.
Il culmine della storia lo raggiunsi un "normale" Lunedì di Settembre. Come sempre mi recai da Mario e iniziamo a scopare nel suo ufficio.
Godevo, godevo tantissimo, mi stava prendendo in mille posizioni diverse, ero in estasi. Tutto ad un tratto, si bloccò ed esclamò:
"Voglio qualcosa di più, oggi mi darai il tuo culetto."
"Dai, smettila, lo sai che non voglio", risposi prontamente.
Era vero, sia con Luigi che con i miei ex non avevo mai voluto fare sesso anale. Non mi piaceva l'idea, avevo paura del dolore, non mi andava. Nonostante mio marito me lo avesse chiesto per anni, non lo avevo mai accontentato, così si era rassegnato ad essere bandito dal retro. Ogni tanto tornava alla carica con scarsi risultati, ero sempre stata categorica su questo.
"Dai vieni qui...", mi invitò Mario.
"No, dietro no.", conclusi.
Continuò a massaggiarmi il culo, assestandomi qualche sculaccione di tanto in tanto. Una mano era impegnata a toccarmi, facendomi godere, mentre l'altra mi riportava coi piedi a terra colpendomi il fondoschiena.
Riprese a provare: "Sai, è tanto che desidero il tuo buchetto...che ne so, magari tuo marito potrebbe avere un discreto aumento..."
Non ci volevo credere. Eravamo passati dal licenziamento all'aumento.
Mi sentii una dea, grazie alla mia bellezza ero riuscita a ribaltare una situazione catastrofica. Il prezzo da pagare per quell'aumento, però, lo avevo intuito.
Ho sempre detto di essere una donna molto viziata, infatti agii proprio come una di esse.
L'amore per i soldi mi fece sembrare la prospettiva del dolore un po' meno spaventosa. Rimaneva il fatto che avrei concesso a Mario una cosa che non avevo permesso a Luigi per anni e anni, nonostante fosse mio marito.
Pensai qualche secondo, poi cercai di dimenticare ogni riflessione ed accettai.
Mario non perse tempo, inumidì il mio culo con un fiume di saliva e iniziò a lavorarmi il buchetto con le dita.
Cominciò massaggiandolo, sfiorandolo, cercando di dilatarlo. Appena iniziai a rilassare i muscoli, inserì l'indice, continuando l'opera. Era una sensazione strana, un pizzico di fastidio fisico, ma mentalmente era molto eccitante. Lentamente le dita diventarono due, e poi tre. Il mio amante mi stava penetrando con tre dita, aprendo il mio culo e permettendomi di abituarmi.
Passati una manciata di minuti, mi fece appoggiare a pecorina sulla solita scrivania, inarcandomi a dovere la schiena.
Sputò nuovamente sul mio buco e poggiò il cazzo marmoreo su di esso. Continuava a strusciarsi, quasi come a fare delle finte, per far crescere il desiderio in me.
Improvvisamente, con un movimento lento ma deciso, mi penetrò fino in fondo. Sentii il suo arnese insinuarsi dentro di me, nel mio ventre, per tutta la sua lunghezza. Grazie alla lubrificazione non sentii gran dolore, ma i muscoli erano ancora tesi a causa delle sue dimensioni importanti.
Progressivamente iniziò a stantuffare, aumentando la velocità. I minuti passavano e il mio culo si distendeva sempre di più, finchè finalmente il fastidio si trasformò in piacere.
Vedere quel toro possedermi da dietro e usarmi per il suo piacere mi mandò in estasi. Iniziai ad incitarlo, come piaceva a lui:
"SI, SI, spaccami il culo! Fammi godere!"
Mario continuava a scoparmi con forza, mi sentivo posseduta, sottomessa, godevo come una vera troia.
Il mio amante si contrasse e improvvisamente esplose in un orgasmo lunghissimo.
"Vengo, vengo! Ti riempio tutta, troia!"
Percepii i fiotti di sborra colpire le mie pareti interne, il suo seme caldo stava riempiendo il mio culo sfondato.
Una volta terminato, il mio buchetto era ormai dilatato oscenamente, non sembrava neanche più il mio.
Mi ricomposi e tornai a casa velocemente. Fisicamente ero un fiore, non avevo mai provato sensazioni simili, ma psicologicamente mi sentivo il peggior essere umano della storia.
Mentre facevo una doccia, ebbi un'idea. Non potevo confessare nulla a mio marito, ma potevo sdebitarmi in qualche modo. Volevo alleggerirmi da quel senso di colpa costante, anche se non avrei mai potuto eliminarlo definitivamente.
Decisi che quella sera avrei fatto lo stesso regalino anche a Luigi. Lui, che per anni aveva attentato al mio culo, sarebbe stato entusiasta di possederlo.
Uscita dal bagno, indossai un completino sexy. Reggiseno in pizzo, mutandine semitrasparenti e calze a rete. Mi coprii con una vestaglia nera di seta, molto elegante, e raggiunsi mio marito in salotto.
"Amore, mi ha chiamato Mario! Avrò un aumento!", esclamò vedendomi.
Ancora una volta ero contenta e sollevata che il capo avesse mantenuto la parola.
Lo abbracciai e sussurrai al suo orecchio: "Fantastico, allora dobbiamo festeggiare."
Feci cadere a terra la vestaglia, lasciandolo a bocca aperta. Sembrava pietrificato dalla visione del mio outfit, già notavo un dignitoso rigonfiamento sul cavallo dei suoi pantaloni.
Presi la sua mano e la portai sul mio culo, fino al buchetto.
"Se dobbiamo festeggiare un'occasione speciale, ci vuole un regalo speciale..."
Mi assicurai che avesse capito cosa intendevo, e mi abbandonai ad un lungo bacio.
Quella notte anche Luigi poté godersi il mio culetto, e lo sfruttò a dovere.
Non male, nell'arco di poche ore avevo preso ben due cazzi in culo, e continuavo ad essere la troietta del capo di Luigi.
Tutto sommato avevo evitato un licenziamento, e incoraggiato un aumento. Me lo meritavo.
Da quel giorno ad oggi continuo a scopare regolarmente con Mario, e appena tornata a casa replico con mio marito, anche se lui non lo saprà mai. L'unico modo che ho trovato per alleviare i miei sensi di colpa è soddisfare ripetutamente entrambi: uno per dei favori, l'altro per la mia coscienza.
Chissà se finirà mai questa storia, ma per adesso che ci sono dentro, non mi dispiace poi così tanto.
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Non posso affermare che non mi piacesse, come già detto il capo di Luigi è un uomo affascinante, sia esteticamente che caratterialmente.
Rimaneva il fatto che stessi ripetutamente tradendo mio marito, anche se per il nostro bene. Un lato di me provava senso di colpa, dovevo fare tutto di nascosto, inventarmi scuse e lasciare solo Luigi per andare a scoparmi il suo capo. Dall'altra parte avevo sviluppato un certo feeling con il mio amante, ogni incontro era pieno di passione, eccitante.
Confesso che se avessi potuto smettere di prestarmi a quella sorta di ricatto, lo avrei fatto. Mi sarei messa la coscienza a posto e avrei vissuto senza ansie e paranoie di essere scoperta, ma non potevo. Mio marito era tornato quello di sempre, sorridente, sereno e pieno di positività. Le finanze andavano a gonfie vele, ero riuscita a mantenere lo stesso tenore di vita di sempre, ero soddisfatta.
Tutto ciò aveva un costo, seppur piacevole fisicamente, devastante mentalmente.
Il culmine della storia lo raggiunsi un "normale" Lunedì di Settembre. Come sempre mi recai da Mario e iniziamo a scopare nel suo ufficio.
Godevo, godevo tantissimo, mi stava prendendo in mille posizioni diverse, ero in estasi. Tutto ad un tratto, si bloccò ed esclamò:
"Voglio qualcosa di più, oggi mi darai il tuo culetto."
"Dai, smettila, lo sai che non voglio", risposi prontamente.
Era vero, sia con Luigi che con i miei ex non avevo mai voluto fare sesso anale. Non mi piaceva l'idea, avevo paura del dolore, non mi andava. Nonostante mio marito me lo avesse chiesto per anni, non lo avevo mai accontentato, così si era rassegnato ad essere bandito dal retro. Ogni tanto tornava alla carica con scarsi risultati, ero sempre stata categorica su questo.
"Dai vieni qui...", mi invitò Mario.
"No, dietro no.", conclusi.
Continuò a massaggiarmi il culo, assestandomi qualche sculaccione di tanto in tanto. Una mano era impegnata a toccarmi, facendomi godere, mentre l'altra mi riportava coi piedi a terra colpendomi il fondoschiena.
Riprese a provare: "Sai, è tanto che desidero il tuo buchetto...che ne so, magari tuo marito potrebbe avere un discreto aumento..."
Non ci volevo credere. Eravamo passati dal licenziamento all'aumento.
Mi sentii una dea, grazie alla mia bellezza ero riuscita a ribaltare una situazione catastrofica. Il prezzo da pagare per quell'aumento, però, lo avevo intuito.
Ho sempre detto di essere una donna molto viziata, infatti agii proprio come una di esse.
L'amore per i soldi mi fece sembrare la prospettiva del dolore un po' meno spaventosa. Rimaneva il fatto che avrei concesso a Mario una cosa che non avevo permesso a Luigi per anni e anni, nonostante fosse mio marito.
Pensai qualche secondo, poi cercai di dimenticare ogni riflessione ed accettai.
Mario non perse tempo, inumidì il mio culo con un fiume di saliva e iniziò a lavorarmi il buchetto con le dita.
Cominciò massaggiandolo, sfiorandolo, cercando di dilatarlo. Appena iniziai a rilassare i muscoli, inserì l'indice, continuando l'opera. Era una sensazione strana, un pizzico di fastidio fisico, ma mentalmente era molto eccitante. Lentamente le dita diventarono due, e poi tre. Il mio amante mi stava penetrando con tre dita, aprendo il mio culo e permettendomi di abituarmi.
Passati una manciata di minuti, mi fece appoggiare a pecorina sulla solita scrivania, inarcandomi a dovere la schiena.
Sputò nuovamente sul mio buco e poggiò il cazzo marmoreo su di esso. Continuava a strusciarsi, quasi come a fare delle finte, per far crescere il desiderio in me.
Improvvisamente, con un movimento lento ma deciso, mi penetrò fino in fondo. Sentii il suo arnese insinuarsi dentro di me, nel mio ventre, per tutta la sua lunghezza. Grazie alla lubrificazione non sentii gran dolore, ma i muscoli erano ancora tesi a causa delle sue dimensioni importanti.
Progressivamente iniziò a stantuffare, aumentando la velocità. I minuti passavano e il mio culo si distendeva sempre di più, finchè finalmente il fastidio si trasformò in piacere.
Vedere quel toro possedermi da dietro e usarmi per il suo piacere mi mandò in estasi. Iniziai ad incitarlo, come piaceva a lui:
"SI, SI, spaccami il culo! Fammi godere!"
Mario continuava a scoparmi con forza, mi sentivo posseduta, sottomessa, godevo come una vera troia.
Il mio amante si contrasse e improvvisamente esplose in un orgasmo lunghissimo.
"Vengo, vengo! Ti riempio tutta, troia!"
Percepii i fiotti di sborra colpire le mie pareti interne, il suo seme caldo stava riempiendo il mio culo sfondato.
Una volta terminato, il mio buchetto era ormai dilatato oscenamente, non sembrava neanche più il mio.
Mi ricomposi e tornai a casa velocemente. Fisicamente ero un fiore, non avevo mai provato sensazioni simili, ma psicologicamente mi sentivo il peggior essere umano della storia.
Mentre facevo una doccia, ebbi un'idea. Non potevo confessare nulla a mio marito, ma potevo sdebitarmi in qualche modo. Volevo alleggerirmi da quel senso di colpa costante, anche se non avrei mai potuto eliminarlo definitivamente.
Decisi che quella sera avrei fatto lo stesso regalino anche a Luigi. Lui, che per anni aveva attentato al mio culo, sarebbe stato entusiasta di possederlo.
Uscita dal bagno, indossai un completino sexy. Reggiseno in pizzo, mutandine semitrasparenti e calze a rete. Mi coprii con una vestaglia nera di seta, molto elegante, e raggiunsi mio marito in salotto.
"Amore, mi ha chiamato Mario! Avrò un aumento!", esclamò vedendomi.
Ancora una volta ero contenta e sollevata che il capo avesse mantenuto la parola.
Lo abbracciai e sussurrai al suo orecchio: "Fantastico, allora dobbiamo festeggiare."
Feci cadere a terra la vestaglia, lasciandolo a bocca aperta. Sembrava pietrificato dalla visione del mio outfit, già notavo un dignitoso rigonfiamento sul cavallo dei suoi pantaloni.
Presi la sua mano e la portai sul mio culo, fino al buchetto.
"Se dobbiamo festeggiare un'occasione speciale, ci vuole un regalo speciale..."
Mi assicurai che avesse capito cosa intendevo, e mi abbandonai ad un lungo bacio.
Quella notte anche Luigi poté godersi il mio culetto, e lo sfruttò a dovere.
Non male, nell'arco di poche ore avevo preso ben due cazzi in culo, e continuavo ad essere la troietta del capo di Luigi.
Tutto sommato avevo evitato un licenziamento, e incoraggiato un aumento. Me lo meritavo.
Da quel giorno ad oggi continuo a scopare regolarmente con Mario, e appena tornata a casa replico con mio marito, anche se lui non lo saprà mai. L'unico modo che ho trovato per alleviare i miei sensi di colpa è soddisfare ripetutamente entrambi: uno per dei favori, l'altro per la mia coscienza.
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