Ho pagato l’affitto [Finale]
di
Jack29
genere
tradimenti
Quella settimana passò in fretta. Lunedì arrivo puntuale il messaggio di Guido che mi invitava a casa sua, per il giorno seguente.
Accettai subito e iniziai scegliere cosa indossare. Mi feci aiutare da Antonio, che fu più che entusiasta di darmi una mano.
Optammo per un vestitino nero, cortissimo, arrivava a coprire a malapena il culo. Sotto misi delle calze a rete, a cui ruppi un paio di maglie proprio in corrispondenza della figa. Volevamo che mi scopasse con quelle addosso, mi stavano divinamente.
La sera di Martedì mi feci accompagnare da mio marito sotto casa di Guido, che mi accolse raggiante.
"Benvenuta, vieni, accomodati"
Lo seguii verso il salone, guardandomi attorno. Doveva essere veramente ricco a giudicare da quel gioiellino di villa che si ritrovava.
Ci sedemmo sul divano e sorseggiammo del vino, chiacchierando del più e del meno, gli raccontai che avevamo già iniziato il trasloco.
Mi sistemai di lato, poggiata al bracciolo, posizionando le mie gambe sulle sue. Tolsi le scarpe e misi in mostra i miei piedini appena smaltati di rosso, intrappolati dalle mie superbe calze sexy.
Circa un'oretta dopo l'alcol aveva iniziato ad avere effetto, mi sentivo sempre più arrapata. Sapevo che il fine dell'incontro era scontato, ma godevo lo stesso nel costruire naturalmente il corso degli eventi.
Iniziai a muovere i miei piedi sul suo pacco, attraverso i pantaloni. Movimenti che sembravano innocenti, pian piano, diventarono vere e proprie carezze spinte, fino a masturbarlo.
Guidò si gustò quel trattamento per qualche minuto, poi si stese tra le mie cosce e iniziò a restituirmi il regalino della volta precedente. Scoprii presto che con la lingua era un vero talento, sapeva come portarmi al limite, lo desideravo sempre di più dentro di me. Mi concesse due orgasmi ravvicinati. Il piacere mi pervase, una sensazione idilliaca mi mandò in estasi. Appoggiai la testa all'indietro e venni sotto i colpi di lingua del mio amante.
Appena riuscii a tornare in me, mi gettai su di lui, che nel frattempo si era già sfilato pantaloni e mutande.
Gli dedicai un pompino abbastanza breve ma intenso, avevo paura che si replicasse la prestazione flash.
Notai che ormai il suo arnese svettava tra le mie mani, era duro come il legno. Non persi tempo e salii sopra di lui, impalandomi.
Lo scopai forte, saltellavo su di lui, poi alternavo strofinamenti per stimolare il clitoride.
Intanto le sue mani giocavano con i miei seni turgidi, come se fossero pomelli di una radio. Venni nuovamente gridando di piacere, stavolta eravamo soli, potevo sfogarmi senza timore di essere sentita da nessuno.
Mi voltai, sistemandomi a novanta sul divano. Guido mi raggiunse, mi penetrò fino in fondo e prese a scoparmi a pecorina con un'intensità mostruosa. Mi ero sbagliata nel giudicarlo troppo presto, era un vero toro da monta. La volta precedente era stato un caso, o forse ero stata troppo brava, chi lo sa.
Il mio uomo continuava a sbattermi da vera troia, proprio come piace a me, tenendomi i capelli dalla coda che mi ero fatta.
"Si, si! Scopami forte! Sono la tua troia!"
All'udire di queste parole aumentò ancora il ritmo, poche volte avevo vissuto scopate così violente, ma lo adoravo. Mi sentivo una puttana che pagava l'affitto con la sua figa, e questa cosa faceva impazzire i miei ormoni.
Godevo, godevo, e ancora godevo. Proprio mentre credevo che sarei riuscita a venire un'altra volta, Guido uscì dalla mia figa e mi spinse in ginocchio davanti al suo cazzo pulsante.
Prese a masturbarsi velocemente a qualche centimetro dal mio viso, gemendo.
Non vedevo l'ora di essere riempita da quella sborra, così lo guardai con lo sguardo più malizioso che avevo e tirai fuori la lingua, pronta ad accogliere quel ben di Dio.
L'esplosione non tardò ad arrivare. Il suo seme bollente mi colpì il viso, capelli e bocca. Sembrava non terminare mai, non avevo mai visto un uomo sborrare così tanto in vita mia, neanche mio marito.
Mentre godeva su di me, quello sperma denso iniziò a colare fino a miei seni, che massaggiai impastandoli di liquido caldo.
Quando finì di sfogarsi glielo presi in bocca e lo ripulii come ogni troietta che si rispetti.
Era sconvolto, a giudicare da come stava reagendo non aveva mai trovato una donna che lo soddisfacesse come avevo appena fatto io.
"Sei una Dea Anna, sei una Dea..."
Mi andai a lavare e approfittai dello specchio del bagno per scattarmi qualche foto provocante, tutta sporca di sborra, da far vedere ad Antonio più tardi. Rimanemmo a parlare ancora per un po', finché il mio cornuto non venne a riprendermi.
Una volta in macchina gli raccontai tutto, e visto che ero ancora molto su di giri, gli feci un pompino mentre guidava.
Arrivati a casa gli mostrai il telefono con tutti gli scatti che avevo fatto per lui.
Inutile dire che scopammo selvaggiamente, come sempre stavamo facendo da giorni a quella parte.
Gli incontri con Guido furono ancora molti, e ancora oggi sto pagando regolarmente il nostro affitto in natura.
Chissà se in futuro ci sarà qualcosa di altrettanto interessante e nuovo su questa vicenda, tanto da poterlo raccontare in un’ altra storia.
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Accettai subito e iniziai scegliere cosa indossare. Mi feci aiutare da Antonio, che fu più che entusiasta di darmi una mano.
Optammo per un vestitino nero, cortissimo, arrivava a coprire a malapena il culo. Sotto misi delle calze a rete, a cui ruppi un paio di maglie proprio in corrispondenza della figa. Volevamo che mi scopasse con quelle addosso, mi stavano divinamente.
La sera di Martedì mi feci accompagnare da mio marito sotto casa di Guido, che mi accolse raggiante.
"Benvenuta, vieni, accomodati"
Lo seguii verso il salone, guardandomi attorno. Doveva essere veramente ricco a giudicare da quel gioiellino di villa che si ritrovava.
Ci sedemmo sul divano e sorseggiammo del vino, chiacchierando del più e del meno, gli raccontai che avevamo già iniziato il trasloco.
Mi sistemai di lato, poggiata al bracciolo, posizionando le mie gambe sulle sue. Tolsi le scarpe e misi in mostra i miei piedini appena smaltati di rosso, intrappolati dalle mie superbe calze sexy.
Circa un'oretta dopo l'alcol aveva iniziato ad avere effetto, mi sentivo sempre più arrapata. Sapevo che il fine dell'incontro era scontato, ma godevo lo stesso nel costruire naturalmente il corso degli eventi.
Iniziai a muovere i miei piedi sul suo pacco, attraverso i pantaloni. Movimenti che sembravano innocenti, pian piano, diventarono vere e proprie carezze spinte, fino a masturbarlo.
Guidò si gustò quel trattamento per qualche minuto, poi si stese tra le mie cosce e iniziò a restituirmi il regalino della volta precedente. Scoprii presto che con la lingua era un vero talento, sapeva come portarmi al limite, lo desideravo sempre di più dentro di me. Mi concesse due orgasmi ravvicinati. Il piacere mi pervase, una sensazione idilliaca mi mandò in estasi. Appoggiai la testa all'indietro e venni sotto i colpi di lingua del mio amante.
Appena riuscii a tornare in me, mi gettai su di lui, che nel frattempo si era già sfilato pantaloni e mutande.
Gli dedicai un pompino abbastanza breve ma intenso, avevo paura che si replicasse la prestazione flash.
Notai che ormai il suo arnese svettava tra le mie mani, era duro come il legno. Non persi tempo e salii sopra di lui, impalandomi.
Lo scopai forte, saltellavo su di lui, poi alternavo strofinamenti per stimolare il clitoride.
Intanto le sue mani giocavano con i miei seni turgidi, come se fossero pomelli di una radio. Venni nuovamente gridando di piacere, stavolta eravamo soli, potevo sfogarmi senza timore di essere sentita da nessuno.
Mi voltai, sistemandomi a novanta sul divano. Guido mi raggiunse, mi penetrò fino in fondo e prese a scoparmi a pecorina con un'intensità mostruosa. Mi ero sbagliata nel giudicarlo troppo presto, era un vero toro da monta. La volta precedente era stato un caso, o forse ero stata troppo brava, chi lo sa.
Il mio uomo continuava a sbattermi da vera troia, proprio come piace a me, tenendomi i capelli dalla coda che mi ero fatta.
"Si, si! Scopami forte! Sono la tua troia!"
All'udire di queste parole aumentò ancora il ritmo, poche volte avevo vissuto scopate così violente, ma lo adoravo. Mi sentivo una puttana che pagava l'affitto con la sua figa, e questa cosa faceva impazzire i miei ormoni.
Godevo, godevo, e ancora godevo. Proprio mentre credevo che sarei riuscita a venire un'altra volta, Guido uscì dalla mia figa e mi spinse in ginocchio davanti al suo cazzo pulsante.
Prese a masturbarsi velocemente a qualche centimetro dal mio viso, gemendo.
Non vedevo l'ora di essere riempita da quella sborra, così lo guardai con lo sguardo più malizioso che avevo e tirai fuori la lingua, pronta ad accogliere quel ben di Dio.
L'esplosione non tardò ad arrivare. Il suo seme bollente mi colpì il viso, capelli e bocca. Sembrava non terminare mai, non avevo mai visto un uomo sborrare così tanto in vita mia, neanche mio marito.
Mentre godeva su di me, quello sperma denso iniziò a colare fino a miei seni, che massaggiai impastandoli di liquido caldo.
Quando finì di sfogarsi glielo presi in bocca e lo ripulii come ogni troietta che si rispetti.
Era sconvolto, a giudicare da come stava reagendo non aveva mai trovato una donna che lo soddisfacesse come avevo appena fatto io.
"Sei una Dea Anna, sei una Dea..."
Mi andai a lavare e approfittai dello specchio del bagno per scattarmi qualche foto provocante, tutta sporca di sborra, da far vedere ad Antonio più tardi. Rimanemmo a parlare ancora per un po', finché il mio cornuto non venne a riprendermi.
Una volta in macchina gli raccontai tutto, e visto che ero ancora molto su di giri, gli feci un pompino mentre guidava.
Arrivati a casa gli mostrai il telefono con tutti gli scatti che avevo fatto per lui.
Inutile dire che scopammo selvaggiamente, come sempre stavamo facendo da giorni a quella parte.
Gli incontri con Guido furono ancora molti, e ancora oggi sto pagando regolarmente il nostro affitto in natura.
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