La Rieducazione [Parte 3]

di
genere
tradimenti

Andammo a letto, ma la mattina seguente ritrovai il lenzuolo completamente bagnato. Il mio cazzo si era svuotato passivamente nel sonno, anche lui rassegnato.
Monica si accorse della scena, e con gli occhi di chi ha avuto l'idea della sua vita esclamò:
"Povero caro, eri proprio pieno! Ma forse ho un'idea per fare in modo che non accada più..."

I giorni continuavano a passare in assoluta castità. Ero abbastanza sicuro che Monica non si fosse concessa ad altri uomini, anche perché in tal caso non avrebbe perso occasione per umiliarmi. Sembrava decisa a non lasciarmi neanche un attimo di libertà, ero al culmine della sottomissione. L'ossessione di avere un orgasmo aveva oscurato ogni mia volontà, era il solo e unico pensiero che faceva da sfondo alle mie giornate. Ero passato da essere un uomo totalmente dominante, risoluto ed egoista, ad essere il più docile e remissivo degli schiavi. Quel comportamento era quasi diventato parte di me, a prescindere dal desiderio di provare piacere, stava sovrascrivendo il mio carattere.
Quanto all'idea geniale che diceva di aver avuto Monica, sembrava essere finita nel dimenticatoio, o almeno credevo. Continuavo ad avere erezioni dolorose, e di tanto in tanto polluzioni notturne, niente di nuovo.
Tutto cambiò quando un giorno come tanti la trovai nuovamente in sala da pranzo ad aspettarmi, di rientro da lavoro.
"Eccolo qui il mio schiavo, bentornato", esclamò accogliendomi in casa.
La salutai e come spesso facevamo ci accomodammo a bere un bicchiere di vino per smaltire lo stress della giornata.
Sembrava tutto normale fin quando sul suo volto non comparve un sorrisetto malizioso, che avevo sempre adorato.
"Ti ricordi quando ti ho detto che ti avrei aiutato a svuotarti senza bagnarti le mutande ogni notte?"
"S..si, mi ricordo. Che avevi in mente?", risposi titubante.
Tirò fuori dalla borsa un altro pacchetto, che aprì. Conteneva quello che era chiaramente un dildo, abbastanza generico.
"Questo è uno stimolatore per la prostata, è fatto a posta."
"No per favore..."
"Se vuoi venire, finché non finisce l'accordo, lo potrai fare solo con questo"
"Piuttosto rimango così fino all'ultimo giorno!"
Le mie ultime briciole d'orgoglio erano uscite per preservarmi da quello che pensavo potesse essere l'ultimo gradino prima di toccare il fondo.
"Va bene, come vuoi tu..", ribatté lei chiudendo la discussione.
Non ne parlammo per diversi giorni, durante i quali la pressione cresceva esponenzialmente. Era passato ormai quasi un mese dall'ultima volta che avevo potuto godere.
Ancora una volta, tutto cambiò durante una tranquilla pausa in ufficio. Stavo sorseggiando il mio caffè con i colleghi, quando due di loro iniziarono a commentare dei porno che avevano trovato sul web. Cercai di non farmi coinvolgere, ma la goliardia tossica che si crea nei gruppi di uomini arrapati mi fece cambiare idea. Non si trattava di nulla di particolare, niente che non avessi già visto, ma nella mia condizione sembrava tutto amplificato. Vidi quelle immagini con gli stessi occhi di un adolescente che scopre per la prima volta la combo tra masturbazione e siti pornografici.
Tornai a lavoro estremamente turbato, non riuscivo più a concentrarmi. Mi tornò in mente la proposta di Monica, e per quanto cercassi di togliermela dalla testa, rimaneva piantata proprio lì.
Passai tutte le ore restanti a stilare liste di pro e contro, a immaginarmi la possibile scena, autoconvincendomi di non desiderarlo realmente. Timbrata l'uscita, mi diressi alla macchina e tornai a casa. Aprii la porta e guardai la mia compagna negli occhi.
"Facciamolo, ho deciso, non ne posso più!".
Accolse con grande entusiasmo l'idea e mi comunicò che lo avremmo fatto la sera stessa.
Cercai di non rimuginare ulteriormente e proseguimmo la serata come sempre. Al momento di andare a letto, sarebbe successo.
Sotto consiglio di Monica feci un accurato lavaggio sia esterno che interno, con una piccola peretta, ed ero pronto.
"Dai su col morale, ho letto che gli orgasmi prostatici sono molto meglio di quelli normali..", rincarò la dose lei.
Ero nudo, avevo indosso solo quella gabbietta infernale che mi accompagnava da settimane.
Mi fece mettere in ginocchio, a pecorina, stendendo un asciugamano proprio sotto il mio membro impotente.
"Ora rilassati e lascia che ti scopi il culo da bravo schiavetto che stai diventando..."
Era la posizione più umiliante che potesse scegliere, ma decisi di non protestare ulteriormente.
Lubrificato il dildo e il buchetto, iniziò a penetrarmi lentamente. Era una sensazione decisamente fastidiosa, non avevo mai provato nulla del genere. Freddo, rigido, era palesemente qualcosa che non doveva stare lì.
Rassegnato, col passare dei minuti il fastidio iniziò a sparire, lasciando spazio a qualcosa di più piacevole. Difficile descrivere la sensazione a parole, ma non mi dispiaceva più così tanto.
"Adesso aumentiamo un po' il ritmo, voglio vederti sgocciolare senza neanche toccarti il cazzo!"
Monica iniziò a scoparmi il culo sempre più forte, seguendo le mie reazioni riusciva a capire dove mi provocasse maggior piacere e insisteva con crescente enfasi. La sua mano conduceva lo stimolatore dentro e fuori con maestria, assestandomi qualche schiaffetto sui testicoli di tanto in tanto.
Mi stavo accaldando, sentivo un tepore accogliente orbitare tra il mio culo e il mio membro. Ero completamente rilassato e le spinte arrivavano sempre più frequenti ed intense.
Passato qualche minuto venni avvolto da un calore ustionante, un orgasmo mai provato prima mi pervase tutto il corpo. Essendo la prima volta non riuscivo neanche a capire cosa stesse succedendo, era solo una sensazione di piacere mai provata in vita mia.
Senza accorgermene iniziai a gemere.
"Vieni! Vieni! Voglio che sborri mentre ti apro il culo!", mi incitò la mia compagna.
In pochi attimi, pervaso da un orgasmo devastante in tutto il corpo, iniziai a sentire il mio cazzo umido.
Guardando in basso, vidi uscire un fiume di sborra dal mio membro flaccido, passivamente. Sembrava un torrente in piena, una quantità enorme, fuoriuscita senza neanche un vero schizzo.
Monica insisteva, più foga ci metteva, più riusciva a "mungere" il mio liquido senza che io ne avessi il minimo controllo.
La sensazione di estasi terminò, così come le spinte. L'asciugamano era fradicio di seme e io mi sentivo finalmente vuoto, rilassato.
"Visto che ti è piaciuto così tanto e non mi credevi, la prossima volta mi dovrai implorare."
Furono le uniche parole che mi rivolse Monica prima di mettere tutto a posto, mentre mi ricomponevo.
I giorni seguenti mi ritrovai spesso a dover cedere a quel metodo per svuotarmi e trovare un po' di sollievo. Nonostante fosse stata un'esperienza particolare e piacevole, volevo comunque tornare a scopare e masturbarmi come prima.
Ogni volta che raggiungevo il limite della tolleranza dovevo sottostare a tutto ciò. Spesso mi chiedeva di implorarla con frasi tipo:
"Padrona, ti imploro di scoparmi il culo", insisteva finché non mi rivolgessi a lei nella maniera più sottomessa possibile.
Altre volte, in cambio di questo favore, dovevo prima massaggiarle i piedi, farla venire con la lingua o svolgere qualche servizio.
Passata un'altra settimana, all'improvviso mi raggiunse in cucina, intento a preparare la cena.
"La tua rieducazione sta procedendo molto bene. A breve dovrai superare l'ultimo step e poi sarai libero, vedi di non combinare casini come al tuo solito".
Quelle parole riecheggiarono per tutti i giorni a seguire, facendomi interrogare su cosa potesse inventarsi di ancor peggiore.

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scritto il
2023-02-27
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