Tra la neve - l'iniziazione della mia fidanzata
di
Quint
genere
scambio di coppia
La macchina stava sfrecciando tra le stradine innevate da ormai diverse ore quando Sara si svegliò. Eravamo partiti all’alba per evitare il solito traffico della gente in settimana bianca, ma a in quella strada solitaria sembrava ci fossimo solo noi e la neve.
“S-siamo arrivati?” disse Sara, ancora mezza addormentata
“Ancora qualche minuto, dovremmo esserci”
Lei non rispose e, in silenzio, si mise a scrollare il cellulare. In quel momento notai un cartello che indicava la nostra meta, mancavano due chilometri.
“Bene” pensai “Finalmente ci siamo”.
Io e Sara siamo fidanzati da diversi anni, sino dai tempi delle superiori. Il nostro rapporto è maturato e cresciuto nel tempo tra le gioie e le difficoltà di una coppia affiatata, tanto che ormai conosciamo tutto l’uno dell’altra. Lei mi ha sempre fatto impazzire: una dolce biondina dagli occhioni azzurri e dalle labbra carnose, piuttosto bassina, cosa che adoro, e appena in carne, con un culo che è una favola e una seconda di seno. La cosa migliore è che, per quanto sia una ragazza dolce e perbene, severa a volte, a letto si scatena, diventando una bestia del sesso capace di risucchiami anche l’anima e farmi venire in pochi minuti, lasciandomi completamente KO.
Io d’altro canto, sono piuttosto nella norma: magro, non molto alto e dai capelli e occhi neri, senza nulla di troppo particolare.Questo vale sia per quanto riguarda le mie dimensioni, leggermente sotto la media, che per le mie prestazioni a letto.
Di questo, per fortuna, lei non si è mai fatta problemi, continuando ad amarmi indistintamente senza farmi mai dubitare di lei.
Negli ultimi anni le ho rivelato il mio interesse nello scambio di coppia e nel coinvolgimento di altra gente nel rapporto, ovviamente nel rispetto e nell’amore reciproco. La cosa ha portato la coppia lungo uno strano cammino in cui lei, inizialmente arrabbiata e contrariata, cambiò idea sempre più radicalmente arrivando ad convivere e, finalmente, ad accettare la mia proposta.
Come è tipico di lei, sin dal primo istante in cui ci addentrammo in questo mondo, lei volle avere tutto sotto controllo ponderando ed analizzando con attenzione ogni offerta. Dopo quasi un anno di richieste scartate, quando ormai stavo perdendo la speranza, fu lei a farmi una proposta.
Si trattava di un locale in alta montagna, il quale, oltre ad essere un lussuoso albergo con diversi servizi, offriva anche un club prive molto particolare. Il fatto che richiedesse molti controlli e certificazioni probabilmente fu la ciliegina sulla torta che conquistò Sara, visto che era sempre stata molto esigente.
Ovviamente costava un occhio dalla testa, ma era un prezzo che io ero disposto a pagare per non rischiare altri mesi di tentativi a vuoto.
“Eccolo! Certo che è proprio bello” la voce di Sara mi riportò alla realtà
L’albergo era ben visibile di fronte a noi: un grande edificio isolato che univa un’architettura tipica locale con elementi moderni ben mimetizzati. Sembrava davvero un posto magnifico.
Dopo aver parcheggiato entrammo nell’edificio. L’interno rispecchiava l’esterno: un ambiente tradizionale ma ampio e ben luminoso, Sara sembrava estasiata.
Una ragazza dai capelli blu, che aveva più o meno la nostra età, ci accolse alla reception. In maniera molto elegante, quasi seducente, ci salutò e ci chiese i documenti, spiegandoci anche dove fossero le camere e come fosse organizzato l’albergo.
Stanchi come eravamo, non perdemmo troppo tempo e ci accomodammo direttamente in stanza, una lussuosa suite situata al quarto piano.
Io impiegai giusto mezz’ora per sistemare le mie cose e farmi una doccia veloce mentre lei come suo solito dopo un’ora aveva a malapena finito di sistemare le valigie, così, dato che non avevo troppa voglia di aspettare in camera al cellulare, decisi di farmi un giro al bar dell’albergo.
Il locale era quasi deserto, ad eccezione del barista e di due persone al bancone. Era quasi completamente in legno, dando quasi il senso di trovarsi all’interno di un rifugio tipico, ma i mobili e le pareti venivano completati da rifiniture moderne che si mimetizzavano perfettamente.
Mi accomodai e ordinai un Drink, mentre guardavo la neve che continuava a scendere ininterrottamente, oltre la grande vetrata di fianco al bancone.
“Prima volta qui?” una voce mi riportò alla realtà
Vicino a me si era seduto un uomo sulla quarantina, incredibilmente alto e ben piazzato, dalla barba scura e appena brizzolata, i capelli a spazzola e dagli occhi di un azzurro profondo. In quel momento mi guardava sorridendo.
“S-si, salve. E’ la prima volta sia per me che per la mia ragazza”
“Ah molto bene. Io ormai sono un veterano” disse, dopo una risata “Sono sicuro che hai almeno qualcosa da chiedere ad uno come me”
Nonostante sapessi che per quel tipo di feste la privacy era molto importante, ero comunque contento di aver trovato qualcuno a cui poter fare un po’ di domande. Si rivelò subito molto simpatico e si presentò come Daniele, un imprenditore dalla Calabria che da un paio di anni si era trasferito a Milano. Assieme alla moglie Svetlana giravano feste e club privé da ormai diversi tempo, sempre con grandi soddisfazioni da parte di entrambi. In particolare, capii bene che era una persona particolarmente esuberante e gli piaceva prendersi quello voleva.
Al suo turno di fare domande chiese pochissime cose su di me, concentrandosi invece molto su Sara: come fosse, cosa le piacesse, come stavano andando le cose tra noi a letto.
Quando le domande cominciarono a farsi sempre più imbarazzanti venimmo interrotti.
“Ma guarda un po’ chi abbiamo qua, carne fresca”
La voce ci sorprese alle spalle. Era una donna alta, più di me, dai lunghi capelli neri e vestita in maniera particolarmente vistosa: pantaloni aderenti in pelle, tacchi alti neri e corsetto coperto da una giacca da motociclista. La prima cosa che fece fu saltare tra le braccia di Daniele e scambiare con lui un lungo e scandaloso bacio, vedevo le loro lingue che si intrecciavano e la mano di lui sul suo culo, come se io non fossi presente.
Dopo quella spinta manifestazione di affetto si girò verso di me presentandosi come Svetlana, cosa che avevo già immaginato. Parlammo per un bel po’, entrambi, in particolare lei, erano molto simpatici e pronti a chiarire ogni mio dubbio sulla serata. Oltre a quello scoprimmo anche che le nostre camere erano adiacenti, cosa che Daniele commentò ammiccando e dicendo che la notte non sarebbe stata molto silenziosa.
In quel momento arrivò anche Sara. Era davvero meravigliosa: portava i capelli sciolti, un trucco incredibilmente seducente e le labbra di un viola lucido molto intenso. Indossava un vestitino a manica lunga e corto, che quasi le scopriva il culo e le lasciava i fianchi aperti, con solo un leggero intreccio di fili a tenerli. Oltre a quello solo un paio di scarpe col tacco. Chissà se indossava le mutandine.
“Eccomi, scusa se ci ho messo così tanto” disse con una risata “Te vedo che hai già trovato una bella compagnia” notai, dopo questa seconda frase, che lei stava guardando verso Daniele mentre si mordeva il labbro.
Lui non perse tempo e la salutò baciandole la mano e facendole un sacco di complimenti. Certo, rimasi un po’ stupito, dal momento che non mi aspettavo una reazione del genere da parte sua, ma lasciai correre, d’altronde la nuova coppia sembrava piacere a Sara e volevo che si divertisse al meglio in questa nuova esperienza. Inoltre, ero sicuro che ci avrebbero introdotto per bene in quel mondo a noi ancora sconosciuto.
Parlammo per quasi un’ora, tutti sembravano divertirsi molto e raramente avevo visto la mia ragazza così presa da una situazione del genere. Mentre io parlavo, in particolare, non potevo fare a meno di notare come lei continuasse a fissare ininterrottamente Daniele, mordicchiandosi occasionalmente il labbro mentre i due si guardavano negli occhi. In quel momento, sebbene sapessi esattamente il motivo per cui eravamo li e fossi stato io il primo a proporlo, sentivo la gelosia salire velocemente dentro di me. Forse stavo commettendo un errore? Dopotutto facevamo ancora tempo a tirarci indietro.
Misi a tacere quei pensieri. Perché stavo pensando male di quei due? Erano stati così gentili con noi. No, sarebbe andato tutto per il verso giusto, anche grazie a loro.
Mi congedai, dal momento che volevo godermi un po’ di riposo prima della serata. Sara decise invece di rimanere a parlare un altro po’, rimanendo sola con quella strana donna e quell’energumeno che se la stava mangiando con gli occhi. Mi raggiunse in camera dopo una ventina di minuti.
“Certo che potevi rimanere un po’ di più sai? Comunque per fortuna che c’era Daniele perché altrimenti sarei stata troppo in ansia per stasera” Disse lei ridacchiando.
“Scusa ma volevo riposarmi un po’. Loro invece ti hanno detto altro?”
“Nulla di particolare, solo…” si fermò “…vedrai anche te questa sera”.
Era ormai buio da un po e la festa di sotto stava per cominciare. Da quello che sapevamo l’albergo metteva a disposizione un camerino personale per ogni partecipante, tuttavia Sara preferì prepararsi in camera. Si sistemò il trucco, in modo che facesse spiccare ancora di più i suoi meravigliosi occhi azzurri e le sue labbra carnose e morbide, si cosparse il corpo di una crema idratante e si mise la lingerie comprata appositamente per la serata: perizoma di pizzo rosso, aperto nella zona della vulva in modo che non servisse nemmeno sfilarlo, e reggiseno abbinato, anch’esso di pizzo con una sottile apertura nella zona dei capezzoli. I due pezzi erano uniti da una serie di fili e stringhe che passavano dalla pancia ed i fianchi aumentandone la carica erotica.
Impazzì quasi nel vederla in quel modo. A completare un paio di autoreggenti e tacco quindici.
Mi avvicinai, in quel momento la volevo baciare e buttare sul letto, la volevo tutta per me, solo per me.
“No no, così mi rovini il trucco!” mi fermò mettendomi un dito davanti alle labbra “Abbi ancora un po’ di pazienza hihi”
Provai a protestare ma lei fu irremovibile nonostante la mia insistenza. Giunta l’ora scendemmo, gli altri avevano probabilmente già cominciato. Lei si coprì con unicamente con un accappatoio, dato che per arrivare ci bastava prendere l’ascensore, mentre io rimasi vestito, mi sarei cambiato in camerino in base a quello che avrei trovato li.
Inutile dire che durante la discesa avevo i nervi a fior di pelle pensando a quello che mi aspettava: ero eccitato e spaventato allo stesso momento. Sara, stranamente silenziosa, lasciava trasparire una forte eccitazione.
La festa, che consisteva in un’orgia vera e propria, si teneva in una grande sala semicircolare situata nel piano interrato dell’albergo. Attorno ad essa si trovavano i camerini e, per accedere, alla sala principale era necessario passare dal proprio camerino e cambiarsi, lasciando i vestiti all’interno.
Appena arrivati, un uomo mascherato prese i nostri dati e ci accompagnò al nostro, augurandoci buon divertimento.
“E un’ultima cosa. Mi raccomando la maschera, la troverete appena entrati” disse, indicando la propria “sono sicuro che apprezzerete molto il tema della serata” poi sorrise a Sara, che apprezzò sorridendo a sua volta.
Il camerino era decisamente più bello di quanto non mi aspettassi, sopratutto contando che saremmo rimasti li dentro per pochissimo tempo. Era una stanza rettangolare illuminata solo da una soffusa luce rosata, proveniente da alcuni Led sul pavimento. Una delle pareti era occupata da un grande specchio, mentre l’altra da un armadio, dove avremmo potuto riporre le nostre cose. Dal lato opposto della stanza, una piccola porta ci avrebbe condotto nella sala principale, dove si teneva l’orgia. Sopra un tavolino si trovavano due maschere: una rossa, decorata da motivi dorati e con un paio di orecchie da gatto sopra gli occhi, mentre l’altra nera e semplice.
Sara ridacchiò “Vedo che mi hanno ascoltata”. Io la guardai senza capire, mentre lei prese la maschera rossa e la indossò “Un piccolo suggerimento di Daniele diciamo”. A quel punto fece cadere l’accappatoio, rivelando il suo corpo stupendo, che quella sera sprigionava sesso da tutti i pori, e dopo avermi dato un bacio sulla guancia, uscì passò l’altra porta, verso l’orgia
“Ci vediamo dall’altra parte, Cazzone del mio cuore”
Rimasi solo nella stanzetta, esitando un momento. Era davvero andata di la senza di me? Forse mi sarei dovuto muovere a raggiungerla, ma me la presi con calma.
Raccolsi il suo accappatoio da terra e aprii l’armadio. L’interno non era vuoto, ma pieno di sex toys, dildi, plug anali, lubrificante e pure diversi tipi di lingerie femminili e maschili.
Mi spogliai e riposi tutto all’interno. Decisi quindi di prendere qualcosa da li per non essere di meno rispetto alla mia ragazza, per quanto fosse difficile dare nell’occhio come faceva lei. Dopo un po’ di indecisione optai per uno slip attillato nero con un buco nella parte anteriore. Nel mio caso, era abbastanza grande da riuscire a far uscire sia il mio pene che le palle. Oltre alla maschera, non presi nient’altro: non faceva per me.
Una volta finito di prepararmi feci un profondo respiro e superai la porta.
Mi trovai in un’enorme sala ghermita di gente, circondato da corpi seminudi che strusciavano gli uni su gli altri dandosi piacere a vicenda, tra i gemiti e le urla di piacere che si mischiavano alla musica di sottofondo. La luce rosa e soffusa dava alla scena un tono ancora più surreale ed eccitante, esaltando quelle figure quasi mistiche.
Il mio cazzo era durissimo e usciva dallo slip sotto la vista di tutti, nonostante quello era incredibile quanto potessi passare inosservato tra quella gente. Uomini che indossavano cinghie e vestiti attillati giravano per tutta la stanza con i loro cazzi ritti, mentre donne in intimo provocante e latex si facevano scopare o scopavano qualche fortunato con grossi strap-on.
Il mio disorientato vagare venne interrotto alla vista di una sagoma familiare: un omone dai capelli e la barba scura alto quasi due metri che indossava una maschera verde, non avevo dubbi che si trattasse di Daniele. Sollevato, decisi di raggiungerlo, sapendo che nessuno meglio di lui mi avrebbe saputo guidare, tuttavia mentre mi avvicinavo, notai come fosse già bello impegnato e intento a godere.
Inginocchiata davanti a lui c’era una ragazza, una biondina in lingerie rossa e con un gran bel culo, tutta intenta a succhiarglielo. A vederla da dietro sembrava una vera esperta succhiacazzi mentre Daniele la teneva per i capelli spingendo quel faccino sulla sua mazza.
Già dal primo sguardo mi sembrò stranamente familiare, per cui decisi di avvicinarmi ancora di più. I miei dubbi vennero immediatamente confermati: quella ragazza era Sara. La mia fidanzata, che da sempre mi era stata fedele, ora stava succhiando il cazzo di un uomo maturo come nelle mie fantasie proprio di fronte ai miei occhi
Oltre a quello, inoltre, rimasi impietrito di fronte al gigantesco uccello che lei aveva in bocca proprio in quel momento: lungo ben più di venti centimetri e spesso quasi come il braccio di una persona. Sara era una gran succhiatrice e non aveva mai avuto problemi a prendere tutto il mio, ma con questo era ben visibile come faticasse a prendere in bocca la sola cappella. L’asta era completamente ricoperta della sua saliva che lei spalmava abilmente massaggiandola con entrambe le mani quasi a volerla spremere da tutto il suo caldo sperma.
Mentre restavo impalato a fissare quella scena, Daniele spingeva sempre più a fondo nella bocca della mia ragazza andando avanti e indietro ritmicamente. In quel momento potevo notare come la sua gola venisse dilatata dal passaggio di quel mostro, indicando come Sara si stesse lentamente abituando alle dimensioni e ne stesse prendendo sempre di più. Dopo un po’ che guardavo riusciva a prenderne addirittura più della metà, non potevo credere che fosse una pompinara così esperta.
Senza riuscire a staccare gli occhi cominciai a segarmi mentre Daniele tirò fuori il cazzone dalla sua bocca per sbatterlo ripetutamente su quel candido faccino, ricoprendolo di saliva e precum.
Da quella distanza potevo a malapena sentire quello che dicevano, ma riuscii a sentire Daniele dirle
“Cazzo che pompinara stupenda! Lo avevo immaginato già da quando ho visto questo bel viso per la prima volta, ma non pensavo arrivassi a questo punto” e nel mentre, le accarezzava il viso e le strofinava il pollice sulle labbra.
“Grazie” rispose lei ridacchiando e continuando a segarlo con entrambe le mani
“Ma ora preparati perché comincio a fare sul serio” a quel punto l’uomo si staccò da lei e la afferrò, alzandola in braccio. Lei tirò un acuto urlo di stupore che attirò l’attenzione di alcuni presenti che si misero ad osservare la scena. Restò per poco in quella posizione dato che, una volta in braccio, Daniele la girò a testa in giù come se fosse fatta di piuma, le spostò il perizoma e iniziò a darle piacere con la propria lingua.
Riuscivo a sentire i gemiti di Sara mentre godeva come mai prima, appesa alle braccia di quell’uomo e con il suo cazzone che le sbatteva contro la faccia. Non passò molto prima che lei se lo rimise in bocca prendendolo ancora più a fondo di prima in quella che era si era trasformata nella 69 più bella che io avessi mai visto.
Non capivo più nulla e, senza staccare gli occhi dalla scena e con il cazzo pulsante, sborrai li sul pavimento mentre osservavo quell’ipnotizzante accoppiamento di corpi.
Non venni neppure notato notato e i due continuarono il loro rituale con crescente passione senza badare a me. Rimasi in silenzio e in disparte fino al punto in cui io notai la mia dolce ragazza urlare e contorcersi dal piacere, indicando chiaramente che Daniele la aveva appena fatta venire tra le sue braccia.
“Siiiii siiiii così” ripeteva mentre si agitava e stringeva forte con le mani e le unghie il corpo di quel maschio.
Fu a quel punto che Daniele, improvvisamente, la buttò di peso su un divanetto che si trovava nell’angolo della stanza e la fece sdraiare. Le aprì le gambe e cominciò a sbatterle il cazzone coperto di saliva sulla sua fichetta, facendola sussultare ad ogni colpo.
In un attimo la cappella sparì dentro di lei che la accolse gemendo, contorcendosi e con un “Pianooooo” quasi sussurrato.
La monta era iniziata
“S-siamo arrivati?” disse Sara, ancora mezza addormentata
“Ancora qualche minuto, dovremmo esserci”
Lei non rispose e, in silenzio, si mise a scrollare il cellulare. In quel momento notai un cartello che indicava la nostra meta, mancavano due chilometri.
“Bene” pensai “Finalmente ci siamo”.
Io e Sara siamo fidanzati da diversi anni, sino dai tempi delle superiori. Il nostro rapporto è maturato e cresciuto nel tempo tra le gioie e le difficoltà di una coppia affiatata, tanto che ormai conosciamo tutto l’uno dell’altra. Lei mi ha sempre fatto impazzire: una dolce biondina dagli occhioni azzurri e dalle labbra carnose, piuttosto bassina, cosa che adoro, e appena in carne, con un culo che è una favola e una seconda di seno. La cosa migliore è che, per quanto sia una ragazza dolce e perbene, severa a volte, a letto si scatena, diventando una bestia del sesso capace di risucchiami anche l’anima e farmi venire in pochi minuti, lasciandomi completamente KO.
Io d’altro canto, sono piuttosto nella norma: magro, non molto alto e dai capelli e occhi neri, senza nulla di troppo particolare.Questo vale sia per quanto riguarda le mie dimensioni, leggermente sotto la media, che per le mie prestazioni a letto.
Di questo, per fortuna, lei non si è mai fatta problemi, continuando ad amarmi indistintamente senza farmi mai dubitare di lei.
Negli ultimi anni le ho rivelato il mio interesse nello scambio di coppia e nel coinvolgimento di altra gente nel rapporto, ovviamente nel rispetto e nell’amore reciproco. La cosa ha portato la coppia lungo uno strano cammino in cui lei, inizialmente arrabbiata e contrariata, cambiò idea sempre più radicalmente arrivando ad convivere e, finalmente, ad accettare la mia proposta.
Come è tipico di lei, sin dal primo istante in cui ci addentrammo in questo mondo, lei volle avere tutto sotto controllo ponderando ed analizzando con attenzione ogni offerta. Dopo quasi un anno di richieste scartate, quando ormai stavo perdendo la speranza, fu lei a farmi una proposta.
Si trattava di un locale in alta montagna, il quale, oltre ad essere un lussuoso albergo con diversi servizi, offriva anche un club prive molto particolare. Il fatto che richiedesse molti controlli e certificazioni probabilmente fu la ciliegina sulla torta che conquistò Sara, visto che era sempre stata molto esigente.
Ovviamente costava un occhio dalla testa, ma era un prezzo che io ero disposto a pagare per non rischiare altri mesi di tentativi a vuoto.
“Eccolo! Certo che è proprio bello” la voce di Sara mi riportò alla realtà
L’albergo era ben visibile di fronte a noi: un grande edificio isolato che univa un’architettura tipica locale con elementi moderni ben mimetizzati. Sembrava davvero un posto magnifico.
Dopo aver parcheggiato entrammo nell’edificio. L’interno rispecchiava l’esterno: un ambiente tradizionale ma ampio e ben luminoso, Sara sembrava estasiata.
Una ragazza dai capelli blu, che aveva più o meno la nostra età, ci accolse alla reception. In maniera molto elegante, quasi seducente, ci salutò e ci chiese i documenti, spiegandoci anche dove fossero le camere e come fosse organizzato l’albergo.
Stanchi come eravamo, non perdemmo troppo tempo e ci accomodammo direttamente in stanza, una lussuosa suite situata al quarto piano.
Io impiegai giusto mezz’ora per sistemare le mie cose e farmi una doccia veloce mentre lei come suo solito dopo un’ora aveva a malapena finito di sistemare le valigie, così, dato che non avevo troppa voglia di aspettare in camera al cellulare, decisi di farmi un giro al bar dell’albergo.
Il locale era quasi deserto, ad eccezione del barista e di due persone al bancone. Era quasi completamente in legno, dando quasi il senso di trovarsi all’interno di un rifugio tipico, ma i mobili e le pareti venivano completati da rifiniture moderne che si mimetizzavano perfettamente.
Mi accomodai e ordinai un Drink, mentre guardavo la neve che continuava a scendere ininterrottamente, oltre la grande vetrata di fianco al bancone.
“Prima volta qui?” una voce mi riportò alla realtà
Vicino a me si era seduto un uomo sulla quarantina, incredibilmente alto e ben piazzato, dalla barba scura e appena brizzolata, i capelli a spazzola e dagli occhi di un azzurro profondo. In quel momento mi guardava sorridendo.
“S-si, salve. E’ la prima volta sia per me che per la mia ragazza”
“Ah molto bene. Io ormai sono un veterano” disse, dopo una risata “Sono sicuro che hai almeno qualcosa da chiedere ad uno come me”
Nonostante sapessi che per quel tipo di feste la privacy era molto importante, ero comunque contento di aver trovato qualcuno a cui poter fare un po’ di domande. Si rivelò subito molto simpatico e si presentò come Daniele, un imprenditore dalla Calabria che da un paio di anni si era trasferito a Milano. Assieme alla moglie Svetlana giravano feste e club privé da ormai diversi tempo, sempre con grandi soddisfazioni da parte di entrambi. In particolare, capii bene che era una persona particolarmente esuberante e gli piaceva prendersi quello voleva.
Al suo turno di fare domande chiese pochissime cose su di me, concentrandosi invece molto su Sara: come fosse, cosa le piacesse, come stavano andando le cose tra noi a letto.
Quando le domande cominciarono a farsi sempre più imbarazzanti venimmo interrotti.
“Ma guarda un po’ chi abbiamo qua, carne fresca”
La voce ci sorprese alle spalle. Era una donna alta, più di me, dai lunghi capelli neri e vestita in maniera particolarmente vistosa: pantaloni aderenti in pelle, tacchi alti neri e corsetto coperto da una giacca da motociclista. La prima cosa che fece fu saltare tra le braccia di Daniele e scambiare con lui un lungo e scandaloso bacio, vedevo le loro lingue che si intrecciavano e la mano di lui sul suo culo, come se io non fossi presente.
Dopo quella spinta manifestazione di affetto si girò verso di me presentandosi come Svetlana, cosa che avevo già immaginato. Parlammo per un bel po’, entrambi, in particolare lei, erano molto simpatici e pronti a chiarire ogni mio dubbio sulla serata. Oltre a quello scoprimmo anche che le nostre camere erano adiacenti, cosa che Daniele commentò ammiccando e dicendo che la notte non sarebbe stata molto silenziosa.
In quel momento arrivò anche Sara. Era davvero meravigliosa: portava i capelli sciolti, un trucco incredibilmente seducente e le labbra di un viola lucido molto intenso. Indossava un vestitino a manica lunga e corto, che quasi le scopriva il culo e le lasciava i fianchi aperti, con solo un leggero intreccio di fili a tenerli. Oltre a quello solo un paio di scarpe col tacco. Chissà se indossava le mutandine.
“Eccomi, scusa se ci ho messo così tanto” disse con una risata “Te vedo che hai già trovato una bella compagnia” notai, dopo questa seconda frase, che lei stava guardando verso Daniele mentre si mordeva il labbro.
Lui non perse tempo e la salutò baciandole la mano e facendole un sacco di complimenti. Certo, rimasi un po’ stupito, dal momento che non mi aspettavo una reazione del genere da parte sua, ma lasciai correre, d’altronde la nuova coppia sembrava piacere a Sara e volevo che si divertisse al meglio in questa nuova esperienza. Inoltre, ero sicuro che ci avrebbero introdotto per bene in quel mondo a noi ancora sconosciuto.
Parlammo per quasi un’ora, tutti sembravano divertirsi molto e raramente avevo visto la mia ragazza così presa da una situazione del genere. Mentre io parlavo, in particolare, non potevo fare a meno di notare come lei continuasse a fissare ininterrottamente Daniele, mordicchiandosi occasionalmente il labbro mentre i due si guardavano negli occhi. In quel momento, sebbene sapessi esattamente il motivo per cui eravamo li e fossi stato io il primo a proporlo, sentivo la gelosia salire velocemente dentro di me. Forse stavo commettendo un errore? Dopotutto facevamo ancora tempo a tirarci indietro.
Misi a tacere quei pensieri. Perché stavo pensando male di quei due? Erano stati così gentili con noi. No, sarebbe andato tutto per il verso giusto, anche grazie a loro.
Mi congedai, dal momento che volevo godermi un po’ di riposo prima della serata. Sara decise invece di rimanere a parlare un altro po’, rimanendo sola con quella strana donna e quell’energumeno che se la stava mangiando con gli occhi. Mi raggiunse in camera dopo una ventina di minuti.
“Certo che potevi rimanere un po’ di più sai? Comunque per fortuna che c’era Daniele perché altrimenti sarei stata troppo in ansia per stasera” Disse lei ridacchiando.
“Scusa ma volevo riposarmi un po’. Loro invece ti hanno detto altro?”
“Nulla di particolare, solo…” si fermò “…vedrai anche te questa sera”.
Era ormai buio da un po e la festa di sotto stava per cominciare. Da quello che sapevamo l’albergo metteva a disposizione un camerino personale per ogni partecipante, tuttavia Sara preferì prepararsi in camera. Si sistemò il trucco, in modo che facesse spiccare ancora di più i suoi meravigliosi occhi azzurri e le sue labbra carnose e morbide, si cosparse il corpo di una crema idratante e si mise la lingerie comprata appositamente per la serata: perizoma di pizzo rosso, aperto nella zona della vulva in modo che non servisse nemmeno sfilarlo, e reggiseno abbinato, anch’esso di pizzo con una sottile apertura nella zona dei capezzoli. I due pezzi erano uniti da una serie di fili e stringhe che passavano dalla pancia ed i fianchi aumentandone la carica erotica.
Impazzì quasi nel vederla in quel modo. A completare un paio di autoreggenti e tacco quindici.
Mi avvicinai, in quel momento la volevo baciare e buttare sul letto, la volevo tutta per me, solo per me.
“No no, così mi rovini il trucco!” mi fermò mettendomi un dito davanti alle labbra “Abbi ancora un po’ di pazienza hihi”
Provai a protestare ma lei fu irremovibile nonostante la mia insistenza. Giunta l’ora scendemmo, gli altri avevano probabilmente già cominciato. Lei si coprì con unicamente con un accappatoio, dato che per arrivare ci bastava prendere l’ascensore, mentre io rimasi vestito, mi sarei cambiato in camerino in base a quello che avrei trovato li.
Inutile dire che durante la discesa avevo i nervi a fior di pelle pensando a quello che mi aspettava: ero eccitato e spaventato allo stesso momento. Sara, stranamente silenziosa, lasciava trasparire una forte eccitazione.
La festa, che consisteva in un’orgia vera e propria, si teneva in una grande sala semicircolare situata nel piano interrato dell’albergo. Attorno ad essa si trovavano i camerini e, per accedere, alla sala principale era necessario passare dal proprio camerino e cambiarsi, lasciando i vestiti all’interno.
Appena arrivati, un uomo mascherato prese i nostri dati e ci accompagnò al nostro, augurandoci buon divertimento.
“E un’ultima cosa. Mi raccomando la maschera, la troverete appena entrati” disse, indicando la propria “sono sicuro che apprezzerete molto il tema della serata” poi sorrise a Sara, che apprezzò sorridendo a sua volta.
Il camerino era decisamente più bello di quanto non mi aspettassi, sopratutto contando che saremmo rimasti li dentro per pochissimo tempo. Era una stanza rettangolare illuminata solo da una soffusa luce rosata, proveniente da alcuni Led sul pavimento. Una delle pareti era occupata da un grande specchio, mentre l’altra da un armadio, dove avremmo potuto riporre le nostre cose. Dal lato opposto della stanza, una piccola porta ci avrebbe condotto nella sala principale, dove si teneva l’orgia. Sopra un tavolino si trovavano due maschere: una rossa, decorata da motivi dorati e con un paio di orecchie da gatto sopra gli occhi, mentre l’altra nera e semplice.
Sara ridacchiò “Vedo che mi hanno ascoltata”. Io la guardai senza capire, mentre lei prese la maschera rossa e la indossò “Un piccolo suggerimento di Daniele diciamo”. A quel punto fece cadere l’accappatoio, rivelando il suo corpo stupendo, che quella sera sprigionava sesso da tutti i pori, e dopo avermi dato un bacio sulla guancia, uscì passò l’altra porta, verso l’orgia
“Ci vediamo dall’altra parte, Cazzone del mio cuore”
Rimasi solo nella stanzetta, esitando un momento. Era davvero andata di la senza di me? Forse mi sarei dovuto muovere a raggiungerla, ma me la presi con calma.
Raccolsi il suo accappatoio da terra e aprii l’armadio. L’interno non era vuoto, ma pieno di sex toys, dildi, plug anali, lubrificante e pure diversi tipi di lingerie femminili e maschili.
Mi spogliai e riposi tutto all’interno. Decisi quindi di prendere qualcosa da li per non essere di meno rispetto alla mia ragazza, per quanto fosse difficile dare nell’occhio come faceva lei. Dopo un po’ di indecisione optai per uno slip attillato nero con un buco nella parte anteriore. Nel mio caso, era abbastanza grande da riuscire a far uscire sia il mio pene che le palle. Oltre alla maschera, non presi nient’altro: non faceva per me.
Una volta finito di prepararmi feci un profondo respiro e superai la porta.
Mi trovai in un’enorme sala ghermita di gente, circondato da corpi seminudi che strusciavano gli uni su gli altri dandosi piacere a vicenda, tra i gemiti e le urla di piacere che si mischiavano alla musica di sottofondo. La luce rosa e soffusa dava alla scena un tono ancora più surreale ed eccitante, esaltando quelle figure quasi mistiche.
Il mio cazzo era durissimo e usciva dallo slip sotto la vista di tutti, nonostante quello era incredibile quanto potessi passare inosservato tra quella gente. Uomini che indossavano cinghie e vestiti attillati giravano per tutta la stanza con i loro cazzi ritti, mentre donne in intimo provocante e latex si facevano scopare o scopavano qualche fortunato con grossi strap-on.
Il mio disorientato vagare venne interrotto alla vista di una sagoma familiare: un omone dai capelli e la barba scura alto quasi due metri che indossava una maschera verde, non avevo dubbi che si trattasse di Daniele. Sollevato, decisi di raggiungerlo, sapendo che nessuno meglio di lui mi avrebbe saputo guidare, tuttavia mentre mi avvicinavo, notai come fosse già bello impegnato e intento a godere.
Inginocchiata davanti a lui c’era una ragazza, una biondina in lingerie rossa e con un gran bel culo, tutta intenta a succhiarglielo. A vederla da dietro sembrava una vera esperta succhiacazzi mentre Daniele la teneva per i capelli spingendo quel faccino sulla sua mazza.
Già dal primo sguardo mi sembrò stranamente familiare, per cui decisi di avvicinarmi ancora di più. I miei dubbi vennero immediatamente confermati: quella ragazza era Sara. La mia fidanzata, che da sempre mi era stata fedele, ora stava succhiando il cazzo di un uomo maturo come nelle mie fantasie proprio di fronte ai miei occhi
Oltre a quello, inoltre, rimasi impietrito di fronte al gigantesco uccello che lei aveva in bocca proprio in quel momento: lungo ben più di venti centimetri e spesso quasi come il braccio di una persona. Sara era una gran succhiatrice e non aveva mai avuto problemi a prendere tutto il mio, ma con questo era ben visibile come faticasse a prendere in bocca la sola cappella. L’asta era completamente ricoperta della sua saliva che lei spalmava abilmente massaggiandola con entrambe le mani quasi a volerla spremere da tutto il suo caldo sperma.
Mentre restavo impalato a fissare quella scena, Daniele spingeva sempre più a fondo nella bocca della mia ragazza andando avanti e indietro ritmicamente. In quel momento potevo notare come la sua gola venisse dilatata dal passaggio di quel mostro, indicando come Sara si stesse lentamente abituando alle dimensioni e ne stesse prendendo sempre di più. Dopo un po’ che guardavo riusciva a prenderne addirittura più della metà, non potevo credere che fosse una pompinara così esperta.
Senza riuscire a staccare gli occhi cominciai a segarmi mentre Daniele tirò fuori il cazzone dalla sua bocca per sbatterlo ripetutamente su quel candido faccino, ricoprendolo di saliva e precum.
Da quella distanza potevo a malapena sentire quello che dicevano, ma riuscii a sentire Daniele dirle
“Cazzo che pompinara stupenda! Lo avevo immaginato già da quando ho visto questo bel viso per la prima volta, ma non pensavo arrivassi a questo punto” e nel mentre, le accarezzava il viso e le strofinava il pollice sulle labbra.
“Grazie” rispose lei ridacchiando e continuando a segarlo con entrambe le mani
“Ma ora preparati perché comincio a fare sul serio” a quel punto l’uomo si staccò da lei e la afferrò, alzandola in braccio. Lei tirò un acuto urlo di stupore che attirò l’attenzione di alcuni presenti che si misero ad osservare la scena. Restò per poco in quella posizione dato che, una volta in braccio, Daniele la girò a testa in giù come se fosse fatta di piuma, le spostò il perizoma e iniziò a darle piacere con la propria lingua.
Riuscivo a sentire i gemiti di Sara mentre godeva come mai prima, appesa alle braccia di quell’uomo e con il suo cazzone che le sbatteva contro la faccia. Non passò molto prima che lei se lo rimise in bocca prendendolo ancora più a fondo di prima in quella che era si era trasformata nella 69 più bella che io avessi mai visto.
Non capivo più nulla e, senza staccare gli occhi dalla scena e con il cazzo pulsante, sborrai li sul pavimento mentre osservavo quell’ipnotizzante accoppiamento di corpi.
Non venni neppure notato notato e i due continuarono il loro rituale con crescente passione senza badare a me. Rimasi in silenzio e in disparte fino al punto in cui io notai la mia dolce ragazza urlare e contorcersi dal piacere, indicando chiaramente che Daniele la aveva appena fatta venire tra le sue braccia.
“Siiiii siiiii così” ripeteva mentre si agitava e stringeva forte con le mani e le unghie il corpo di quel maschio.
Fu a quel punto che Daniele, improvvisamente, la buttò di peso su un divanetto che si trovava nell’angolo della stanza e la fece sdraiare. Le aprì le gambe e cominciò a sbatterle il cazzone coperto di saliva sulla sua fichetta, facendola sussultare ad ogni colpo.
In un attimo la cappella sparì dentro di lei che la accolse gemendo, contorcendosi e con un “Pianooooo” quasi sussurrato.
La monta era iniziata
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