Quel porco del Signor Arturo
di
Crisrex
genere
prime esperienze
Oramai erano sei mesi che Elisa non pagava l’affitto del piccolo appartamento in cui abitava sola, con la figlia quindicenne Valentina, e quando vide il Signor Arturo arrivare al bar, non seppe resistere. Arturo era l’uomo più ricco di tutto il paese, e forse anche di più. Proprietario dell’unico enorme podere della zona, ormai più che settantenne, Arturo era il tipico padrone terriero sin da quando aveva ereditato l’impresa agricola di famiglia poco più che maggiorenne. Sempre vestito di bianco, con un bel cappello stile coloniale che lo distingueva da tutti gli altri uomini del paese, vecchi e giovani, che lo guardavano e trattavano con rispetto, riverenza e quasi timore. Sì, perché Arturo, anche beneficiando della propria posizione, aveva sempre mietuto un gran numero di conquiste femminili, figlie, madri e mogli di tutti gli altri…
Sin da ragazzo era stato considerato da tutte il “figlio del padrone”, per non dire quando, reso orfano presto a causa di un incidente aereo nel quale erano morti entrambi i genitori, si era trovato erede di una vera e propria fortuna in terreni e denari. E Arturo aveva fatto ben poco per evitare le tentazioni della carne. Fin da ragazzino aveva approfittato della benevolenza di madri che, pur di accasarsi, invitavano spudoratamente le proprie figlie a “offrirsi” senza vergogna alle sue attenzioni…e lui di attenzioni ne prestava…eccome. Si narrava in paese di come, ancora ragazzino, avesse attrezzato un magazzino destinato al ricovero di trattori e attrezzi agricoli delle sue aziende con strumenti per la monta di animali come mucche e scrofe, adattati ai propri giochi sessuali, proprio per potersi godere in comodità le scopate con la giovinetta di turno. Le ragazze spesso ingenue e inesperte, pur di accontentarlo e ben istruite, praticamente obbligate dalle raccomandazioni materne, accettavano di farsi scopare in tutti i modi che lui voleva, per poi essere lasciate senza alcun riguardo, non appena il giovane amante si fosse stancato di loro o incapricciato della nuova conquista. Da adulto, poi, per quanto sposato presto con una bellissima e benestante ragazza conosciuta all’università, aveva continuato a divertirsi col sesso, essendo praticamente l’unico datore di lavoro per le femmine del paese. All’inizio della stagione estiva, infatti, Arturo assumeva un grande numero di persone per la raccolta di frutta dei suoi campi coltivati, sia uomini che donne, ma in prevalenza queste ultime. Venivano fatti tutti salire su dei carri, che poi per chilometri e chilometri lambivano i filari di piante da frutta, facendo così la raccolta. Per quanto fosse un duro lavoro sotto il sole estivo dal primo mattino fino all’imbrunire, era uno dei pochi impieghi disponibili anche a ragazzi, e soprattutto ragazze giovani, che così davano una mano in famiglia. L’assunzione, diciamo così, era demandata da Arturo a Bruno, suo ragazzo di fiducia, che gestiva per lui l’intera attività. Bruno era il tipico ragazzo ventenne di campagna, tutto muscoli e poca intelligenza, noto in paese per la bellezza fisica, nonché -si diceva-per la notevole dimensione del proprio pene e per la forte pulsione sessuale verso le belle ragazze. Anche per questo Arturo gli affidava la ricerca delle figliole più carine da assumere. Almeno vent’anni prima, Elisa era stata una di queste. Bionda oro coi capelli sempre raccolti in lunghe trecce e due occhi azzurri come il cielo d’estate, Elisa dopo la fine della scuola, per dare una mano alla famiglia, si era proposta per la raccolta. Ben ricordava come si era svolta, diciamo così, l’assunzione… Presentatasi alla tenuta di Arturo alle sei del mattino di un inizio maggio, speranzosa di essere presa come raccoglitrice di pesche e albicocche, fu fatta aspettare per quasi due ore mentre tutti gli altri operai e contadini partivano sui carri. Bruno, che conosceva Elisa fin dalle elementari, finalmente la notò….”aspettami qui, -le disse- fra mezzora viene il padrone e se gli vai bene, fai la raccolta estiva con noi…ti vanno bene 500 mila lire fino ad agosto?” Ovviamente ad Elisa sembravano un mucchio di soldi…” Annuì. Dopo circa una mezzoretta uscì dalla casa padronale che stava in mezzo ai diversi capanni agricoli Arturo, vestito come di solito con un elegante abito chiaro. Bruno gli si avvicinò, lo salutò con reverenza e iniziò a parlargli di mille cose…finché…Elisa vide che il padrone finalmente la osservò…anzi sia Arturo che Bruno la fissavano…e chiaramente parlavano di lei. Vide Arturo annuire…accennare un sorriso…bene -pensò Elisa- sarò piaciuta…così inizio a lavorare finalmente…Arturo entrò in un capanno, quello che pareva l’immobile principale…e Bruno tornò da Elisa. “senti-le disse-il capo dice che ti prende, ma prima vuole fare due parole con te, e se ti mostri carina…insomma …puoi iniziare già domani…”
Ok, pensò Elisa, ma perché non già oggi? Chiese… Oggi i carri sono già partiti, -le rispose risoluto Bruno- e poi…è meglio così…credimi. Vai…vai dentro al capanno lì davanti, c’è il capo che ti aspetta, non farlo aspettare va’! le disse Bruno.
Elisa allora si affrettò …ed entrò nel capanno…Bruno la seguì e fece in modo che non sbagliasse entrata… entrò dietro a lei e poi chiuse la porta. Nel capanno Arturo era seduto davanti a un tavolaccio pieno di carte, e appena vide entrare la ragazza intimò a tutti di uscire “non disturbatemi finché non esco io…Bruno…tu invece resta….” Elisa vide uscire tutte le persone presenti e...restò sola davanti ad Arturo, mentre Bruno si sedette in un angolo su una balla di fieno. Nel capanno c’era una penombra che faceva vedere poco…ed Elisa pensò ancora che in fondo era una buona cosa che il capo e il suo aiutante, di soli due anni più grande di lei, avessero così tanto a cuore di conoscerla meglio. Poi, pensò, Bruno la conosceva da tanto tempo…dai tempi della scuola e…forse voleva aiutarla…Ma presto capì il motivo di tanto interesse. Senti-le disse Arturo- tu sai chi sono? E sai come scelgo le ragazze che lavorano per me? Elisa annuì. Ora era intimidita…e iniziava a capire di piacere…forse un po’ troppo. Le successive domande del capo le resero tutto più chiaro. Come ti chiami? Le chiese…Elisa! La anticipò Bruno. Capo la conosco dai tempi delle elementari-aggiunse-, ma non mi ha mai voluto…nemmeno dare un bacio. Arturo sorrise malizioso…Impossibile che una femmina ti abbia resistito…lo schernì… poi incalzò…”Bene…Elisa…quanti anni hai?” Diciotto….rispose la ragazza. E….sei vergine? Bruno scoppiò a ridere e la anticipò …“ capo, sta col figlio di Carlone l’aiuto fornaio…ma in paese dicono che è mezzo frocio…” effettivamente Elisa con sto bel ragazzetto ci limonava da un paio di mesi…e solo di recente gli aveva permesso di allungare le mani dentro alle sue mutandine…insomma era scappato un ditalino e una sega di ricambio…ma poco più… Vabbé, disse Arturo, io fra un’oretta devo essere al mercato delle sementi, per cui non ho tanto tempo, soprattutto da perdere, quindi dai, le disse, levati la gonna e la camicetta che voglio vederti bene...Elisa arrossì e capì di non avere alternative…insomma se voleva lavorare-pensò-avrebbe dovuto fare come tutte le altre…in fondo era noto che al capo piacevano le ragazze…e forse si sarebbe accontentato di guardarla nuda. La ragazza si sfilò il gonnone che teneva fino ai piedi… la camicia a fiori e…rimase coi due grossi seni scoperti e una larga mutandona bianca. Arturo la divorava con gli occhi, mentre Bruno, in disparte, aveva iniziato a massaggiarsi il cazzo da sopra al pantalone …Fermati! Le disse Arturo, ora faccio io! Si alzò dalla sedia e le si mise di fronte, poi la spinse con delicatezza ma in modo deciso contro un muro fatto di balle di paglia, si mise proprio di fronte a lei, in piedi e senza dirle null’altro le sfilò le mutande facendogliele scendere fino ai piedi. Elisa era di fronte a lui, completamente nuda e Arturo iniziò ad accarezzarle la pelle dei fianchi, salendo sui seni generosi che palpò con le mani aperte, sempre con delicatezza ma con forza. Elisa ansimò senza nemmeno accorgersene, e spontaneamente si coprì con le mani il pube, appena segnato da sottile peluria bionda. Eh nonono…sorrise per la prima volta Arturo, e le prese le mani stringendole entrambe in una delle sue e così alzandole le braccia in alto sopra alla testa. Mentre con una mano la teneva bloccata con le mani in alto, con la mano libera Arturo prese ad accarezzarle il monte di venere, facendole dei grattini nel morbido pelo pubico…poi piano piano le inserì il dito medio dapprima fra le labbra esterne, poi fra quelle interne della figa, e iniziò a penetrarla dolcemente con il medio e l’indice insieme. Elisa aveva il respiro affannato dall’emozione e dall’intenso piacere che un uomo le stava procurando per la prima volta in modo così intenso…respirava forte e guardava in basso per il pudore. Guardami negli occhi ragazza…-le disse Arturo- e apri un po’ di più le gambe, non voglio farti male perché hai il fiorellino davvero stretto…stò fidanzato che hai mi sa che sì e no te l’ha leccata…Bruno, che tiratosi in piedi e ormai denudatosi dalla cintola in giù si stava masturbando poco lontano, scoppiò in una fragorosa risata che un po’ rovinò la magia del momento… Solo allora Elisa si ricordò di essere in compagnia di entrambi…ma la cosa la turbò per un attimo appena. Arturo, anche per darle respiro, tolse le dita dalla sua vagina, le asciugò in un fazzoletto bianco che poi si portò alle narici...”hai un profumo delizioso, non preoccuparti ma…non ti è dispiaciuto mi pare…le disse…hai la figa fradicia…Elisa arrossì violentemente per la frase di Arturo, che sapientemente voleva sciogliere la ragazza il più possibile. Sempre in piedi di fronte, l’uomo si slacciò la cintura di coccodrillo, si sbottonò calzoni e mutande per fare uscire dalla fessura giusto il cazzo. Con le mani si preoccupò di tirare fuori dalla patta anche i suoi grossi coglioni, diede due colpi di mano all’asta e, ben indurito, scappellò il pene. Poi si sputò nel palmo della mano destra e, insieme agli umori persi da Elisa che avevano bagnato le labbra della fica fino all’interno coscia, lubrificò l’esterno del fiorellino della ragazza. Spinse il bacino contro quello della ragazza e puntò la cappella orami dura come il marmo giusto nell’apertura della vagina. Elisa si fece scappare un …nooooo…, ma appena sussurrato. Poco convinto, insomma, un no che pareva più un …dai fai presto che ne ho voglia.. o almeno così lo volle interpretare Arturo, che la sollevò per le gambe, aprendo al contempo le cosce e quindi la fessa della fica. La fece lentamente ricadere sul suo pene, che lentamente entrò nell’apertura della vagina, fino a riempirla tutta. Solo i grossi testicoli dell’uomo diedero una fine all’impalarsi di Elisa sulla verga di Arturo, che finalmente emise un gemito forte di soddisfazione e piacere. Senza nemmeno accorgersene Elisa si trovò nuda e distesa su un letto fatto di paglia, con Arturo che ansimandole sopra la pompava, dapprima con delicatezza, poi sempre con più veemenza, con più forza. Arturo dimostrando di apprezzare la scopata si sfilò del tutto la camicia bianca e si abbassò i pantaloni fino alle caviglie calciando lontano le scarpe. Voleva godere appieno di una scopata da ricordare…, perché raramente si denudava per una scopata con una contadinella, che solitamente faceva di fretta, giusto per svuotare i coglioni. Sentiva, invece, che questa era una occasione speciale. Sentendo vicino il momento culminante, la girò di schiena, mettendola con la pancia in giù; non volle sodomizzarla, almeno non la prima volta, e invece chiamò con un gesto Bruno, invitandolo a continuare la monta al posto suo. Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte. In un attimo si liberò della maglia e completamente nudo si distese sopra al corpo di Elisa, penetrandola da dietro nella vagina. Lei sentì il corpo più muscoloso di Bruno premerle la schiena come a schiacciarla in terra, e soprattutto sentì il grosso pene del ragazzo riempirle ancor di più la figa interna, ancor più di come le aveva fatto sentire Arturo, dandole la sensazione di oltrepassare le viscere e arrivarle fino alla gola. Il cazzo di Bruno era davvero grosso e le tendeva le labbra della figa fino a farle male…Il ragazzo fin dall’inizio prese a pomparla in modo animalesco, senza trattenersi quanto a grida e improperi, mentre Elisa, ormai in balia di plurimi orgasmi di ogni tipo, si limitava a gemere senza controllo per il godimento che la stordiva per l’intensità. Finché Bruno, mentre il capo già vestito si stava allontanando, emise un grido più forte e ..una, due..tre, quattro volte eiaculò abbondante sperma calda direttamente nell’utero di Elisa. Direi che questa volta ti ha…baciato, disse con cinismo Arturo, che prima di uscire dal capanno raccomandò….vestila e mandala a casa…domani inizia e anzi, mettila sul carro di Mario, che da tempo mi chiede una femmina con la quale rilassarsi un po’ durante le pause del raccolto. E il suo ragazzo? Chiese Bruno… Dille di lasciarlo…direi che oggi lo ha tradito!
Elisa ricordava bene tutto questo, e quello da qui seguì…che è il caso di raccontare per bene.
Sin da ragazzo era stato considerato da tutte il “figlio del padrone”, per non dire quando, reso orfano presto a causa di un incidente aereo nel quale erano morti entrambi i genitori, si era trovato erede di una vera e propria fortuna in terreni e denari. E Arturo aveva fatto ben poco per evitare le tentazioni della carne. Fin da ragazzino aveva approfittato della benevolenza di madri che, pur di accasarsi, invitavano spudoratamente le proprie figlie a “offrirsi” senza vergogna alle sue attenzioni…e lui di attenzioni ne prestava…eccome. Si narrava in paese di come, ancora ragazzino, avesse attrezzato un magazzino destinato al ricovero di trattori e attrezzi agricoli delle sue aziende con strumenti per la monta di animali come mucche e scrofe, adattati ai propri giochi sessuali, proprio per potersi godere in comodità le scopate con la giovinetta di turno. Le ragazze spesso ingenue e inesperte, pur di accontentarlo e ben istruite, praticamente obbligate dalle raccomandazioni materne, accettavano di farsi scopare in tutti i modi che lui voleva, per poi essere lasciate senza alcun riguardo, non appena il giovane amante si fosse stancato di loro o incapricciato della nuova conquista. Da adulto, poi, per quanto sposato presto con una bellissima e benestante ragazza conosciuta all’università, aveva continuato a divertirsi col sesso, essendo praticamente l’unico datore di lavoro per le femmine del paese. All’inizio della stagione estiva, infatti, Arturo assumeva un grande numero di persone per la raccolta di frutta dei suoi campi coltivati, sia uomini che donne, ma in prevalenza queste ultime. Venivano fatti tutti salire su dei carri, che poi per chilometri e chilometri lambivano i filari di piante da frutta, facendo così la raccolta. Per quanto fosse un duro lavoro sotto il sole estivo dal primo mattino fino all’imbrunire, era uno dei pochi impieghi disponibili anche a ragazzi, e soprattutto ragazze giovani, che così davano una mano in famiglia. L’assunzione, diciamo così, era demandata da Arturo a Bruno, suo ragazzo di fiducia, che gestiva per lui l’intera attività. Bruno era il tipico ragazzo ventenne di campagna, tutto muscoli e poca intelligenza, noto in paese per la bellezza fisica, nonché -si diceva-per la notevole dimensione del proprio pene e per la forte pulsione sessuale verso le belle ragazze. Anche per questo Arturo gli affidava la ricerca delle figliole più carine da assumere. Almeno vent’anni prima, Elisa era stata una di queste. Bionda oro coi capelli sempre raccolti in lunghe trecce e due occhi azzurri come il cielo d’estate, Elisa dopo la fine della scuola, per dare una mano alla famiglia, si era proposta per la raccolta. Ben ricordava come si era svolta, diciamo così, l’assunzione… Presentatasi alla tenuta di Arturo alle sei del mattino di un inizio maggio, speranzosa di essere presa come raccoglitrice di pesche e albicocche, fu fatta aspettare per quasi due ore mentre tutti gli altri operai e contadini partivano sui carri. Bruno, che conosceva Elisa fin dalle elementari, finalmente la notò….”aspettami qui, -le disse- fra mezzora viene il padrone e se gli vai bene, fai la raccolta estiva con noi…ti vanno bene 500 mila lire fino ad agosto?” Ovviamente ad Elisa sembravano un mucchio di soldi…” Annuì. Dopo circa una mezzoretta uscì dalla casa padronale che stava in mezzo ai diversi capanni agricoli Arturo, vestito come di solito con un elegante abito chiaro. Bruno gli si avvicinò, lo salutò con reverenza e iniziò a parlargli di mille cose…finché…Elisa vide che il padrone finalmente la osservò…anzi sia Arturo che Bruno la fissavano…e chiaramente parlavano di lei. Vide Arturo annuire…accennare un sorriso…bene -pensò Elisa- sarò piaciuta…così inizio a lavorare finalmente…Arturo entrò in un capanno, quello che pareva l’immobile principale…e Bruno tornò da Elisa. “senti-le disse-il capo dice che ti prende, ma prima vuole fare due parole con te, e se ti mostri carina…insomma …puoi iniziare già domani…”
Ok, pensò Elisa, ma perché non già oggi? Chiese… Oggi i carri sono già partiti, -le rispose risoluto Bruno- e poi…è meglio così…credimi. Vai…vai dentro al capanno lì davanti, c’è il capo che ti aspetta, non farlo aspettare va’! le disse Bruno.
Elisa allora si affrettò …ed entrò nel capanno…Bruno la seguì e fece in modo che non sbagliasse entrata… entrò dietro a lei e poi chiuse la porta. Nel capanno Arturo era seduto davanti a un tavolaccio pieno di carte, e appena vide entrare la ragazza intimò a tutti di uscire “non disturbatemi finché non esco io…Bruno…tu invece resta….” Elisa vide uscire tutte le persone presenti e...restò sola davanti ad Arturo, mentre Bruno si sedette in un angolo su una balla di fieno. Nel capanno c’era una penombra che faceva vedere poco…ed Elisa pensò ancora che in fondo era una buona cosa che il capo e il suo aiutante, di soli due anni più grande di lei, avessero così tanto a cuore di conoscerla meglio. Poi, pensò, Bruno la conosceva da tanto tempo…dai tempi della scuola e…forse voleva aiutarla…Ma presto capì il motivo di tanto interesse. Senti-le disse Arturo- tu sai chi sono? E sai come scelgo le ragazze che lavorano per me? Elisa annuì. Ora era intimidita…e iniziava a capire di piacere…forse un po’ troppo. Le successive domande del capo le resero tutto più chiaro. Come ti chiami? Le chiese…Elisa! La anticipò Bruno. Capo la conosco dai tempi delle elementari-aggiunse-, ma non mi ha mai voluto…nemmeno dare un bacio. Arturo sorrise malizioso…Impossibile che una femmina ti abbia resistito…lo schernì… poi incalzò…”Bene…Elisa…quanti anni hai?” Diciotto….rispose la ragazza. E….sei vergine? Bruno scoppiò a ridere e la anticipò …“ capo, sta col figlio di Carlone l’aiuto fornaio…ma in paese dicono che è mezzo frocio…” effettivamente Elisa con sto bel ragazzetto ci limonava da un paio di mesi…e solo di recente gli aveva permesso di allungare le mani dentro alle sue mutandine…insomma era scappato un ditalino e una sega di ricambio…ma poco più… Vabbé, disse Arturo, io fra un’oretta devo essere al mercato delle sementi, per cui non ho tanto tempo, soprattutto da perdere, quindi dai, le disse, levati la gonna e la camicetta che voglio vederti bene...Elisa arrossì e capì di non avere alternative…insomma se voleva lavorare-pensò-avrebbe dovuto fare come tutte le altre…in fondo era noto che al capo piacevano le ragazze…e forse si sarebbe accontentato di guardarla nuda. La ragazza si sfilò il gonnone che teneva fino ai piedi… la camicia a fiori e…rimase coi due grossi seni scoperti e una larga mutandona bianca. Arturo la divorava con gli occhi, mentre Bruno, in disparte, aveva iniziato a massaggiarsi il cazzo da sopra al pantalone …Fermati! Le disse Arturo, ora faccio io! Si alzò dalla sedia e le si mise di fronte, poi la spinse con delicatezza ma in modo deciso contro un muro fatto di balle di paglia, si mise proprio di fronte a lei, in piedi e senza dirle null’altro le sfilò le mutande facendogliele scendere fino ai piedi. Elisa era di fronte a lui, completamente nuda e Arturo iniziò ad accarezzarle la pelle dei fianchi, salendo sui seni generosi che palpò con le mani aperte, sempre con delicatezza ma con forza. Elisa ansimò senza nemmeno accorgersene, e spontaneamente si coprì con le mani il pube, appena segnato da sottile peluria bionda. Eh nonono…sorrise per la prima volta Arturo, e le prese le mani stringendole entrambe in una delle sue e così alzandole le braccia in alto sopra alla testa. Mentre con una mano la teneva bloccata con le mani in alto, con la mano libera Arturo prese ad accarezzarle il monte di venere, facendole dei grattini nel morbido pelo pubico…poi piano piano le inserì il dito medio dapprima fra le labbra esterne, poi fra quelle interne della figa, e iniziò a penetrarla dolcemente con il medio e l’indice insieme. Elisa aveva il respiro affannato dall’emozione e dall’intenso piacere che un uomo le stava procurando per la prima volta in modo così intenso…respirava forte e guardava in basso per il pudore. Guardami negli occhi ragazza…-le disse Arturo- e apri un po’ di più le gambe, non voglio farti male perché hai il fiorellino davvero stretto…stò fidanzato che hai mi sa che sì e no te l’ha leccata…Bruno, che tiratosi in piedi e ormai denudatosi dalla cintola in giù si stava masturbando poco lontano, scoppiò in una fragorosa risata che un po’ rovinò la magia del momento… Solo allora Elisa si ricordò di essere in compagnia di entrambi…ma la cosa la turbò per un attimo appena. Arturo, anche per darle respiro, tolse le dita dalla sua vagina, le asciugò in un fazzoletto bianco che poi si portò alle narici...”hai un profumo delizioso, non preoccuparti ma…non ti è dispiaciuto mi pare…le disse…hai la figa fradicia…Elisa arrossì violentemente per la frase di Arturo, che sapientemente voleva sciogliere la ragazza il più possibile. Sempre in piedi di fronte, l’uomo si slacciò la cintura di coccodrillo, si sbottonò calzoni e mutande per fare uscire dalla fessura giusto il cazzo. Con le mani si preoccupò di tirare fuori dalla patta anche i suoi grossi coglioni, diede due colpi di mano all’asta e, ben indurito, scappellò il pene. Poi si sputò nel palmo della mano destra e, insieme agli umori persi da Elisa che avevano bagnato le labbra della fica fino all’interno coscia, lubrificò l’esterno del fiorellino della ragazza. Spinse il bacino contro quello della ragazza e puntò la cappella orami dura come il marmo giusto nell’apertura della vagina. Elisa si fece scappare un …nooooo…, ma appena sussurrato. Poco convinto, insomma, un no che pareva più un …dai fai presto che ne ho voglia.. o almeno così lo volle interpretare Arturo, che la sollevò per le gambe, aprendo al contempo le cosce e quindi la fessa della fica. La fece lentamente ricadere sul suo pene, che lentamente entrò nell’apertura della vagina, fino a riempirla tutta. Solo i grossi testicoli dell’uomo diedero una fine all’impalarsi di Elisa sulla verga di Arturo, che finalmente emise un gemito forte di soddisfazione e piacere. Senza nemmeno accorgersene Elisa si trovò nuda e distesa su un letto fatto di paglia, con Arturo che ansimandole sopra la pompava, dapprima con delicatezza, poi sempre con più veemenza, con più forza. Arturo dimostrando di apprezzare la scopata si sfilò del tutto la camicia bianca e si abbassò i pantaloni fino alle caviglie calciando lontano le scarpe. Voleva godere appieno di una scopata da ricordare…, perché raramente si denudava per una scopata con una contadinella, che solitamente faceva di fretta, giusto per svuotare i coglioni. Sentiva, invece, che questa era una occasione speciale. Sentendo vicino il momento culminante, la girò di schiena, mettendola con la pancia in giù; non volle sodomizzarla, almeno non la prima volta, e invece chiamò con un gesto Bruno, invitandolo a continuare la monta al posto suo. Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte. In un attimo si liberò della maglia e completamente nudo si distese sopra al corpo di Elisa, penetrandola da dietro nella vagina. Lei sentì il corpo più muscoloso di Bruno premerle la schiena come a schiacciarla in terra, e soprattutto sentì il grosso pene del ragazzo riempirle ancor di più la figa interna, ancor più di come le aveva fatto sentire Arturo, dandole la sensazione di oltrepassare le viscere e arrivarle fino alla gola. Il cazzo di Bruno era davvero grosso e le tendeva le labbra della figa fino a farle male…Il ragazzo fin dall’inizio prese a pomparla in modo animalesco, senza trattenersi quanto a grida e improperi, mentre Elisa, ormai in balia di plurimi orgasmi di ogni tipo, si limitava a gemere senza controllo per il godimento che la stordiva per l’intensità. Finché Bruno, mentre il capo già vestito si stava allontanando, emise un grido più forte e ..una, due..tre, quattro volte eiaculò abbondante sperma calda direttamente nell’utero di Elisa. Direi che questa volta ti ha…baciato, disse con cinismo Arturo, che prima di uscire dal capanno raccomandò….vestila e mandala a casa…domani inizia e anzi, mettila sul carro di Mario, che da tempo mi chiede una femmina con la quale rilassarsi un po’ durante le pause del raccolto. E il suo ragazzo? Chiese Bruno… Dille di lasciarlo…direi che oggi lo ha tradito!
Elisa ricordava bene tutto questo, e quello da qui seguì…che è il caso di raccontare per bene.
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Commenti dei lettori al racconto erotico