Scoprirsi qualcos'altro (2)

di
genere
gay

La Ducati rossa correva veloce sulla strada statale, era una arteria che collegava tutta la regione, una strada sicura che dava la possibilità di dare più gas, rischiare qualcosa in più del solito, insomma, giocarsi il solito jolly, quello non sempre è presente tra le carte dei motociclisti.
Erano passate diverse settimane da quell’incontro che mi aveva lasciato estasiato ma con l’amaro in bocca per quello che appena successo, mi riempiva di dubbi, ormai non ci pensavo quasi più, se non la notte, prima di addormentarmi, stanco morto dalle lunghe giornate di lavoro, un lavoro che assorbiva tutto me stesso sia mentalmente che fisicamente.
Correvo verso un raduno, era una Domenica d’estate , una mattina già abbastanza calda sotto tutto l’abbigliamento tecnico, una cosa che non trascuravo mai, anche perché dai, stivali e jeans tecnici, il giubbotto con sopra il jilet di pelle fa anche un po’ figo e la sicurezza non è mai troppa.
Strada facendo mi dovevo fermare a fare il pieno, quel bicilindrico 1000 consumava come un dannato, però mi riempiva di orgoglio, l’avevo desiderata tanto quella Ducati, me la sognavo la notte e quando finalmente il sogno si realizzò toccai il cielo con un dito.
Alla stazione di servizio il rombo dei Termignoni aperto aveva fatto girare tutti e sotto quel Arai bianco, me la gustavo tutta la mia spocchia.
Il tempo di rifornire che ero già a stecca, prima, seconda, terza, e via verso la meta.
Lo smartphone lo tenevo sempre nella tasca interna del giubbotto, dopo poco lo sentii vibrare, “mah, sarà il solito porno sul gruppo WhatsApp degli amici, fanculo dopo do uno sguardo, adesso non mi fermo o faccio tardi” pensai.
Arrivato in città il raduno si trovava nella parte più a est, e c’erano diversi semafori prima di arrivare, alcuni stop e start semaforici dopo mi accorgo della temperatura altissima, “maledetta ti stai surriscaldando, mi devo fermare, vabbè la schiena mi ringrazierà “
Per cause di forza maggiore quindi mi dovetti fermare, accosto, spengo il motore e giù il cavalletto.
Era il momento giusto per accendermi una Luky e dopo la prima boccata mi ricordo di dare uno sguardo al telefono.
- “Dovresti stare attento tu con quella trappola a due ruote!!”
Merda! Era Francesco!!
Lo stomaco aveva iniziato a bruciarmi, le farfalline nello stomaco diciamo, la testa quasi girava, pulsava di emozioni contrastanti.
Da quell’incontro, il primo e l’unico per me, non ci eravamo più sentiti, la serata era finita li, con un caffè e un “grazie, è stato bello ci sentiamo poi”
Col tempo mi era sembrato di capire che forse funziona così, ci si incontra, si sta insieme, si sta bene e poi arrivederci e grazie. Ma invece quel messaggio, mi aveva spiazzato, non sapevo cosa rispondere, forse avrei dovuto avere l’iniziativa e scrivergli, telefonargli, anche per sapere come stava insomma, ma non successe, anche lui non scrisse dopotutto ma in quel momento non sapevo cosa rispondere, tanto che non lo feci.
Arrivai al raduno, gli amici, le moto, tanto rumore, un sacco di belle fighe e birra alla spina in quantità industriale che la giornata passò serenamente senza più pensarci.
La sera, dopo una doccia ero già a letto stanco morto, prima di dormire ho sempre l’abitudine di stare al telefono, si, a cazzeggiare prima di prendere sonno, reels e youtube con Rammstein e Amon Amarth fanno da padrone nella mia playlist in cuffia
Poi mi ricordo di quel messaggio, lo apro, e penso a cosa rispondere, erano passate ore ormai…
- Ciao scusa, ero ad un raduno, non ho potuto rispondere subito e poi sai, tra il casino, gli amici e il luppolo fermentato che ho spinto in corpo mi sono dimenticato di risponderti, ma tu, dove mi hai visto?? E soprattutto, come stai?
- Ciao, tranquillo non importa, ti ho visto alla stazione di servizio, ho riconosciuto il casino di quella cosa da lontano!!
- Beh si, si fa sentire!! Come va? Tutto bene?
- Si tutto bene, non ci siamo più sentiti pensavo che non sarebbe più successo…
In quel momento mi sono sentito una merda, lo avevo scopato E spompinato, avevo conosciuto e posseduto tutto il suo corpo, amato il piacere che mi aveva dato ed ero sparito, che stronzo!
- Perdonami, tra lavoro e altri cazzi sono stato davvero un coglione, scusa…
- Ma no tranquillo, non è successo niente, sono felice di sentirti e sapere che è tutto ok, sai sono stato benissimo quel pomeriggio, non l’ho dimenticato…
“Ecco, si ricomincia, allora non è stata una cosa passeggera” penso, e la cosa mi eccita, sento il cazzo che inizia a svegliarsi, e un brivido lungo la schiena mi percorre.
- Sono stato benissimo anche io… non l’ho dimenticato… sei fantastico.
Da li in poi si chatta un po’ di tutto, si parla del più e del meno, come persone che si conoscono da tanto ma da tempo non si sentono, e la serata si chiude in chat con un “buonanotte a presto”
La mattina seguente mi sveglio come al mio solito alle 5, “buongiorno” leggo sul telefono, era lui, Francesco, che si è svegliato presto per prendere l’aereo , deve partire per un convegno di lavoro, mancherà per alcuni giorni mi dice, e mi dice anche che è felicissimo di avere chiacchierato con me la sera prima, anche io lo sono, ma faccio il vago e lo saluto augurandogli buon viaggio con la promessa che ci saremmo sicuramente sentiti.
E così successe, ci sentimmo tantissimo come ai primi tempi, lui lontano, lontanissimo, io qui, a casa da solo, una di quelle sere lui era solo in albergo, iniziammo a chattare, poi a mandarci foto, le solite foto osé, eravamo eccitatissimi.
- Dobbiamo fare una video chiamata adesso!!
Dissi io
- Non vedevo l’ora me lo chiedessi
(rispose prontamente lui)
- Dai chiamo io!
Ero trascurato quel periodo, non al mio top, barba lunga, e non solo il pelo della barba, ma ormai ero in gioco, effettuata la chiamata lo vidi, sempre bello e curato, coi suoi capelli brizzolati e occhiali, sempre elegante nei modi, le labbra erano splendide e rosa, sorrideva dicendomi “ciao bello finalmente!!”
Accidenti, avevo il cuore a mille, quasi non sapevo cosa dire, avevo il groppo in gola, mi scusai come un ladro per la mia trascuratezza ma gli provocai solo una sonora risata e un “ma smettila scemo” di tutta risposta, lui prese iniziativa come la volta precedente, era seduto su di una poltrona nella sua camera d' albergo di lusso, io ero sdraiato a letto, in mutande, lui maglietta e pantaloncini, lo vidi bellissimo mentre allontanava il telefono, e in breve tempo lo tira fuori. Lo tira fuori!! Accuratissimo, eccitatissimo, turgido e splendido.
- Piace?
Dice lui
- Cazzo si
Rispondo io, prontamente giro la camera e iniziando a tirarlo fuori, a scappellarlo lentamente gustandomi quello che sta succedendo.
Lui non perde tempo, si spoglia e inizia a darsi piacere, io allo stesso modo sputo sulla mano e me lo inumidisco, e allo stesso tempo assaggio anche i miei fluidi che impregnano il mio cazzo e poi anche, la mia mano, lui ora è completamente nudo, splendido, è eccitato e si masturba ora anche a gambe all’aria, è uno spettacolo, mi fa eccitare come un matto, vorrei essere li, ancora una volta con lui, a godere del suo corpo e del suo profumo, lo vedo stimolarsi l’ano con le dita, lo sento gemere e muoversi a ritmo della sega che si sta facendo scopandosi il culo con il dito medio, sta godendo, sta godendo di me, sta avendo piacere a vedere mentre mi sego per lui e con lui, anche io allora inizio a stimolare il mio ano dopo avere lubrificato con lo sputo, ma dura pochissimo, veramente poco, sono eccitatissimo non resisto e in breve tempo vibro, vibro forte, complice forse il dito che esplora e si muove nel mio ano, mi da un piacere bellissimo, schizzo forte tutto in pancia, anche lui gode, e schizza, io assaggio il mio sperma, vorrei fosse il suo ma lui è lontano ma è riuscito comunque a darmi piacere.
“Da dove arriva questo? Mi sta incasinando la testa, mi sta facendo diventare un finocchio??”
I soliti pentimenti del dopo sega. Ecco alle solite. Passeranno, passano sempre o chi se ne frega.
Lui mi ringrazia, io ringrazio lui, siamo stati benissimo ancora una volta io e lui, siamo una cosa sola, di nuovo, anche se distanti.
È ora di dormire, per entrambi, ci salutiamo e buonanotte a domani.
Passarono i giorni in cui lui era lontano e messaggi ce ne furono, tanti, ma niente di che, forse dopo esserci svuotati entrambi perdiamo l’entusiasmo ? Sarà così, non lo so, non sono di questo ambiente, forse funziona così, forse deve andare così, non lo so.

scritto il
2023-05-11
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