A cena con gli amici

di
genere
tradimenti


Racconto vero, protagonisti con nomi di fantasia.

Estate 2008, sono al mare da solo con il mio bambino di un anno.
La mamma infatti è una professionista affermata, mentre io sono un tecnico specializzato che all'epoca era impiegato in turni di ventiquattro ore e tre giorni liberi.
Tutte le mattine con Sofia ci incontravamo in spiaggia e sovente capitava di scambiarci degli sguardi interessati. Lei casalinga con 2 bambini ed il marito medico che tornava solo nel fine settimana.
Una mattina lei è in acqua, faceva caldissimo, la sua bellezza era disarmante; io passeggiavo sul bagno asciuga con mio figlio e mi fermai davanti a lei.
Un sorriso e poi iniziò a fare i complimenti al bambino.
Iniziammo a parlare e da lì i nostri dialoghi divennero quotidiani, con lei e i suoi bambini che ogni giorno si avvicinavano al mio ombrellone e con la scusa dei bimbi che giocavano, iniziammo la conoscenza. La nostra intesa e l'interesse reciproco erano evidenti.
Nei giorni seguenti, anche i nostri partner entrarono in scena e tra una chiacchiera e l'altra, iniziammo a condividere molte serate insieme.
Una sera organizzammo una cena in un ristorante del litorale, con i tavoli proprio sulla spiaggia.
Sofia si presentò bellissima, con un bel vestitino leggero che metteva in risalto la sua abbronzatura e soprattutto il suo decolleté, ed ai piedi indossava dei sandali estivi aperti senza lacci che mettevano in risalto i suoi bei piedini curati con uno smalto color corallo.
Ci sedemmo ritrovandoci di fronte con mio grande imbarazzo.
Io indossavo una camicia bianca di lino e dei pantaloni beige sempre di lino.
La.sersta stava diventando piacevole e ogni tanto i nostri sguardi si incrociavano ricchi di desiderio e di magnetismo.
Tra risate e fiumi di prosecco, ad un certo punto mi sento toccare la gamba dal suo piede. Mi accarezzava il polpaccio e piano piano saliva.
Sorpresa dal coinvolgimento del marito nella conversazione sulla prossima vacanze, ritrasse il piede e mi sentii un po' sollevato.
Dopo un po' riprese con più audacia, andando direttamente a toccarmi il cazzo che nel frattempo aveva raggiunto la massima erezione. Con una mano le carezzavo il piede che si muoveva con delicatezza facendomi andare in estasi. La fermai perché stavo esplodendo e non avrei potuto gestire la situazione con mio grande dispiacere.
Nel frattempo la serata proseguiva e contraccambiai il piacere, giocando un po' con il suo clitoride molto pronunciato con il mio piede. Era un lago, ma anche io dovetti desistere da quella che stava per entrambi, diventando una tortura.
La cena finì e ne seguirono molte altre.
Si arrivò a fine estate senza scambiarci il numero di telefono e senza mai andare oltre.
Poi una sera in autunno trovai la sua richiesta di amicizia su Facebook e fu l'inizio della fine.
Le nostre chat duravano fino a tarda notte e da lì a vederci il passo fu breve.
Un giorno di ottobre fissammo l'incontro nella sua casa al mare.
Arrivato, con il cuore in gola, la vidi aprirmi la porta, splendida come sempre. Entrambi all'inizio un po' impacciati, ma poi ci avvicinammo e quando le nostre labbra si incontrarono, i freni inibitori sparirono. Le lingue si cercavano voluttuosamente e le mani percorrevano ogni centimetro di pelle dell'altro.
Rimasti mezzi nudi, si mise in ginocchio ed iniziò uno dei più bei pompini ricevuti in vita mia.
La girai e appoggiata al tavolo la presi da dietro, non resitevo più.
Mi appoggiai sopra di lei che si girava e cercava la mia lingua mentre i nostri sessi erano uniti.
Godemmo come pazzi e l'orgasmo giunse come una liberazione.
Fu il primo di 13 anni di incontri.
Se è piaciuto continua...

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scritto il
2023-05-20
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