Sospensione
di
EmmaS
genere
bondage
La stanza è calda, accogliente, piena di corpi avvolti nelle corde, sospesi, gementi, felici e liberi di essere se stessi.
Questa atmosfera rilassata e al tempo stesso lussureggiante, mi pervade piacevolmente.
Inizio anche a percepire un po' di quella ansietta positiva di quando faccio qualcosa di nuovo, per il quale sono carichissima e mi ritrovo con il cuore che batte all' impazzata.
Prendiamo posizione su un tappeto libero; mentre sono in ginocchio, percepisco la presenza del bamboo sopra il mio corpo, sento che "incombe" su di me.
Faccio un respiro profondo e mi rilasso, cercando di stare il più morbida possibile con le braccia.
Ancora fatico a farlo, me lo devo imporre.
Le corde cadono e passano ripetutamente sul corpo, l'accarezzano preparandolo a ciò che lo aspetta da lì a poco.
È sempre una sensazione bellissima percepire il ruvido della corda sulla pelle morbida, sentirne il profumo intenso…letteralmente da brividi.
Si posiziona dietro di me, sovrastandomi, facendomi sentire minuscola e indifesa, iniziando a far passare le corde attorno al petto, in quel modo che, piano piano, sto imparando a riconoscere.
La mia attenzione è catturata dal Suo respiro a pochi centimetri dalle mie orecchie e dalla mia pelle…mi piace ascoltarlo, lasciarmi cullare e farmi trasportare nella bolla…il sottofondo di musica e gemiti inizia a diventare ovattato e nel giro di pochi istanti, tutto è silenziato: esistiamo solo io, Lui, le corde e ciò che ci regalano.
Le braccia sono immobilizzate dietro la schiena, ma a differenza del solito, sento la corda tendersi verso l ' alto, le gambe sono ancora appoggiate a terra, mentre il sedere si stacca leggermente dal tappeto… è una sensazione strana, altamente intrigante… mi sento in bilico e allo stesso tempo stabile.
Mi spinge piano e il tutto si assesta, facendomi gemere.
Nel giro di qualche passaggio anche la gamba destra è avvolta dalle corde, la caviglia tenuta contro la natica.
Ogni passaggio di fune, va ad abbattersi direttamente sul bottoncino tra le mie cosce.
Con una mano sotto al mento, mi alza la nuca e ciò che trovo è il Suo sguardo, che mi scruta, arrivando in profondità, mi mette a nudo (più di quanto non lo sia già senza vestiti), spietato e inarrestabile, reso ancora più intenso da quella dannata lente rossa. Sono completamente impotente, inerme , abbandonata e alla fine crollo, abbassando il mio.
Mi fa sentire tremendamente sottomessa non riuscire a tenergli testa, in questo gioco di sguardi.
Inizia a frugarsi nella tasca dei jeans e il mio respiro si fa corto… so bene cosa sta cercando o meglio, prendendo.
Con quel Suo sorriso compiaciuto, sfodera gli artigli ed inizia a torturarmi.
Me li passa sul collo, attorno ai capezzoli, sui seni, sulle cosce, vicino al sesso…sto impazzendo.
La Sua soddisfazione nel vedermi contorcermi e mugolare sotto queste attenzioni è palese…su di me, ha l' effetto della benzina gettata sul fuoco.
Sono persa tra le corde che stringono e tirano sulla pelle e il bruciore degli artigli. Mi abbandono alle emozioni che mi donano.
Si avvicina al mio orecchio: " Non è finita qui", mi arriva in un sussurro compiaciuto che suona una via di mezzo tra una minaccia e una promessa.
Non faccio in tempo a realizzare ciò che mi ha detto che mi manca il fiato per la sorpresa… mi ritrovo sospesa a diversi centimetri da terra ed istintivamente, sollevo la gamba lasciata libera.
Le corde si tendono al massimo, sento che premono, provocandomi un fastidio intenso.
Mi muove e mi fa ruotare… per un attimo, la gente attorno a noi torna… ma sempre senza suoni, chi sospeso, chi a terra, tutti abbracciati dalle corde a condividere emozioni e una stessa passione… è una cornice bellissima.
Di botto realizzo che anche io ne faccio parte, che tutto questo è reale e che sono dove poche settimane prima, pensavo fosse impossibile essere, per me.
Vengo travolta da emozioni fortissime: una sensazione di libertà, felicità, appagamento e soddisfazione unite ad un' altra emozione familiare che non so decifrare…e gli occhi si fanno inevitabilmente umidi.
Le corde vengono tirate e mi giro nuovamente, mi accorgo che nonostante la sofferenza, sto ridendo, probabilmente con la mia faccia da ebete, ma non me ne frega nulla… sto bene e sono felice, il resto non conta.
Dopo qualche minuto la corda si allenta, appoggio la gamba libera a terra e torno in ginocchio dove, piano piano, con quel pizzico di sadismo che non guasta mai, vengono sciolti tutti i nodi e il corpo liberato dalla stretta delle corde.
Ci abbracciamo e ci prendiamo il nostro momento di aftercare…mai come in questo momento, ne ho sentito il bisogno.
Ci ho messo più di una settimana a capire che emozione fosse e quando l' avevo già provata, ma alla fine ci sono arrivata… è l' emozione di vivere un sogno ad occhi aperti e così intensa e prorompente l' ho provata solo un'altra volta nella vita: a Tokyo, mentre guardavo dall' osservatorio lo skyline illuminato di notte.
Grazie a te, che mi permetti di vivere e condividere queste emozioni fantastiche.
Questa atmosfera rilassata e al tempo stesso lussureggiante, mi pervade piacevolmente.
Inizio anche a percepire un po' di quella ansietta positiva di quando faccio qualcosa di nuovo, per il quale sono carichissima e mi ritrovo con il cuore che batte all' impazzata.
Prendiamo posizione su un tappeto libero; mentre sono in ginocchio, percepisco la presenza del bamboo sopra il mio corpo, sento che "incombe" su di me.
Faccio un respiro profondo e mi rilasso, cercando di stare il più morbida possibile con le braccia.
Ancora fatico a farlo, me lo devo imporre.
Le corde cadono e passano ripetutamente sul corpo, l'accarezzano preparandolo a ciò che lo aspetta da lì a poco.
È sempre una sensazione bellissima percepire il ruvido della corda sulla pelle morbida, sentirne il profumo intenso…letteralmente da brividi.
Si posiziona dietro di me, sovrastandomi, facendomi sentire minuscola e indifesa, iniziando a far passare le corde attorno al petto, in quel modo che, piano piano, sto imparando a riconoscere.
La mia attenzione è catturata dal Suo respiro a pochi centimetri dalle mie orecchie e dalla mia pelle…mi piace ascoltarlo, lasciarmi cullare e farmi trasportare nella bolla…il sottofondo di musica e gemiti inizia a diventare ovattato e nel giro di pochi istanti, tutto è silenziato: esistiamo solo io, Lui, le corde e ciò che ci regalano.
Le braccia sono immobilizzate dietro la schiena, ma a differenza del solito, sento la corda tendersi verso l ' alto, le gambe sono ancora appoggiate a terra, mentre il sedere si stacca leggermente dal tappeto… è una sensazione strana, altamente intrigante… mi sento in bilico e allo stesso tempo stabile.
Mi spinge piano e il tutto si assesta, facendomi gemere.
Nel giro di qualche passaggio anche la gamba destra è avvolta dalle corde, la caviglia tenuta contro la natica.
Ogni passaggio di fune, va ad abbattersi direttamente sul bottoncino tra le mie cosce.
Con una mano sotto al mento, mi alza la nuca e ciò che trovo è il Suo sguardo, che mi scruta, arrivando in profondità, mi mette a nudo (più di quanto non lo sia già senza vestiti), spietato e inarrestabile, reso ancora più intenso da quella dannata lente rossa. Sono completamente impotente, inerme , abbandonata e alla fine crollo, abbassando il mio.
Mi fa sentire tremendamente sottomessa non riuscire a tenergli testa, in questo gioco di sguardi.
Inizia a frugarsi nella tasca dei jeans e il mio respiro si fa corto… so bene cosa sta cercando o meglio, prendendo.
Con quel Suo sorriso compiaciuto, sfodera gli artigli ed inizia a torturarmi.
Me li passa sul collo, attorno ai capezzoli, sui seni, sulle cosce, vicino al sesso…sto impazzendo.
La Sua soddisfazione nel vedermi contorcermi e mugolare sotto queste attenzioni è palese…su di me, ha l' effetto della benzina gettata sul fuoco.
Sono persa tra le corde che stringono e tirano sulla pelle e il bruciore degli artigli. Mi abbandono alle emozioni che mi donano.
Si avvicina al mio orecchio: " Non è finita qui", mi arriva in un sussurro compiaciuto che suona una via di mezzo tra una minaccia e una promessa.
Non faccio in tempo a realizzare ciò che mi ha detto che mi manca il fiato per la sorpresa… mi ritrovo sospesa a diversi centimetri da terra ed istintivamente, sollevo la gamba lasciata libera.
Le corde si tendono al massimo, sento che premono, provocandomi un fastidio intenso.
Mi muove e mi fa ruotare… per un attimo, la gente attorno a noi torna… ma sempre senza suoni, chi sospeso, chi a terra, tutti abbracciati dalle corde a condividere emozioni e una stessa passione… è una cornice bellissima.
Di botto realizzo che anche io ne faccio parte, che tutto questo è reale e che sono dove poche settimane prima, pensavo fosse impossibile essere, per me.
Vengo travolta da emozioni fortissime: una sensazione di libertà, felicità, appagamento e soddisfazione unite ad un' altra emozione familiare che non so decifrare…e gli occhi si fanno inevitabilmente umidi.
Le corde vengono tirate e mi giro nuovamente, mi accorgo che nonostante la sofferenza, sto ridendo, probabilmente con la mia faccia da ebete, ma non me ne frega nulla… sto bene e sono felice, il resto non conta.
Dopo qualche minuto la corda si allenta, appoggio la gamba libera a terra e torno in ginocchio dove, piano piano, con quel pizzico di sadismo che non guasta mai, vengono sciolti tutti i nodi e il corpo liberato dalla stretta delle corde.
Ci abbracciamo e ci prendiamo il nostro momento di aftercare…mai come in questo momento, ne ho sentito il bisogno.
Ci ho messo più di una settimana a capire che emozione fosse e quando l' avevo già provata, ma alla fine ci sono arrivata… è l' emozione di vivere un sogno ad occhi aperti e così intensa e prorompente l' ho provata solo un'altra volta nella vita: a Tokyo, mentre guardavo dall' osservatorio lo skyline illuminato di notte.
Grazie a te, che mi permetti di vivere e condividere queste emozioni fantastiche.
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