Torture
di
EmmaS
genere
dominazione
Il corsetto esalta le forme, lasciando esposti i seni; le calze a rete fasciano le gambe, mentre i tacchi mi fanno guadagnare qualche centimetro. Mi fa un po' strano però essere più alta del Dom, non ci sono abituata.
Il collare si stringe intorno al collo e nel momento in cui il guinzaglio viene attaccato alla Sua cintura, un brivido intensissimo mi percorre la schiena.
Usciamo dalla porta e Lo seguo, agitata ed anche un po' incredula che stia succedendo davvero.
Ci dirigiamo verso il dungeon, l'aria fredda della sera stuzzica i capezzoli, rendendoli ancora più turgidi di quanto non siano già con i piercing.
È estremamente liberatorio sentirsi completamente a proprio agio in questa situazione.
Una volta arrivati E. prende posto su un divanetto, ordinandomi di mettermi in ginocchio tra le Sue gambe dandogli la schiena e sgancia il guinzaglio dalla Sua cintura.
Questa posizione mi fa sentire molto più a mio agio, rispetto allo stare in piedi, mi sento nel mio elemento.
Restiamo per un po' a goderci lo spettacolo che ci viene offerto dalle altre persone…è la prima volta che vedo qualcuno giocare, di solito sono parte attiva della scena, non spettatrice. Ha un suo fascino osservare: vedere come le altre persone vivano il dolore, le loro espressioni, i suoni emessi, la loro compostezza in certe pratiche , a differenza mia che non riesco a stare ferma nemmeno legata.
Quando meno me lo aspetto, uno strattone al collare mi toglie il fiato e gli artigli non esitano a segnare la carne delle cosce.
Gemo e mi contorco, per quanto possibile.
Si alza e mi tira, facendomi andare a posizionare a quattro zampe sul pouf al nostro fianco.
Questa posizione ha sempre un gran impatto sulla mia eccitazione…
Avverto il freddo e il peso delle catene sulla schiena, per poi avvolgermi le gambe e chiuderle nella loro morsa spietata. Il bruciore intenso si diffonde in tutti gli arti, donandomi brividi e gemiti di piacere.
Diversi colpi secchi iniziano a colpire le natiche. Mi agito mugolando, riconoscendo alla perfezione la paletta di legno.
Una mano spunta sotto i miei seni, il tocco è delicato, gentile, li accarezza e li massaggia.
Ho conosciuto solo poche ore prima I., ma mi sono trovata subito a mio agio con lui e mi fa piacere che intervenga nella sessione.
È strana questa situazione di opposti: da una parte c'è lui tenero e coccolone, dall' altra E. più duro e stronzo.
Un momento di pausa dai colpi ed E. si avventa su di me mordendomi la schiena, lasciandosi andare a quel lato Primal, che stiamo scoprendo insieme. È sempre una sensazione molto intensa…brucia e duole, arrivando direttamente al sesso, facendolo bagnare oscenamente ed andando a soddisfare la mia voglia di sottomissione.
Gemo, arrivo a ringhiare perfino, quando il dolore e di conseguenza l'eccitazione, toccano l'apice. Sono sempre più convinta che prima o poi, arriverò a godere grazie ai morsi.
Per tutto il tempo I. mi ha accarezzato dolcemente i seni e i capelli.
Dal nulla una voce dice ad E. " Questi sono stronzi". Riconosco la voce è familiare, ma non riesco ad intuire di cosa si stia parlando. Questa componente mi eccita, mi fa sentire in Sua balia.
" Hai sentito Emma? Questi sono stronzi…li proviamo?"
Ed io con un filo di voce ho risposto "Si, proviamo".
A questa mia risposta I. si avvicina all' orecchio e mi sussurra "Tranquilla, ti tengo la mano io" e me l'afferra continuando a coccolarmi la nuca.
Questo gesto mi ha sorpreso piacevolmente…è proprio un tenerone!
Giusto il tempo di rispondere e percepisco il freddo del metallo graffiarmi la schiena e il culo…non sono i soliti artigli, sono differenti…bruciano meno, ma li percepisco di più a livello di pressione.
Come con i morsi, le scariche di adrenalina mi travolgono, diffondendosi in tutto il corpo.
E. ringrazia chi gli ha prestato gli artigli, scambiando un paio di considerazioni a caldo e torna a dare le Sue attenzioni a me; chiede, più a sé stesso che a qualcuno, dove sia Ozzy Jr. (il cucchiaio di legno).
Ed io, più facendo un ragionamento ad alta voce che per rispondere a Lui, sussurro : "Io so perfettamente dove si trova, ma non te lo dico" .
Per mia sfortuna però I. è riuscito a capire cosa ho detto, riportando a voce alta la mia risposta.
Ovviamente, questo ha indispettito il mio Dom che non ha aspettato un secondo ad incalzarmi, incentivandomi a rispondere con un colpo di paletta.
Sono molto combattuta, che faccio? Glielo dico e mi prendo i colpi…o faccio resistenza, essendo consapevole delle conseguenze? Non ho mai brattato…ma Dio quanto mi istiga Lui a farlo!
Alla fine scelgo la seconda opzione scrollando la testa e bisbigliando un debole "No…non te lo dico…"
La Sua risposta arriva secca " Ah si?! Ok…" Ed inizia a colpirmi con ritmo e forza andando via a via ad aumentare ad ogni mio "No" . Affondo la testa nel pouf e I. mi sussurra " Lo sai che ti conviene dirgli dov'è…" anche qui la mia risposta non cambia " No…".
Il culo è in fiamme, non si sta risparmiando, ma non voglio dargliela vinta. Resisto ancora qualche colpo ma quando aumenta per l' ennesima volta l'intensità, cedo, pervasa dalla sensazione di sottomissione e annientamento.
" ok,ok…te lo dico!", " Bene…quindi dov'e?", " Nella tasca interna della valigia di S."
Questo momento di pausa è una manna dal cielo per le mie chiappe doloranti, anche se dura pochissimo, una raffica di colpi forti e decisi si abbatte su di me senza lasciarmi tregua.
Mi dimeno, ansimo, gemo…percepisco la Sua soddisfazione nel vedermi così, è palpabile, eccitandomi ulteriormente.
I colpi si fermano, mi appoggia una mano sul culo, preme delicatamente e sussulto. " Ok…direi che possiamo fermarci".
Piano, piano inizia a slegare le catene, mentre I. continua ad accarezzarmi dolcemente.
Una volta libera da quella morsa, entrambi mi aiutano a girarmi e mettermi seduta. La stanza, che fino a quel momento era sparita, torna ad esistere, insieme alle altre persone.
E. Mi guarda sorridendo dolcemente, chiedendomi " Tutto bene?", rispondo con a mia volta un sorriso sul volto: "Benissimo".
Ci abbracciamo e baciamo, coccoliamo, ci prendiamo il nostro tempo per ristabilire l'equilibrio.
Nel frattempo, I. è andato a prendere del ghiaccio per passarmelo sulle zone interessate.
Dopo alcuni minuti di relax, ci alziamo, il moschettone del guinzaglio torna attaccato alla Sua cintura e io, docile e ubbidiente, seguo il mio Dom in quell'avventura che non è altro che all' inizio…
Grazie a te che ti sei offerto di farmi da guida, introducendomi in questo posto che sento di poter chiamare casa. Grazie per le bellissime emozioni e sensazioni che mi hai fatto provare.
Un grazie va anche a I. che con le sue coccole e attenzioni ha contribuito a rendere unica la sessione.
Il collare si stringe intorno al collo e nel momento in cui il guinzaglio viene attaccato alla Sua cintura, un brivido intensissimo mi percorre la schiena.
Usciamo dalla porta e Lo seguo, agitata ed anche un po' incredula che stia succedendo davvero.
Ci dirigiamo verso il dungeon, l'aria fredda della sera stuzzica i capezzoli, rendendoli ancora più turgidi di quanto non siano già con i piercing.
È estremamente liberatorio sentirsi completamente a proprio agio in questa situazione.
Una volta arrivati E. prende posto su un divanetto, ordinandomi di mettermi in ginocchio tra le Sue gambe dandogli la schiena e sgancia il guinzaglio dalla Sua cintura.
Questa posizione mi fa sentire molto più a mio agio, rispetto allo stare in piedi, mi sento nel mio elemento.
Restiamo per un po' a goderci lo spettacolo che ci viene offerto dalle altre persone…è la prima volta che vedo qualcuno giocare, di solito sono parte attiva della scena, non spettatrice. Ha un suo fascino osservare: vedere come le altre persone vivano il dolore, le loro espressioni, i suoni emessi, la loro compostezza in certe pratiche , a differenza mia che non riesco a stare ferma nemmeno legata.
Quando meno me lo aspetto, uno strattone al collare mi toglie il fiato e gli artigli non esitano a segnare la carne delle cosce.
Gemo e mi contorco, per quanto possibile.
Si alza e mi tira, facendomi andare a posizionare a quattro zampe sul pouf al nostro fianco.
Questa posizione ha sempre un gran impatto sulla mia eccitazione…
Avverto il freddo e il peso delle catene sulla schiena, per poi avvolgermi le gambe e chiuderle nella loro morsa spietata. Il bruciore intenso si diffonde in tutti gli arti, donandomi brividi e gemiti di piacere.
Diversi colpi secchi iniziano a colpire le natiche. Mi agito mugolando, riconoscendo alla perfezione la paletta di legno.
Una mano spunta sotto i miei seni, il tocco è delicato, gentile, li accarezza e li massaggia.
Ho conosciuto solo poche ore prima I., ma mi sono trovata subito a mio agio con lui e mi fa piacere che intervenga nella sessione.
È strana questa situazione di opposti: da una parte c'è lui tenero e coccolone, dall' altra E. più duro e stronzo.
Un momento di pausa dai colpi ed E. si avventa su di me mordendomi la schiena, lasciandosi andare a quel lato Primal, che stiamo scoprendo insieme. È sempre una sensazione molto intensa…brucia e duole, arrivando direttamente al sesso, facendolo bagnare oscenamente ed andando a soddisfare la mia voglia di sottomissione.
Gemo, arrivo a ringhiare perfino, quando il dolore e di conseguenza l'eccitazione, toccano l'apice. Sono sempre più convinta che prima o poi, arriverò a godere grazie ai morsi.
Per tutto il tempo I. mi ha accarezzato dolcemente i seni e i capelli.
Dal nulla una voce dice ad E. " Questi sono stronzi". Riconosco la voce è familiare, ma non riesco ad intuire di cosa si stia parlando. Questa componente mi eccita, mi fa sentire in Sua balia.
" Hai sentito Emma? Questi sono stronzi…li proviamo?"
Ed io con un filo di voce ho risposto "Si, proviamo".
A questa mia risposta I. si avvicina all' orecchio e mi sussurra "Tranquilla, ti tengo la mano io" e me l'afferra continuando a coccolarmi la nuca.
Questo gesto mi ha sorpreso piacevolmente…è proprio un tenerone!
Giusto il tempo di rispondere e percepisco il freddo del metallo graffiarmi la schiena e il culo…non sono i soliti artigli, sono differenti…bruciano meno, ma li percepisco di più a livello di pressione.
Come con i morsi, le scariche di adrenalina mi travolgono, diffondendosi in tutto il corpo.
E. ringrazia chi gli ha prestato gli artigli, scambiando un paio di considerazioni a caldo e torna a dare le Sue attenzioni a me; chiede, più a sé stesso che a qualcuno, dove sia Ozzy Jr. (il cucchiaio di legno).
Ed io, più facendo un ragionamento ad alta voce che per rispondere a Lui, sussurro : "Io so perfettamente dove si trova, ma non te lo dico" .
Per mia sfortuna però I. è riuscito a capire cosa ho detto, riportando a voce alta la mia risposta.
Ovviamente, questo ha indispettito il mio Dom che non ha aspettato un secondo ad incalzarmi, incentivandomi a rispondere con un colpo di paletta.
Sono molto combattuta, che faccio? Glielo dico e mi prendo i colpi…o faccio resistenza, essendo consapevole delle conseguenze? Non ho mai brattato…ma Dio quanto mi istiga Lui a farlo!
Alla fine scelgo la seconda opzione scrollando la testa e bisbigliando un debole "No…non te lo dico…"
La Sua risposta arriva secca " Ah si?! Ok…" Ed inizia a colpirmi con ritmo e forza andando via a via ad aumentare ad ogni mio "No" . Affondo la testa nel pouf e I. mi sussurra " Lo sai che ti conviene dirgli dov'è…" anche qui la mia risposta non cambia " No…".
Il culo è in fiamme, non si sta risparmiando, ma non voglio dargliela vinta. Resisto ancora qualche colpo ma quando aumenta per l' ennesima volta l'intensità, cedo, pervasa dalla sensazione di sottomissione e annientamento.
" ok,ok…te lo dico!", " Bene…quindi dov'e?", " Nella tasca interna della valigia di S."
Questo momento di pausa è una manna dal cielo per le mie chiappe doloranti, anche se dura pochissimo, una raffica di colpi forti e decisi si abbatte su di me senza lasciarmi tregua.
Mi dimeno, ansimo, gemo…percepisco la Sua soddisfazione nel vedermi così, è palpabile, eccitandomi ulteriormente.
I colpi si fermano, mi appoggia una mano sul culo, preme delicatamente e sussulto. " Ok…direi che possiamo fermarci".
Piano, piano inizia a slegare le catene, mentre I. continua ad accarezzarmi dolcemente.
Una volta libera da quella morsa, entrambi mi aiutano a girarmi e mettermi seduta. La stanza, che fino a quel momento era sparita, torna ad esistere, insieme alle altre persone.
E. Mi guarda sorridendo dolcemente, chiedendomi " Tutto bene?", rispondo con a mia volta un sorriso sul volto: "Benissimo".
Ci abbracciamo e baciamo, coccoliamo, ci prendiamo il nostro tempo per ristabilire l'equilibrio.
Nel frattempo, I. è andato a prendere del ghiaccio per passarmelo sulle zone interessate.
Dopo alcuni minuti di relax, ci alziamo, il moschettone del guinzaglio torna attaccato alla Sua cintura e io, docile e ubbidiente, seguo il mio Dom in quell'avventura che non è altro che all' inizio…
Grazie a te che ti sei offerto di farmi da guida, introducendomi in questo posto che sento di poter chiamare casa. Grazie per le bellissime emozioni e sensazioni che mi hai fatto provare.
Un grazie va anche a I. che con le sue coccole e attenzioni ha contribuito a rendere unica la sessione.
1
voti
voti
valutazione
2
2
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Sospensione
Commenti dei lettori al racconto erotico