La compagna di classe in gita
di
Sensei B.
genere
etero
Ciao a tutti. Evito di presentarmi perché voglio tenere i nomi reali lontani da qua, essendo questa una storia vera, una mia piccola esperienza. Poi chissà se avrò voglia di scrivere altro, a buon intenditor, poche parole.
Una storia non delle più piccanti che avrete letto qui sopra, e io personalmente ne ho lette di davvero porche. Ma questa è la mia piccola esperienza con una mia compagna di classe, l’ultimo anno di superiori.
Ultimo anno di superiori, e l’ultima gita non l’avrei saltata per nessun motivo. Se ricordo bene era primavera perchè si stava abbastanza bene per fortuna.
Eravamo una decina della mia classe, tra cui questa mia compagna, che chiameremo Federica. E altri ragazzi delle altre quinte.
Diciamo che io e lei abbiamo sempre avuto un rapporto altalenante. Passavamo da periodi che eravamo molto uniti ed intimi, e periodi dove lei si allontanava. Questo mi creava molta gelosia e a volte mi arrabbiavo. Ma alla fine per l’80% di quel periodo siamo stati molto uniti (una stronzetta a cui ho voluto molto bene).
In questo rapporto, ovviamente non mancavano le provocazioni, sia da parte mia che da parte sua. Risatine, battutine, abbraccini, addirittura a volte si sedeva in braccio ed è capitato di strusciarci, anche a scuola in mezzo alla classe ma ovviamente di nascosto.
Già in un'altra gita con lei c’era stato il proposito per fare qualcosina. Solo detto però perchè purtroppo interrotto da un altro ragazzo che ho odiato. Anche in quest’ultima gita era fidanzata, ma più libera emotivamente, credo.
Lei molto bella, alta, capelli lisci e castani, carnagione medio/chiara, abbronzata sembrava mulatta. Occhi profondissimi, luminosissimi, cambiavano colere tra castano/giallo e verde, ma rimanendo sempre in tonalità molto accese. Viso tondo e lineamenti da ragazza innocente, ma solo all’apparenza. Un corpo da paura, non di quelle con la pancia piatta e che si vedono le ossa, ma normale, come piace a me. Niente ciccia ma morbida al punto giusto. Tette nella media e un culo che faceva invidia a molte e che molti avrebbe voluto provare (quante sculacciate che le ho dato…).
Avevamo un'intesa profonda e una grande affinità. E in quel periodo, essendo fidanzata, certi atteggiamenti si evitavano, ma allo stesso tempo era un periodo dove eravamo molto legati. Anche se io i pensieri sconci li ho sempre avuti e dopo anni di sole provocazioni e tanto bene, se mi avesse dato la possibilità di farmela non ci avrei pensato due volte (mi piaceva troppo).
Comunque parte tutto il primo giorno della gita, anche se ha fondamenti di anni come ho detto.
Giorno 1. Arriviamo in hotel. Io sistemo le mie cose nella stanza con i ragazzi, e poi usciamo. Mi allontano da loro e vado a trovare le ragazze nella loro stanza.
Busso, mi apre lei. È sola. Entro e chiudo la porta (già avevo iniziato a fantasticare su di lei con la mia mente perversa).
Ci stendiamo sul letto a chiacchierare. E, forse per i miei ormoni a palla, forse per la distanza dalle nostre vite, forse per non pensare a niente divertirmi. Lancio battutine, a cui lei risponde con risatine e qualche “Scemo” (sisi scemo).
le salto sopra con la scusa del solletico, lei mi lascia fare ridendo, e cerca di contrattaccare pure. Per colpa degli ormoni in pochi secondi ci ritroviamo in una missionaria (ovviamente l’ho cercato io a posta).
Lei guardandomi dopo una risata dice “Che fai?” ma il suo tono dice altro, è tranquilla, non oppone resistenza. Tra mille pensieri decido di buttarmi.
Non rispondo e comincio a baciarle il collo, e strusciarmi tra le sue gambe, come se la stessi scopando. “Che fai? No fermo…” la sua voce tremante e le gambe che si avvinghiano su di me mi fanno perdere il controllo, è come un via libera.
Inizio a sfogare tutto quello che mi ha fatto patire in quegli anni. “non possiamo… fermati…” continua a ripetermi tremando e ansimando. Io gli sussurro di stare zitta con tono deciso. Alza il collo per farsi baciare meglio, e chiude con forza le gambe e le braccia su di me, e di risposta mi struscio più forte mettendogli una mano sul collo (Avevo sempre sognato questo).
Ma bussano. Di fretta e furia ci spostiamo e ricomponiamo. Ci guardiamo impanicati per il quasi spavento di essere scoperti. Ma fortunatamente chi bussa non entra.
Io resto sul letto e lei va ad aprire la porta. È una delle nostre compagne che è venuta a chiamarla, per fortuna non aveva le chiavi. Sennò, lei che era molto amica di entrambi, ci avrebbe fatto una bella strigliata.
Fatto sta che per fortuna non siamo stati beccati. E noi 2 intanto ci eravamo appena mostrati con delle intenzioni precise, con un desiderio reciproco. Infatti io dissi tra me e me (sti gran cazzi di tutto e tutti. Io me la faccio sta volta).
La serata passa tranquilla, mangiamo nel ristorante e poi tutti a dormire. E come è normale che sia, i prof vanno a dormire mentre i ragazzi si radunano di nascosto in qualche stanza. La mia classe e qualche altro amico in comune ci raduniamo nella mia.
Tra chiacchiere, alcol e risate io mi ubriaco e si fa tardi. E come di consuetudine, pochi dormono nella propria stanza, ma ci si mischia sempre. Io sono uno di quelli, infatti mi imbuco nella stanza delle ragazze, che mi accolgono volentieri.
3 letti 2 singoli ai lati e un matrimoniale in mezzo. Io, Federica e la nostra compagna che ci ha interrotto qualche ora prima ci mettiamo nel matrimoniale. Io in mezzo. Loro sembravano divertite dal mio stato e io facevo lo scemo. Purtroppo sono davvero ubriaco e crollo subito svegliandomi la mattina dopo.
Giorno 2. La giornata passa come una normale gita. Io e Federica ci siamo avvicinati sempre di più. I nostri sguardi si incrociavano spesso e i gesti di affetto, come gli abbracci, sono diventati più frequenti. Non siamo stati appiccicati, per non destare sospetti, ma quasi (Nei miei pensieri però c’era solo una cosa)
La sera, tornati in hotel, ci laviamo, prepariamo, e andiamo a cenare. Poi, l’hotel aveva preparato un mini discoteca per noi, a cui hanno partecipato pochi. La maggior parte ha preferito i l’alcol e le risate nelle stanze.
Io invece ho alternato. E in uno dei momenti dove mi spostavo dalla discoteca alla stanza incontro lei nei corridoi. La vedo un po' triste e gli chiedo se va tutto bene.
Vederla giù mi ha fatto dimenticare dei pensieri sconci e insieme siamo usciti fuori. Ci siamo seduti su delle scale antincendio e abbiamo fatto una chiacchiera un po' personale. Lei mi disse che non sentiva più cose forti per il suo fidanzato e io collegai tutto. Ma niente accenni su quanto successo il giorno prima.
In quel momento rischiamo di baciarci ma siamo interrotti perché chiamati. I nostri compagni ci dicono di raggiungerli. Così andiamo da loro e passiamo il resto della serata tutti insieme.
Io torno a dormire con le ragazze, più sobrio del giorno prima e infatti non crollo. Spegniamo le luci per dormire. Il silenzio è totale e io aspetto che si addormentino tutte le ragazze. Passano diversi minuti e ad un certo punto sento solo respiri profondi.
È il momento.
Ho cercato di toccare la gamba di Federica per capire se anche lei fosse sveglia. Sorprendentemente lo era, e la sua mano prende la mia e ce le teniamo reciprocamente.
Senza dire una parola, ci giriamo l’una verso l'altro, come se il nostro istinto ci guidasse. Ci abbracciamo, sentendo il calore dei nostri corpi e la presenza rassicurante l'una dell'altro.
La mia erezione non ha tardato a venire e lei se ne accorge per forza, perchè la sua mano scivola lentamente nei miei pantaloncini inizia a segarmi dolcemente.
Ero sorpreso di quella sua prima mossa, ma pochi attimi dopo anche io inizio a toccarla sotto il pigiama. Era bagnatissima, e ho pensato che era rimasta sveglia anche lei dalla voglia e si era eccitata al pensiero di poter fare questo.
Le bacio il collo con dolcezza e lei mi lascia fare con altrettanta dolcezza, mentre il ritmo delle nostre mani aumenta, e io sono passato a infilarle un dito dentro. Quel suo calore interno mi fa impazzire e penso di non resistere a scoparmela.
Purtroppo abbiamo l’altra nostra compagna nel letto con noi e cerchiamo di fare il più piano possibile. Anche se lei inizia a respirare più affannosamente. E in quella stanza dove non si sentiva assolutamente nulla, il suo respiro sembrava poter svegliare tutte le altre.
Forse non succede solo perchè le tappo la bocca, ma le nostre mani non si fermano. Io le ho messo dentro il terzo dito e lo muovo in quell’umido dei suoi umori, le trattiene gli ansimi e io trattengo il suo respiro affannoso.
Continuo a baciarle il collo sussurrandogli di fare più piano, ma la sua mano è una furia. Si muove su e giù velocemente, accarezzandomi la cappella e lubrificandomi con il liquido che ne esce, in modo alternato.
Ora però sono le lenzuola che si muovono troppo velocemente e la compagna che divide il letto con noi potrebbe sentire quello spostamento. Per paura ci costringo a fermarci.
È tutto buio ma so che lei sta guardando me e lei sa che io la sto guardando. Ci scambiamo un bacio dolce e passionale. Il nostro primo bacio in tutti quegli anni. Lo ricordo ancora oggi (Mi ha fatto provare un calore particolare, è stato molto bello).
Purtroppo però non possiamo continuare, e anche l’idea di alzarci, uscire e andarlo a fare di nascosto da qualche parte la scartiamo per paura di essere scoperti mentre uscivamo.
Ci addormentiamo così, abbracciati e più connessi che mai.
Ultimo giorno. Il giorno dopo ripartiamo per casa, e durante il viaggio in pulman succede qualcosa di veramente inaspettato. Noi 2 ovviamente ci sediamo vicini, lei finestrino e io corridoio.
La maggior parte degli altri ragazzi dorme, solo qualcuno è sveglio, tra cui un paio di compagni di fianco. Io sono completamente poggiato sul mio sedile e lei è messa un po' di lato poggiata tra sedile e vetro, girata verso di me.
È durante una galleria, nel buio illuminato a intermittenza dai lampioni che Federica si mette dritta e si sporge in avanti, la sua mano si posa sulla mia coscia e scivola nei pantaloni. Io sussulto e preso alla sprovvista, mi giro verso di lei dandogli un’occhiataccia, ma allo stesso tempo acconsentendo. Riesco a coprirmi con un giubbino e girarmi un po' verso di lei prima che la galleria finisca e si illumini di nuovo tutto.
L’erezione anche stavolta non tarda a manifestarsi e il suo commento a bassa voce “madonna, senti qua” mi manda in estasi.
Mi sega lentamente, fino a su e fino a giù, stringendolo con decisione ma con delicatezza, come per testare se quei movimenti si intravedono dal giubbino. Ma per fortuna o per sfortuna non si nota nulla, allora inizia a segarmi.
Ciò mi provoca delle facce trattenute, infatti guarda caso, sempre la stessa compagna che ci interruppe e che ha diviso il letto con noi, mi chiede “ma va tutto bene?” “sisi” dico io mordendomi il labro e trattenendo un sorriso malizioso.
Lei intensifica il movimento e mi accarezza la cappella che inizia già a bagnarsi, ovviamente lo fa a posta e noto un sorriso quando la guardo (Sta stronzetta…)
La mia faccia sarà sembrata molto strana e trattenuta perché l’altra compagna insiste “non ti senti bene?” e io trattenendo il mio respiro che iniziava ad affannarsi le dico “nono tranquilla”. Fortunatamente entriamo in un'altra galleria e la tensione passa. Torno a respirare mentre lei continua con i suoi movimenti. Su e giù, le carezze sulla cappella, il ritmo che aumentava e diminuiva come per testare le mie reazioni (Stronzissima…).
Chiudo gli occhi godendomi quegli ultimi momenti. Ma penso che sia il caso di smetterla in quel momento e posto. Anche perché ci avrebbe fatto venire solo voglia, senza poterci sfogare nel modo giusto.
La fermo poco prima che usciamo dalla galleria. Quando torna la luce si mordicchia il labro tra un sorriso e l’altro e suoi occhi sono tra il divertito e l’eccitato, ma rimanendo con una tonalità seria (Quei cazzo di occhi madonna mia…).
Non passa molto che si fa buio e ci fermiamo in un auto grill. La prima cosa a cui pensano tutti è il bagno, come me e lei. E ci andiamo, scoprendo però una fila già lunga (Già stavo pensando di fare una sveltina).
Non perdo tempo e le scrivo un messaggio dove le dico di far passere tutti e rimanere per ultimi, entrarci insieme e scopare veloci veloci. Si perché, per come ci eravamo eccitati in quei giorni non saremo durati molto. Noto che lei appena vede la mia notifica legge, risponde con “ok”. Perfetto.
Passa un buon quarto d’ora e i professori già si lamentano e ci dicono di muoverci. Penso che la sveltina non si possa fare, credo pure lei lo pensa, e la sua faccia che sbuffa, me lo conferma.
L’ultima ragazza esce dal bagno, e noi ci guardiamo poco prima che arriva una professoressa a chiamarci. Se ne va e noi ci scambiamo uno sguardo dispiaciuto. Lascio andare prima lei, e poi vado io.
Quando esco vedo che mi ha aspettato, le vado in contro, lei resta immobile. Il bacio che ci scambiamo ha oltre che tanta eccitazione anche una nota di sentimento. Le lingue che si intrecciano, le sue braccia intorno al collo, il profumo dei suoi capelli. Io ne approfitto palpandole quel suo culo magnifico, e di risposta lei si avvicina con il bacino spingendo sulla mia erezione, che ovviamente era tornata.
Dobbiamo staccarci o ci facciamo solo del male senza poterci sfogare. Ma gli sguardi dicono tutto, i suoi occhi dicono tutto.
Risaliamo sul pulman e concludiamo il viaggio, purtroppo a secco.
Oggi ripenso a quei giorni, e ne ho avute di occasioni. Che rimpianti. Fortuna che successivamente quella fighetta l’ho assaggiata in un'altra occasione. Purtroppo però solo una.
Magari la racconterò. Magari racconterò di altre esperienze più complete.
Come detto questa non era delle più erotiche e spinte, ma volevo provare a scriverne una tranquilla, sono ben accetti consigli. Buona lettura.
Una storia non delle più piccanti che avrete letto qui sopra, e io personalmente ne ho lette di davvero porche. Ma questa è la mia piccola esperienza con una mia compagna di classe, l’ultimo anno di superiori.
Ultimo anno di superiori, e l’ultima gita non l’avrei saltata per nessun motivo. Se ricordo bene era primavera perchè si stava abbastanza bene per fortuna.
Eravamo una decina della mia classe, tra cui questa mia compagna, che chiameremo Federica. E altri ragazzi delle altre quinte.
Diciamo che io e lei abbiamo sempre avuto un rapporto altalenante. Passavamo da periodi che eravamo molto uniti ed intimi, e periodi dove lei si allontanava. Questo mi creava molta gelosia e a volte mi arrabbiavo. Ma alla fine per l’80% di quel periodo siamo stati molto uniti (una stronzetta a cui ho voluto molto bene).
In questo rapporto, ovviamente non mancavano le provocazioni, sia da parte mia che da parte sua. Risatine, battutine, abbraccini, addirittura a volte si sedeva in braccio ed è capitato di strusciarci, anche a scuola in mezzo alla classe ma ovviamente di nascosto.
Già in un'altra gita con lei c’era stato il proposito per fare qualcosina. Solo detto però perchè purtroppo interrotto da un altro ragazzo che ho odiato. Anche in quest’ultima gita era fidanzata, ma più libera emotivamente, credo.
Lei molto bella, alta, capelli lisci e castani, carnagione medio/chiara, abbronzata sembrava mulatta. Occhi profondissimi, luminosissimi, cambiavano colere tra castano/giallo e verde, ma rimanendo sempre in tonalità molto accese. Viso tondo e lineamenti da ragazza innocente, ma solo all’apparenza. Un corpo da paura, non di quelle con la pancia piatta e che si vedono le ossa, ma normale, come piace a me. Niente ciccia ma morbida al punto giusto. Tette nella media e un culo che faceva invidia a molte e che molti avrebbe voluto provare (quante sculacciate che le ho dato…).
Avevamo un'intesa profonda e una grande affinità. E in quel periodo, essendo fidanzata, certi atteggiamenti si evitavano, ma allo stesso tempo era un periodo dove eravamo molto legati. Anche se io i pensieri sconci li ho sempre avuti e dopo anni di sole provocazioni e tanto bene, se mi avesse dato la possibilità di farmela non ci avrei pensato due volte (mi piaceva troppo).
Comunque parte tutto il primo giorno della gita, anche se ha fondamenti di anni come ho detto.
Giorno 1. Arriviamo in hotel. Io sistemo le mie cose nella stanza con i ragazzi, e poi usciamo. Mi allontano da loro e vado a trovare le ragazze nella loro stanza.
Busso, mi apre lei. È sola. Entro e chiudo la porta (già avevo iniziato a fantasticare su di lei con la mia mente perversa).
Ci stendiamo sul letto a chiacchierare. E, forse per i miei ormoni a palla, forse per la distanza dalle nostre vite, forse per non pensare a niente divertirmi. Lancio battutine, a cui lei risponde con risatine e qualche “Scemo” (sisi scemo).
le salto sopra con la scusa del solletico, lei mi lascia fare ridendo, e cerca di contrattaccare pure. Per colpa degli ormoni in pochi secondi ci ritroviamo in una missionaria (ovviamente l’ho cercato io a posta).
Lei guardandomi dopo una risata dice “Che fai?” ma il suo tono dice altro, è tranquilla, non oppone resistenza. Tra mille pensieri decido di buttarmi.
Non rispondo e comincio a baciarle il collo, e strusciarmi tra le sue gambe, come se la stessi scopando. “Che fai? No fermo…” la sua voce tremante e le gambe che si avvinghiano su di me mi fanno perdere il controllo, è come un via libera.
Inizio a sfogare tutto quello che mi ha fatto patire in quegli anni. “non possiamo… fermati…” continua a ripetermi tremando e ansimando. Io gli sussurro di stare zitta con tono deciso. Alza il collo per farsi baciare meglio, e chiude con forza le gambe e le braccia su di me, e di risposta mi struscio più forte mettendogli una mano sul collo (Avevo sempre sognato questo).
Ma bussano. Di fretta e furia ci spostiamo e ricomponiamo. Ci guardiamo impanicati per il quasi spavento di essere scoperti. Ma fortunatamente chi bussa non entra.
Io resto sul letto e lei va ad aprire la porta. È una delle nostre compagne che è venuta a chiamarla, per fortuna non aveva le chiavi. Sennò, lei che era molto amica di entrambi, ci avrebbe fatto una bella strigliata.
Fatto sta che per fortuna non siamo stati beccati. E noi 2 intanto ci eravamo appena mostrati con delle intenzioni precise, con un desiderio reciproco. Infatti io dissi tra me e me (sti gran cazzi di tutto e tutti. Io me la faccio sta volta).
La serata passa tranquilla, mangiamo nel ristorante e poi tutti a dormire. E come è normale che sia, i prof vanno a dormire mentre i ragazzi si radunano di nascosto in qualche stanza. La mia classe e qualche altro amico in comune ci raduniamo nella mia.
Tra chiacchiere, alcol e risate io mi ubriaco e si fa tardi. E come di consuetudine, pochi dormono nella propria stanza, ma ci si mischia sempre. Io sono uno di quelli, infatti mi imbuco nella stanza delle ragazze, che mi accolgono volentieri.
3 letti 2 singoli ai lati e un matrimoniale in mezzo. Io, Federica e la nostra compagna che ci ha interrotto qualche ora prima ci mettiamo nel matrimoniale. Io in mezzo. Loro sembravano divertite dal mio stato e io facevo lo scemo. Purtroppo sono davvero ubriaco e crollo subito svegliandomi la mattina dopo.
Giorno 2. La giornata passa come una normale gita. Io e Federica ci siamo avvicinati sempre di più. I nostri sguardi si incrociavano spesso e i gesti di affetto, come gli abbracci, sono diventati più frequenti. Non siamo stati appiccicati, per non destare sospetti, ma quasi (Nei miei pensieri però c’era solo una cosa)
La sera, tornati in hotel, ci laviamo, prepariamo, e andiamo a cenare. Poi, l’hotel aveva preparato un mini discoteca per noi, a cui hanno partecipato pochi. La maggior parte ha preferito i l’alcol e le risate nelle stanze.
Io invece ho alternato. E in uno dei momenti dove mi spostavo dalla discoteca alla stanza incontro lei nei corridoi. La vedo un po' triste e gli chiedo se va tutto bene.
Vederla giù mi ha fatto dimenticare dei pensieri sconci e insieme siamo usciti fuori. Ci siamo seduti su delle scale antincendio e abbiamo fatto una chiacchiera un po' personale. Lei mi disse che non sentiva più cose forti per il suo fidanzato e io collegai tutto. Ma niente accenni su quanto successo il giorno prima.
In quel momento rischiamo di baciarci ma siamo interrotti perché chiamati. I nostri compagni ci dicono di raggiungerli. Così andiamo da loro e passiamo il resto della serata tutti insieme.
Io torno a dormire con le ragazze, più sobrio del giorno prima e infatti non crollo. Spegniamo le luci per dormire. Il silenzio è totale e io aspetto che si addormentino tutte le ragazze. Passano diversi minuti e ad un certo punto sento solo respiri profondi.
È il momento.
Ho cercato di toccare la gamba di Federica per capire se anche lei fosse sveglia. Sorprendentemente lo era, e la sua mano prende la mia e ce le teniamo reciprocamente.
Senza dire una parola, ci giriamo l’una verso l'altro, come se il nostro istinto ci guidasse. Ci abbracciamo, sentendo il calore dei nostri corpi e la presenza rassicurante l'una dell'altro.
La mia erezione non ha tardato a venire e lei se ne accorge per forza, perchè la sua mano scivola lentamente nei miei pantaloncini inizia a segarmi dolcemente.
Ero sorpreso di quella sua prima mossa, ma pochi attimi dopo anche io inizio a toccarla sotto il pigiama. Era bagnatissima, e ho pensato che era rimasta sveglia anche lei dalla voglia e si era eccitata al pensiero di poter fare questo.
Le bacio il collo con dolcezza e lei mi lascia fare con altrettanta dolcezza, mentre il ritmo delle nostre mani aumenta, e io sono passato a infilarle un dito dentro. Quel suo calore interno mi fa impazzire e penso di non resistere a scoparmela.
Purtroppo abbiamo l’altra nostra compagna nel letto con noi e cerchiamo di fare il più piano possibile. Anche se lei inizia a respirare più affannosamente. E in quella stanza dove non si sentiva assolutamente nulla, il suo respiro sembrava poter svegliare tutte le altre.
Forse non succede solo perchè le tappo la bocca, ma le nostre mani non si fermano. Io le ho messo dentro il terzo dito e lo muovo in quell’umido dei suoi umori, le trattiene gli ansimi e io trattengo il suo respiro affannoso.
Continuo a baciarle il collo sussurrandogli di fare più piano, ma la sua mano è una furia. Si muove su e giù velocemente, accarezzandomi la cappella e lubrificandomi con il liquido che ne esce, in modo alternato.
Ora però sono le lenzuola che si muovono troppo velocemente e la compagna che divide il letto con noi potrebbe sentire quello spostamento. Per paura ci costringo a fermarci.
È tutto buio ma so che lei sta guardando me e lei sa che io la sto guardando. Ci scambiamo un bacio dolce e passionale. Il nostro primo bacio in tutti quegli anni. Lo ricordo ancora oggi (Mi ha fatto provare un calore particolare, è stato molto bello).
Purtroppo però non possiamo continuare, e anche l’idea di alzarci, uscire e andarlo a fare di nascosto da qualche parte la scartiamo per paura di essere scoperti mentre uscivamo.
Ci addormentiamo così, abbracciati e più connessi che mai.
Ultimo giorno. Il giorno dopo ripartiamo per casa, e durante il viaggio in pulman succede qualcosa di veramente inaspettato. Noi 2 ovviamente ci sediamo vicini, lei finestrino e io corridoio.
La maggior parte degli altri ragazzi dorme, solo qualcuno è sveglio, tra cui un paio di compagni di fianco. Io sono completamente poggiato sul mio sedile e lei è messa un po' di lato poggiata tra sedile e vetro, girata verso di me.
È durante una galleria, nel buio illuminato a intermittenza dai lampioni che Federica si mette dritta e si sporge in avanti, la sua mano si posa sulla mia coscia e scivola nei pantaloni. Io sussulto e preso alla sprovvista, mi giro verso di lei dandogli un’occhiataccia, ma allo stesso tempo acconsentendo. Riesco a coprirmi con un giubbino e girarmi un po' verso di lei prima che la galleria finisca e si illumini di nuovo tutto.
L’erezione anche stavolta non tarda a manifestarsi e il suo commento a bassa voce “madonna, senti qua” mi manda in estasi.
Mi sega lentamente, fino a su e fino a giù, stringendolo con decisione ma con delicatezza, come per testare se quei movimenti si intravedono dal giubbino. Ma per fortuna o per sfortuna non si nota nulla, allora inizia a segarmi.
Ciò mi provoca delle facce trattenute, infatti guarda caso, sempre la stessa compagna che ci interruppe e che ha diviso il letto con noi, mi chiede “ma va tutto bene?” “sisi” dico io mordendomi il labro e trattenendo un sorriso malizioso.
Lei intensifica il movimento e mi accarezza la cappella che inizia già a bagnarsi, ovviamente lo fa a posta e noto un sorriso quando la guardo (Sta stronzetta…)
La mia faccia sarà sembrata molto strana e trattenuta perché l’altra compagna insiste “non ti senti bene?” e io trattenendo il mio respiro che iniziava ad affannarsi le dico “nono tranquilla”. Fortunatamente entriamo in un'altra galleria e la tensione passa. Torno a respirare mentre lei continua con i suoi movimenti. Su e giù, le carezze sulla cappella, il ritmo che aumentava e diminuiva come per testare le mie reazioni (Stronzissima…).
Chiudo gli occhi godendomi quegli ultimi momenti. Ma penso che sia il caso di smetterla in quel momento e posto. Anche perché ci avrebbe fatto venire solo voglia, senza poterci sfogare nel modo giusto.
La fermo poco prima che usciamo dalla galleria. Quando torna la luce si mordicchia il labro tra un sorriso e l’altro e suoi occhi sono tra il divertito e l’eccitato, ma rimanendo con una tonalità seria (Quei cazzo di occhi madonna mia…).
Non passa molto che si fa buio e ci fermiamo in un auto grill. La prima cosa a cui pensano tutti è il bagno, come me e lei. E ci andiamo, scoprendo però una fila già lunga (Già stavo pensando di fare una sveltina).
Non perdo tempo e le scrivo un messaggio dove le dico di far passere tutti e rimanere per ultimi, entrarci insieme e scopare veloci veloci. Si perché, per come ci eravamo eccitati in quei giorni non saremo durati molto. Noto che lei appena vede la mia notifica legge, risponde con “ok”. Perfetto.
Passa un buon quarto d’ora e i professori già si lamentano e ci dicono di muoverci. Penso che la sveltina non si possa fare, credo pure lei lo pensa, e la sua faccia che sbuffa, me lo conferma.
L’ultima ragazza esce dal bagno, e noi ci guardiamo poco prima che arriva una professoressa a chiamarci. Se ne va e noi ci scambiamo uno sguardo dispiaciuto. Lascio andare prima lei, e poi vado io.
Quando esco vedo che mi ha aspettato, le vado in contro, lei resta immobile. Il bacio che ci scambiamo ha oltre che tanta eccitazione anche una nota di sentimento. Le lingue che si intrecciano, le sue braccia intorno al collo, il profumo dei suoi capelli. Io ne approfitto palpandole quel suo culo magnifico, e di risposta lei si avvicina con il bacino spingendo sulla mia erezione, che ovviamente era tornata.
Dobbiamo staccarci o ci facciamo solo del male senza poterci sfogare. Ma gli sguardi dicono tutto, i suoi occhi dicono tutto.
Risaliamo sul pulman e concludiamo il viaggio, purtroppo a secco.
Oggi ripenso a quei giorni, e ne ho avute di occasioni. Che rimpianti. Fortuna che successivamente quella fighetta l’ho assaggiata in un'altra occasione. Purtroppo però solo una.
Magari la racconterò. Magari racconterò di altre esperienze più complete.
Come detto questa non era delle più erotiche e spinte, ma volevo provare a scriverne una tranquilla, sono ben accetti consigli. Buona lettura.
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