La compagna di classe nel bagno della stazione (pt. 2)
di
Sensei B.
genere
etero
Ciao a tutti. Non mi aspettavo così tante visualizzazioni della prima vicenda in gita, essendo poco spinta. Quindi ho deciso di regalarvi quest’altra parte, sempre con la mia compagna di classe Federica.
La gita era passata ormai da qualche settimana. Federica era ancora fidanzata, ma sembrava avere sempre dei ripensamenti sulla sua storia. I sentimenti erano calati da parte sua, e si sa che questo significa perdita di interesse, e voglia di stare con quella persona.
Comunque, dopo quei fatti della gita, avevamo raggiunto una soglia di vicinanza simile a 2 persone che si stanno frequentando e potrebbero andare oltre da un momento all’altro. Forse un po' frenati dalla sua situazione.
A scuola siamo ormai vicini di banco inamovibili. Abbracci, coccole, qualche strusciata con lei in braccio, bacetti. Fuori scuola invece, parlavamo ogni giorno e per tutto il giorno su whatsapp.
Premetto che so che questo è sbagliato, questo era effettivamente un tradimento. Ed era sbagliato sia da parte sua che mia. Ma ormai c’era qualcosa tra di noi. Un legame forte, a cui non avevamo dato tanto ascolto in quegli anni.
Fatto sta che stavamo bene ed eravamo affiatati in quel modo e non avevamo intenzione di fermarci.
Succedeva che ci trovavamo alcune volte, dopo scuola, a prendere il treno insieme. Io tornavo a casa, e lei, guarda caso, andava dal ragazzo. Che abitava in un paesino vicino al mio, io lo conoscevo solo di vista.
Tutte le volte aspettavamo il treno per un’oretta, in cui chiacchieravamo, ridevamo, scherzavamo, e ci stuzzicavamo a vicenda. Ovviamente con pensieri e fantasie in comune.
Un giorno, a scuola, lei era in braccio a me, e come al solito muoveva il culo avanti e indietro facendo pressione sulla mia erezione. E io al contempo la tastavo ovunque nascondendo i movimenti e le toccate tra gli abbracci ai compagni di classe. Una palpata alle tette, una al culo, un all’interno della coscia, e poi una toccata con le dita sulla sua figa rovente (si sentiva il calore della sua eccitazione).
In quel frangente, presi coraggio e le sussurrai all’orecchio “oggi in stazione andiamo nel bagno a scopare”. Lei ebbe solo una risata maliziosa pensandoci. Ma la sua risposta fu titubante, forse per paura di essere scoperti.
Io però la vidi molto propensa, il suo sorriso, i suoi occhioni luminosi (quei cazzo di occhi…). E così insistetti. Ma bastò veramente poco per farle dire quel “si… va bene”.
Così il pomeriggio dopo scuola ci incamminiamo verso la stazione. Abbiamo camminato per 15 minuti, quasi di fretta, praticamente sempre in silenzio. Andando avanti nel tempo con i pensieri, e pensando che da lì a poco avremmo finalmente scopato.
La stazione come al solito quasi deserta, perché la maggior parte dei ragazzi prendeva i pulman, odiando il dover aspettare un ora il treno.
Era perfetto, entriamo ed usciamo dall’altra parte dove sono i binari, senza dirci nulla. Io avanti più deciso, lei dietro un po' titubante ma vogliosa. Giriamo l’angolo e prima di entrare guardiamo fuori se qualcuno ci vede. Nessuno. Entriamo.
Entriamo in una delle cabine, posiamo gli zaini su un ripiano. Tutto quasi di fretta. Poi ci guardiamo per un piccolo momento. Ci prendiamo il viso a vicenda, avvicinandoci e unendo le nostre bocche con foga.
L’ultimo bacio era stato nell’auto grill alla gita, e fu bellissimo, come quello nel letto in hotel. Ma quello era speciale, sembrava il primo.
La foga e la passione delle nostre lingue intrecciate mi fece perdere quasi i sensi. Il suo sapore e calore, le sue mani che mi stringevano, il suo corpo che toccavo senza freni. Ci stacchiamo e mi abbasso a baciare sul collo, lei acconsente volentieri alzando la testa e sospirando. La mordo anche, torno su baciandole e mordicchiandole la guancia e poi di nuovo uniti con un bacio.
Io avevo perso un attimo il controllo, ma mi ricordai che eravamo in un luogo pubblico e chiunque sarebbe potuto entrare. Cosi non persi tempo. La girai e spinsi contro il muro. “cosa vuoi fare?” Mi chiede a bassa voce. “voglio scoparti” le dico mentre la sbottono e tiro giù pantaloni e mutande, e faccio lo stesso con i miei. “come?” mi chiede con la voce tremante. Io le rispondo semplicemente “così” prima di infilarglielo dentro con una sola botta.
Il suo urletto e il respiro profondo e tremante mi mandano in estasi. Inizio a scoparla avidamente. Lei trattiene gli ansimi, io invece mi lascio quasi andare come un animale.
Le prendo la testa e la giro verso di me per baciarla. I suoi occhi sono chiuso ma quando li apre vedo il suo sguardo lussurioso, pieno di godimento. È bellissima. La bacio, ma la posizione e la foga ci permettono un piccolo contatto con le lingue.
Ci stacchiamo, lei si gira e abbassa la testa. Inizia a spingere il culo all’indietro e io rallento per metterci più forza forza. Vogliamo entrambi la profondità massima che possiamo raggiungere, e cos’ spingiamo forte e intensamente all’unisono.
Ora qualche ansimo da entrambi si è sentito. E quella sua vocetta che gode è il colpo di grazia. Siamo senza preservativo e faccio appena in tempo a uscire, e spruzzare fuori. Mi sego mentre gli schizzi finiscono ovunque (non sono mai venuto così tanto).
Mi sento svenire mentre vengo, occhi chiusi verso l’alto, bocca spalancata e gemiti trattenuti a fatica. Lei è poggiata al muro con il respiro affannato.
Quando ci riprendiamo ci scambiamo un ultimo bacio, più calmo e dolce, e sentii quell’accenno di sentimento che provai in auto grill. Ci stacchiamo e i suoi occhi sono brillanti, la sua espressione è rilassata e soddisfatta. Io lo stesso (È stato fantastico).
Ci ricordiamo del posto e della situazione in cui ci troviamo, quindi ci rivestiamo in fretta. Io sono il primo ad uscire e poi lei. Ci andiamo a sedere su una panchina e restiamo in silenzio per qualche minuto. Il cuore ancora che batte forte e le gambe che tremano.
“ti è piaciuto?” rompo io il silenzio. Lei senza guardarmi risponde “si, molto” e ride. “secondo te c’e l’ho grosso?”. “Mi fa male la patata”. Io capisco che ha apprezzato e ce la ridiamo.
La storia con Federica finisce qua, perché purtroppo poi non ha voluto continuare niente, forse perché si sentiva in colpa. Ma siamo rimasti molto uniti fino alla fine della scuola.
Finchè non ci siamo allontanati, per la distanza e per il lavoro stagionale estivo. Ma di più per colpa sua che non mi pensava più tanto.
Ora lei ha un figlio e un compagno, è felice e sono contento per lei. Ci sentiamo saltuariamente per vedere come vanno le cose.
Io ripenso a quel periodo rimpiangendo molte cose. E credo che saremmo stati bene insieme, avrei voluto provare, anche dopo la scuola.
Ogni tanto torna nei miei pensieri e fantasie erotiche, anche ora ci sto pensando. Magari potrei scrivere qualcosa di inventato ora su noi 2. Che ne dite?
La gita era passata ormai da qualche settimana. Federica era ancora fidanzata, ma sembrava avere sempre dei ripensamenti sulla sua storia. I sentimenti erano calati da parte sua, e si sa che questo significa perdita di interesse, e voglia di stare con quella persona.
Comunque, dopo quei fatti della gita, avevamo raggiunto una soglia di vicinanza simile a 2 persone che si stanno frequentando e potrebbero andare oltre da un momento all’altro. Forse un po' frenati dalla sua situazione.
A scuola siamo ormai vicini di banco inamovibili. Abbracci, coccole, qualche strusciata con lei in braccio, bacetti. Fuori scuola invece, parlavamo ogni giorno e per tutto il giorno su whatsapp.
Premetto che so che questo è sbagliato, questo era effettivamente un tradimento. Ed era sbagliato sia da parte sua che mia. Ma ormai c’era qualcosa tra di noi. Un legame forte, a cui non avevamo dato tanto ascolto in quegli anni.
Fatto sta che stavamo bene ed eravamo affiatati in quel modo e non avevamo intenzione di fermarci.
Succedeva che ci trovavamo alcune volte, dopo scuola, a prendere il treno insieme. Io tornavo a casa, e lei, guarda caso, andava dal ragazzo. Che abitava in un paesino vicino al mio, io lo conoscevo solo di vista.
Tutte le volte aspettavamo il treno per un’oretta, in cui chiacchieravamo, ridevamo, scherzavamo, e ci stuzzicavamo a vicenda. Ovviamente con pensieri e fantasie in comune.
Un giorno, a scuola, lei era in braccio a me, e come al solito muoveva il culo avanti e indietro facendo pressione sulla mia erezione. E io al contempo la tastavo ovunque nascondendo i movimenti e le toccate tra gli abbracci ai compagni di classe. Una palpata alle tette, una al culo, un all’interno della coscia, e poi una toccata con le dita sulla sua figa rovente (si sentiva il calore della sua eccitazione).
In quel frangente, presi coraggio e le sussurrai all’orecchio “oggi in stazione andiamo nel bagno a scopare”. Lei ebbe solo una risata maliziosa pensandoci. Ma la sua risposta fu titubante, forse per paura di essere scoperti.
Io però la vidi molto propensa, il suo sorriso, i suoi occhioni luminosi (quei cazzo di occhi…). E così insistetti. Ma bastò veramente poco per farle dire quel “si… va bene”.
Così il pomeriggio dopo scuola ci incamminiamo verso la stazione. Abbiamo camminato per 15 minuti, quasi di fretta, praticamente sempre in silenzio. Andando avanti nel tempo con i pensieri, e pensando che da lì a poco avremmo finalmente scopato.
La stazione come al solito quasi deserta, perché la maggior parte dei ragazzi prendeva i pulman, odiando il dover aspettare un ora il treno.
Era perfetto, entriamo ed usciamo dall’altra parte dove sono i binari, senza dirci nulla. Io avanti più deciso, lei dietro un po' titubante ma vogliosa. Giriamo l’angolo e prima di entrare guardiamo fuori se qualcuno ci vede. Nessuno. Entriamo.
Entriamo in una delle cabine, posiamo gli zaini su un ripiano. Tutto quasi di fretta. Poi ci guardiamo per un piccolo momento. Ci prendiamo il viso a vicenda, avvicinandoci e unendo le nostre bocche con foga.
L’ultimo bacio era stato nell’auto grill alla gita, e fu bellissimo, come quello nel letto in hotel. Ma quello era speciale, sembrava il primo.
La foga e la passione delle nostre lingue intrecciate mi fece perdere quasi i sensi. Il suo sapore e calore, le sue mani che mi stringevano, il suo corpo che toccavo senza freni. Ci stacchiamo e mi abbasso a baciare sul collo, lei acconsente volentieri alzando la testa e sospirando. La mordo anche, torno su baciandole e mordicchiandole la guancia e poi di nuovo uniti con un bacio.
Io avevo perso un attimo il controllo, ma mi ricordai che eravamo in un luogo pubblico e chiunque sarebbe potuto entrare. Cosi non persi tempo. La girai e spinsi contro il muro. “cosa vuoi fare?” Mi chiede a bassa voce. “voglio scoparti” le dico mentre la sbottono e tiro giù pantaloni e mutande, e faccio lo stesso con i miei. “come?” mi chiede con la voce tremante. Io le rispondo semplicemente “così” prima di infilarglielo dentro con una sola botta.
Il suo urletto e il respiro profondo e tremante mi mandano in estasi. Inizio a scoparla avidamente. Lei trattiene gli ansimi, io invece mi lascio quasi andare come un animale.
Le prendo la testa e la giro verso di me per baciarla. I suoi occhi sono chiuso ma quando li apre vedo il suo sguardo lussurioso, pieno di godimento. È bellissima. La bacio, ma la posizione e la foga ci permettono un piccolo contatto con le lingue.
Ci stacchiamo, lei si gira e abbassa la testa. Inizia a spingere il culo all’indietro e io rallento per metterci più forza forza. Vogliamo entrambi la profondità massima che possiamo raggiungere, e cos’ spingiamo forte e intensamente all’unisono.
Ora qualche ansimo da entrambi si è sentito. E quella sua vocetta che gode è il colpo di grazia. Siamo senza preservativo e faccio appena in tempo a uscire, e spruzzare fuori. Mi sego mentre gli schizzi finiscono ovunque (non sono mai venuto così tanto).
Mi sento svenire mentre vengo, occhi chiusi verso l’alto, bocca spalancata e gemiti trattenuti a fatica. Lei è poggiata al muro con il respiro affannato.
Quando ci riprendiamo ci scambiamo un ultimo bacio, più calmo e dolce, e sentii quell’accenno di sentimento che provai in auto grill. Ci stacchiamo e i suoi occhi sono brillanti, la sua espressione è rilassata e soddisfatta. Io lo stesso (È stato fantastico).
Ci ricordiamo del posto e della situazione in cui ci troviamo, quindi ci rivestiamo in fretta. Io sono il primo ad uscire e poi lei. Ci andiamo a sedere su una panchina e restiamo in silenzio per qualche minuto. Il cuore ancora che batte forte e le gambe che tremano.
“ti è piaciuto?” rompo io il silenzio. Lei senza guardarmi risponde “si, molto” e ride. “secondo te c’e l’ho grosso?”. “Mi fa male la patata”. Io capisco che ha apprezzato e ce la ridiamo.
La storia con Federica finisce qua, perché purtroppo poi non ha voluto continuare niente, forse perché si sentiva in colpa. Ma siamo rimasti molto uniti fino alla fine della scuola.
Finchè non ci siamo allontanati, per la distanza e per il lavoro stagionale estivo. Ma di più per colpa sua che non mi pensava più tanto.
Ora lei ha un figlio e un compagno, è felice e sono contento per lei. Ci sentiamo saltuariamente per vedere come vanno le cose.
Io ripenso a quel periodo rimpiangendo molte cose. E credo che saremmo stati bene insieme, avrei voluto provare, anche dopo la scuola.
Ogni tanto torna nei miei pensieri e fantasie erotiche, anche ora ci sto pensando. Magari potrei scrivere qualcosa di inventato ora su noi 2. Che ne dite?
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