Il tiralatte (el tiralàtt)
di
il tiralatte
genere
etero
Come tutte la mie storie pure questa è frutto esclusivo della mia fantasia per cui ogni riferimento a persone o cose realmente esistenti è puramente casuale
Piccola premessa: ho deciso di adottare questo pseudonimo in onore di una vecchia professione del mio paese (sono Lombardo) che purtroppo ora è obsoleta me che ritengo sia, per il solo fatto di esistere al top dell’erotismo. (quando su dice l’ignoranza nel dialetto lombardo tira si traduce si, tirare, ma tirare è anche l’azione del succhiare per cui il tiralatte dovrebbe essere IL SUCCHIALATTE)
Mi chiamo ***** ed abito in un paesino della campagna lombarda in quest’anno che sta a cavallo tra due secoli (1900).
La fame, qui, è di casa a meno che tu non faccia parte della categoria dei signori. Loro hanno una bella villa al centro del paese ma nessuno di noi è ammesso al suo interno a meno che non debba consegnare delle provviste per poi esserne immediatamente estromesso.
Dicono che la villa sia tutta scaldata e che al suo interno si possa, d’inverno, stare vestiti leggeri mentre noi dobbiamo trascorrere le serate nelle stalle,
Mai lamentarsi, c’è un po’ di puzza, ma in compenso la compagnia è gradita e, tra una pisciata e l’altra delle vacche, ci si scambiano informazioni e lazzi, mentre le donne lavorano, al fioco lume di una candela, a maglia.
Ogni tanto una signora si porta sulla paglia vicina ad una mucca, si ferma un attimo colle gambe che si notano aperte , poi una espressione di sollievo compare sul suo volto e torna a sedersi nel punto da cui era partita mentre una leggera nuvoletta di vapore si alza nel punto in cui si era fermata.
I più fortunati tra noi hanno un pezzetto di terra proprio da coltivare e riescono senza troppi problemi a sopravvivere mentre quelli più sfortunati devono inventarsi qualche lavoretto aggiuntivo o non potrebbero sbarcare il lunario.
Io sono tra questi: il piccolo orto che posseggo o le 3 galline del mio pollaio non bastano a sostentarmi per cui ho dovuto inventarmi un lavoro, onesto, che mi consentisse di guadagnare qualche cosa.
Sapete qual è il mio secondo lavoro? Il ciuccialatte (el tiralàtt), aiuto cioè le donne che abbiano da poco partorito a raggiungere il massimo della montata lattea il più presto possibile.
Soldi non se ne vedono con questo mestiere, vengo pagato in natura, ma la civiltà contadina cui appartengo è tale che, avendone bisogno, mi regalerebbero un pollo anche in mancanza di un corrispettivo, se ne avessi bisogno.
Siamo tutti talmente poveri che nessuno può permettersi di non essere solidale. cogli altri-
Tornando al mio mestiere: ha indubbiamente a che fare coi seni femminili che, come parti del corpo sono interdette a tutti con esclusione dei lattanti, dei mariti e di me.
Trovatemi un lavoro migliore, io vado a trovare una donna, le tocco le tette … e il marito non solo non è geloso ma mi paga pure!
Il paese non è molto grande, poche decine di persone, ma nessuno ha ancora inventato la televisione per cui, dopo la stalla, uno solo è il divertimento conosciuto, letteralmente un divertimento del cazzo, per cui, non essendo neppure stati inventati i contraccettivi, le clienti non mi mancano.
Io vado non appena una donna ha partorito, addirittura a volte prima che abbia espulso la placenta, mi attacco colla bocca al suo seno e comincio a succhiare.
Prima una tetta poi l’altra.
Per i primi giorni mi approfitto pure dell’ignoranza dei miei concittadini, invento che la figa è collegata alle tette per cui sditalino tranquillamente la puerpera anche sotto gli occhi del marito: mai avuto problemi.
Quello che mi viene in bocca poi è cosa mia: mica sono scemo a sputare del latte ottimo e fatto apposta per gli uomini, ma ho l’avvertenza di lasciare un po’ di latte anche per il bambino che, dopotutto. È il titolare di quella produzione. Devo però dire che dopo una settimana di questo trattamento (alternato a sostanziose bevute di birra prescritte) le poppe sono sempre belle piene, gonfie da scoppiare per cui i “clienti”, marito in testa, sono tutti soddisfatti.
Non ho fatto studi, mi muovo a braccio e seguendo l’istinto, ma devo essere proprio bravo.
Ultimamente anche la “signora”, prossima a partorire mi ha fatto chiamare.
“Le mie amiche danno i loro figli alla balia” mi ha detto “Ma io voglio essere diversa. Parlando con una balia ho saputo che allattare è una esperienza impegnativa ma stupenda e, visto che ne ho la possibilità, ho deciso di provarla. Vorrei quindi che tu al momento del parto, intervenissi e che, agendo come sai, riempissi di tanto latte fresco le mie tette”
“Signora sono ai suoi ordini naturalmente” ho risposto “ma la cosa è delicata. Il padrone potrebbe non approvare il mio sistema e Lei sa che io non sono certo in condizione di oppormi alla potestà di suo marito, non certo da colpevole ma meno ancora da innocente”
“Capisco” mi ribatte “ho saputo che i tuoi sistemi sono poco tradizionali, mi hanno avvertito di ciò le contadine. Andrebbe bene se mio marito stesso ti domandasse di prenderti cura di me?”
Abbassai umilmente lo sguardo restando in silenzio e quando lei mi congedò con un gesto mi allontanai sempre a sguardo basso.
Non ero tuttavia ancora uscito dal palazzo quando un servitore giunse di corsa a fermarmi: “Fermo, il padrone vuole parlarti”
Umilmente mi giro e seguo il servitore sino ad un salone dove vedo in parlottio tra loro il padrone e la padrona
“Eccolo è lui” dice lei, poi si volge ed esce lasciandomi solo col nobile.
Sono di fronte a colui che può decidere della mia vita, a quello che vantando un diritto non scritto nei Vangeli, ha preteso di deflorare mia moglie subito dopo il matrimonio, obbligandomi ad attendere la sua restituzione in una guardiola dove i soldati mi hanno preso in giro, anche pesantemente, sino a mattino inoltrato. Da allora lo odio anche se mai ho fatto in modo che la cosa gli giungesse all’orecchio-
“Hai parlato con mia moglie” mi apostrofa “e lei mi ha riferito che non vuoi aiutarla perché hai paura di me. “
“Mi perdoni signore, so che Lei è un uomo giusto, ma il servizio che sua moglie mi ha chiesto può essere facilmente confuso col sesso ed io non posso certo ne competere con Lei ne spiegarle a posteriori, mentre Lei sarebbe giustamente infuriato, che le mie azioni sono in realtà innocenti e senza malizia alcuna”
Mi guarda pensoso, sua moglie deve avergli detto delle sue tette che vuole belle piene e capisce che effettivamente posso avergli detto la verità e che i miei timori sono assolutamente giustificati.
“Ho saputo che come °lattaio° sei assolutamente il migliore nei dintorni ed io voglio che mia moglie abbia i migliori servizi.
Tu sei stato sincero con me avvertendomi in anticipo di possibili fraintendimenti. Hai ragione a temermi ma sai che sono pure on uomo giusto ed è giusto che io ti metta in condizione di servire mia moglie se ella lo desidera.Quindi faremo così “ e si tolse un foulard che aveva al collo “Quando tu sarai da mia moglie per prestare la tua opera, appendi questo al pomolo della porta. Io vedendolo capirò che tu stai servendomi ed eviterò di entrare. Se non vedo non fraintendo giusto?”
Nuovamente abbasso il capo con atteggiamento servile ed allungo la mano su cui lui posa il foulard prima di congedarmi.
Due giorni dopo un servo giunge correndo a casa mia “La signora è in travaglio, ha ordinato di mandarti a chiamare”
Di corsa vado a lavarmi alla belle meglio, indosso il vestito della domenica e mi dirigo alla villa
Mi ritrovo in una specie di bolgia-
La padrona è distesa su un letto con le gambe divaricate.
Le levatrici fanno cose che per me sono un assoluto mistero mentre le cameriere corrono in tutte le direzioni recando panni puliti, secchi d’acqua e chissà cos’altro., Ad un lato della stanza, io: unico uomo presente
Una cameriera posa una sedia di fianco al letto e mi invita a sedermici.
Tra una contrazione e l’altra la padrona mi dice: “So che con prima intervieni con meglio è. Sai cosa sto facendo, lascio a te la decisione di quando sia il momento migliore per intervenire”
Poi presa da tutt’altre preoccupazioni, continua il suo travaglio mentre io li mi sento proprio un papavero.
Finalmente una testolina appare tra le gambe della padrona e, subito dopo, il resto del corpo estratto con sapienza dalle levatrici: è una femmina.
Io comincio a ciucciare un seno andando con la mano a toccare l’organo esausto-
Dopo mezz’ora passo all’altro seno e sento la placenta venire rigettata nella mia mano. Ho deciso, questa è la volta che posso finalmente vendicarmi
I giorni successivi torno alla villa portando con me il foulard e coscienziosamente succhio i capezzoli mentre con una mano pasticcio la figa. Avverto un sapore leggermente salato nella mia bocca, la montata sta iniziando e la vacca sta cominciando a darmi il suo latte.
Mi faccio forza “Signora, so che Lei e suo marito volete il meglio, ma per potervi servire temo che nessuna Le abbia detto dell’azione rigorosamente segreta che favorisce la vera produzione di latte”
Lei mi guarda interrogativamente
“Io ho avuto la fortuna” proseguo “di avere una volta fatto un grosso servigio ad un mago che per ricompensarmi ha benedetto il mio sperma. Chi ne viene in contatto viene a sua volta benedetto con abbondanza di latte che per i bambini equivale ad una assicurazione sulla vita. Le donne che aiuto lo sanno ma mi devono sempre giurare di mantenere il segreto assoluto. Può facilmente capire il perché io esiga tale giuramento.”
“Veramente sei stato benedetto! Ecco il segreto della tua abilità ed ora capisco le tue esitazioni quando ho cercato di affidarti io il compito di assistermi. Non importa” e mi sorride “ Voglio il massimo fai quello che devi” e allarga le gambe in mezzo alle quali ho già infilato la mia mano.
Non ho bisogno di eccitarla. Se soffre cavoli suoi. Estraggo il mio arnese e la penetro cominciando immediatamente a stantuffarla.
Eiaculo abbondantemente in quel ventre e penso rivolto al marito: “Questa è la mia vendetta: tu mi hai scopato la moglie una volta, adesso vediamo quante volte ti pago gli interessi io!”
“Ecco fatto signora, ora dovremo rifare la cosa per una settimana, poi sarà sufficiente ripetere il trattamento una volta al mese per i prossimi 12 mesi. Mi raccomando però, so che non è bevanda da nobili, ma da ora per 10 mesi beva molta birra. Un piccolo sacrificio per un grande risultato. A questo punto dovrebbe essere più o meno al momento di cessare l’allattamento.
Tra una settimana poi potrà decidere se allattare le piace e se ha latte in esubero. Solo in questo caso mi chiami pure, provvederò io a vuotarle le mammelle” (latte gratis, che me lo faccio sfuggire?)
“Ho capito “ risponde “Per una settimana ancora verrai a fare il tuo lavoro, dopoché toccherà a me prendere ogni decisione, Giusto?”
Confermo col capo e lei,, prima di ritirarmi, mi mette in mano un anello prezioso: “Te lo sei guadagnato, grazie. Ti aspetto domani”
Al termine della settimana ritiro per l’ultima volta il foulard dal pomello della porta e mentre mi dirigo all’uscita incrocio il cornuto tutto soddisfatto: “Mia moglie sembra una mucca da tanto latte produce e tutto grazie a te. Ti sei meritato la tua ricompensa e la mia gratitudine” e mi mette in mano un sacchetto con tanti soldi da permettermi di comprare un piccolo podere, Io ringrazio e mi allontano pensando che nei prossimi mesi quel foulard sarà appeso ancora svariate volte a quella porta e rido sotto i baffi.
Come finisce? Ve lo dico: dopo otto mesi, al termine di una della mie visita di richiamo, la signora mi dice: “Sai, credo che non rinuncerò tanto presto ai tuoi servizi. Sono nuovamente incinta e lo strano è che mio marito è stato assente ultimamente.
Comunque dovrai assistermi anche con questo bambino, sappiti regolare, se al momento opportuno dovessi avere degli impegni col tuo nuovo podere comincia a prevedere di assumere degli aiuti senza preoccuparti del prezzo: provvederemo noi”
Chino obbediente il capo e mi ritiro.
Mentre torno a casa faccio due conti: sono ignorante ma non stupido. Mi sembra chiaro che quel bambino sia mio: solo i nobili possono essere tanto idioti da non capirlo e nuovamente mi rivolgo con la mente al marito “”Hai voluto chiavarmi la moglie ed io ho chiavato la tua, Mia moglie dopo 9 mesi da quella notte ha partorito un bambino … ed io non so se sia realmente mio.
Ora tua moglie è incinta ed io so che non è tuo. Siamo pari I debiti sono stati saldati, con gli interessi, IN TOTO”
FINE
Come sempre mi succede mendico critiche motivate (anche negative) e pareri,indispensabili per migliorarsi-
Piccola premessa: ho deciso di adottare questo pseudonimo in onore di una vecchia professione del mio paese (sono Lombardo) che purtroppo ora è obsoleta me che ritengo sia, per il solo fatto di esistere al top dell’erotismo. (quando su dice l’ignoranza nel dialetto lombardo tira si traduce si, tirare, ma tirare è anche l’azione del succhiare per cui il tiralatte dovrebbe essere IL SUCCHIALATTE)
Mi chiamo ***** ed abito in un paesino della campagna lombarda in quest’anno che sta a cavallo tra due secoli (1900).
La fame, qui, è di casa a meno che tu non faccia parte della categoria dei signori. Loro hanno una bella villa al centro del paese ma nessuno di noi è ammesso al suo interno a meno che non debba consegnare delle provviste per poi esserne immediatamente estromesso.
Dicono che la villa sia tutta scaldata e che al suo interno si possa, d’inverno, stare vestiti leggeri mentre noi dobbiamo trascorrere le serate nelle stalle,
Mai lamentarsi, c’è un po’ di puzza, ma in compenso la compagnia è gradita e, tra una pisciata e l’altra delle vacche, ci si scambiano informazioni e lazzi, mentre le donne lavorano, al fioco lume di una candela, a maglia.
Ogni tanto una signora si porta sulla paglia vicina ad una mucca, si ferma un attimo colle gambe che si notano aperte , poi una espressione di sollievo compare sul suo volto e torna a sedersi nel punto da cui era partita mentre una leggera nuvoletta di vapore si alza nel punto in cui si era fermata.
I più fortunati tra noi hanno un pezzetto di terra proprio da coltivare e riescono senza troppi problemi a sopravvivere mentre quelli più sfortunati devono inventarsi qualche lavoretto aggiuntivo o non potrebbero sbarcare il lunario.
Io sono tra questi: il piccolo orto che posseggo o le 3 galline del mio pollaio non bastano a sostentarmi per cui ho dovuto inventarmi un lavoro, onesto, che mi consentisse di guadagnare qualche cosa.
Sapete qual è il mio secondo lavoro? Il ciuccialatte (el tiralàtt), aiuto cioè le donne che abbiano da poco partorito a raggiungere il massimo della montata lattea il più presto possibile.
Soldi non se ne vedono con questo mestiere, vengo pagato in natura, ma la civiltà contadina cui appartengo è tale che, avendone bisogno, mi regalerebbero un pollo anche in mancanza di un corrispettivo, se ne avessi bisogno.
Siamo tutti talmente poveri che nessuno può permettersi di non essere solidale. cogli altri-
Tornando al mio mestiere: ha indubbiamente a che fare coi seni femminili che, come parti del corpo sono interdette a tutti con esclusione dei lattanti, dei mariti e di me.
Trovatemi un lavoro migliore, io vado a trovare una donna, le tocco le tette … e il marito non solo non è geloso ma mi paga pure!
Il paese non è molto grande, poche decine di persone, ma nessuno ha ancora inventato la televisione per cui, dopo la stalla, uno solo è il divertimento conosciuto, letteralmente un divertimento del cazzo, per cui, non essendo neppure stati inventati i contraccettivi, le clienti non mi mancano.
Io vado non appena una donna ha partorito, addirittura a volte prima che abbia espulso la placenta, mi attacco colla bocca al suo seno e comincio a succhiare.
Prima una tetta poi l’altra.
Per i primi giorni mi approfitto pure dell’ignoranza dei miei concittadini, invento che la figa è collegata alle tette per cui sditalino tranquillamente la puerpera anche sotto gli occhi del marito: mai avuto problemi.
Quello che mi viene in bocca poi è cosa mia: mica sono scemo a sputare del latte ottimo e fatto apposta per gli uomini, ma ho l’avvertenza di lasciare un po’ di latte anche per il bambino che, dopotutto. È il titolare di quella produzione. Devo però dire che dopo una settimana di questo trattamento (alternato a sostanziose bevute di birra prescritte) le poppe sono sempre belle piene, gonfie da scoppiare per cui i “clienti”, marito in testa, sono tutti soddisfatti.
Non ho fatto studi, mi muovo a braccio e seguendo l’istinto, ma devo essere proprio bravo.
Ultimamente anche la “signora”, prossima a partorire mi ha fatto chiamare.
“Le mie amiche danno i loro figli alla balia” mi ha detto “Ma io voglio essere diversa. Parlando con una balia ho saputo che allattare è una esperienza impegnativa ma stupenda e, visto che ne ho la possibilità, ho deciso di provarla. Vorrei quindi che tu al momento del parto, intervenissi e che, agendo come sai, riempissi di tanto latte fresco le mie tette”
“Signora sono ai suoi ordini naturalmente” ho risposto “ma la cosa è delicata. Il padrone potrebbe non approvare il mio sistema e Lei sa che io non sono certo in condizione di oppormi alla potestà di suo marito, non certo da colpevole ma meno ancora da innocente”
“Capisco” mi ribatte “ho saputo che i tuoi sistemi sono poco tradizionali, mi hanno avvertito di ciò le contadine. Andrebbe bene se mio marito stesso ti domandasse di prenderti cura di me?”
Abbassai umilmente lo sguardo restando in silenzio e quando lei mi congedò con un gesto mi allontanai sempre a sguardo basso.
Non ero tuttavia ancora uscito dal palazzo quando un servitore giunse di corsa a fermarmi: “Fermo, il padrone vuole parlarti”
Umilmente mi giro e seguo il servitore sino ad un salone dove vedo in parlottio tra loro il padrone e la padrona
“Eccolo è lui” dice lei, poi si volge ed esce lasciandomi solo col nobile.
Sono di fronte a colui che può decidere della mia vita, a quello che vantando un diritto non scritto nei Vangeli, ha preteso di deflorare mia moglie subito dopo il matrimonio, obbligandomi ad attendere la sua restituzione in una guardiola dove i soldati mi hanno preso in giro, anche pesantemente, sino a mattino inoltrato. Da allora lo odio anche se mai ho fatto in modo che la cosa gli giungesse all’orecchio-
“Hai parlato con mia moglie” mi apostrofa “e lei mi ha riferito che non vuoi aiutarla perché hai paura di me. “
“Mi perdoni signore, so che Lei è un uomo giusto, ma il servizio che sua moglie mi ha chiesto può essere facilmente confuso col sesso ed io non posso certo ne competere con Lei ne spiegarle a posteriori, mentre Lei sarebbe giustamente infuriato, che le mie azioni sono in realtà innocenti e senza malizia alcuna”
Mi guarda pensoso, sua moglie deve avergli detto delle sue tette che vuole belle piene e capisce che effettivamente posso avergli detto la verità e che i miei timori sono assolutamente giustificati.
“Ho saputo che come °lattaio° sei assolutamente il migliore nei dintorni ed io voglio che mia moglie abbia i migliori servizi.
Tu sei stato sincero con me avvertendomi in anticipo di possibili fraintendimenti. Hai ragione a temermi ma sai che sono pure on uomo giusto ed è giusto che io ti metta in condizione di servire mia moglie se ella lo desidera.Quindi faremo così “ e si tolse un foulard che aveva al collo “Quando tu sarai da mia moglie per prestare la tua opera, appendi questo al pomolo della porta. Io vedendolo capirò che tu stai servendomi ed eviterò di entrare. Se non vedo non fraintendo giusto?”
Nuovamente abbasso il capo con atteggiamento servile ed allungo la mano su cui lui posa il foulard prima di congedarmi.
Due giorni dopo un servo giunge correndo a casa mia “La signora è in travaglio, ha ordinato di mandarti a chiamare”
Di corsa vado a lavarmi alla belle meglio, indosso il vestito della domenica e mi dirigo alla villa
Mi ritrovo in una specie di bolgia-
La padrona è distesa su un letto con le gambe divaricate.
Le levatrici fanno cose che per me sono un assoluto mistero mentre le cameriere corrono in tutte le direzioni recando panni puliti, secchi d’acqua e chissà cos’altro., Ad un lato della stanza, io: unico uomo presente
Una cameriera posa una sedia di fianco al letto e mi invita a sedermici.
Tra una contrazione e l’altra la padrona mi dice: “So che con prima intervieni con meglio è. Sai cosa sto facendo, lascio a te la decisione di quando sia il momento migliore per intervenire”
Poi presa da tutt’altre preoccupazioni, continua il suo travaglio mentre io li mi sento proprio un papavero.
Finalmente una testolina appare tra le gambe della padrona e, subito dopo, il resto del corpo estratto con sapienza dalle levatrici: è una femmina.
Io comincio a ciucciare un seno andando con la mano a toccare l’organo esausto-
Dopo mezz’ora passo all’altro seno e sento la placenta venire rigettata nella mia mano. Ho deciso, questa è la volta che posso finalmente vendicarmi
I giorni successivi torno alla villa portando con me il foulard e coscienziosamente succhio i capezzoli mentre con una mano pasticcio la figa. Avverto un sapore leggermente salato nella mia bocca, la montata sta iniziando e la vacca sta cominciando a darmi il suo latte.
Mi faccio forza “Signora, so che Lei e suo marito volete il meglio, ma per potervi servire temo che nessuna Le abbia detto dell’azione rigorosamente segreta che favorisce la vera produzione di latte”
Lei mi guarda interrogativamente
“Io ho avuto la fortuna” proseguo “di avere una volta fatto un grosso servigio ad un mago che per ricompensarmi ha benedetto il mio sperma. Chi ne viene in contatto viene a sua volta benedetto con abbondanza di latte che per i bambini equivale ad una assicurazione sulla vita. Le donne che aiuto lo sanno ma mi devono sempre giurare di mantenere il segreto assoluto. Può facilmente capire il perché io esiga tale giuramento.”
“Veramente sei stato benedetto! Ecco il segreto della tua abilità ed ora capisco le tue esitazioni quando ho cercato di affidarti io il compito di assistermi. Non importa” e mi sorride “ Voglio il massimo fai quello che devi” e allarga le gambe in mezzo alle quali ho già infilato la mia mano.
Non ho bisogno di eccitarla. Se soffre cavoli suoi. Estraggo il mio arnese e la penetro cominciando immediatamente a stantuffarla.
Eiaculo abbondantemente in quel ventre e penso rivolto al marito: “Questa è la mia vendetta: tu mi hai scopato la moglie una volta, adesso vediamo quante volte ti pago gli interessi io!”
“Ecco fatto signora, ora dovremo rifare la cosa per una settimana, poi sarà sufficiente ripetere il trattamento una volta al mese per i prossimi 12 mesi. Mi raccomando però, so che non è bevanda da nobili, ma da ora per 10 mesi beva molta birra. Un piccolo sacrificio per un grande risultato. A questo punto dovrebbe essere più o meno al momento di cessare l’allattamento.
Tra una settimana poi potrà decidere se allattare le piace e se ha latte in esubero. Solo in questo caso mi chiami pure, provvederò io a vuotarle le mammelle” (latte gratis, che me lo faccio sfuggire?)
“Ho capito “ risponde “Per una settimana ancora verrai a fare il tuo lavoro, dopoché toccherà a me prendere ogni decisione, Giusto?”
Confermo col capo e lei,, prima di ritirarmi, mi mette in mano un anello prezioso: “Te lo sei guadagnato, grazie. Ti aspetto domani”
Al termine della settimana ritiro per l’ultima volta il foulard dal pomello della porta e mentre mi dirigo all’uscita incrocio il cornuto tutto soddisfatto: “Mia moglie sembra una mucca da tanto latte produce e tutto grazie a te. Ti sei meritato la tua ricompensa e la mia gratitudine” e mi mette in mano un sacchetto con tanti soldi da permettermi di comprare un piccolo podere, Io ringrazio e mi allontano pensando che nei prossimi mesi quel foulard sarà appeso ancora svariate volte a quella porta e rido sotto i baffi.
Come finisce? Ve lo dico: dopo otto mesi, al termine di una della mie visita di richiamo, la signora mi dice: “Sai, credo che non rinuncerò tanto presto ai tuoi servizi. Sono nuovamente incinta e lo strano è che mio marito è stato assente ultimamente.
Comunque dovrai assistermi anche con questo bambino, sappiti regolare, se al momento opportuno dovessi avere degli impegni col tuo nuovo podere comincia a prevedere di assumere degli aiuti senza preoccuparti del prezzo: provvederemo noi”
Chino obbediente il capo e mi ritiro.
Mentre torno a casa faccio due conti: sono ignorante ma non stupido. Mi sembra chiaro che quel bambino sia mio: solo i nobili possono essere tanto idioti da non capirlo e nuovamente mi rivolgo con la mente al marito “”Hai voluto chiavarmi la moglie ed io ho chiavato la tua, Mia moglie dopo 9 mesi da quella notte ha partorito un bambino … ed io non so se sia realmente mio.
Ora tua moglie è incinta ed io so che non è tuo. Siamo pari I debiti sono stati saldati, con gli interessi, IN TOTO”
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