Family man - Capitolo 2 - Rompere quel muro
di
Lionello/%
genere
etero
Il giorno dopo torno dal lavoro distrutto. Luisa se ne accorge e mi accoglie con un tenero abbraccio chiedendomi: “Sei stanco?”.
Le rispondo che è stata una giornataccia al lavoro, ma nel frattempo penso che non ho dimenticato l’accordo della sera precedente e mi riprometto di riprendermi per far fare a mia moglie quella notte una favolosa scopata.
Invece come un cretino una volta a letto mi addormento mentre la aspetto. Sento ad un certo punto il suo corpo caldo accanto a me, ma non ho la forza di reagire ed il sonno mi afferra e mi sprofonda giù.
La mattina dopo mi sveglio tardi. È sabato. Quindi non lavoro e niente sveglia. Ma non so di preciso che ora è.
Prendo il cellulare e mi rendo conto che sono le 10.00. Ho dormito come un sasso e non ho neanche sentito Luisa risvegliarsi. Mi alzo e mi dirigo verso la cucina lentamente.
Ma ad un certo punto mi blocco perché sento delle voci arrivare da quella stanza. Lo specchio nel corridoio mi rimanda una immagine di me alquanto sfatta. Quindi non voglio presentarmi di là se ci sono altre persone. Ma soprattutto chi cavolo c’è di là?
Mi avvicino ancora un po’ all’uscio della cucina e capisco che con Luisa c’è Antonella, la sua migliore amica, con cui condivide shopping, palestra, gossip e cazzeggi vari. Antonella mi sta sinceramente sulle palle per varie ragioni.
Ha 35 anni, separata da un uomo che ad essere onesti era un vero stronzo. Ma lei non è da meno. Qualche volta che ci è capitato in passato di uscire in quattro, loro riuscivano a trovare sempre un modo per litigare, creando un’atmosfera pesante e Antonella per ripicca sul marito a quel punto cominciava a fare la civetta ed a puntare qualche bel ragazzo presente nei paraggi.
E non le veniva difficile, perché ad essere onesti, così come mi è antipatica, devo anche dire che un gran pezzo di fica, gambe lunghe, un gran seno, occhi verdi e capelli neri corti alla Valentina di Crepax.
Tuttavia la mia naturale avversione nei suoi confronti fa si che lei, avendola percepita, non si è mai azzardata ad avvicinarsi o a mettersi in confidenza più di tanto con me. Anche perché Luisa è la sua più cara amica e la sua pur grande stronzaggine non arriva fino a quel punto.
Le sento ridacchiare e curioso avvicino l’orecchio all’uscio per ascoltare.
Antonella sta dicendo: “Ma hai visto Massimo (l’istruttore della palestra dove vanno) con quei pantaloncini aderenti che razza di pacco che aveva?”.
Luisa risponde:” Be’ uno muscoloso e massiccio come lui avrà anche un uccello altrettanto massiccio tra le gambe!”.
Antonella: “Dici che dovremmo vedere di scoprirlo?”.
Luisa: “Sei una vera porcellina, lo sai?”.
Antonella: “Già e tu no...?”.
In quel momento sono rimasto pietrificato per il dialogo tra mia moglie e la sua amica.
Ma Antonella riprende: “Va be’ tanto a te non interessa alla fine, perché hai un gran cazzo a disposizione ogni volta che vuoi, che ti soddisfa, come hai raccontato qualche tempo fa in palestra a me e alle altre ragazze”.
E adesso di chi stavano parlando? Mia Moglie ha un amante? Una fitta di gelosia mi stava portando a reagire male a quel che stavo ascoltando.
Luisa intanto: “Infatti. Non posso lamentarmi.”.
Antonella: “E com’è, racconta?”.
Luisa: “Sai non è tanto la lunghezza, che comunque non è poca, e una discreta esperienza sul campo l’ho fatta sai, ma quanto la sua larghezza. Che ti riempie tutta. Infatti la prima volta, che non ci ero abituata è bastato che mi entrasse dentro per farmi arrivare”.
Questo era il colmo stavo per andare di lì per sbattere fuori di casa quella troia di Antonella (che sicuramente c’entrava qualcosa in questa storia) e fare una scenata a mia moglie quando le ultime parole di Antonella mi hanno gelato.
Infatti dice: “Sai non ti nascondo che non mi va completamente a genio, ma sono contenta che la mia amichetta abbia trovato un maritino superdotato che la gratifichi così tanto sessualmente. Almeno tu hai avuto un po’ di fortuna”.
Al quel punto ero stupefatto. Mia moglie stava parlando della nostra vita sessuale con la sua amica. Stava parlando delle dimensioni del mio uccello con lei. Anzi ne aveva parlato con tutte le sue amiche. E per di più usando un linguaggio da scaricatore di porto. Con parole che con me non aveva mai usato e con pensieri che, a dire il vero, magari avevo potuto intuire, ma non mi aveva mai palesato. Meno che mai in quei termini.
Questa cosa, mi stava provocando un mix di sentimenti tra l’incazzato e l’eccitato. Mi dirigo in bagno, mi lavo e mi vesto in un baleno e vado di lì con una certa idea di giocare un po’ alle loro spalle.
“Buongiorno Marco, ti sei svegliato?”, mi apostrofa mia moglie appena mi vede.
“Ciao…” aggiunge Antonella lanciandolo lì con il suo solito tono antipatico, che aveva nel frattempo recuperato (mi era perfino risultata simpatica prima, per un attimo).
Faccio io: “Buongiorno tesoro. Ciao Antonella. Che ci fai qui?”.
Antonella: “Sono venuta a fare una visitina a Luisa. Era tutta sola soletta”.
Io: “Ma non era sola, c’ero io!”.
Antonella: “Si, ma tu dormivi!”.
Io: “E ti chi ha detto che dormivo? Sono sveglio da un pezzo, ma ero rimasto a letto ad attendere che Luisa venisse a svegliarmi per tirarla giù nel letto e «riempirla per bene». E qui ci piazzo una pausa ad effetto… “di affetto e coccole, come si merita la mia dolce mogliettina”.
La frase ha un tono sarcastico e colpisce ad effetto le due donne. Mia moglie mi guarda non sapendo che dire e Antonella rimane ammutolita per qualche secondo. Le ho effettivamente sorprese con un tono assolutamente fuori dal normale per me. Ma sono intenzionato a giocare con loro e a godermela. Ribatte Antonella “Ma guarda, guarda. Quanto slancio stamattina, Marco!” dopo essersi ripresa dalla sorpresa iniziale.
Luisa invece non si è ancora ripresa e non dice nulla. So che la partita sarà tra me ed Antonella, con la cui zoccolaggine nessuna donna può competere, men che mai mia moglie, che si atteggia solo a “fare la dura”.
Io: “Ma guarda, cara Antonella, che questo slancio c’è l’ho tutte le mattine e tutte le sere. Tu, piuttosto, non avevi nessuno stamattina che ti riempisse per bene (E scandisco e rallento nuovamente le parole) di attenzioni. O ne sei a corto in questo periodo e quindi per questo hai deciso di venirci a trovare. In questo caso potevi venirmi tu a svegliare…?”.
Ok ho lanciato la pietra; ma che dico ho lanciato un macigno. Ho consumato una piccola vendetta, trattando Antonella come si merita; con lo stesso presappochismo snob con cui mi ha sempre trattato lei. Però stavolta sortisco l’effetto della reazione di Luisa che fino ad allora era rimasta un po’ stupita, e un po’ confusa ad ascoltare in silenzio.
Luisa: “Marco, ma che cavolo dici?”.
Io: “Dai Luisa, ma è uno scherzo! Stavo solo scherzando! Credo che Antonella l’abbia capito. Andiamo, lo sai che Antonella è una tosta e non si fa mettere KO da una battuta fatta da un pivellino come me? Giusto Anto?”.
Antonella, un po’ a disagio: “Certo che no! E mi sa che devi dormire un po’ di meno. Perché sogni troppo”.
Come a dire che lei per me è irraggiungibile. Che me lo posso solo sognare di metterle un dito addosso.
Io gli dico: “Davvero! Scherzavo! Spero di non averti offesa”.
E mentre gli mostro uno sguardo seriamente contrito, gli metto nel contempo una mano sulla gamba nuda proprio all’orlo della minigonna.
A questo punto l’ho stesa. Imbarazzata dalla situazione farfuglia un “no, figurati. Ho capito che scherzavi” e si alza liberandosi dal mio tocco
Aggiunge: “Ora devo andare però. E’ meglio che vi lascio soli.”.
Io: “Mi spiace vai già via. Spero non sia per colpa mia per quello che ho detto”.
Antonella: “No, no. E’ che avrete le vostre cose da fare, no?”.
Mia moglie: “Ok, Anto, ci sentiamo per telefono nel pomeriggio, magari organizziamo qualcosa per stasera”.
Io “Si dai, facciamo qualcosa insieme”.
Antonella: “Si ok. Ci sentiamo dopo” E giratasi su stessa va via accompagnata da mia moglie.
Attendo che Luisa ritorni. Sicuramente avrà qualcosa da ridire. Ed infatti appena tornata attacca: “Ma, come ti è venuto. Ti metti a flirtare con la mia amica e davanti a me”.
Io: “Non ne avevo nessuna intenzione. Che me ne faccio di Antonella quando ho una donna come te che adoro e che mi adora! Così tanto da magnificare le misure del mio uccello con le sue amiche”. Scandisco bene la parola “uccello” proprio perché voglio portarmi sullo stesso piano che Luisa aveva con Antonella poco prima.
Luisa sbianca e balbetta: “Ma… ma che dici, di cosa stai parlando?”.
Io: “Vi ho sentito prima. Parlavate di cazzi, con un linguaggio da vere troie. Ma quello che più mi ha stupito e mi ha eccitato e che da un lato, non so da quanto tempo ti concedi così poco e dall’altro vanti le mie capacità a letto con le altre. Delle due l’una: o menti o c’è una vera porcellina dentro di te che bisogna assolutamente tirare fuori. Perché a dirla tutta mi eccita veramente questa Luisa che non conoscevo.
Luisa: “Ma dai Marco, lo sai che mi piace tantissimo fare l’amore con te. Solo che tra il lavoro, la casa, i bambini, tu lo sai, capisci…”.
Io: “No non capisco. Ed è proprio quello che voglio capire. Adesso!”.
Così dicendo le infilo una mano in mezzo le cosce e risalgo deciso fino alla fica che afferro a mano piena facendola sussultare.
Cerca di ritrarsi ma la tengo stretta a me e quando capisce che non mollerò si rilassa ed io comincio a massaggiarle le cosce ed il pube da sopra gli slip.
Sospira e apre leggermente le gambe per permettermi di andare in fondo ed io continuo ad accarezzarla ruvidamente sul sesso premendo con il palmo della mano nella zona del clitoride.
Questo la sta eccitando ancora di più ed apre ulteriormente le gambe. Abbastanza da permettermi di scostare l’orlo delle mutandine ed appoggiarle la mano sul suo sesso nudo. Riprendo il massaggio sulla zona del clitoride con la parte superiore del palmo della mano e nel contempo le infilo prima un dito e poi due nella fica.
Comincia ad ansimare ma non le do il tempo di rifiatare, perché le prendo i capelli e le tiro indietro la testa, infilandole prepotentemente la lingua in bocca e spostando poi la mano dietro la nuca, a sorreggere la testa inclinata e ad accarezzare il suo collo.
Ora si trova in una posizione instabile arcuata all’indietro. Sono io che la tengo con le due mani evitando che cada. Una mano dietro la nuca e l’altra tra le gambe che ghermisce il suo sesso.
Quando sento che comincia ad abbandonarsi inerme alle mie carezze, la tiro su e poi la faccio girare. Quindi la spingo a faccia in giù sul tavolo, con il sedere a 90 gradi.
Le alzo la gonna e le tiro giù le mutandine. Mi piego per sfilarle ed infilo senza indugio il viso nel solco delle natiche. Inizio a leccare voracemente, prima vicino all’ano e poi scendendo con la lingua verso le grandi labbra e la clitoride. Il suo gradimento è esplicito poiché inarca di più la schiena ed allarga ancora le gambe.
Mentre lecco e risucchio la zona superiore delle grandi labbra e del clitoride mi sbottono i pantaloni e tiro fuori il cazzo. È già duro ed eccitato per quello che le sto facendo. Per come la sto dominando in quel momento.
Mi alzo in piedi e le punto la cappella ormai gonfia sulla clitoride, strusciandoglielo su e giù come un pennello.
Ed allora le dico: “Allora, com’è il cazzo del tuo maritino? Cosa hai raccontato alle tue amichette?”. Luisa ansimando risponde: “Che è fantastico e che mi piace da morire”.
Io allora di rimando: “Allora è bene che faccia tutto il possibile affinché tu non debba dire delle bugie alle tue amiche troiette. Tieni amore. Prendilo tutto”.
E così dicendo glielo infilo tutto dentro in un colpo. Lei emette un urletto che gli si smorza in gola e contrae i muscoli della vagina trattenendo il respiro per un paio di secondi. Poi si rilassa e respira ed allora lo sfilo e lo rimetto ancora più a fondo ed inizio a pomparla tenendole il viso giù sul tavolo con una mano mentre con l’altra le afferro il fianco e poi passo a palparle le natiche.
Poi riprendo: “Sai amore oggi voglio darti più argomenti di cui parlare con le tue amiche, con Antonella. Di come, quando muori dalla voglia, tu chiedi a tuo marito di scoparti a pecorina sul tavolo della cucina. O mi sbaglio! Non hai voglia?”.
Luisa: “Si. Ti voglio!”.
Io: “Bene allora ti do ciò che vuoi, troia!”.
Proprio così, l’ho chiamata “troia”. Non mi ero mai azzardato a fare una cosa del genere con Luisa. Non l’avevo neanche mai insultata così quando era capitato di litigare. Figurarsi mentre facevamo l’amore.
Eppure questa cosa ora mi stava eccitando da morire. E continuavo a parlarle mentre la incalzavo da dietro.
I suoi mugolii, lo sbattimento del mio pube contro le sue chiappe e le mie parole erano il sottofondo di questa scopata selvaggia che stavamo facendo.
Poi il suo respiro diventa più veloci, le sue gambe tendono a cedere. Devo mantenerla con le mani sotto i fianchi mentre continuo imperterrito a spingerglielo dentro.
Sono eccitatissimo, ma non voglio venire se prima non viene lei. Voglio farle perdere il controllo.
Lei ad un certo punto comincia a dimenarsi. Ma io non rallento, anzi accelero il ritmo finché sento una flebile, strozzata vocina uscirle dalla bocca: “Godo…Godo…Godo”.
Io: “si godi amore e poi vai a raccontare alle tue amiche, non solo di come ti faccio godere, ma anche di quanto sei troia e mi ecciti. Che mi lasci in sospeso, solo per assicurarti che poi diventi un animale arrapato che abbia voglia di montarti come una cagna e sborrarti dentro”.
E detta quest’ultima cosa non resisto più e vengo anch’io.
“Eccola amore, ecco tutta la sborra che ho messo da parte ed aspettavo di darti appena avessi avuto la possibilità. Eccola, prendila tutta”.
Le do dei colpi potentissimi quasi volessi spaccarla. Quattro, cinque, non so quanti schizzi mi escono. Ogni schizzo corrisponde ad un colpo, con il quale quasi la sollevo da terra. Infine mollo la presa dai suoi fianchi e lei scivola esausta a terra.
Io sono ancora in piedi davanti a lei e mi appoggio con le mani al tavolo (più che altro perché anche le mie gambe stanno cedendo) ma così facendo, involontariamente, le porto il mio sesso ancora mezzo dritto proprio davanti alla faccia.
Lei lo guarda. Poi solleva lo sguardo verso di me. Io la guardo a mia volta negli occhi.
Non diciamo nulla. Anche se nella mente sto pensando che vorrei dirgli: ”ora ripuliscimi il cazzo, troia”.
Non ho il coraggio di dirlo veramente. Tuttavia i miei occhi ed il mio sguardo evidentemente mi tradiscono, perché lei abbassa il suo di sguardo nuovamente sul mio sesso e si avvicina a baciarlo ed a leccarlo, con passione, quasi a ringraziarlo del momento magico vissuto.
Dopo averlo ripulito con la bocca alza di nuovo lo sguardo verso di me.
Lo sguardo è quello di una cagnolina, che è lì quasi a chiedere l’approvazione o un complimento per quello che ha fatto al suo padrone.
Ed io a quel punto mi chino verso di lei e la sollevo abbracciandola forte.
Rimaniamo abbracciati senza dirci niente per un po’. Abbiamo sicuramente superato un limite, sfondato un muro in quel momento.
E siamo al di la del muro in un territorio inesplorato che ci lascia disorientati entrambi.
Poi lei rompe il silenzio: “Ti sei offeso perché ho detto quelle cose di te, di noi ad Antonella?”.
Io prendo un attimo e poi le rispondo: “No. E che non me l’aspettavo!”.
Pausa e nuovo silenzio.
Poi io riprendo: “E tu ti sei offesa che abbia usato… ehm… quelle parole volgari prima.”.
E lei subito risponde ironica, copiandomi: “No. E che non me l’aspettavo! Ma le hai detto perché eri arrabbiato?
Io: “No. Non ero arrabbiato. A dire il vero, sentirti parlare di me e poi in quel modo, con quelle parole. Non so, mi ha portato a fare questo. E’ stato tipo… eccitante. Non so spiegarmi. Ma forse per te è stato volgare?”.
Lei mi guarda e poi con un sorrisetto malizioso mi dice: “No, in effetti in quel momento è stato molto eccitante. Alla fine sono tua moglie e quindi posso essere, quello che tu vuoi. Anche la tua… troia…”. Io: “quindi non ti dispiace che ti abbia preso quasi a forza e ti abbia chiamato in quel modo”.
Luisa: “Be’ non pensavo di aver mai potuto dirlo prima. Ma non mi è affatto dispiaciuto. Anzi mi è piaciuto. Penso che te ne sei accorto, no? Questo tuo lato che è uscito oggi mi ha molto eccitato. Non dico che mi piacerebbe sempre! Ma, ogni tanto, così per giocare, non è male!”.
Allora io sorridendo: “ma allora non avevo torto a dire che sei un po' troietta?”.
Luisa: “E Daje. Non esagerare! Comunque dai. Si un po' sono troietta. Non è per quello che ti sei messo con me quando mi hai conosciuto?”.
Io: “Ed è per quello che continuo a desiderati dopo venti anni insieme. Riesci ancora ad eccitarmi come il primo giorno. Solo che siamo cresciuti e cambiati e penso che dovremmo anche trovare una nuova dimensione sessuale. Non siamo più ragazzini. Come hai detto tu, la famiglia, i figli, ma io non voglio rinunciare a far l’amore con te. Anche tutti i giorni se possibile”.
Luisa: “Ehi, ma che focoso che sei oggi! Ma tanto non sarà mai possibile tutti i giorni. Ma possiamo fare in modo che quando lo facciamo, sia così intenso! Come oggi! Che ne dici?”.
Io: “Dico che sei la donna più stupenda ed intelligente che abbia mai conosciuto. Ed è’ per questo che ti ho sposato.”.
Luisa: “Che dolce. Ok. Vuol dire che ti darò il permesso ancora una volta di … ehm… ehm... dominarmi e fare di me quello che vuoi!”.
Io, con tono ironico: “Ma lo sai che mi stai dando un assegno in bianco. Sei sicura di quello che fai?”. E lei: “E che mai vorresti farmi? Picchiarmi? Frustarmi?”.
Io, sempre con un sorrisetto maligno: “Certo che no. Ma lo sai che (pausa) adoro il tuo culetto. Adoro guardarlo, accarezzarlo. Prenderti da dietro. Ed accarezzare quel magnifico buchino là in mezzo. E so che ti piace quando lo faccio. Lo sento!”
Continuo: ”Ecco forse potrei decidere di “prenderti” così.”.
A questo punto l’avevo buttata. È sempre stato un mio sogno fare sesso anale con Luisa. Ma non ho mai avuto il coraggio di chiederglielo e lei non me l’ha mai chiesto.
Lei spesso mi chiede quando la masturbo che mi appoggi contro il suo culetto con il cazzo. Anzi vuole proprio la cappella a premere contro il buco del culo. Ma non mi ha mai chiesto di entrare.
Quindi non sono ottimista sulla risposta.
Invece lei mi guarda in silenzio per un po’ e poi mi stende con la sua risposta: “Anch’io adoro il tuo culetto, rotondo e muscoloso. Lo sai quando lo facciamo davanti mi ci aggrappo sempre. E so che ti piace che in quel momento ti accarezzi il buchetto ed anche ci infili dentro un ditino. Quindi la cosa forse dovrebbe esser reciproca?”.
Non ci siamo mai parlati così esplicitamente ed in maniera così eccitante di sesso.
Eh sì, il muro è stato proprio sfondato. E quel giorno inizia un nuovo periodo della nostra relazione tutto da esplorare.
Le rispondo che è stata una giornataccia al lavoro, ma nel frattempo penso che non ho dimenticato l’accordo della sera precedente e mi riprometto di riprendermi per far fare a mia moglie quella notte una favolosa scopata.
Invece come un cretino una volta a letto mi addormento mentre la aspetto. Sento ad un certo punto il suo corpo caldo accanto a me, ma non ho la forza di reagire ed il sonno mi afferra e mi sprofonda giù.
La mattina dopo mi sveglio tardi. È sabato. Quindi non lavoro e niente sveglia. Ma non so di preciso che ora è.
Prendo il cellulare e mi rendo conto che sono le 10.00. Ho dormito come un sasso e non ho neanche sentito Luisa risvegliarsi. Mi alzo e mi dirigo verso la cucina lentamente.
Ma ad un certo punto mi blocco perché sento delle voci arrivare da quella stanza. Lo specchio nel corridoio mi rimanda una immagine di me alquanto sfatta. Quindi non voglio presentarmi di là se ci sono altre persone. Ma soprattutto chi cavolo c’è di là?
Mi avvicino ancora un po’ all’uscio della cucina e capisco che con Luisa c’è Antonella, la sua migliore amica, con cui condivide shopping, palestra, gossip e cazzeggi vari. Antonella mi sta sinceramente sulle palle per varie ragioni.
Ha 35 anni, separata da un uomo che ad essere onesti era un vero stronzo. Ma lei non è da meno. Qualche volta che ci è capitato in passato di uscire in quattro, loro riuscivano a trovare sempre un modo per litigare, creando un’atmosfera pesante e Antonella per ripicca sul marito a quel punto cominciava a fare la civetta ed a puntare qualche bel ragazzo presente nei paraggi.
E non le veniva difficile, perché ad essere onesti, così come mi è antipatica, devo anche dire che un gran pezzo di fica, gambe lunghe, un gran seno, occhi verdi e capelli neri corti alla Valentina di Crepax.
Tuttavia la mia naturale avversione nei suoi confronti fa si che lei, avendola percepita, non si è mai azzardata ad avvicinarsi o a mettersi in confidenza più di tanto con me. Anche perché Luisa è la sua più cara amica e la sua pur grande stronzaggine non arriva fino a quel punto.
Le sento ridacchiare e curioso avvicino l’orecchio all’uscio per ascoltare.
Antonella sta dicendo: “Ma hai visto Massimo (l’istruttore della palestra dove vanno) con quei pantaloncini aderenti che razza di pacco che aveva?”.
Luisa risponde:” Be’ uno muscoloso e massiccio come lui avrà anche un uccello altrettanto massiccio tra le gambe!”.
Antonella: “Dici che dovremmo vedere di scoprirlo?”.
Luisa: “Sei una vera porcellina, lo sai?”.
Antonella: “Già e tu no...?”.
In quel momento sono rimasto pietrificato per il dialogo tra mia moglie e la sua amica.
Ma Antonella riprende: “Va be’ tanto a te non interessa alla fine, perché hai un gran cazzo a disposizione ogni volta che vuoi, che ti soddisfa, come hai raccontato qualche tempo fa in palestra a me e alle altre ragazze”.
E adesso di chi stavano parlando? Mia Moglie ha un amante? Una fitta di gelosia mi stava portando a reagire male a quel che stavo ascoltando.
Luisa intanto: “Infatti. Non posso lamentarmi.”.
Antonella: “E com’è, racconta?”.
Luisa: “Sai non è tanto la lunghezza, che comunque non è poca, e una discreta esperienza sul campo l’ho fatta sai, ma quanto la sua larghezza. Che ti riempie tutta. Infatti la prima volta, che non ci ero abituata è bastato che mi entrasse dentro per farmi arrivare”.
Questo era il colmo stavo per andare di lì per sbattere fuori di casa quella troia di Antonella (che sicuramente c’entrava qualcosa in questa storia) e fare una scenata a mia moglie quando le ultime parole di Antonella mi hanno gelato.
Infatti dice: “Sai non ti nascondo che non mi va completamente a genio, ma sono contenta che la mia amichetta abbia trovato un maritino superdotato che la gratifichi così tanto sessualmente. Almeno tu hai avuto un po’ di fortuna”.
Al quel punto ero stupefatto. Mia moglie stava parlando della nostra vita sessuale con la sua amica. Stava parlando delle dimensioni del mio uccello con lei. Anzi ne aveva parlato con tutte le sue amiche. E per di più usando un linguaggio da scaricatore di porto. Con parole che con me non aveva mai usato e con pensieri che, a dire il vero, magari avevo potuto intuire, ma non mi aveva mai palesato. Meno che mai in quei termini.
Questa cosa, mi stava provocando un mix di sentimenti tra l’incazzato e l’eccitato. Mi dirigo in bagno, mi lavo e mi vesto in un baleno e vado di lì con una certa idea di giocare un po’ alle loro spalle.
“Buongiorno Marco, ti sei svegliato?”, mi apostrofa mia moglie appena mi vede.
“Ciao…” aggiunge Antonella lanciandolo lì con il suo solito tono antipatico, che aveva nel frattempo recuperato (mi era perfino risultata simpatica prima, per un attimo).
Faccio io: “Buongiorno tesoro. Ciao Antonella. Che ci fai qui?”.
Antonella: “Sono venuta a fare una visitina a Luisa. Era tutta sola soletta”.
Io: “Ma non era sola, c’ero io!”.
Antonella: “Si, ma tu dormivi!”.
Io: “E ti chi ha detto che dormivo? Sono sveglio da un pezzo, ma ero rimasto a letto ad attendere che Luisa venisse a svegliarmi per tirarla giù nel letto e «riempirla per bene». E qui ci piazzo una pausa ad effetto… “di affetto e coccole, come si merita la mia dolce mogliettina”.
La frase ha un tono sarcastico e colpisce ad effetto le due donne. Mia moglie mi guarda non sapendo che dire e Antonella rimane ammutolita per qualche secondo. Le ho effettivamente sorprese con un tono assolutamente fuori dal normale per me. Ma sono intenzionato a giocare con loro e a godermela. Ribatte Antonella “Ma guarda, guarda. Quanto slancio stamattina, Marco!” dopo essersi ripresa dalla sorpresa iniziale.
Luisa invece non si è ancora ripresa e non dice nulla. So che la partita sarà tra me ed Antonella, con la cui zoccolaggine nessuna donna può competere, men che mai mia moglie, che si atteggia solo a “fare la dura”.
Io: “Ma guarda, cara Antonella, che questo slancio c’è l’ho tutte le mattine e tutte le sere. Tu, piuttosto, non avevi nessuno stamattina che ti riempisse per bene (E scandisco e rallento nuovamente le parole) di attenzioni. O ne sei a corto in questo periodo e quindi per questo hai deciso di venirci a trovare. In questo caso potevi venirmi tu a svegliare…?”.
Ok ho lanciato la pietra; ma che dico ho lanciato un macigno. Ho consumato una piccola vendetta, trattando Antonella come si merita; con lo stesso presappochismo snob con cui mi ha sempre trattato lei. Però stavolta sortisco l’effetto della reazione di Luisa che fino ad allora era rimasta un po’ stupita, e un po’ confusa ad ascoltare in silenzio.
Luisa: “Marco, ma che cavolo dici?”.
Io: “Dai Luisa, ma è uno scherzo! Stavo solo scherzando! Credo che Antonella l’abbia capito. Andiamo, lo sai che Antonella è una tosta e non si fa mettere KO da una battuta fatta da un pivellino come me? Giusto Anto?”.
Antonella, un po’ a disagio: “Certo che no! E mi sa che devi dormire un po’ di meno. Perché sogni troppo”.
Come a dire che lei per me è irraggiungibile. Che me lo posso solo sognare di metterle un dito addosso.
Io gli dico: “Davvero! Scherzavo! Spero di non averti offesa”.
E mentre gli mostro uno sguardo seriamente contrito, gli metto nel contempo una mano sulla gamba nuda proprio all’orlo della minigonna.
A questo punto l’ho stesa. Imbarazzata dalla situazione farfuglia un “no, figurati. Ho capito che scherzavi” e si alza liberandosi dal mio tocco
Aggiunge: “Ora devo andare però. E’ meglio che vi lascio soli.”.
Io: “Mi spiace vai già via. Spero non sia per colpa mia per quello che ho detto”.
Antonella: “No, no. E’ che avrete le vostre cose da fare, no?”.
Mia moglie: “Ok, Anto, ci sentiamo per telefono nel pomeriggio, magari organizziamo qualcosa per stasera”.
Io “Si dai, facciamo qualcosa insieme”.
Antonella: “Si ok. Ci sentiamo dopo” E giratasi su stessa va via accompagnata da mia moglie.
Attendo che Luisa ritorni. Sicuramente avrà qualcosa da ridire. Ed infatti appena tornata attacca: “Ma, come ti è venuto. Ti metti a flirtare con la mia amica e davanti a me”.
Io: “Non ne avevo nessuna intenzione. Che me ne faccio di Antonella quando ho una donna come te che adoro e che mi adora! Così tanto da magnificare le misure del mio uccello con le sue amiche”. Scandisco bene la parola “uccello” proprio perché voglio portarmi sullo stesso piano che Luisa aveva con Antonella poco prima.
Luisa sbianca e balbetta: “Ma… ma che dici, di cosa stai parlando?”.
Io: “Vi ho sentito prima. Parlavate di cazzi, con un linguaggio da vere troie. Ma quello che più mi ha stupito e mi ha eccitato e che da un lato, non so da quanto tempo ti concedi così poco e dall’altro vanti le mie capacità a letto con le altre. Delle due l’una: o menti o c’è una vera porcellina dentro di te che bisogna assolutamente tirare fuori. Perché a dirla tutta mi eccita veramente questa Luisa che non conoscevo.
Luisa: “Ma dai Marco, lo sai che mi piace tantissimo fare l’amore con te. Solo che tra il lavoro, la casa, i bambini, tu lo sai, capisci…”.
Io: “No non capisco. Ed è proprio quello che voglio capire. Adesso!”.
Così dicendo le infilo una mano in mezzo le cosce e risalgo deciso fino alla fica che afferro a mano piena facendola sussultare.
Cerca di ritrarsi ma la tengo stretta a me e quando capisce che non mollerò si rilassa ed io comincio a massaggiarle le cosce ed il pube da sopra gli slip.
Sospira e apre leggermente le gambe per permettermi di andare in fondo ed io continuo ad accarezzarla ruvidamente sul sesso premendo con il palmo della mano nella zona del clitoride.
Questo la sta eccitando ancora di più ed apre ulteriormente le gambe. Abbastanza da permettermi di scostare l’orlo delle mutandine ed appoggiarle la mano sul suo sesso nudo. Riprendo il massaggio sulla zona del clitoride con la parte superiore del palmo della mano e nel contempo le infilo prima un dito e poi due nella fica.
Comincia ad ansimare ma non le do il tempo di rifiatare, perché le prendo i capelli e le tiro indietro la testa, infilandole prepotentemente la lingua in bocca e spostando poi la mano dietro la nuca, a sorreggere la testa inclinata e ad accarezzare il suo collo.
Ora si trova in una posizione instabile arcuata all’indietro. Sono io che la tengo con le due mani evitando che cada. Una mano dietro la nuca e l’altra tra le gambe che ghermisce il suo sesso.
Quando sento che comincia ad abbandonarsi inerme alle mie carezze, la tiro su e poi la faccio girare. Quindi la spingo a faccia in giù sul tavolo, con il sedere a 90 gradi.
Le alzo la gonna e le tiro giù le mutandine. Mi piego per sfilarle ed infilo senza indugio il viso nel solco delle natiche. Inizio a leccare voracemente, prima vicino all’ano e poi scendendo con la lingua verso le grandi labbra e la clitoride. Il suo gradimento è esplicito poiché inarca di più la schiena ed allarga ancora le gambe.
Mentre lecco e risucchio la zona superiore delle grandi labbra e del clitoride mi sbottono i pantaloni e tiro fuori il cazzo. È già duro ed eccitato per quello che le sto facendo. Per come la sto dominando in quel momento.
Mi alzo in piedi e le punto la cappella ormai gonfia sulla clitoride, strusciandoglielo su e giù come un pennello.
Ed allora le dico: “Allora, com’è il cazzo del tuo maritino? Cosa hai raccontato alle tue amichette?”. Luisa ansimando risponde: “Che è fantastico e che mi piace da morire”.
Io allora di rimando: “Allora è bene che faccia tutto il possibile affinché tu non debba dire delle bugie alle tue amiche troiette. Tieni amore. Prendilo tutto”.
E così dicendo glielo infilo tutto dentro in un colpo. Lei emette un urletto che gli si smorza in gola e contrae i muscoli della vagina trattenendo il respiro per un paio di secondi. Poi si rilassa e respira ed allora lo sfilo e lo rimetto ancora più a fondo ed inizio a pomparla tenendole il viso giù sul tavolo con una mano mentre con l’altra le afferro il fianco e poi passo a palparle le natiche.
Poi riprendo: “Sai amore oggi voglio darti più argomenti di cui parlare con le tue amiche, con Antonella. Di come, quando muori dalla voglia, tu chiedi a tuo marito di scoparti a pecorina sul tavolo della cucina. O mi sbaglio! Non hai voglia?”.
Luisa: “Si. Ti voglio!”.
Io: “Bene allora ti do ciò che vuoi, troia!”.
Proprio così, l’ho chiamata “troia”. Non mi ero mai azzardato a fare una cosa del genere con Luisa. Non l’avevo neanche mai insultata così quando era capitato di litigare. Figurarsi mentre facevamo l’amore.
Eppure questa cosa ora mi stava eccitando da morire. E continuavo a parlarle mentre la incalzavo da dietro.
I suoi mugolii, lo sbattimento del mio pube contro le sue chiappe e le mie parole erano il sottofondo di questa scopata selvaggia che stavamo facendo.
Poi il suo respiro diventa più veloci, le sue gambe tendono a cedere. Devo mantenerla con le mani sotto i fianchi mentre continuo imperterrito a spingerglielo dentro.
Sono eccitatissimo, ma non voglio venire se prima non viene lei. Voglio farle perdere il controllo.
Lei ad un certo punto comincia a dimenarsi. Ma io non rallento, anzi accelero il ritmo finché sento una flebile, strozzata vocina uscirle dalla bocca: “Godo…Godo…Godo”.
Io: “si godi amore e poi vai a raccontare alle tue amiche, non solo di come ti faccio godere, ma anche di quanto sei troia e mi ecciti. Che mi lasci in sospeso, solo per assicurarti che poi diventi un animale arrapato che abbia voglia di montarti come una cagna e sborrarti dentro”.
E detta quest’ultima cosa non resisto più e vengo anch’io.
“Eccola amore, ecco tutta la sborra che ho messo da parte ed aspettavo di darti appena avessi avuto la possibilità. Eccola, prendila tutta”.
Le do dei colpi potentissimi quasi volessi spaccarla. Quattro, cinque, non so quanti schizzi mi escono. Ogni schizzo corrisponde ad un colpo, con il quale quasi la sollevo da terra. Infine mollo la presa dai suoi fianchi e lei scivola esausta a terra.
Io sono ancora in piedi davanti a lei e mi appoggio con le mani al tavolo (più che altro perché anche le mie gambe stanno cedendo) ma così facendo, involontariamente, le porto il mio sesso ancora mezzo dritto proprio davanti alla faccia.
Lei lo guarda. Poi solleva lo sguardo verso di me. Io la guardo a mia volta negli occhi.
Non diciamo nulla. Anche se nella mente sto pensando che vorrei dirgli: ”ora ripuliscimi il cazzo, troia”.
Non ho il coraggio di dirlo veramente. Tuttavia i miei occhi ed il mio sguardo evidentemente mi tradiscono, perché lei abbassa il suo di sguardo nuovamente sul mio sesso e si avvicina a baciarlo ed a leccarlo, con passione, quasi a ringraziarlo del momento magico vissuto.
Dopo averlo ripulito con la bocca alza di nuovo lo sguardo verso di me.
Lo sguardo è quello di una cagnolina, che è lì quasi a chiedere l’approvazione o un complimento per quello che ha fatto al suo padrone.
Ed io a quel punto mi chino verso di lei e la sollevo abbracciandola forte.
Rimaniamo abbracciati senza dirci niente per un po’. Abbiamo sicuramente superato un limite, sfondato un muro in quel momento.
E siamo al di la del muro in un territorio inesplorato che ci lascia disorientati entrambi.
Poi lei rompe il silenzio: “Ti sei offeso perché ho detto quelle cose di te, di noi ad Antonella?”.
Io prendo un attimo e poi le rispondo: “No. E che non me l’aspettavo!”.
Pausa e nuovo silenzio.
Poi io riprendo: “E tu ti sei offesa che abbia usato… ehm… quelle parole volgari prima.”.
E lei subito risponde ironica, copiandomi: “No. E che non me l’aspettavo! Ma le hai detto perché eri arrabbiato?
Io: “No. Non ero arrabbiato. A dire il vero, sentirti parlare di me e poi in quel modo, con quelle parole. Non so, mi ha portato a fare questo. E’ stato tipo… eccitante. Non so spiegarmi. Ma forse per te è stato volgare?”.
Lei mi guarda e poi con un sorrisetto malizioso mi dice: “No, in effetti in quel momento è stato molto eccitante. Alla fine sono tua moglie e quindi posso essere, quello che tu vuoi. Anche la tua… troia…”. Io: “quindi non ti dispiace che ti abbia preso quasi a forza e ti abbia chiamato in quel modo”.
Luisa: “Be’ non pensavo di aver mai potuto dirlo prima. Ma non mi è affatto dispiaciuto. Anzi mi è piaciuto. Penso che te ne sei accorto, no? Questo tuo lato che è uscito oggi mi ha molto eccitato. Non dico che mi piacerebbe sempre! Ma, ogni tanto, così per giocare, non è male!”.
Allora io sorridendo: “ma allora non avevo torto a dire che sei un po' troietta?”.
Luisa: “E Daje. Non esagerare! Comunque dai. Si un po' sono troietta. Non è per quello che ti sei messo con me quando mi hai conosciuto?”.
Io: “Ed è per quello che continuo a desiderati dopo venti anni insieme. Riesci ancora ad eccitarmi come il primo giorno. Solo che siamo cresciuti e cambiati e penso che dovremmo anche trovare una nuova dimensione sessuale. Non siamo più ragazzini. Come hai detto tu, la famiglia, i figli, ma io non voglio rinunciare a far l’amore con te. Anche tutti i giorni se possibile”.
Luisa: “Ehi, ma che focoso che sei oggi! Ma tanto non sarà mai possibile tutti i giorni. Ma possiamo fare in modo che quando lo facciamo, sia così intenso! Come oggi! Che ne dici?”.
Io: “Dico che sei la donna più stupenda ed intelligente che abbia mai conosciuto. Ed è’ per questo che ti ho sposato.”.
Luisa: “Che dolce. Ok. Vuol dire che ti darò il permesso ancora una volta di … ehm… ehm... dominarmi e fare di me quello che vuoi!”.
Io, con tono ironico: “Ma lo sai che mi stai dando un assegno in bianco. Sei sicura di quello che fai?”. E lei: “E che mai vorresti farmi? Picchiarmi? Frustarmi?”.
Io, sempre con un sorrisetto maligno: “Certo che no. Ma lo sai che (pausa) adoro il tuo culetto. Adoro guardarlo, accarezzarlo. Prenderti da dietro. Ed accarezzare quel magnifico buchino là in mezzo. E so che ti piace quando lo faccio. Lo sento!”
Continuo: ”Ecco forse potrei decidere di “prenderti” così.”.
A questo punto l’avevo buttata. È sempre stato un mio sogno fare sesso anale con Luisa. Ma non ho mai avuto il coraggio di chiederglielo e lei non me l’ha mai chiesto.
Lei spesso mi chiede quando la masturbo che mi appoggi contro il suo culetto con il cazzo. Anzi vuole proprio la cappella a premere contro il buco del culo. Ma non mi ha mai chiesto di entrare.
Quindi non sono ottimista sulla risposta.
Invece lei mi guarda in silenzio per un po’ e poi mi stende con la sua risposta: “Anch’io adoro il tuo culetto, rotondo e muscoloso. Lo sai quando lo facciamo davanti mi ci aggrappo sempre. E so che ti piace che in quel momento ti accarezzi il buchetto ed anche ci infili dentro un ditino. Quindi la cosa forse dovrebbe esser reciproca?”.
Non ci siamo mai parlati così esplicitamente ed in maniera così eccitante di sesso.
Eh sì, il muro è stato proprio sfondato. E quel giorno inizia un nuovo periodo della nostra relazione tutto da esplorare.
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