Family Man - Capitolo 3 - Al di là del muro

di
genere
etero

La giornata X era poi proseguita nella normalità, con il ritorno a casa dei ragazzi da scuola, la preparazione del pranzo e poi tutti insieme a mangiare ed a chiacchierare.
Non avevamo avuto la possibilità ed il tempo di approfondire il discorso iniziato.
Ed io e Luisa, eravamo tornati nel nostro normale status di genitori seri ed impeccabili. Ma ogni tanto i nostri sguardi si incrociavano e scorgevo negli occhi di Luisa una scintilla di malizia che non vedevo da tempo e probabilmente lei la vedeva altrettanto nei miei.
L’indomani avevamo la cresima della figlia di una nostra amica, che era anche una amichetta di mia figlia Anna.
Per me una vera palla, ma non se ne poteva fare a meno. Comunque questo non era in cima ai miei pensieri in quel momento. Arrivata la sera ed il momento di andare a letto attendo mia moglie in camera. Per prassi è sempre l’ultima ad andare in bagno. Bah, vallo a capire!
È il momento giusto per riparlare della mattinata trascorsa e cercare di capirci meglio.
Lei arriva in camera. Indossa una vestaglietta di seta corta che onestamente non ricordo avesse mai indossato.
Chiude la porta della camera. A chiave. Cosa insolita, onestamente.
Io sto per chiedergli il motivo, ma lei mi batte sul tempo. Si avvicina e mi mette una mano sulla bocca. Accende l’abat-jour, che ha una luce molto fioca e spegne la luce a soffitto.
Poi lentamente scioglie il nodo della cintola della vestaglia rivelandomi che sotto è completamente nuda.
Io rimango senza parole. Lui, laggiù invece è molto più reattivo e Luisa se ne accorge.
Mi sfila pantaloni e mutande mentre io mi tolgo la maglia.
Si siede su di me e lentamente comincia a strusciarsi la fica contro il mio uccello.
Sento che la frizione e molto fluida e ciò significa che deve essere già molto bagnata.
Mi prende le mani e le appoggia sul suo seno. Vuole che glielo accarezzi e glielo stringa.
O almeno così intuisco, dato che non una parola è stata detta tra di noi fino a quel momento.
Mi accarezza il petto e lo graffia dolcemente con le unghie, poi cerchiamo le nostre bocche che si vanno ad unire, aprire, lasciando che le lingue s’intreccino voluttuosamente.
Dopo un po’ Luisa si stacca dalla mia bocca e si sposta con il bacino un po’ più in alto, verso il mio petto, inclinandosi leggermente all’indietro. Riesco a vedere la sua fica aperta come un frutto maturo. Afferra la mia mano e la guida verso il suo sesso.
È chiaro che vuole che le accarezzi la clitoride e mentre inizio a farlo ricomincia a strusciarsi sul mio uccello.
Adesso però la frizione è più ruvida. Lei va a mettere parecchia saliva sulla mano e la infila lubrificandomi il cazzo e il solco tra le sue cosce.
Solo allora comprendo.
Non sta strusciandosi la fica che ha affidato alle carezze della mia mano. Ma sta strusciando il buco del culo contro il mio cazzo.
Ora sta ricevendo una stimolazione a tutto tondo: una mia mano è sul suo seno, un’altra le massaggia la clitoride ed il cazzo sta facendo funzioni di massaggiatore per il suo culo.
La osservo. È eccitatissima e comincia a muoversi sempre più velocemente. È scatenata.
Finché si schiaccia completamente sulla mano che la sta masturbando, e sul mio cazzo e poi si rialza facendo fuoriuscire uno spruzzetto.
Pochissime volte avevo visto Luisa squirtare e mai così velocemente. Questo non fa che aumentare anche la mia eccitazione.
La tiro giù e la impalo letteralmente sul cazzo.
La afferro dalle chiappe e comincio a scoparla velocemente mentre lei mi lecca le labbra, il viso. Ansima e lecca il mio orecchio, continuando a ripetere in sordina: “Si!. Sì! Sì! Sì!”.
Se lei è durata poco io duro ancora di meno e mi scarico interamente nella sua vagina.
Lei sente la sborra bollente arrivargli dentro ed il piacere che le procura la porta a mordermi il collo. Mi sa che domani avrò un gran bel succhiotto in vista, con qualche simpaticone che farà commenti spiritosi.
Restiamo fermi così. Lei sopra di me ed io dentro di lei.
Dal momento in cui Luisa è entrata in camera non abbiamo detto una parola. Ci siamo saltati addosso come due pazzi.
Lei ora si avvicina al mio orecchio e con un sospiro mi dice: “Pensavo che ci avresti provato. Ho provato a farti capire che ero disponibile…”.
Io ingenuo: “Provare cosa, amore?”.
Luisa: “A metterlo… insomma sai… nel culetto”.
Ma che cretino che sono: si è lubrificata con la saliva, si è strusciata, ha provveduto anche ad eccitarsi con la stimolazione clitoridea per essere più aperta.
Mi avrebbe lasciato fare, provare, lo voleva ed io non ho capito niente. Che coglione!
Io: “Oddio! Non avevo capito”, vorrei dirle che potremmo provare adesso, ma sinceramente, primo, non so sei avrei la forza dopo i due orgasmi squassanti della giornata.
Secondo, quel momento magico era sfumato e non mi sembrava il caso di farlo così la prima volta, senza pathos.
Quindi le dico: “E’ stato già bellissimo così, la prossima volta ci proveremo!”. E ci addormentiamo abbracciati.
Il giorno dopo abbiamo la cresima di Stefania (figlia di una coppia di amici ed amica lei stessa di mia figlia Anna). Ci svegliamo e fervono i preparativi, specie per il gentil sesso: vestizione, trucco e parrucco. Osservo mia figlia Anna. È cresciuta. È sempre più simile a sua madre: Occhi neri, capelli neri lunghi e lisci, un corpicino in fiore già molto sinuoso.
Un brivido mi corre per la schiena: diventerà bella e sexy come la mamma.
Ma sarà anche libera e disinibita come lei?
Un’immagine mi percorre la mente. Mentre la osservo, la immagino con quel vestitino corto che indossa oggi, che le mette a nudo le gambe snelle e toniche, mentre un ragazzetto coglione sbavoso le infila una mano tra le cosce e lei la accoglie, aprendole.
Mi riprendo e scaccio l’immagine dalla testa e mi concentro invece su Luisa.
Oggi è bellissima, con un tubino nero che le fascia il corpo.
Meno snello della figlia per ovvi motivi anagrafici, ma sicuramente più sensuale.
Con più carne, che trasuda da ogni suo poro un invito alla sessualità.
I tacchi alti spingono in alto ed in fuori in culetto e lo strizzano rivelando il solco delle natiche non appena si piega un po'.
Ma è ora di andare! Le cerimonie dalle nostre parti sono lunghissime. Si inizia la mattina per finire la sera tardi con il ristorante.
E quindi dopo la chiesa ci ritroviamo proprio al ristorante a sedere ad un tavolo da sei, assieme ad una copia anonima che non conosco ad un attempato zio vedovo di Stefania ed all’immancabile Antonella. I miei figli, sono invece al tavolo dei ragazzi.
Luisa è allegra ed effervescente. Lo è stata fin dal risveglio. Questa ritrovata complicità sessuale le ha fatto molto bene.
E la vicinanza ad Antonella, che è una grande festaiola, non fa che amplificare il suo buon umore. Scherza a e fa battutine con tutti.
Luisa è seduta al centro con me alla destra ed Anto alla sinistra.
Inizia con l’amica subito un gioco classico. La ricerca di un single per Antonella con cui accoppiarla: quello è così, quell’altro è colà. Io me la rido sotto i baffi, sembrano due teenager alla festa del liceo. Per tutto il tempo Luisa mi tiene una mano sulla gamba accarezzandola su è giù.
C’è un ottimo prosecco per aperitivo. A me non piace molto bere, perché l’alcool mi dà subito alla testa ma ancor peggio allo stomaco, quindi ho deciso che degusterò il mio unico calice che probabilmente durerà per tutta la sera.
Mentre Luisa ed Antonella, invece sono già al terzo bicchiere.
Inizia la musica e Luisa mi trascina a ballare. Ad una canzone veloce segue una lenta ed allora mi abbraccia con slancio per ballare stretti, stretti.
Mi da un bacio profondo, sensuale, con la lingua che mi fa raggiungere subito uno stato di rigidità nelle parti basse.
È attaccata a me e la sua vicinanza ed il tubino aderente le fanno avvertire la presenza ingombrante. Mi guarda e sorride compiaciuta del risultato.
Con la coda dell’occhio vedo Antonella che sta ballando con uno dei single papabili scelti in precedenza da mia moglie.
Anche lei ci sta osservando, divertita. Non ci ha mai visto farci così tante effusioni in pubblico
Torniamo al tavolo e tra una portata e l’altra noto che le due donne continuano a darci dentro con l’alcool.
Ora sono passati dal prosecco ad un bianco frizzante che Luisa mi dice che devo assolutamente assaggiare e mi riempie il bicchiere fino all’orlo non appena ho finito il prosecco, il cui unico mezzo bicchiere era durato ore. E il vino mette ancora più allegria alle amiche che si scambiano battute e ridono.
Il tizio con cui Antonella ha ballato continua a lanciarle sguardi e lei commenta con Luisa e ridono. Che dire… Due ragazzine!
Luisa dice ad Antonella: “Secondo me non è niente male, ma mi sembra un po’ timido, perché non ti proponi tu! Dai invitalo di nuovo a ballare!”.
Antonella: “Timido? Io lo conosco di fama. Cambia una donna al mese. È sicuramente fico, ma cerca donne da una botta e via. Non che a me dispiaccia, però…”.
Luisa, nel frattempo, si è tirata un po’ indietro con la sedia, cosicché io possa partecipare al discorso e dare il mio contributo.
E proprio lei mi chiede: “Tu che ne pensi Marco?”
Io dico guardando la diretta interessata: “Non lo so. Mi sembra di capire che forse Antonella in questo momento stia cercando qualcuno un po’ diverso da quella tipologia. O forse mi sbaglio?”.
Lei risponde: “Bravo Marco! Stai rivelando doti empatiche che mi erano sconosciute. È proprio così!”.
Luisa: “Mi fa piacere Anto. Ti meriteresti finalmente una persona che ti apprezzi per quel che sei e che vuol instaurare un rapporto duraturo con te. Come è accaduto a me quando ho incontrato questo bel ragazzo” e si volta verso me accarezzandomi sulla guancia.
Poi continua: “Sicuramente all’inizio la molla che scatta è quella dell’attrazione sessuale. Io, appena l’ho conosciuto, volevo tanto fare sesso con lui. Ma poi, se scopri che quella persona non ha altre capacità, altre qualità, finisce là”.
Mi accorgo che Luisa è decisamente brilla - e Antonella non da meno – perché stanno cominciando a dire parole in libertà senza freni.
Antonella replica: “Quindi secondo il tuo ragionamento, se ti piace uno te lo devi scopare senza indugi e poi sperare che dopo si dimostri quello giusto. Ma io già lo faccio! Ma quello giusto non lo trovo!” Luisa: “E tu continua a cercare. Continua a scopare! Non ti arrendere! Lo troverai quello con cui hai una affinità non solo sessuale. Ma è importante prima quella sessuale! Vedi, ad esempio Marco ieri mi ha chiesto di fare sesso anale e data la complicità che noi abbiamo sviluppato nel tempo è stato naturale per me dirgli di sì.”
A questo punto io rimango gelato ed anche Antonella mostra chiari segni di imbarazzo.
Si rende conto che il vino sta facendo straparlare Luisa e cerca di rimediare in corner: “Be sì Luisa, per fare sesso anale bisogna avere molta complicità ed affinità, altrimenti non risulta bello e piacevole. Luisa: “Ma tu lo fai un sacco e mi hai detto che è bellissimo!”.
A questo punto non so se essere imbarazzato o scoppiare a ridere.
Antonella è diventata rossa e cerca di replicare: “Si. Ti ho detto che è bellissimo, ma qualche volta, con qualcuno può non esserlo…!”.
Luisa: “Be’ a Marco piace quando glielo faccio io… quindi… penso che anche a me dovrebbe piacere molto...”
A questo punto tocca a me arrossire e ad Antonella la parte di indossare la finta maschera dell’imbarazzo divertito, avendo saputo che il maschietto di fronte non disdegna quel tipo di piacere. Cerco di uscire da questa situazione penosa rivolgendomi a mia moglie: “Luisa, mi sa che hai bevuto un po' troppo, forse è meglio se andiamo a fare una passeggiata all’aria aperta. Magari, prima passiamo dal bagno così ti sciacqui un po’ il viso.”
Così dicendo le prendo la mano per invitarla ad alzarsi e seguirmi sotto lo sguardo di approvazione di Antonella, che condivide la mia mossa: “Si. Luisa, vai, hai bisogno di un po' d’aria. Ed io vado a vedere se questo ragazzo è quello giusto per me, ok?
“Va bene Come volete…”, fa Luisa.
La abbraccio sostenendola, dato che è un po’ barcollante e ci dirigiamo verso la toilette.
Arrivati lì c’è un problema. Non c’è un antibagno comune ed i lavandini sono all’interno. Quindi per accompagnarla dentro (e devo! Visto che non si regge granchè) devo scegliere se entrare nel bagno delle donne o portare lei in quello degli uomini.
Propendo per il bagno delle donne. Tanto se c’è qualcuno dentro, vedendo lo stato di mia moglie sarà comprensivo.
Per fortuna non c’è nessuno dentro.
La accompagno al lavabo e le dico: “Dai sciacquati il viso, bagna il collo con l’acqua fredda.”.
Ma lei con una vocina da semi-ubriaca mi fa: “Ma io sto benissimo, non ne ho bisogno. Sai di cosa ho bisogno?”
Mentre lo dice mi tira per la giacca dentro uno dei bagni e mi sbatte letteralmente contro il muro chiudendo la porta. Mi prende il viso tra le mani e comincia a limonarmi come una ragazzina alla festa della scuola.
Ma non siamo ragazzini, infatti avvertendo l’effetto su di me del suo bacio appassionato, scende con la mano sul pacco da donna esperta.
Sono eccitato e preoccupato allo stesso tempo. Siamo in un bagno pubblico femminile.
Quindi le dico: “Dai Luisa non possiamo fare così, non qui!”.
Il tempo di dire queste parole che lei ha già tirato giù la cerniera ed infilato la mano dentro ad afferrami il sesso attraverso gli slip.
Ad un ulteriore mio tentativo di protesta, risponde anticipandomi e ficcandomi la lingua in bocca.
E mentre sta esplorando tutta la mia bocca con la lingua sento che l’altra mano slaccia la cintura e sbottona i pantaloni. Io: “Aspetta Luisa, qui è tutto aperto, ci sentiranno…”.
Lei ignora del tutto quanto ho detto. Mi accompagna verso il water mi spinge giù perché mi sieda. Poi si mette accovacciata davanti a me tra le mie gambe e me lo prende in bocca.
Avviene tutto velocemente senza che possa proferire alcuna ulteriore obiezione. Ed una volta nella sua bocca, la parte razionale del mio cervello si spegne, dimenticando quello che volevo dire, mentre quella del piacere si illumina come un flipper pronto ad andare in tilt per il potente pompaggio che Luisa ha posto in essere.
Come un’ossessa con le due mani e la bocca mi fa arrivare delle scariche di piacere che rendono impossibile per me rimanere fermo.
Sento il mio corpo che in autonomia si protende sempre più verso di lei, spingendole il sesso verso la bocca. Il ritmo talmente incalzante del pompino mi fa avvertire in breve lasso di tempo un piacere montante e mi spingo ancor di più verso di lei per andare a spruzzarle in bocca un primo fiotto di sperma.
Quante cose è in grado di fare il cervello contemporaneamente? Quante informazioni ed interazioni è in grado di elaborare nello stesso istante.
Lo avrei scoperto subito… Al primo schizzo sollevo la testa in alto per il godimento e vedo la porta aprirsi.
Ricordate? Mia moglie l’aveva chiusa dietro di sé. Ma naturalmente, mezza ubriaca, non a chiave. Vedo spuntare dall’uscio il viso di Stefania, la festeggiata, che con un “Oh!” silenzioso stampato sulla bocca è costretta ad osservare la seguente scena: Ho una mano dietro la nuca di Luisa, le spingo il cazzo in bocca ad ogni schizzo e non riesco a smettere di farlo, nonostante la ragazza mi stia guardando.
Anzi forse proprio per questo. Al mio ultimo schizzo di piacere il suo sguardo (con cui ho mantenuto il contatto durante tutta la venuta) passa da un iniziale stupore, preoccupazione ad un sorriso divertito e malizioso.
Anche mia moglie ha avvertito la presenza di qualcuno che è entrato nel box.
Ma in effetti, un po’ perché presa dal momento, un po’perché la mia mano non gli ha permesso di staccarsi da me, non ha potuto vedere prima chi fosse.
Ma quando si gira si rende conto che si tratta di Stefania e si alza imbarazzata.
La ragazza è una presenza costante in casa nostra negli ultimi anni, inseparabile dalla sua amica Anna, mia figlia.
E quindi è quasi come fosse una figlia per Luisa.
Non so cosa gli passi per la mente in quel momento. Forse, il pensare che Stefania l’abbia vista con un cazzo in bocca, forse l’effetto deleterio dell’alcool che ha comincia a farsi sentire, fanno sì che Luisa cerchi di dire qualcosa ma invece delle parole gli affiori in bocca un conato di vomito.
Si tuffa spostandomi di peso verso la tazza del water ed inizia a vomitare.
Io sono lì in piedi. Ho l’uccello di fuori. La cosa assurda è che l’imbarazzo della situazione mi ha creato un effetto opposto e contrario a quello che ci si aspetterebbe.
Anziché ammosciarsi dopo l’eiaculazione è duro come prima.
In una frazione di secondo ho mille pensieri diversi: a) dovrei aiutare mia moglie; b) dovrei coprirmi; c) dovrei invitare Stefania ad uscire e a dimenticare l’accaduto.
Ma non riesco a stabilire cosa fare per prima cosa e rimango lì in piedi come un ebete con il cazzo duro.
È Stefania a scuotermi dal mio torpore dicendo: “Vi serve aiuto?”.
Io: “Si, grazie.” Ed inizio ad alzarmi i pantaloni e mutande assieme.
Ovviamente qualsiasi maschietto sa, che quando si vuole fare questa operazione troppo velocemente le mutande si aggrovigliano. Ed è quello che accade.
E mentre cerco di rimediare a questo disastro mi accorgo che Stefania si è avvicinata a me allunga le mani e mi disaggroviglia teneramente gli slip.
Li tira su. E notando che il pene eretto sporge fuori, tira l’elastico delle mutande, lo prende in mano e lo ripone di lato coprendolo per quanto possa riuscirci con la stoffa dello slip.
Poi mi guarda e divertita mi fa: “E’ troppo grosso. Non ci entra.”
Poi senza darmi il tempo di dire qualcosa aggiunge: “vado ad aiutare Luisa.” e va a mantenere la fronte di mia moglie che non ha ancora smesso di rimettere.
Mi riabbottono finalmente ed esco dal bagno delle donne dopo essermi assicurato che non ci fosse nessuno. Rimango fuori dal bagno da solo ad aspettare che escano Luisa e Stefania mentre la mia mente mi fa ripercorrere come un film l’accaduto: mia moglie che mi trascina in bagno per un pompino, la venuta davanti ad una ragazzina innocente, e la stessa ragazzina, che poi si è rivelata non tanto innocente, che ha saggiato la consistenza del mio sesso da vera troia, senza scomporsi. Finalmente escono dal bagno e Stefania mi riconsegna Luisa ancora un po’ traballante, con il viso completamente sfatto.
Io le dico: “Grazie Stefania per il tuo aiuto. E scusaci… di tutto”, e lei con l’identico sorriso malizioso da troietta di prima mi risponde: “Ma figurati...!”.
Poi dopo una pausa aggiunge ancora più maliziosamente: “Quando vuoi…!”. Una frase volutamente aperta a molteplici interpretazioni.
scritto il
2023-06-27
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