Family man - Capitolo 4 - Niente più limiti
di
Lionello75
genere
etero
Lascio Stefania senza replicare alla sua ultima frase e riaccompagno mia moglie al tavolo.
Antonella vedendoci tornare, lascia il suo boy con cui sta conversando e viene da noi: “Cosa è successo? Siete spariti!?”.
Io le rispondo: “Eravamo in bagno. Luisa si è sentita male e ha rimesso”.
“Accidenti al vino!”, mi fa eco Antonella, “Vieni Luisa siediti”.
Mi siedo anch’io e la coccoliamo entrambi. Sembra che l’allegria di prima sia sfumata. Probabilmente il resto della serata, che fino a quel momento è stata folle, è destinata ad avviarsi ad una piatta conclusione.
Antonella prende un limone che accompagna la portata di pesce in tavola e lo spreme in un mezzo bicchiere d’acqua porgendolo a Luisa.
Lei sta iniziando ad avere una mezza emicrania e la situazione peggiora quando ricomincia la musica.
A qual punto avverto due mani che si appoggiano sulle mie spalle e girandomi vedo che è Stefania, venuta a sincerarsi delle condizioni di mia moglie.
Poi rivolgendosi a lei chiede: “Posso fare un ballo con Marco? È l’unico con cui non ho ballato stasera. E sono sempre la festeggiata, no?”
Luisa, piuttosto impegnata a combattere con il senso di nausea in quel momento, fa' un cenno noncurante di assenso con la testa, senza pensare (a causa dello stato in cui è) a quello a cui Stefania ha assistito pochi momenti prima.
Io sinceramente vorrei dire di no. Ma Stefania mi ha già preso per mano e trascinato sulla pista da ballo.
Neanche il tempo di arrivare al centro della pista che la musica cambia in un lento.
Stefania si stringa a me per ballare, ed io sono alquanto a disagio.
Ma il signorino laggiù che pensa in maniera primitiva e senza farsi troppi problemi o domande, ricomincia a crescere.
Devo dire, a mia discolpa, che Stefania è davvero una gran bella ragazza.
Diversamente da mia figlia Anna è più bassina ed ha forme più rotonde. Nonostante i suoi quasi 17 anni ha già un seno abbondante (forse una quarta) che prorompe dal vestitino scollato ed aderente che le fascia il corpo ed i glutei rivelando un culo formoso davvero niente male.
Ancora più bello è il viso: capelli biondi e mossi, occhi azzurri intensi e labbra carnose, che vanno nell’insieme a dipingere un visetto angelico ma allo stesso tempo intrigante.
Sento i suoi seni appoggiarsi sul mio petto ed anche il resto del suo corpo aderire al mio.
Sono molto imbarazzato. Sia perché mi sta incollata praticamente davanti a tutti.
Sia perché non riesco fisiologicamente ad evitare una erezione sempre più crescente.
La stretta vicinanza del suo corpo al mio le fa avvertire la mia eccitazione, che ora preme contro la sua gamba.
Lei allora allontana un po’ il viso all'indietro per rivolgermi quel suo famoso sorrisino, senza parlare, ma con un espressione che dice: “Ti ho beccato! Ce l’hai duro!”.
A quel punto ho uno scatto di orgoglio. Non mi va di diventare lo zimbello di una ragazzina. Quindi mantenendo il viso distante dal suo, e guardandola bene negli occhi, le metto una mano dietro la parte bassa della schiena e la tiro a me, costringendola a sentire meglio la mia erezione ma allo stesso tempo ad accettare l’aderenza della mia gamba contro il suo pube. E il movimento del lento agevola questo reciproco strusciamento.
Il suo sorrisetto si spegne e si trasforma in un’espressione indefinita, che non so immediatamente decifrare.
Mi ci vuole qualche istante per comprendere: è un’espressione di eccitamento.
All’improvviso si stacca da me dicendomi: “Scusa, devo andare in bagno. Non mi sento tanto bene. Puoi accompagnarmi, per favore?”.
Penso allora di avere esagerato ed accetto ingenuamente di accompagnarla verso la toilette dove immagino voglia andare per ricomporsi un po’ dopo quel giochino ardito.
Sono, così, di nuovo sul luogo del delitto. Stesso problema di prima. Bagno degli uomini o bagno delle donne?
Glielo faccio presente, chiedendole se riesca ad andare dentro da sola.
Ma guardandola meglio, mi accorgo che ha ripreso nuovamente quel sorrisetto malizioso e la sua replica me lo conferma: “Che c’è? Ti fai problemi ad entrare nel bagno femminile”.
Non ho il tempo di rispondere che lei apre la porta del bagno maschile e poi rivolgendosi di nuovo a me mi dice: “Qui non c’è nessuno. Andiamo qui!”.
Mi tira per mano dentro l’antibagno e di li poi dentro un box.
Che ingenuo! Non avevo capito proprio niente. La ragazza alla fine mi ha rigirato come più le piaceva. Ed adesso aveva raggiunto il suo obiettivo.
Chiude la porta (a chiave stavolta), mi raggiunge ed inizia a baciarmi.
Ancora una volta mi ritrovo, inchiodato contro il muro di un bagno, in balia di una femmina.
Mentre mi bacia, fa scendere lentamente la sua mano: partendo dal collo, al petto, al ventre, andandola infine a posizionare sulla mia erezione.
Dapprima mi accarezza da sopra i pantaloni e poi con un movimento rapido e deciso abbassa la zip e si intrufola dentro ad afferrare il mio sesso sotto gli slip.
Decido di ritrovare un po’ di dignità maschile e di fargliela vedere io alla ragazzina.
Così appoggio le mani sulle sue cosce nude e risalgo sotto la gonna a stringergli il culo con tutte e due le mani.
Dopo un po’ di palpeggio sposto una mano sul davanti e la faccio scorrere nell’interno delle cosce fino ad arrivare alla sua passerina.
Stefania è molto eccitata ed armeggia con i miei pantaloni, sbottonandoli ed andando finalmente ad impugnare il mio sesso messo a nudo.
Inizia lentamente a farmi una sega. Ma quasi subito si ferma, perché io, scostato lo slip che indossa comincio con la mano a percorrere su è giù il suo sesso.
Gioco prima con le grandi labbra accarezzandole e pizzicandole dolcemente tra le dita.
Poi con il dito medio, con esasperata lentezza, partendo dal basso risalgo verso l’alto a schiudere il suo fiorellino fino a raggiungere la clitoride.
Scendo e risalgo con il dito un paio di volte fermandomi infine sull’ingresso della passerina, che accarezzo tutto intorno con movimento circolare.
Ho la tentazione di infilarci dentro le dita per farla godere, ma mi assale il dubbio che possa essere ancora vergine.
Quindi decido di concentrarmi sulla clitoride per farla impazzire.
Il suo piacere alle mie carezze è evidente, tant’è che ha ripreso a segarmi vigorosamente baciandomi sulla bocca e sul collo.
Sfilo la mano da sotto e le presento indice e medio davanti alla bocca dicendole: “lecca le mie dita, bagnale bene!”.
Stefania esegue senza domande e se le infila in bocca e poi quando sono piene di saliva le riporto giù sulla sua fica ed inizio un movimento circolare intorno alla clitoride. Che diventa poi un sù e giù sulla quella pallina di carne ormai turgida, aumentando sempre più il ritmo.
Lei ansima sempre di più e il movimento della sua mano sul mio uccello non è più lineare.
È convulso, non riesce a controllarlo per quanto sta godendo, fin quando non si ferma del tutto e stringendomelo forte quasi a volermelo staccare, chiude le gambe, scossa da un orgasmo.
Mi fermo e le metto la mano a coppa a coprire tutta la figa, per fargli assaporare il contatto ed il calore della mano stessa e dare un senso di pienezza alla sua vagina.
Dopo qualche secondo, però, la ragazza si riprende e ricomincia a masturbarmi.
Poi si ferma e da porcellina (quale che si sta rivelando) mi chiede di fare il mio stesso giochetto di poco prima: “leccami la mano”.
Lo faccio guardandola eccitato, dritta negli occhi. E quando ritiene che la mano sia sufficientemente umida, ritorna sul mio uccello e riprende il massaggio al mio sesso, con la pelle che lo ricopre, che adesso sale e scende, senza più alcuna frizione.
In breve tempo mi sta portando all’orgasmo.
Ma mentre chiudo gli occhi per meglio godermi la sua carezza, lei si inginocchia, e me e lo prende in bocca.
La cosa mi fa impazzire!
Le sposto i capelli scesi davanti al viso. Così ho una visuale perfetta di quel visino arrapante, di quella bocca carnosa che ingurgita il mio cazzo, il quale ora sta chiaramente per scoppiare.
È veramente uno spettacolo guardarla. Ma la giovane età e quel pizzico di inesperienza le giocano un brutto scherzo.
Non si accorge che il mio uccello sta cominciando pulsare, a causa dell’orgasmo in arrivo e lo tira fuori dalla bocca, per titillare la cappella con la lingua.
Non ho il tempo ( né il fiato) per avvisarla, e un grosso schizzo di sborra la colpisce sulle labbra ed il mento. Stefania ritrae per un secondo il viso, colta di sorpresa. Ma poi senza scomporsi più di tanto se lo infila nuovamente in bocca e comincia seraficamente a succhiarlo. Come una ragazzina che beve un’aranciata con la cannuccia.
Il suo orgasmo di prima è stato silenzioso. Ha strozzato la voglia di urlare mordendosi le labbra.
Il mio orgasmo è invece rumoroso. Non riesco a contenermi a cotanta vista e godimento e grido il mio piacere come una puttanella in calore , mentre mi scarico nella sua bocca.
Lei continua a bere tranquillamente “la sua aranciata” e guarda in su verso di me con gli occhi sorridenti, evidentemente soddisfatta di avere fatto impazzire di piacere un uomo molto più grande di lei.
Realizzato poi che non c’era più nulla da bere, si stacca lentamente e si rialza, sempre con il suo sorrisetto stampato sul viso.
Mi ero sbagliato a giudicare prima. Non è un viso da angioletto ma da diavoletto!
Continuando così a guardarci e a sorriderci in maniera complice, senza dire nulla, ci ricomponiamo ed usciamo dal bagno.
Io verifico che non ci sia nessuno e usciamo insieme, allontanandoci l’uno dall’altro in silenzio, ma mantenendo il contatto visivo continuando quel sorriso reciproco di estrema complicità ed eccitazione.
Torno al tavolo da Luisa, a cui Antonella ha continuato a tenere compagnia (meno male!). Non ha un bell’aspetto e mi chiede dove fossi andato a finire.
Le rispondo che anche a me il vino aveva fatto un brutto effetto allo stomaco e che ero dovuto andare in bagno.
Aggiungo che a quel punto non vedevo l’ora di tornare a casa e Luisa annuisce, confermandomi che ha lo stesso desiderio.
Ma siamo ahimè costretti a rimanere almeno un’altra ora.
Luisa mi prende per mano. Io non la guardo in viso. Non ne ho il coraggio in quel momento. Mi limito a tenerla per mano.
In fondo - penso - Non me la sono andata a cercare. Sono stato vittima di una adolescente ninfomane!
Finalmente la festa finisce e torniamo a casa. Contrariamente alle regole Luisa è la prima in bagno e subito va a letto ed io l’ultimo.
Dopo avere controllato i ragazzi ed avergli augurato la buona notte mi reco in camera dove lei (complici i postumi della sbornia) dorme già profondamente.
Mi corico accanto a lei pensando: “Che razza di giornata. Senza limiti!”
Antonella vedendoci tornare, lascia il suo boy con cui sta conversando e viene da noi: “Cosa è successo? Siete spariti!?”.
Io le rispondo: “Eravamo in bagno. Luisa si è sentita male e ha rimesso”.
“Accidenti al vino!”, mi fa eco Antonella, “Vieni Luisa siediti”.
Mi siedo anch’io e la coccoliamo entrambi. Sembra che l’allegria di prima sia sfumata. Probabilmente il resto della serata, che fino a quel momento è stata folle, è destinata ad avviarsi ad una piatta conclusione.
Antonella prende un limone che accompagna la portata di pesce in tavola e lo spreme in un mezzo bicchiere d’acqua porgendolo a Luisa.
Lei sta iniziando ad avere una mezza emicrania e la situazione peggiora quando ricomincia la musica.
A qual punto avverto due mani che si appoggiano sulle mie spalle e girandomi vedo che è Stefania, venuta a sincerarsi delle condizioni di mia moglie.
Poi rivolgendosi a lei chiede: “Posso fare un ballo con Marco? È l’unico con cui non ho ballato stasera. E sono sempre la festeggiata, no?”
Luisa, piuttosto impegnata a combattere con il senso di nausea in quel momento, fa' un cenno noncurante di assenso con la testa, senza pensare (a causa dello stato in cui è) a quello a cui Stefania ha assistito pochi momenti prima.
Io sinceramente vorrei dire di no. Ma Stefania mi ha già preso per mano e trascinato sulla pista da ballo.
Neanche il tempo di arrivare al centro della pista che la musica cambia in un lento.
Stefania si stringa a me per ballare, ed io sono alquanto a disagio.
Ma il signorino laggiù che pensa in maniera primitiva e senza farsi troppi problemi o domande, ricomincia a crescere.
Devo dire, a mia discolpa, che Stefania è davvero una gran bella ragazza.
Diversamente da mia figlia Anna è più bassina ed ha forme più rotonde. Nonostante i suoi quasi 17 anni ha già un seno abbondante (forse una quarta) che prorompe dal vestitino scollato ed aderente che le fascia il corpo ed i glutei rivelando un culo formoso davvero niente male.
Ancora più bello è il viso: capelli biondi e mossi, occhi azzurri intensi e labbra carnose, che vanno nell’insieme a dipingere un visetto angelico ma allo stesso tempo intrigante.
Sento i suoi seni appoggiarsi sul mio petto ed anche il resto del suo corpo aderire al mio.
Sono molto imbarazzato. Sia perché mi sta incollata praticamente davanti a tutti.
Sia perché non riesco fisiologicamente ad evitare una erezione sempre più crescente.
La stretta vicinanza del suo corpo al mio le fa avvertire la mia eccitazione, che ora preme contro la sua gamba.
Lei allora allontana un po’ il viso all'indietro per rivolgermi quel suo famoso sorrisino, senza parlare, ma con un espressione che dice: “Ti ho beccato! Ce l’hai duro!”.
A quel punto ho uno scatto di orgoglio. Non mi va di diventare lo zimbello di una ragazzina. Quindi mantenendo il viso distante dal suo, e guardandola bene negli occhi, le metto una mano dietro la parte bassa della schiena e la tiro a me, costringendola a sentire meglio la mia erezione ma allo stesso tempo ad accettare l’aderenza della mia gamba contro il suo pube. E il movimento del lento agevola questo reciproco strusciamento.
Il suo sorrisetto si spegne e si trasforma in un’espressione indefinita, che non so immediatamente decifrare.
Mi ci vuole qualche istante per comprendere: è un’espressione di eccitamento.
All’improvviso si stacca da me dicendomi: “Scusa, devo andare in bagno. Non mi sento tanto bene. Puoi accompagnarmi, per favore?”.
Penso allora di avere esagerato ed accetto ingenuamente di accompagnarla verso la toilette dove immagino voglia andare per ricomporsi un po’ dopo quel giochino ardito.
Sono, così, di nuovo sul luogo del delitto. Stesso problema di prima. Bagno degli uomini o bagno delle donne?
Glielo faccio presente, chiedendole se riesca ad andare dentro da sola.
Ma guardandola meglio, mi accorgo che ha ripreso nuovamente quel sorrisetto malizioso e la sua replica me lo conferma: “Che c’è? Ti fai problemi ad entrare nel bagno femminile”.
Non ho il tempo di rispondere che lei apre la porta del bagno maschile e poi rivolgendosi di nuovo a me mi dice: “Qui non c’è nessuno. Andiamo qui!”.
Mi tira per mano dentro l’antibagno e di li poi dentro un box.
Che ingenuo! Non avevo capito proprio niente. La ragazza alla fine mi ha rigirato come più le piaceva. Ed adesso aveva raggiunto il suo obiettivo.
Chiude la porta (a chiave stavolta), mi raggiunge ed inizia a baciarmi.
Ancora una volta mi ritrovo, inchiodato contro il muro di un bagno, in balia di una femmina.
Mentre mi bacia, fa scendere lentamente la sua mano: partendo dal collo, al petto, al ventre, andandola infine a posizionare sulla mia erezione.
Dapprima mi accarezza da sopra i pantaloni e poi con un movimento rapido e deciso abbassa la zip e si intrufola dentro ad afferrare il mio sesso sotto gli slip.
Decido di ritrovare un po’ di dignità maschile e di fargliela vedere io alla ragazzina.
Così appoggio le mani sulle sue cosce nude e risalgo sotto la gonna a stringergli il culo con tutte e due le mani.
Dopo un po’ di palpeggio sposto una mano sul davanti e la faccio scorrere nell’interno delle cosce fino ad arrivare alla sua passerina.
Stefania è molto eccitata ed armeggia con i miei pantaloni, sbottonandoli ed andando finalmente ad impugnare il mio sesso messo a nudo.
Inizia lentamente a farmi una sega. Ma quasi subito si ferma, perché io, scostato lo slip che indossa comincio con la mano a percorrere su è giù il suo sesso.
Gioco prima con le grandi labbra accarezzandole e pizzicandole dolcemente tra le dita.
Poi con il dito medio, con esasperata lentezza, partendo dal basso risalgo verso l’alto a schiudere il suo fiorellino fino a raggiungere la clitoride.
Scendo e risalgo con il dito un paio di volte fermandomi infine sull’ingresso della passerina, che accarezzo tutto intorno con movimento circolare.
Ho la tentazione di infilarci dentro le dita per farla godere, ma mi assale il dubbio che possa essere ancora vergine.
Quindi decido di concentrarmi sulla clitoride per farla impazzire.
Il suo piacere alle mie carezze è evidente, tant’è che ha ripreso a segarmi vigorosamente baciandomi sulla bocca e sul collo.
Sfilo la mano da sotto e le presento indice e medio davanti alla bocca dicendole: “lecca le mie dita, bagnale bene!”.
Stefania esegue senza domande e se le infila in bocca e poi quando sono piene di saliva le riporto giù sulla sua fica ed inizio un movimento circolare intorno alla clitoride. Che diventa poi un sù e giù sulla quella pallina di carne ormai turgida, aumentando sempre più il ritmo.
Lei ansima sempre di più e il movimento della sua mano sul mio uccello non è più lineare.
È convulso, non riesce a controllarlo per quanto sta godendo, fin quando non si ferma del tutto e stringendomelo forte quasi a volermelo staccare, chiude le gambe, scossa da un orgasmo.
Mi fermo e le metto la mano a coppa a coprire tutta la figa, per fargli assaporare il contatto ed il calore della mano stessa e dare un senso di pienezza alla sua vagina.
Dopo qualche secondo, però, la ragazza si riprende e ricomincia a masturbarmi.
Poi si ferma e da porcellina (quale che si sta rivelando) mi chiede di fare il mio stesso giochetto di poco prima: “leccami la mano”.
Lo faccio guardandola eccitato, dritta negli occhi. E quando ritiene che la mano sia sufficientemente umida, ritorna sul mio uccello e riprende il massaggio al mio sesso, con la pelle che lo ricopre, che adesso sale e scende, senza più alcuna frizione.
In breve tempo mi sta portando all’orgasmo.
Ma mentre chiudo gli occhi per meglio godermi la sua carezza, lei si inginocchia, e me e lo prende in bocca.
La cosa mi fa impazzire!
Le sposto i capelli scesi davanti al viso. Così ho una visuale perfetta di quel visino arrapante, di quella bocca carnosa che ingurgita il mio cazzo, il quale ora sta chiaramente per scoppiare.
È veramente uno spettacolo guardarla. Ma la giovane età e quel pizzico di inesperienza le giocano un brutto scherzo.
Non si accorge che il mio uccello sta cominciando pulsare, a causa dell’orgasmo in arrivo e lo tira fuori dalla bocca, per titillare la cappella con la lingua.
Non ho il tempo ( né il fiato) per avvisarla, e un grosso schizzo di sborra la colpisce sulle labbra ed il mento. Stefania ritrae per un secondo il viso, colta di sorpresa. Ma poi senza scomporsi più di tanto se lo infila nuovamente in bocca e comincia seraficamente a succhiarlo. Come una ragazzina che beve un’aranciata con la cannuccia.
Il suo orgasmo di prima è stato silenzioso. Ha strozzato la voglia di urlare mordendosi le labbra.
Il mio orgasmo è invece rumoroso. Non riesco a contenermi a cotanta vista e godimento e grido il mio piacere come una puttanella in calore , mentre mi scarico nella sua bocca.
Lei continua a bere tranquillamente “la sua aranciata” e guarda in su verso di me con gli occhi sorridenti, evidentemente soddisfatta di avere fatto impazzire di piacere un uomo molto più grande di lei.
Realizzato poi che non c’era più nulla da bere, si stacca lentamente e si rialza, sempre con il suo sorrisetto stampato sul viso.
Mi ero sbagliato a giudicare prima. Non è un viso da angioletto ma da diavoletto!
Continuando così a guardarci e a sorriderci in maniera complice, senza dire nulla, ci ricomponiamo ed usciamo dal bagno.
Io verifico che non ci sia nessuno e usciamo insieme, allontanandoci l’uno dall’altro in silenzio, ma mantenendo il contatto visivo continuando quel sorriso reciproco di estrema complicità ed eccitazione.
Torno al tavolo da Luisa, a cui Antonella ha continuato a tenere compagnia (meno male!). Non ha un bell’aspetto e mi chiede dove fossi andato a finire.
Le rispondo che anche a me il vino aveva fatto un brutto effetto allo stomaco e che ero dovuto andare in bagno.
Aggiungo che a quel punto non vedevo l’ora di tornare a casa e Luisa annuisce, confermandomi che ha lo stesso desiderio.
Ma siamo ahimè costretti a rimanere almeno un’altra ora.
Luisa mi prende per mano. Io non la guardo in viso. Non ne ho il coraggio in quel momento. Mi limito a tenerla per mano.
In fondo - penso - Non me la sono andata a cercare. Sono stato vittima di una adolescente ninfomane!
Finalmente la festa finisce e torniamo a casa. Contrariamente alle regole Luisa è la prima in bagno e subito va a letto ed io l’ultimo.
Dopo avere controllato i ragazzi ed avergli augurato la buona notte mi reco in camera dove lei (complici i postumi della sbornia) dorme già profondamente.
Mi corico accanto a lei pensando: “Che razza di giornata. Senza limiti!”
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