Club Med 1

di
genere
etero

Era un’estate di 10 anni fa, avevo 41 anni ed ero con mia moglie Laura di 38 ed i due figli di 13 e 10 anni all’ Eubea, al Club Med, basato su un albergone tipo palazzo di stile anni ’60 , molte casette, l’arena teatro, campi da tennis, moli per sci d’acqua, ed un bella spiaggia a punta da cui partivamo con dei Laser a vela per fare lezione e anche se non c’era troppo vento, anzi ce n’era poco, si imparava a gestire le vele.

Il team della vela era costituito da un capo vela , 4 ragazzi e due ragazze, i maschi erano bei ventenni due biondi e due bruni, uno di colore, e le ragazze una marocchina bruna, Jaira e una francese bionda, Michelle, tutte e due belle di 21 e 22 anni.

Io avevo un ammirazione per Michelle, la francese, che lavorava con bikini ridottissimi che facevano vedere bene il suo corpo abbronzato. Anche la marocchina non lasciava nulla a desiderare.

La mia fantasia galoppava pensando ai molto probabili accoppiamenti di notte tra i G.O.maschi, (Gentils Organizateurs) pur affaticati dalla giornata e quei tocchi di figa giovane.

Ne parlavamo anche tra noi con mia moglie e la cosa giovava anche ai nostri rapporti sessuali, eccitandoci al pensiero che poco lontano dalla nostra capanna c’erano altri che facevano cose.

La simpatia con la mia istruttrice di vela Michelle era reciproca, anche perché io parlo francese e lei poteva esprimersi e spesso mentre lei mi mostrava come cazzare bene il boma o lascare la balumina io mi perdevo nei suoi occhi azzurri e nelle sue efelidi sul naso, per non parlare dei capezzoli che facevano capolino dal bikini, peccato che spesso ci si metteva il salvagente di sicurezza giallo.

Quando mi aiutava a partire era chinata a tenere ferma la barchetta e io sbirciavo i seni giovani e sodi che restavano parzialmente scoperti dal lascarsi del reggiseno verso il basso.

La mia morbosità era anche stuzzicata sia dai furtivi abbracci e toccatine che vedevo fare tra i G.O. maschi e Michelle e sia quando la sera assistevo alle recite e balletti nel teatrino e spesso la vedevo vestita in modo appariscente o sexy, con gran parte di pelle scoperta e indumenti che coprivano a stento il livello pubico coperto dagli slip di un costumino ridotto come si usava già allora.

Un giorno mi prenotai per una gita lungo la costa dell0isola sul barcone turistico. Laura non venne perché soffre di mal di mare.

Io ero sul terrazzino sopra del barcone dove non molti G.M. (gentils membres, i turisti ospiti) si erano sistemati con asciugamani e materassini. Michelle quel giorno aveva il giorno libero e aveva scelto di fare la gita stando distesa al sole,
Parlammo un pò del mare e dell’isola e poi da dove venivamo, lei da Le Mans ,vicino alla Bretagna, e perciò era brava vela, andava sull’oceano.

Quando il barcone si fermò tutti scesero per il bagno ma lei disse che sarebbe rimasta a prendere il sole, perché di bagni già ne faceva troppi.

Io ero interessato al suo corpo steso , con solo il reggiseno del bichini appoggiayo ai capezzoli e il bacino piatto co le creste iliache che tendevano la sottile stoffa facenfo intravedere della peluria bionda

Sarei rimasto solo con lei. Il pisello era in tensione ma eravamo in alto del barcone, visibili a tutti i turisti in acqua cosa volevo fare? Mi tuffai allora anche per rinfrescarmi le idee ma dopo 10 minuti in acqua non potei fare a meno di tornare su ed essendo bagnato facendo finta di nulla stendermi al sole di fianco a lei. Le braccia si sfioravano.

Il sole scaldava i corpi ,la mia mano prese la sua lasciò fare e stemmo un po’ così come fidanzatini. Il desiderio di girarsi e baciarla, toccarle il seno caldo di sole accarezzarla era tremendo e si vedeva che la stoffa del mio costume era tesa.

Mi lasciò la mano e si girò sulla schiena, con una manovra di mantenimento del reggiseno sui piccoli seni, peraltro scarsamente attenta , per cui loro , i seni , mi sorrisero.

Col viso girato verso di me, disse che ero simpatico, mi raccontò che si sentiva sola, il suo ragazzo era via come marinaio su un nave da guerra.

Le chiesi “da quando?” erano partito 6 mesi prima e si erano visti solo a Pasqua, tre mesi prima di allora.

Io pensai che una ragazza cos’ bella non poteva restare troppo senza sesso al club, le chiesi se aveva un flirt con qualche G.O., disse nulla di importante, a volte mi domandano di far l’amore e io lo faccio, diverte anche me, ma non ho amore, i miei amici non mi fanno jouir..godere..loro vengono , io no.

Con la mia mentalità un po’ ristretta mi stupii e mi allupai..”come?” mi domandavo, vuoi scopare? così e basta? Mi vedevo quei bei ragazzi G.O. che se la sbattevano quando volevano, solo dopo scoprii che non era del tutto vero.

Per la nostra generazione scopare era un qualcosa di importante di difficile, si faceva la corte, si baciava, si toccava piano piano. Accidenti, abbiamo sbagliato tutto ! Bastava chiedere! E il fidanzato sulla nave che direbbe? Boh!

Stavo per dire “ehm un quarantenne..magari dura di più” e cose del genere ma mi trattenni perché stavano tornando i compagni di viaggio e non volevo farmi vedere in quella posa intima, così a malincuore mi misi a sedere e mi accontentai di guardarle i capelli biondi le spalle abbronzate e le chiappette che uscivano dal perizoma.

La navigazione fu senza storia e trovai Laura sul moletto che mi attendeva, non salutai neppure Michelle nella confusione, Laura diceva era bella la spiaggia? Ti sei divertito? Io dissi ok ho preso tanto sole andiamo a riposarci un po’ nella casetta.

Ovviamente dopo che ci mettemmo comodi ci abbracciammo caldi di sole e facemmo l’amore e lei disse che pisello lungo e duro oggi.. sarà il mare e io mentre scopavo Laura avevo negli occhi il pancino e le chiappette di Michelle..la feci godere molto e anch’io provai un orgasmo doppio.

Mi chiesi fuggevolmente se ero un traditore mi ma dissi “un giorno ne parleremo, ma intanto anche lei ha goduto delle mie fantasie e siamo pari, anche se ho questa leggera infatuazione che non porta da nessuna parte”.

Invece ero tormentato dalla visone di Michelle di giorno, ero attivissimo alla vela, portavo l’albero, mettevo le scotte dalla casa della vela, aiutavo gli altri, andavo con i miei figli ma l’occhi correva sempre a quei capelli biondi e a quel corpo sinuoso. E quando si smetteva per il pranzo ei i G.O. si cambiavano nella casa della vela mi ingelosivo sentendo frasi o allusioni sessuali tra loro e Michelle.

Ero ossessionato da quel ”se me lo chiedono…”

Mi distrassi con Laura e i ragazzi, uno faceva sci d’acquea e l’altro tutti gli sport disponibili, e la mia ossessione si attenuò un po’, anche se la sera la vedevo fare il teatrino e restavo ammaliato.

Una sera dell’ultimo giorno di permanenza non la vidi allo spettacolo e chiesi ai compagni dov’era e il ragazzo della vela disse che Michelle non si sentiva bene.

Sfruttando la confusione dello spettacolo cui partecipavano anche i miei figli mi allontanai furtivamente dicendo a Laura che andavo a prendere la macchina fotografica e mi avviai nella casetta dove sapevo che lei alloggiava, vicino alla vela.

La trovai vestita con un leggero vestitino nero scollato sul gradino che si abbracciava le gambe con le mani, rivelando un biancore di mutandina sotto il nero del vestitino.

Le chiesi comment ca va eccetera e lei mi racconto tra le lacrime che era stata lasciata per sms dal fidanzato imbarcato,avav trovato un'altra enon la voleva più vedere.
Cercavo di consolarla, dicendo che una bella ragazza come lei non avava problemi a trovare un altro amore e varie cose del genere elei era contenta mi abbracciava mi bagnava di lacrime , io sentivo il suo fiato caldo, il suo profumo di gioventà la stringevo con tenerezza.

Lei si faceva consolare mi metteva la faccia sul collo, con i capelli biondi che mi facevano il solletico sul petto dove la camicia era aperta , il mio pisello aveva sussulti, nonostante la ragione dicesse calma, stai consolandola, non fare il porco, ma i neuroni del cuore erano impazziti, non sapevo più dev’ero, che ora era..

E lei mi bagnava di lacrime, diceva scusa, ti bagno, poi iniziò a leccare le sue lacrime sul mio collo.
questo fu troppo, il mio pisello si intraversò nei pantaloncini corti e tendeva ad uscire lungo la gamba,

Mentre lei leccava e aveva smesso di piangere io le sollevai il mento e iniziai a baciarla profondamente con la lingua. I suoi occhi ebbero un attimo di dubbio, poi si aprirono come fari abbaglianti e poi si chiusero dolcemente mentre le sue labbra morbide aderivano alle mie.

La mia mano scese oltre il bordo del vestitino e si modello sul monte di venere coperto da pizzo bianco, e lei capì e si impossessò del mio pisello stringendolo forte.

Diventai frenetico, le dita scostarono il pizzo e si infilarono tra la peluria morbida, trovando la figa già gonfia e bagnata, sfiorando il clitoride entrai tra le piccole labbra con movimento circolare. Lei mi baciava sul collo dove prima piangeva e allargava le belle cosce per farsi introdurre di più le mie dita accoppiate.

Si stese nella soglia della porta e si spinse dentro con i comiti mente io la seguivo con la bocca inginocchiato, rimasi indietro togliendo le mani dal caldo garage, e lei si apri dentro la casetta sulla stuoia sostando le mutandine bagnate e porgendomi la figa che io riiniziai a leccare e titillare mentre lei gemeva. In francese “oui oui , je jouis je jouis, godo godo”




Dato che ormai eravamo vicino alla branda lei si appoggio con la schiena stando sempre seduta per terra con le gambe larghe.

In questa posizione il seno sporgeva in modo prorompente anche se la ragazzina non aveva certo i seni troppo grandi, ma vedendo i capezzoli che sforzavano il reggiseno e il vestitino nero persi nuovamente la ragione e in un men che non si dica, la girai verso di me e inizia a baciarla sulle labbra mettendo le mano fra quei capelli biondi e mossi.

Inginocchiato mi portai addosso a lei, stringendola leggermente e lei a quel punto mi mise le sue mano sulla schiena, una sensazione bellissima trovarmi tra le sue braccia.
La bacia ripetutamente sulla labbra, le mordicchiai poi scesi sul collo e lei tiro' la testa indietro, io intanto presi ad accarezzarla sulla schiena, era stupendo.

Lei ricambio', prese a baciarmi sul collo, mi piaceva molto sentire le sue labbra addosso ed allora molto lentamente, le sfilai il vestitino nero , la tolsi piano piano passando la mano sia sulla schiena che poi sul seno, piccolo, sodo e con i capezzoli turgidi; poi passai le mano sul sedere e lei ebbe come un sussulto, le scesi lentamente gli slip baciandola dal collo in giu' sino ad arrivare sul suo monte di venere, tra la peluria bionda e folta, anche qui lei ebbe un sussulto ed io presi a stringere il suo bacino contro la mia faccia.

Lei divarico' ancor di più le gambe ed io presi a baciarle di nuovo l'interno coscia, prima una e poi l'altra sino ad arrivare alla sua patatina, era bellissima, piena di umori, lei inizio a tremare ed allora allentai un po' la morsa e a quel punto lei si libero' ed iniziò a togliermi la camicia con una mano, bottone per bottone, baciandomi sul collo, con l'altra mano strinse il mio bacino al suo, senti la mia erezione ed inizio a muoversi leggermente con movimenti ondulatori.

La sua patatina era talmente eccitata che mi bagno' i pantaloni, e alla fine mi tolse anche quelli insieme agli slip e scendendo con il viso nel togliermi i boxer si ritrovo' di fronte il mio pene, cosa fantastica quando mi diede dapprima un bacio sulla cappella, poi con le labbra prese la cappella e inizio per tre o quattro volta a succhiarla, poi smise, si rialzo' ed incomincio' a fregarsi la patatina sul mio membro, eravamo in ginocchio , uno di fronte all'altra, ci baciavamo e ci accarezzavamo come bambini, carezze lente e solo i nostri polpastrelli toccavano la nostra pelle.

Lei si fermo' e all'orecchio mi chiese: “prenne moi, fammi tua, fais moi jouir fammi godere, il y a logtemps che je ne baise un homme, e' un po' di tempo che non vado con un uomo, j’ai envie ho voglia, comme toi proprio come te”.

Mi avvicinavo col pisello alla patatina, lei da subito inizio a tremare, le massaggiavo il clitoride e le allargavo dolcemente le labbra della fica toccando lentamente al suo interno, lei emise un piccolo gemito e inaspettatamente venne cercando di stringere le gambe, ma con le mani riuscii a tenerle divaricate tanto che io proseguii' con i miei accarezzamenti intorno al mio pisello conficcato dentro e sfiorando la sua fica aperta.

Lei disse: “pardonne moi , scusami, perdonami si j’ai joui tout de suite se sono venuta subito,j ‘avais tellement envie de baiser avevo cosi' tanta voglia di scopare que je n’ai pas pu me retenir che non mi sono trattenuta, je voulai jouir tout de suite volevo godere subito”.

La rassicurai dicendole che anch'io avevo una voglia matta di godere con lei e volevo tutte le sensazioni belle possibili subito.

Lei mi prese per la testa, di nuovo uno fronte l'altro lasciando le gambe divaricate, prese dolcemente il mio pene durissimo, e lo estrasse dalla patatina, lo strofino un po' sul clitoridee lungo il solco poi si fermo e mi disse di penetrarla delicatamente e baciami, così le misi le mani attorno al collo, iniziai a baciarla e delicatamente a penetrarla mentre lei con la sua mano destra seguiva il pene che entrava dentro di lei.

una volta dentro mi mise le mani sul sedere massaggiandomi entrambe le natiche, era bellissimo, la sua patata calda e umidissima, la penetravo e mi chiese di venirle dentro al piu' presto, tanto era protetta ed infatti cosi fu' anch'io volevo godere subito di lei e neanche dopo un minuto venni copiosamente dentro di lei, le nostre labbra si staccarono per un attimo e mi disse: ti sento dentro, stai venendo, godi da Michelle, godi!

Rimanemmo per diversi minuti fermi in quella posizione, ci baciavamo e ci accarezzavamo a vicenda mentre il mio pene era sempre dentro di lei, era stupendo sentire quel calore immenso della sua patatina.

Dopo un quarto d’ora mi misi seduto sulla brandina e lei in ginocchio mi succhiò il pisello con un pompino magnifico, giusto il tempo di vedere di nuovo il mio pene essere dritto e vedendolo si alzò e a poco a poco prese a impalarsi su di me, di fronte non tutto insieme, sentivo le sue labbra della fica che scappellavano il glande per circa qualche minuto, poi scese tutta su di me, io tirai indietro la testa e inizia ad ansimare, sentire il pene essere accarezzato dalle pareti della sua patata era superbo.

Io restai immobile, era lei che si muoveva ed era quello che volevo, mi baciava e mi accarezzava il petto i nostri respiri si facevavo sempre piu' affannosi ma questa volta non venimmo subito, continuammo il gioco per diversi minuti durante i quali sentivo una sensazione magnifica, volevo che non terminasse mai.

Una contrazione imponente mi fece venire di nuovo e le dissi di non fermarsi, con la fica inondata dal mio latte che colava fuori sul mio pube, la aiutai a continuare a muoversi divinamente fino a che venne anche lei.

si accasciò su di me sfinita, io l'abbracciai ed iniziai a muovermi dentro di lei molto piano, accarezzavo la sua schiena, i suoi capelli, i seni, ansimava ancora e dopo 10 minuti ebbe come un altro piccolo orgasmo che le fece stringere un po' le gambe stringendo sempre piu' il mio pisello esausto come se lo succhiasse dentro di se

Quando ripresi il controllo del mio cervello offuscato dalla overdose di serotonina, pensai “oddio, la recita, la macchina fotografica, Laura, i ragazzi, che ora è?”

Guardai l’orologio..in fondo era passata solo un’ora e tre quarti !

Ci ricomponemmo un po' ma era sempre alta la passione, entrambi volevamo che quei momenti non finissero mai, io mi spiacevo, quasi misi a piangere perche' sapevo che con ogni probabilità non avrei mai più avuto un’occasione di fare l’amore con lei, e cosi' fu.

Pensavo alla mia voglia di averla altre volte, dettata dal fatto che piano piano nei giorni precedenti mi ero innamorato di lei.
Con fatica cercai di scusarmi moralmente con me sesso.. AVEVO FATTO UN’OPERA DI BENE! lei era triste, disperata , ora magari aveva trovato un via per la serenità, avrebbe scopato con altri, avrebbe dimenticato il marinaio.

Però Laura forse avrebbe interpretato la cosa a modo suo..

Mentre cercavo di raccapezzarmi, tra la stupenda creatura ormai stesa sulla brandina, il pensiero di Laura, il club, le ore, mi assalì un momento di panico che mi fece scendere tutta l’eccitazione e iniziare a gocciolare di sudore.

A malincuore la baciai sulla fronte, si stava addormentando, chiusi la porta ,ma non prima di averla stretta nuovamente a me, non prima di averla baciata ancora sulle sue labbra, e non prima di averle detto je t’aime.

Era quasi mezzanotte, , andando mi sistemai gli indumenti alla meglio, corsi al mio alloggio, strappai la macchina fotografica dall’armadietto, corsi dirigendomi all’arena-teatro dove per fortuna lo spettacolo dei G.O. era ancora in corso, vero la fine del casino delle mani in alto e del balletto, con i ragazzi in pista che ballavano.

Stetti nascosto dietro un colonna, scattai qualche foto a caso, vedevo Laura da sola che ogni tanto guardava tra la folla, forse cercandomi.

Quando finì le andai incontro, lei disse: ma dove ti eri cacciato? Io dissi “eh dopo aver preso la macchina foto non potevo più venire vicino per la folla, sono stato vicino alla colonna” lei disse hai fotografato Luca e Mauro che cantavano? Io dissi si si ….
Ok andiamo a dormire..

Non crederete che mi inciampai nei gradini della villetta e la macchina fotografica cadde violentemente a terra rompendosi…penso che non potremo vedere le foto dei ragazzi, fa niente, le compreremo dal fotografo ufficiale del club che senz’altro le ha fatte, ci costerà qualcosa..

Il mattino seguente con un dolore fortissimo al cuore partii dal Club.
scritto il
2013-01-17
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