Gigolo' per caso

di
genere
prime esperienze

Dopo la laurea triennale avevo trovato lavoro in uno studio commercialista, 700 euro al mese in nero, in un paesino della Calabria era il massimo che avessi potuto trovare. Avevo fatto un sacco di domande e concorsi ma era passati 2 anni ma non era saltato fuori nulla ormai a 27 anni ero incazzato ma anche rassegnato. Quando agli inizi di settembre mi era arrivata la convocazione per una supplenza annuale come personale amministrativo in una scuola di Milano avevo fatto i salti di gioia. Nel settore pubblico iniziavi in modo precario ma in un paio anni riuscivi a raggiungere il posto fisso. Avevo fatto domanda a Milano poiché avevo l’appoggio della zia Concetta, la chiamavo zia ma in effetti era solo cugina di secondo grado. Finalmente ero a Milano, zia Concetta faceva servizio di portineria in un grande palazzo in zona centralissima, praticamente aveva ereditato l’impiego del padre, oltre al servizio di portineria aveva ereditato il diritto di occupare l’appartamento del portiere. L’appartamento aveva, oltre al gabbiotto della portineria una camera da letto una sala cucina bagno ed il quello che era forse uno sgabuzzino era stata ricavata una minuscola cameretta che avrei usato io. L’accordo con zia Concetta era per 500 euro mensili vitto ed alloggio compresi, con il tempo avevo capito che era una cifra irrisoria, ma nonostante questo mi restava ben poco, per vivere in una città come Milano, visto che lo stipendio era sui 1300.

Zia Concetta aveva quasi 50 anni, era zitella, se avesse avuto 20 chili in meno e si fosse curata un po’ di più, sarebbe stata anche piacevole, al contrario si trascurava ed indossava sempre un grembiule da lavoro che a volte lasciava intravedere parte del suo grosso seno. Con me era stata molto affettuosa e piena di attenzioni fin da subito. L’unica raccomandazione che mi aveva fatto era quella di dire che ero ospite, per contratto non poteva assolutamente, come era logico sub affittare. Mi sembrava di stare in famiglia, mi preparava bei pranzetti, faceva il bucato e m stirava vestiti. Il mio orario di lavoro era dalle 8 alle 14, nonostante avessi tutti i pomeriggi liberi uscivo poco, la vita a Milano costava davvero tanto. Nello stabile dove abitavo tutti i proprietari erano dei professionisti o degli industriali vivevano tutti agiatamente, è innegabile che questo mi provocava molta invidia ma purtroppo dovevo accettare la situazione. Zia Concetta sembrava conoscesse ti tutti ogni minimo particolare, per ognuno di essi mi raccontava ogni sorta di pettegolezzo, era più forte di lei, avevo avuto perfino il sospetto che gli controllasse la posta.

Un pomeriggio eravamo nell’atrio principale quando vediamo rientrare la signora Beatrice vedova del notaio Bosetti. La signora in questione era buona occhi chiari sempre elegantissima, era molto fine e di classe. Nonostante avesse una sessantina di anni, aveva ancora un fisico invidiabile, era magra e slanciata sicuramente da giovane avrebbe potuto fare la modella, era sempre molto gentile aveva un modo di parlare che mi faceva sentire in soggezione. Arrivata alla nostra altezza si era fermata ed aveva chiesto:

Signora Concetta conosce per caso un falegname? Mi si è rotta la tapparella in camera da letto.

Senza pensarci, visto che a casa mi ero sempre occupato io delle piccole manutenzioni gli avevo risposto

Signora se mi va vedere quale è problema forse riesco ad aggiustargliela io.

Che gentile che sei. Non so di cosa si tratta, vieni su ti faccio vedere.

Mentre salivamo in ascensore, mi aveva scrutato più volte dalla testa ai piede mi sentivo a disagio ed ero diventato rosso, lei se ne era accorta ed aveva fatto un sorriso divertito, la sua sicurezza mi metteva a disagio, forse lei era a conoscenza di fare questo effetto e la cosa sicuramente la divertiva. L’appartamento trasudava lusso da ogni cosa si guardava, doveva essere molto grande, mi aveva invitato a seguirla in camera. Una volta entrato mi ero avviato verso la tapparella ma non avevo potuto evitare di notare qualcosa che mi aveva molto sorpreso. Sul comodino, in bella evidenza sotto carica c’era un vibratore che imitava in modo perfetto un cazzo. La signora Beatrice si era subito avventata sull’oggetto lo aveva staccato e lo aveva riposto nel cassetto. Era diventata rossa come un pomodoro, aveva balbettato qualcosa senza senso, io avevo fatto finta di niente ed avevo controllato tapparella.

Signora si tratta solo della cinghia che si è incastrata. Se vuole lo sblocco ma è in pessime condizioni, massimo fra un mese si rompe. Se vuole vado in ferramenta a prenderla e la sostituisco

Se riesce a farlo lei mi farà un gran favore. Meglio sostituirla adesso.

Ok vado a prendere cinghia nuova ed attrezzi ed in una oretta e tutto risolto.

Al mio ritorno la signora Beatrice si era cambiata, adesso indossava una vestaglia in seta a sondo nero ed a fiori, anche così era molto elegante. Mi aveva lasciato da solo in camera. Nello spazio di una oretta avevo sistemato la tapparella, l’avevo chiamata per fargli vedere il lavoro, era soddisfatta mi aveva ringraziato indicandomi il bagno per lavare le mani dicendomi che avrebbe preparato il caffè. Anche il bagno era lussuosissimo con una bella vasca idromassaggio. Quando ero ritornato mi aveva portato in salotto ed aveva portato il caffè. Avevamo chiacchierato del più e del meno, ma avevo avuto la netta sensazione che voleva dirmi qualcosa. Ed infatti ad un certo punto aveva esordito dicendomi

Chissà che risate ti sei fatto a scoprire il mio segreto. Ma devi capire che anche noi donne abbiamo le nostre esigenze, e quando non si ha più un compagno ci si arrangia in qualche modo.

Non ho riso affatto. Penso che ognuno e libero di vivere la propria vita. D’altronde la capisco benissimo, anche io sono solo e purtroppo devo arrangiarmi.

Ma come? Vuoi dire che non hai una ragazza?

Al giorno d’oggi alle ragazze piace uscire, andare a cena, divertirsi. Tutte cose per cui serve parecchio denaro ed io purtroppo non ho tante possibilità.

Ma sei un bel ragazzo giovane penso che troveresti facilmente.

Anche lei è una bellissima donna.

Un tempo da giovane forse. Ma adesso non sono più giovane ed il mio corpo ha i segni dell’età che avanza. Guarda il mio seno ormai è floscio e cadente. Toccalo prova.

Con mia sorpresa mi aveva preso la mano ed appoggiato sul seno. Il contatto con la seta da sempre mi fa eccitare. Mentre avevo la mano sul seno lei mi aveva sorriso. Avevo preso coraggio, prima avevo stretto il seno, poi avevo iniziato ad accarezzarlo. Lei si era lasciata sfuggire un piccolo gemito. Sempre più intraprendente avevo infilato una mano dentro la vestaglia, avevo ero a contatto diretto con il seno, con un dito avevo sfiorato il capezzolo sentendolo inturgidirsi. A quel punto la signora aveva inarcato in corpo lasciandosi scivolare con il sedere sul bordo del divano aveva chiuso gli occhi e appoggiato la testa al divano. Avevo continuato ad accarezzare il suo seno avvicinandomi di più a lei, mentre lei mi passava una mano intorno alle spalle. Avevo preso in bocca il suo capezzolo iniziando a succhiarlo, mentre con la mano gli accarezzavo l’altro. Ad un certo punto mi aveva attirato a se baciandomi, mentre aveva slacciato la vestaglia. Il suo respiro era diventato sempre più affannoso, con la mano ero sceso alla sua figa, era depilata, la sentivo bagnata, sfioravo il suo clitoride, poi gli avevo infilato un dito dentro trovandola bagnatissima. Stavo per inginocchiarmi davanti a lei per leccargli la figa ma si era alzata e detto

Non qui, vieni con me, a letto staremo più comodi.

Mi aveva preso per mano e mi aveva portato in camera. Aveva sfilato la vestaglia, nonostante la sua età il suo corpo era ancora molto bello. Eravamo al bordo del letto e mi aveva detto

Adesso stai fermo per favore, voglio spogliarti io.

Mi aveva sfilato la maglietta, mi aveva accarezzato e baciato il petto mentre mi spacciava i pantaloni. Poi una volta che ero rimasto nudo davanti a lei mi aveva osservato bene accarezzandomi

Oh Madonna mia hai un cazzo stupendo. Farai felice un sacco di donne. È bello grosso e lungo è favoloso credimi, nella mia vita ne ho visti parecchi di cazzi ed il tuo è fantastico.

Poi me lo aveva preso in bocca, mentre lo succhiava con una mano mi accarezzava i coglioni. Lo aveva succhiato a lungo pregandomi di non venire. Quando non resistevo più, mi ero staccato da lei inginocchiato a terra mentre lei si era stesa sul letto ed avevo iniziato a leccargli la figa. Per facilitarmi mi aveva messo le gambe sulle spalle, in questo modo avevo la possibilità di leccare anche il suo buco del culo, cosa che avevo subito fatto. Avevo alternato le leccate quando lei urlando aveva goduto…

Ah sì godo, sto sborrando. Vienimi dentro scopami ti prego.

Glielo avevo infilato dentro tenendo sempre le sue gambe alzate, così lo aveva tutto dentro. Aveva continuato a sborrare, ad ogni orgasmo cercava di divincolarsi la riuscivo a tenerla ferma, poi anche io avevo sborrato per poi accasciarmi sopra di lei. Ero rimasto a lungo sopra di lei mentre continuavamo a baciarci, poi lentamente il mio cazzo aveva iniziato ad afflosciarsi. Prima che si afflosciasse del tutto lei mi ero sfilato da lei che alzata si aveva portato una mano alla figa e dirigendosi al bagno aveva detto

Seguimi che ci diamo una lavata e rinfrescata.

Si era seduta sul bidet ed aveva iniziato a lavarsi e mi aveva detto

Avvicinati ti pulisco io. Dammelo in bocca.

Aveva iniziato di nuovo a succhiarlo, mentre oltre che a pulire la figa aveva iniziato a toccarsela. Era bastato poco ed il mio cazzo era di nuovo duro. Quando si era alzata l’avevo fatta piegare a pecorina con le mani sul bordo della vasca. L’avevo pompata per un po’, poi mi ero piegato ed avevo iniziato a leccargli il buco del culo, erano chiare le mie intenzioni, l’unica cosa che mi aveva raccomandato era di essere delicato perché il mio cazzo era notevole. Gli avevo leccato a lungo il buco del culo

Mettilo dentro adesso ma ti prego fai piano.

Nonostante le sue paure non avevo trovato resistenza, il mio cazzo gli era entrato tutto, avevo iniziato a pomparla mentre lei gemendo di piacere con una mano si toccava la figa. Gli avevo sborrato nel culo ed aveva goduto anche lei quando aveva sentito i miei schizzi riempirgli il culo.

Questa volta dopo esserci lavati mi ero vestito per andare via. Quando stavo per uscire mi aveva bloccato e mi aveva chiesto quanto avevo speso per cinghia e quanto mi doveva per il lavoro

Per la cinghia ho speso 15 euro, per quanto riguarda il lavoro faccia lei.

Lei aveva preso il portamonete mi aveva passato 50 euro dicendo

Questi sono per la cinghia e per la riparazione tapparella. Questi altri sono per il servizio extra.

Ero rimasto stupefatto, oltre le 50 mi aveva dato altra banconota da 100. Avevo ringraziato ed ero andato via. Ero sbalordito, l’avevo scopata con grande piacere e lei mi aveva pagato, non male.

Erano passati più di una decina di giorni in cui non avevo visto né sentito la signora Beatrice, poi un pomeriggio rientrando dal lavoro zia Concetta che la signora aveva lasciato un messaggio dicendo se potevo salire da lei che aveva un problema. Subito dopo mangiato ero subito corso dalla signora. La signora mia aveva ricevuto in accappatoio, aveva appena finito di fare la doccia, poi dicendomi si seguirla si era avviata direttamente in camera da letto ed una volta entrati rivolta a me:

Non ho nessun guasto. Avevo solo voglia di una bella scopata. Però ho un impegno fra 2 ore dobbiamo sbrigarci.

Mi ero spogliato velocemente, avevo iniziato a leccargliela ma lo aveva voluto subito dentro. Avevo cercato di cambiare posizione ma lei continuava a incitarmi a scoparla. Avevo sborrato 2 volte, poi lei mi aveva invitato a vestirmi ed andare. Mentre stavo per uscire mi aveva messo nel taschino della camicia una banconota da 100. Il modo come lo aveva fatto mi aveva un po' infastidito e gli avevo detto.

In questo modo mi fa sentire una “puttana”, che si prostituisce.

Forse è meglio mettere le cose in chiaro. Non ho nessuna intenzione di iniziare una relazione con te. Prima di tutto perché voglio essere libera, secondo per differenza di età, terzo per varie altre cose che non devo stare qui a spiegarti. Mi piace come mi scopi, hai un bellissimo cazzo. Se ti va quando ho voglia ti chiamo, se vuoi venire a scoparmi va bene altrimenti va bene lo stesso. Credo che sia giusto che usandoti per soddisfare il mio piacere devo compensarti. Se vuoi è così, altrimenti dimmelo subito così saprò che non posso contare su di te.

Non ho detto che non mi va bene. Quando vuole può chiamarmi. Ma la prego darmi compenso in modo più discreto. In questo modo lo trovo mortificante.

Ero andato via molto deluso. In effetti lei aveva ragione non ero altro che il suo toy boy, quando aveva voglia mi chiamava, la montavo la facevo godere e lei mi pagava. Ci avevo pensato per un po' ed alla fine avevo deciso che mi andava bene. Era una bella donna anche se sessantenne, scopavamo benissimo ed in più avere qualche centinaio di più al mese mi faceva proprio comodo.

Era trascorso quasi un mese quando avevo ricevuto una telefonata da Beatrice, mi chiedeva se fossi disponibile il sabato sera ad accompagnarla a teatro e dopo a cena. Quando avevo acconsentito mi aveva raccomandato di indossare giacca e cravatta. Io avevo deciso che avrei cambiato look, ero andato dal barbiere, avevo accorciato i capelli e scelto un taglio classico, in più avevo indossato un paio di occhiali, ed un vestito blu. Guardandomi allo specchio avevo l’aria del classico professorino. Beatrice aveva apprezzato molto il mio nuovo look e mi aveva fatto i complimenti. Dopo la rappresentazione eravamo stati a cena con una coppia di suoi amici, Virginia ed Alessio, anche loro erano sulla sessantina, coppia distinta ed a prima vista anche loro di sicuro benestanti. Virginia al contrario di beatrice era abbastanza formosa e durante la cena in più occasione era sembrata divertita a fare battute a doppio senso, avevo avuto la chiara sensazione che erano a conoscenza di cosa ero per Beatrice.

Eravamo ritornati a casa in taxi, era sottinteso che la serata sarebbe proseguita, Beatrice mi aveva chiesto se fossi disponibile a restare tutta la notte ed avevo acconsentito senza nessun problema. Avevamo scopato parecchio, quando mi aveva chiesto di incularla, non avevo voluto farlo a pecorina, inizialmente gli avevo fatto alzare le gambe il più possibile e dopo averglielo infilato nel culo mi ero steso sopra. Eravamo nella classica posizione del missionario con la differenza che mentre lo aveva nel culo poteva baciarmi, gli era piaciuto parecchio. Poi mi aveva parlato a lungo lasciandomi sorpreso dai suoi racconti. Con il marito erano stati una coppia aperta e trasgressiva, facevano scambio coppia, orge, e avevano esaudito tutte le loro fantasie, a quanto mi aveva detto il marito era un gran porcone ma nemmeno lei era da meno. Mi aveva confidato che Virginia ed Alessio era coppia di amici con i quali avevano condiviso la maggior parte delle loro trasgressioni, ma non solo con loro.

Il mattino dopo quando stavo per andare via sul tavolo c’era una busta con il mio nome. L’avevo presa ed infilata nella tasca della giacca poi ero uscito con l’accordo che avrei aspettato una sua eventuale chiamata. In ascensore avevo aperto la busta, con mia grande gioia c’erano 500 euro. Ero più che soddisfatto anche perché Beatrice mi piaceva e l’avrei scopata anche gratis. La mia assenza notturna era logico che stata fosse notata da zia Concetta, ma era stata molto discreta e non aveva fatto domande, però nei giorni che seguirono era diventata stranamente taciturna e fredda nei miei confronti, avevo la sensazione che fosse arrabbiata nei miei confronti ma non gli avevo chiesto nulla.

Dopo una decina di giorni di quell’atmosfera un sabato sera rientrando per cena, ero rimasto meravigliato dal cambiamento di zia Concetta. Sicuramente era andata dal parrucchiere, non indossava il solito grembiule, ma una camicia bianca ed una gonna azzurra sopra il ginocchio. L'avevo guardata stupefatto, era completamente diversa, adesso era una donna appetibile e curiosamente gli avevo chiesto

Devi uscire stasera?

No, non devo uscire, come mai me lo chiedi?

Beh sei andata dal parrucchiere e sei molto elegante pensavo dovessi uscire con qualche amico interessante. Di solito la sera sei sempre in grembiule.

La persona interessante con cui mi piacerebbe uscire non mi caga neanche. Lasciamo perdere.

Dopo cena ero seduto sul divano a guardare un film in TV, la zia Concetta si era seduta accanto a me, la camicia aveva qualche bottone sbottonato e lasciava intravedere una porzione di seno e mi ero accorto che non portava reggiseno. All’improvviso si era avvicinata e mi aveva baciato in bocca

Ma cosa fai? Ti sei impazzita?

Ti scopi la signora Beatrice che ha 60 anni, non mi hai guardata mai. Cosa c’è forse vuoi essere pagato anche da me per scoparmi? E da 6 mesi che spero che tu prenda l’iniziativa. Ma a quanto sembra per te sono una merda. Ma fai a fare in culo. Sono stata cretina io a essermi illusa.

Aveva detto tutto di un fiato lasciandomi basito, poi si era alzata ed era andata a chiudersi nella sua stanza. L’avevo seguita ma da dietro la por4ta l’avevo sentita piangere, ed ero ritornato indietro. Ero sbalordito, non mi sarei mai aspettato una reazione del genere. Ero stato a lungo a pensare, a cercare di capire se in quei lunghi mei c’era stato qualcosa, ma non riuscivo a capacitarmi. Erano passate un paio di ore ormai, lentamente mi ero avvicinato alla porta di zia Concetta, avevo origliato, non si sentiva nulla. Di sicuro aveva smesso di piangere. Delicatamente avevo aperto la porta, la luce del corridoio illuminava lievemente la stanza. Era stesa di fianco, nuda, il suo grosso culo era la bella mostra, fra le gambe si intravedevano i peli della sua figa, lei non era depilata. La visione di quel bel culo, la sua confessione che mi aveva fatto, e la situazione in generale mi avevano fatto eccitare, a quel punto visto che mi aveva confessato che aspettava da tempo che prendessi iniziativa mi aveva fatto decidere di farlo quella sera.

Mi ero spogliato in corridoio, ero nudo anche io adesso, ero entrato nella stanza ed avevo chiuso la porta alle mie spalle, poi mi ero fermato per qualche minuto ad abituare la vista al buio. A tentoni mi ero avvicinato al letto e mi ero steso alle spalle di zia Concetta. Sembrava dormisse, il mio cazzo era già duro ed allora glielo avevo appoggiato fra le chiappe. Lei non aveva fatto nessun movimento nemmeno quando con una mano gli avevo toccato la figa trovandola bagnatissima. Avevo continuato a strusciargli il cazzo, poi lo avevo puntato alla sua figa ed avevo iniziato a spingere. Vista la posizione non facile avevo faticato un po' ma infine gli era entrato tutto, era stato allora che aveva emesso un gemito

Allora non dormivi? Eri sveglia?

Smettila di dire stronzate e scopami. Pompami forte ho voglia di godere.

Avevo iniziato a pomparla con molta irruenza ed in poco tempo aveva sborrato. A quel punto si era girata mi aveva abbracciato e dopo avermi dato un lungo bacio in bocca mi aveva intimato

Adesso tu mi scopi per tutta la notte. Ho arretrati da recuperare. Speravo che ci avresti provato da subito e non l’hai fatto. Adesso devi darmi 6 mesi di cazzo arretrato.

Aveva davvero arretrati, avevamo scopato per tutta la notte, aveva voluto provarlo in tutte le posizioni. Visto che la domenica anche la portineria era chiusa eravamo rimasti a letto fino a tardi. Mi ero svegliato ed a letto ero solo, sentivo zia Concetta trafficare in cucina. Mi ero messo a pensare a tutta la situazione. Sei mesi prima non facevo che andare avanti a seghe, adesso anche se erano donne mature, ne avevo due con cui potevo scopare fino a sfinirmi, in più una mi pagava perfino. In culo a tutti, avrei continuato a scoparle fino a che ne avrei avuto la possibilità. A fare questi pensieri il cazzo mi era diventato duro, quando avevo sentito l’odore del caffè mi ero alzato ed andato in cucina. Zia concetta era nuda e stava apparecchiando il tavolo per la colazione. Di soppiatto mi ero avvicinato dietro a lei, gli avevo afferrato le tette e poi gli avevo appoggiato il cazzo già duro al culo, aveva avuto un moto di sorpresa e detto:

Non sei ancora stanco? Ti alzi con il cazzo duro e non hai pazienza di aspettare?

Allarga le gambe e piegati, altrimenti così te lo metto nel culo.

Mettilo dove vuoi, basta che mi faccia sborrare. Ti ho avvertito che ho arretrati.

Aveva allargato le gambe e piegata sul tavolo, mi aveva facilitato e la sua figa aveva acconto il mio cazzo. L’avevo scopata fino a farla sborrare, io mi ero trattenuto, la giornata sarebbe stata lunga. Poi mentre mangiavamo lei guardandomi e con voce suadente mi aveva chiesto

Davvero me lo avresti messo nel culo? Mi avresti fatto urlare è grosso.

Anche se è un po' grosso riuscirai a prenderlo come tutte. Un giorno di questi ti inculo davvero.

Avevamo fatto colazione invece del pranzo, tutte tapparelle erano chiuse quindi potevamo stare nudi. Dopo aver sistemato la cucina, zia Concetta era andata a sistemare la camera poi la sentivo trafficare in bagno, io guardavo la TV. Quando era tornata aveva uno strano sorriso in mano aveva qualcosa

Ogni promessa è debito. Ho trovato la vaselina. Adesso con calma me lo metti nel culo.

Non hai perso tempo. Che troia che sei. Non ti basta mai.

Te lo ripeto ho tanti arretrati. Mi piace essere la tua troia. Dai mettimelo nel culo.

Prima mi avevo fatto fare un bel pompino. Mentre me lo succhiava lei si toccava la figa. Poi eravamo andati in camera, mentre lei spalmava il mio cazzo di vaselina io gliela spalmavo nel culo. Quando glielo avevo appoggiato aveva avuto come un brivido. Era la prima volta e temevo di fargli male, ma a parte un urlo iniziale, era scivolato dentro tutto. Avevo iniziato a pomparla il suo culo era caldo. Quando avevo allungato la mano ed avevo iniziato ad accarezzargli la figa si era scatenata

Cazzo che bello così. Dai spingilo dentro. Toccami bene il clitoride. Dai porco sto per sborrare. Cazzo non avrei mia immaginato che avrei goduto dal culo. Vengo, dai anche tu, sborrami nel culo la voglia sentire calda.

Quel giorno gli avevo sborrato nel culo anche un’altra volta. La sera alle 21 ero crollato dal sonno. Non ce la facevo più. Dalla sera dopo avevamo dormito sempre insieme, gli avevo raccontato della signora Beatrice, non aveva nulla in contrario se avessi continuato a scoparla. Eravamo a fine giugno il contratto mi sarebbe scaduto il 30 del mese e poi sarei tornato a casa. Mi ero informato ed avevo ottime possibilità per l’anno dopo. Avevo mandato un messaggio alla signora Beatrice dicendo che andavo a casa e che molto probabilmente sarei ritornato a settembre. Lei era già via in vacanza mi aveva detto che sarebbe stata contenta se tornavo a settembre ed avvertirla subito del mio ritorno. Giorno 30 quando ero rientrato a casa zia Concetta era molto triste sapeva che sarei dovuto partire. Avevo fatto il biglietto e lo avevo in mano, quando lo aveva visto stava quasi per scoppiare in lacrime, poi era stato io a farglielo vedere, la partenza era per il giorno 8 luglio, una settimana. Mi aveva portato subito a letto. Sarebbero stati 8 giorni molto impegnativi. Speravo di ricominciare anche l’anno dopo... adoravo la figa matura.



scritto il
2023-07-11
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