Ora sei mia

di
genere
etero

Adesso è mia e ne posso fare ciò che voglio.
Le sfilo lo slip di pizzo e mi inebrio del profumo.
Il clitoride svetta, lo prendo fra le dita ed inizio a strofinarlo dolcemente, con l'altra mano accarezzo le grandi labbra che vogliose invitano ad attraversare la porta del paradiso.
Mi porto alla bocca quelle gocce di rugiada per assaporarne la passione. Geme inarcando la schiena, le sostengo le gambe ed inizio ad affondarle la lingua, la sua passera diventa come una pianta carnivora che brama di piacere sul mio viso completamente zuppo dei suoi umori. Le infilo due dita per godere di quel calore, sto impazzendo, le allargo le pareti alitando all'interno, il tepore del mio fiato bollente la fa sobbalzare di piacere mentre invoca Dio e sua mamma. Le ciuccio il clitoride che sembra volersi lanciare nello spazio come un missile e non riesco più a tener ferme quelle gambe ora in preda agli spasmi.
Mi afferra le spalle e mi porta a se, inizia a baciarmi e leccarmi il viso assaggiando il suo stesso eccitamento. Le premo sul pube il mio fiero cazzo che brama le sue attenzioni, lo dirigo verso le sue labbra, afferro la testiera del letto ed inizio a scoparle la gola mentre mi spinge dalle natiche.
Quel muro di fronte lo sfondo a testate per l'immenso piacere che la morbida lingua riesce a darmi, le mie palle sono dure e indolenzite.
Mi divincolo da quella ventosa girandomi su di lei, ora ci lecchiamo a vicenda, sento i suoi capezzoli duri che mi solleticano la pancia, mi viene in faccia esplodendo sulla mia bocca aperta come un gavettone estivo.
Lo vuole sentire dentro, mi mette a disposizione tutto di se, ho lei a pecora con il viso che affonda sui cuscini, le stofino la cappella sulla fica, mi lubrifico con i suoi liquidi, le afferro le chiappe e le sfondo il culo.
Urla per l'azione inaspettata, quel cuscino lo avrebbe strappato in mille pezzi.
La pelle di quell'orifizio avvolge la mia mazza che le dona piacevoli e dolorose sensazioni, lo vuole tutto dentro e le dono tutti i centimetri della mia verga.
Come un fiero cavaliere che doma una puledra impazzita raggiungo l'apoteosi del piacere, estraggo la minchia dalle sue brame, si gira di scatto guardandomi fissa negli occhi e le infuoco le gote arrossate con schizzi si sperma bollente, si agita in preda alle convulsioni mentre le dedico anche l'ultima goccia.
Mi vuole a se, mi chino e senza nessun capriccio la ripulisco con la lingua dal mio seme denso e dolciastro.
Mi accascio su di lei, ci stringiamo in un profondo abbraccio mentre i nostri battiti si fondono in un unico suono armonico.
scritto il
2023-07-15
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