La mogliettina del collega

di
genere
feticismo

Avete presente quelle persone che se gli chiedete 'come stanno' ti rispondono raccontandovi tutta la loro vita? Quelle persone che parlano di continuo? Di qualsiasi cosa? Che non ti lasciano nemmeno il tempo di pensare?
Ecco io ho un collega, Daniele, così. Uno che da quando arrivi a lavoro a quando vai via non smette mai di parlare. A volte è piacevole scambiare due chiacchiere, ma altre volte è una cosa davvero insopportabile.
Un giorno viene in studio un'avvocatessa, Eleonora, che conosciamo da tempo, aveva fatto il tirocinio da noi prima di fare l'esame di abilitazione, indossa una camicetta attillata che mette in risalto un bel paio di seni e una gonna a tubino fin sopra il ginocchio che esalta le sue curve e lascia scoperte due bellissime gambe lunghe e toniche, che finiscono con due caviglie sottili ad una delle quali brillava un braccialetto e due decolleté nere col tacco alto, che la slanciano ancora di più.
Per tutto il tempo che chiede informazioni al mio collega, non posso resistere dal lanciarle occhiate, soprattutto a quelle gambe e a quei piedini, che hanno risvegliato certi desideri.
Come al solito il chiacchierone non la finisce di blaterare, e se da un lato mi infastidisce continuare a sentire le boiate che diceva, dall'altra non posso fare altro che ringraziarlo per prolungare quello spettacolo che ho davanti ai miei occhi.
Dopo un po' anche lei inizia a dare dei segni di insofferenza, le gambe accavallate iniziano a muoversi nervosamente e così anche il piedino che tiene sollevato. D’un tratto i nostri sguardi si incrociano e abbozzando un mezzo sorriso solleva gli occhi verso l'alto nell'universale smorfia di 'non ce la faccio più a sentire questo rompicoglioni', anch'io le sorrido e scuoto la testa 'non lo dire a me che lo devo sopportare tutto il giorno'. Decido di venirle in aiuto e interrompo il logorroico chiedendole una stupidata qualsiasi, lei con gli occhi sorridenti e piena di gratitudine mi guarda mi risponde e contenta di non essere annegata nel fiume di cazzate che Daniele le aveva sciorinato si alza per andar via, regalandomi la visione del suo lato b, e che lato b, quella gonna a tubino fascia un culo bello sodo, per non parlare dei suoi polpacci, uno spettacolo della natura. Arrivata alla porta si gira ci saluta e prima di uscire, mi guarda e mima con la bocca un silenzioso 'grazie', per poi sorridere ed andare via.
Passano cinque minuti di incredibile silenzio, poi il mio collega mi chiede una cosa che mi sorprende un po':
D: "Però che bella gnocca che è diventata, vero?"
Io: Sì, davvero bella.
Dopo altri 5 minuti
D: Ma le hai visto che culo e che gambe?
Io: Eh… le ho viste sì.
D: Mamma mia, e poi quel braccialetto alla caviglia?
Io: Lascia stare, che se ci ripenso...
D: Ahahahah lo so.
Passano altri 10 minuti di innaturale silenzio.
D: Ma... ho visto che non riuscivi a staccare gli occhi dalle sue gambe... e piedi, non sarai mica un feticista?
Il che mi spiazza, nelle nostre, ahimè, lunghe chiacchierate non abbiamo mai toccato questo genere di discorsi.
Io: Con due gambe e due piedini come quelli sfido chiunque a non diventarlo.
Dico cercando di uscire dalla situazione imbarazzante.
D: Hai pienamente ragione. Guarda, anch'io mi sarei fiondato a baciarglieli e leccarglieli tutti. Anche perché a me piacciono tantissimo i piedi delle donne. Per fortuna ho una moglie a cui non dispiace per nulla questo genere di cose anzi ne va matta e si eccita tutta, e poi non sai che galoppate che ci facciamo ahahah.
Il discorso aveva iniziato a prendere una piega abbastanza singolare, non mi interessano affatto i gusti sessuali del mio collega, anzi avrei fatto anche a meno di saperli, ma sapere che alla sua mogliettina piacciono certe cose mi intriga parecchio.
Dovete sapere che il mio collega ha una moglie molto carina, un po' più giovane di lui, minuta nell'aspetto, molto gentile e anche molto timida, praticamente il suo opposto. a vederla non direste mai che faccia certe cose.
E mentre il rompipalle continua a blaterare di come una volta ad un matrimonio gli fosse venuto duro guardando i piedi delle damigelle, io non potevo fare a meno di immaginare sua moglie che con lo sguardo da porca vogliosa si fa baciare e leccare i piedi per poi cavalcare come una forsennata.
Assorto in quell'immagine mentale non mi ero accorto che Daniele si era zittito e con una sua sonora risata mi riporta alla realtà.
D: Ahahahahah scommetto che ti stai immaginando la scena del matrimonio con tutti quei bei piedini eh? Ti è venuto duro, vero? Ahahahah quanto avresti voluto essere al mio posto? Chissà quante seghe che ti farai adesso ahahahah.
É davvero diventato insopportabile così gli rispondo un po' malamente.
Io: Veramente stavo pensando a tua moglie...
Silenzio...
Capisco di aver esagerato a rispondere in quel modo, così cerco di rimediare.
Io: Voglio dire che dopo il commento che hai fatto, sono rimasto colpito anche perché non sembra proprio il tipo a cui piacciano certe cose...
Ancora silenzio...
Io: È che mi hai colto di sorpresa, tutto qui.
Mi guarda, non dice nulla, si gira dall'altro lato.
D: Va bene dai continuiamo a lavorare che qui c'è un sacco di roba da fare.
Io: Ma ti sei offeso? Guarda che non pensavo a niente di male, solo al commento che hai fatto.
D: Sì sì, non ti preoccupare, ho capito.
E per tutta la giornata non dice più una parola.
Il giorno dopo è come se non fosse successo nulla, parla e chiacchiera come al solito, continua a blaterare del più e del meno come se niente fosse.
Passano un paio di settimane ed un giorno indovinate chi ci viene a trovare? Sì, la bella avvocatessa, Eleonora, questa volta indossa una blusa nera con scollo a V, che mostra almeno una 3° di seno, e, purtroppo, una gonna larga e leggera che le arriva un po’ più su delle caviglie. Adesso non c'è più il braccialetto con i brillanti, ma uno con dei ciondoli e non calza più le decolleté ma bensì un paio di sandali con zeppa, che mettono in mostra dei piedini affusolati con le unghie smaltate di nero.
Si siede, accavalla le gambe e inizia a chiedere delle cose, di cui devo essere sincero in quel momento non m’importava nulla, ero rapito da quei piedini.
Il mio collega naturalmente se ne accorge, e questa volta anche lei e con un sorrisetto inizia a muovere il piede che tiene sollevato. Io faccio finta di nulla e continuo a fare il mio lavoro.
Il rompipalle non va per le lunghe, ponendo fine alla bellissima visione di quel giorno.
Passa un quarto d'ora di silenzio, e chiede una cosa che mi coglie del tutto impreparato
D: Che programmi hai per questo fine settimana?
Perché mi ha colto impreparato? Perché mi aspettavo nuovamente una discussione su quanto fosse gnocca e sui suoi piedini ed invece...
Io: Nulla di particolare.
D: Sto organizzando una cena da me, con alcuni amici e colleghi ti va di venire?
Non era la prima volta che me lo chiedeva e non era la prima volta che partecipavo, anzi è proprio in una di queste cene che avevo conosciuto sua moglie, Manuela.
Io: Non saprei...
D: Ma dai vieni altrimenti ti ammazzi di seghe a casa pensando alla Eleonora ahahahahah.
Io: Ma quanto sei spiritoso. Va bene dai, a che ora devo venire?
D: Alle 19.
Io: Così presto?
D: Si fa prima un aperitivo.
Io: Ok, va bene.
Arrivo alle 18:55 sotto casa del mio collega, suono e mi risponde la moglie, mi apre e mi fa salire.
Appena la vedo, non riesco a non pensare a quel commento di come si eccita quando le baciano i piedi ed istintivamente il mio sguardo va a finire propri lì.
Non è la prima volta che li vedo, e devo essere sincero avevo pensato che fossero davvero belli, piccolini e magri, ma adesso li vedevo sotto un'altra luce, sta indossando un paio di infradito neri con dei brillantini e solo un lucido sulle unghie per risaltarne il colore naturale, ed un vestitino nero che le arriva a metà coscia e che cosce, belle affusolate.
Alzo lo sguardo e vedo che mi sta guardando arrossisce un po’, mi saluta e mi fa accomodare, le do la bottiglia di vino che avevo portato ed entro.
M: Sei arrivato presto ancora non c'è nessuno.
Io: Ah... pensavo che si facesse prima un aperitivo, mi ha detto tuo marito di venire a quest’ora.
M: Lui è ancora sotto la doccia, ti preparo qualcosa da bere, anche se sono una frana nei drink, vai pure in salotto se vuoi.
Così dicendo si avvia verso la cucina
È una bellissima serata, così preferisco andare in terrazza, dove vedo già tutto preparato per la cena.
Mi raggiunge con due bicchierini e una bottiglia.
Appena la vedo sulla porta della terrazza con le luci del salotto alle sue spalle che ne incorniciano la sagoma penso che sia davvero carina.
M: Sei qui, tieni. Purtroppo non sono brava come mio marito.
Io: Grazie, non ti preoccupare va benissimo così.
Mi porge un bicchierino e mentre sorseggiamo ci scambiamo due chiacchiere sul più e sul meno.
Passa una mezzoretta e spunta Daniele.
D: Eccoti puntuale come sempre. Ah... avete già iniziato senza di me... che monelli che siete.
La moglie diventata tutta rossa e scappa in cucina.
M: Vado a prendere un altro bicchiere.
La guardo mentre corre in casa... anche il lato b non è male, non lo avevo notato prima, un bel culetto a mandolino
D: Che bella serata si sta proprio bene, vero? Ho fatto bene a preparare la cena qui in terrazza. Ma hai portato del vino? Ottimo, sai che...
E inizia a ruota libera. Per fortuna dopo un po’ arrivano anche gli altri invitati.
C'è un altro nostro collega con la moglie e una loro amica, Vanessa, che non conosco, è una ragazza abbastanza anonima, cioè non ha dei particolari che ti fanno soffermare a guardarla, né tanto meno che ti suscitano certe sensazioni, è abbastanza alta, ed ha una corporatura un po’ robusta.
Fatte le prime presentazioni, Daniele porta da bere e si chiacchiera un po’ finché non ci sediamo per la cena.
Io capito difronte alla Vanessa, da un lato ho l'altro collega e dall'altro ho Manuela. Per tutta la serata non riesco proprio a non lanciare delle occhiate alle sue gambe e ai suoi piedini soprattutto adesso che ha tolto un infradito e riesco anche a vedere la candida e liscia pianta.
Durante la cena si scherza, il vino scorre, così come le boiate del mio collega, la mogliettina è quasi sempre in silenzio sorride ogni tanto a qualche battuta, e io continuo a dare delle sbirciatine.
Dopo l'ennesima occhiata vedo che l'anonima mi fissa, io faccio finta di nulla e continuo a gustarmi la cena e la compagnia.
La serata si avvia verso la fine, l'altra coppia dice che è ora di andare e che dovremo rifarlo di nuovo e si avvia, l'anonima tentenna un po’, mi guarda, e mi chiede un passaggio. Per fortuna sono venuto a piedi, l'altra coppia allora si offre di accompagnare sia me che lei. Rifiuto anche perché dopo tutto quello che ho mangiato e bevuto fare due passi mi avrebbe fatto solo bene. L'anonima fa una smorfia, ma alla fine accetta e va via con l'altra coppia.
Anche io saluto e mi preparo ad andar via, ma Daniele mi ferma.
D: Aspetta aspetta, devo dirti una cosa.
Vedo che è un po’ brillo.
Io: Dai che è tardi me la dici lunedì a lavoro.
D: Ma no, devo dirtela adesso. Ti ricordi quella volta che ti ho detto quella cosa...
Mi ha detto tante di quelle cose che ormai ho perso il conto.
Io: cosa?
D: Dai quella cosa su mia moglie... su come le piace quando le baciano e leccano i piedi... e come ti sei eccitato pensando a lei...
Io: Ancora con questa storia.
D: Sai quel giorno non ho fatto altro che pensarci su, e più ci pensavo e più la cosa mi piaceva... sapere che i piedi di mia moglie facevano arrapare un altro uomo... alla fine gliel'ho detto... e lei era tutto un 'Nooo ma che hai fatto... adesso cosa penserà di me...' e menate varie, ma io l'ho visto che a lei sotto sotto la cosa piaceva, così le ho fatto la proposta... le ho chiesto se voleva che tu ti divertissi con i suoi piedini... ma lei niente... ho dovuta insistere parecchio per convincerla.
Sono allibito, non so se sia stato l'alcol e mi sta prendendo per il culo o l'avesse fatto davvero. Mi giro e lei è lì vicino tutta rossa in viso che ci guarda.
D: Diglielo anche tu come ti sei eccitata quella sera al pensiero di un altro che ti leccava i piedi.
Lei continua a guardarmi senza dire una parola.
D: Dai siediti sul divano e daglieli così si diverte un po’.
Il mio sguardo passa dai suoi piedi al suo viso e più la guardo e più divento duro.
Lei sempre senza dire una parola si siede sul divano, allarga le gambe e mette in mostra un bel cespuglietto nero tutto luccicante di umori.
La mogliettina zoccola non solo è senza mutande, ma si è già bagnata al solo pensiero che un altro uomo le adorasse i piedi.
Con la mano inizia ad accarezzarsi lentamente, e mentre mi guarda alza la gamba destra porgendomi il suo piedino con ancora indosso l’infradito.
Rimango rapito da quello che sta succedendo.
Guardo prima lui che sorride come un ebete.
D: Non fare il timido.
Poi guardo di nuovo lei, che rossa in viso, continua a toccarsi.
Mi sta eccitando da impazzire, non resisto più…
Mi avvicino, con la mano sinistra le prendo il piede destro e lentamente lo porto al mio viso, emana un odore celestiale che mi fa perdere completamente la testa.
Le bacio la caviglia, mentre allungo la mano destra verso la sua fichetta...
D: NO!! SOLO I PIEDI!!
Urla il cornuto.
M: Stai zitto. L’hai voluta tu questa situazione e adesso devi stare zitto per una volta e non rompere i coglioni.
Il suo sbotto ci lascia di stucco, lui diventa muto come un pesce, io duro come il marmo.
Guardo il marito che adesso sta con la bocca chiusa e con la mano nei pantaloni e poi riporto la mia attenzione a quei bellissimi piedini.
Riprendo da dove mi ero fermato baciandole la caviglia, mentre mi inebrio del profumo che emana il suo piedino, la mia mano destra ha già raggiunto la sua mano nella fichetta e inizia ad esplorare ogni millimetro di quel preziosissimo tesoro che ha schiuso al mio tocco, mentre la mia bocca saggia ogni centimetro del suo piede, passando dalla caviglia al dorso e alle dita.
Le sfilo l'infradito, sento l'odore che si sprigiona dal contatto del suo piede caldo e sudato, la poggio sul divano con delicatezza come se fosse di cristallo
Adesso ho il suo bellissimo piedino destro completamente nudo di fronte al mio viso, lei si fa più audace e lo avvicina di più alla mia bocca, come in un invito ad adorarlo, mentre le nostre mani continuano a toccare incessantemente la fica.
Mi guarda, rossa in viso e con gli occhi languidi, le sorrido prima di iniziare a baciare e leccare la pianta… mugola, chiude gli occhi e tira indietro la testa, mentre io assaporo appieno il suo aroma, concentro tutta la mia attenzione su quel magnifico piede, le bacio il tallone, l'arco, arrivo alle dita e li bacio uno ad uno, e sempre uno ad uno inizio a leccarli, a metterli in bocca e a succhiarli.
Lei geme sempre di più e sempre più forte, il mio cazzo è così duro e gonfio da far male, lei con il piede sinistro mi tocca la patta dei pantaloni, sente tutta la mia eccitazione. Il suo tocco mi distoglie per un attimo, la guardo, ritiro la mia mano dalla sua vulva grondante, e mi porto le dita alla bocca per saggiarne gli umori sotto il suo caldo sguardo.
Afferro anche il piede sinistro ancora nell'infradito, glielo sfilo mi riempio i polmoni del suo odore prima di poggiarlo vicino all'altro.
Mi porto al viso entrambe le sue fantastiche estremità, mi inebrio del loro aroma, passo dall'uno altro, li bacio, con la lingua ne seguo i contorni, li lecco li assaporo non vedo altro che quelle meraviglie, sento la sua mano aumentare il ritmo nel toccarsi la fica, la sento ansimare.
M: ODDIOOO!! SÌ, ODDIO, SI SI SI! SIII!
Chiude le gambe, scosse dall'orgasmo che la pervade… stringe le dita dei piedi e cerca di tirarli indietro, ma li tengo fermi e continuo a leccarli… lentamente sposto la mia bocca alle sue caviglie, ai polpacci, alle cosce… mi insinuo tra le sue gambe, mi avvicino sempre di più alla sua vulva, ne percepisco l'odore e il calore mi investe il viso, le bacio la mano ferma tra le gambe, lei leggermente la sposta, ne succhio le dita, ritorno a baciarle l'interno delle cosce, bagnate dall'orgasmo, lei con la mano mi afferra la testa e mi tira a sè, alla sua fica, con la lingua ne esploro le labbra, istintivamente chiude le gambe, ma non riesce a fermarmi, mi insinuo con la lingua nella sua fica, la lecco con passione, la penetro con tocchi sempre più rapidi, mi concentro sul turgido clitoride, lo succhio, la guardo negli occhi lucidi di piacere, vedo che ha il respiro corto, stringe ancora di più le gambe, geme sempre più forte.
M: ANCORA COSÌ, SÌÌÌ!!
E mi inonda la bocca dei suoi umori, me ne disseto, continuo a leccarla mentre lei è ancora in preda al nuovo orgasmo.
Lentamente mi stacco da quel meraviglioso frutto succoso, mi alzo, lei mi guarda negli occhi e poi sposta lo sguardo al mio pacco, con le mani si avvicina alla patta, tasta la mia erezione, mi guarda e le affiora un sorriso malizioso.
M: Sono stati i miei piedini a farti diventare così?
Io: Sì, i tuoi magnifici piedini, le tue stupende gambe, la tua calda fica, la tua espressione mentre godevi, non ti facevo così...
M: Zoccola?
Io: ...vogliosa... e sì anche zoccola.
Sorride ma non aggiunge nient’altro
Mi slaccia la cintura, mi sbottona, abbassa la zip e mi fa cadere i pantaloni. Fa scorrere le sue mani sulle mie gambe, mi soppesa i coglioni con la mano sinistra attraverso i boxer, mentre la destra mi accarezza l'asta, arriva con le dita sulla cappella che fa capolino dall'elastico, mi guarda di nuovo.
M: È così gonfio… doveva far male a stare stretto nei pantaloni.
Io: Non puoi sapere quanto...
M: Poverino, dobbiamo rimediare e farlo stare meglio.
Così dicendo mi abbassa i boxer, si avvicina e da un bacetto proprio sulla cappella paonazza, mi guarda e me ne dà un altro.
Mi sta facendo impazzire.
M: Visto che ti piacciono tanto i miei piedini, mi sembra che la giusta ricompensa per essere stato così bravo nel baciarmeli sia far giocare il tuo amichetto un po’ con loro, che ne pensi?
Il mio amichetto reagisce prima che possa dire qualcosa, e una grossa goccia inizia a colare dalla gonfia cappella.
Lei non dice nulla, la raccoglie con le dita e se la porta alla bocca.
Poi alza lentamente il piedino destro e fa correre la sua pianta lungo tutto il mio uccello, con le dita ancora umide della mia saliva mi stringe il glande, mentre con il dorso del sinistro mi tocca i coglioni gonfi.
M: Sono belli pieni... li dobbiamo svuotare.
Mi spinge con il destro il cazzo sull'addome e inizia a muoverlo su e giù lentamente, l'eccitazione è massima, continuo a colare.
Lei inizia ad aumentare il ritmo, sempre più veloce, adesso sono io che ansimo e gemo.
Sento l'orgasmo crescere.
Lo percepisce anche lei dalle mie palle che continua a stimolare con il suo piede sinistro.
Aumenta ancora la velocità.
M: Dai vieni, sborra per i miei piedini.
Io: SÌ, CAZZO VENGO VENGOOO!!!
Non resisto più ed esplodo.
Parte il primo fiotto che mi arriva sul ventre.
Lei sposta rapida il piede sinistro sulla mia cappella lucida, la agguanta con le dita, mentre continua con un ritmo forsennato a fare su e giù con il destro.
Arrivano gli altri fiotti, si insinuano tra le sue dita, finiscono sul dorso del piede e sulla caviglia. Lo sperma cola dalla pianta del suo piede sinistro su quello destro. Continuo a venire copioso, altri tre, quattro fiotti di sborra. Lei non accenna a fermarsi, mi spreme fino all'ultima goccia, e quando non ne esce più mi dà un attimo di tregua.
Ritira i piedini dal mio cazzo paonazzo, stringe le dita, li unisce e li ammira.
M: È bellissimo sentire la sborra calda tra le dita, guarda come li hai ridotti, me li hai allagati.
Con un dito della mano ne raccoglie un po’ e se la porta alla bocca, chiude gli occhi mentre la assaggia, poi li riapre sorridente.
È uno spettacolo così arrapante che il mio uccello non mostra segno di cedere, anzi torna ad essere più turgido di prima.
Lei lo vede.
M: Sei ancora carico?
Io: Tutta colpa tua, sei troppo eccitante.
Ha perso un po’ della sua timidezza, ride.
M: Ma mi hai già imbiancato tutti i piedini...
Io: Ci sono altre cose da poter imbiancare...
Il marito di cui mi ero completamente scordato si avvicina.
D: Basta così, hai già fatto abbastanza.
Rosso in viso e con il fiato corto, ha il cazzo moscio di fuori e i pantaloni macchiati di sborra.
M: Ma non possiamo mandarlo a casa così, guarda com'è gonfio.
D: Non importa, i patti erano solo di usare i piedi, anzi che gli ho permesso di mangiarti la fica, mi dovrebbe stra-ringraziare.
M: Va bene, ma almeno permettimi di ricambiare il favore.
D: Cosa?
M: Mi ha leccato la fica no? È giusto che ricambi.
D: Ma cosa dici?
M: Dai cosa vuoi che sia un pompino, ritorna a sederti che ci penso io a lui.
D: Ma seriame...
Io: Senti, hai detto che i patti erano solo con i piedi no?
D: Sì!
Io: Ma con chi hai preso questi patti? Perché con me di sicuro no.
D: Beh...
Io: Beh cosa? Io non ho fatto alcun patto né con te, né con lei. Se lei vuole farmi un pompino è liberissima di farlo, anzi sei pure fortunato che me lo faccia bastare, perché eccitato come sono la vorrei sfondare tutta.
D: NO!! Ok... allora, solo un pompino…
Lei mi guarda, e vedo che anche lei vorrebbe fare qualcosa di più.
M: Solo un pompino...
Mi avvicino al suo viso, sento il suo respiro caldo sul cazzo, che svetta duro e paonazzo a pochi centimetri dalle sue labbra.
Mi guarda, mi dà un bacio sulla cappella, poi la lecca.
M: Che buono, il sapore della tua sborra si è unito a quello dei miei piedini.
Non resisto, le passo una mano dietro la nuca e l'attiro più vicina.
Lei dischiude le labbra e fa scivolare nella sua bocca calda e umida la mia verga rovente.
Si ferma a meta, succhia un po’, ma io la spingo leggermente.
Lei mi guarda, e finalmente lo prende tutto in bocca, arriva quasi ai coglioni.
Sento la sua lingua muoversi tutt’attorno al mio cazzo, inizia dei piccoli movimenti avanti indietro, ma io la tengo ferma.
Mi guarda negli occhi, sposta il mio cazzo all'interno della sua guancia sinistra, prova di nuovo a muoversi e questa volta la lascio fare.
Inizia con un movimento lento, che prende sempre più velocità, mentre la sua lingua scorre su tutto il mio uccello, inizia a succhiare, aumenta ancora il ritmo, si ferma di botto e lo ingoia fino alla base.
Sento che non resisterò a lungo, anche lei lo capisce, sfila piano dalla bocca il cazzo luccicante di saliva, lo agguanta con la mano destra, se lo sbatte un paio di volte sulle labbra ed inizia a segarmelo. Si concentra sul glande, mentre con la mano va su e giù, lo lecca per poi succhiarlo.
È troppo per me, sono arrivato al limite, lei lo nota e va ancora più veloce.
Nuovamente sento l'orgasmo che sale.
Io: SBORRO!!
Ho solo il tempo di dire, prima che esploda il primo fiotto, lei non accenna a fermarsi con la mano, ne ingoia un po’, e poi lo tira fuori dalla bocca, lo poggia sulle labbra mentre altri fiotti le arrivano sul viso e nei capelli.
Come prima continua a segarmi fino all'ultima goccia, per poi riprenderlo in bocca e dare un’ultima succhiata, me lo ripulisce per bene, e lasciatomi andare si lecca la mano.
Ha il viso coperto di sperma, che risalta sul nero dei suoi capelli, rimane ferma a guardarmi.
Dal suo sguardo vedo che qualcosa è cambiato, ma non ho il tempo di dire o fare nulla che il marito mi mette una mano sulla spalla.
D: Adesso puoi anche andare…
Lei lo guarda e con una strana espressione.
M: Sì, forse è meglio che vai adesso.
Sono un po’ frastornato dal suo cambio di atteggiamento, così faccio come dicono.
Lui mi accompagna alla porta, neanche mi saluta e mi fa uscire.
Getto un ultimo sguardo a lei, con ancora alcuni rivoli della mia sborra sul viso, che mi segue con lo sguardo senza dire nulla.
Mi ritrovo a tornare a casa a piedi avvolto dall'aria fresca della notte, che dirada un po’ di nebbie, ho le palle vuote, ma la mente piena di lei.
scritto il
2023-07-21
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