Il rappresentante di sex toy

di
genere
etero

Mi chiamo Mauro, 43 anni. Sono felicemente sposato e padre di due figli. La storia che vi racconto prende il via la scorsa primavera.

Ho lavorato per 15 anni in fabbrica ma, pochi mesi fa, è arrivata la doccia gelata: i proprietari decidono di chiudere lo stabilimento. Di punto in bianco, mi ritrovo in strada, con una famiglia da mantenere.

Nella disperazione più totale, decido di affidarmi a mio cognato Claudio. Gli dico che ho bisogno di lavorare e che deve aiutarmi.

Claudio è proprietario di un sexy shop. Ha iniziato l'attività 10 anni fa, per scommessa e, sebbene nessuno ci credesse, è ancora lì, saldo al suo posto.

Mio cognato prende qualche dildo, dei vibratori, li infila in una valigetta e mi dice: “Vai a lavorare”.

E così mi ritrovo, a 43 anni, a vendere sex toys in giro per la città. All'inizio provavo un forte imbarazzo. Di soldi se ne vedevano pochi, quindi stavo per perdere le speranze. Grazie alle dritte di Claudio, ho tenuto duro. Col tempo mi sono appassionato a questo lavoro. Mia moglie non l'ha presa benissimo. Le ho fatto capire che non avevo alternative, che è un lavoro onesto, che ci consente di vivere.

Stamattina mi trovo in una città a pochi chilometri da casa. Sto cercando un'area residenziale. Riesco a trovare un conglomerato di palazzoni.

I primi contatti non vanno benissimo. Molte donne mi chiudono la porta in faccia al primo accenno del mio mestiere.

Sono sul pianerottolo del terzo piano di un palazzo. Busso a destra senza ricevere alcuna risposta. Provo alla porta accanto. Apre una ragazzina. Deve avere non più di 15 o 16 anni.

“Mamma è a casa?” Mi conferma che i suoi sono fuori per lavoro.

Le chiedo l'età e resto stupito quando mi dice che ha 18 anni. A questo punto, decido di fare un tentativo e le spiego qual è il mio lavoro.

Mediamente ragazze così giovani declinano la mia offerta, ma Alessia, questo il suo nome, sembra incuriosita. Le chiedo se posso entrare e mostrarle i miei prodotti.

Sorridendo, mi invita dentro. Mi ritorna il buon umore. Parliamo un pò, nel mentre mi offre da bere. Le propongo una dimostrazione pratica. Solitamente, lascio un paio di sex toys alla persona interessata ed attendo in casa o fuori la porta. Alessia sembra molto divertita e mi invita a seguirla in camera sua.

Alessia è alta all'incirca 1,60 m, ha una carnagione olivastra luminosa, un seno ancora piccolo ma un culetto tondo. I capelli sono lisci e profumati. Indossa una canotta bianca a righe, dei pantaloncini di cotone.

Alessia toglie le ciabatte, siede sul letto con le gambe incrociate, curiosa di vedere cosa ho da mostrarle. Non indossa né calze né calzini, posso vedere i suoi piccoli piedini scalzi. Posiziono la valigetta su una sedia e la apro. La ragazza rimane senza parole. Non è spaventata, solo stupita. Inizia a farmi qualche domanda e le spiego le differenze tra i vari oggetti. Le chiedo se ha mai utilizzato sex toys. Mi conferma che è la prima volta che ne vede uno dal vivo, anche se le sue amiche gliene hanno parlato qualche volta. Ciò che cattura maggiormente la sua attenzione è un vibratore rabbit, forse per via del colore molto femminile.

Le chiedo se vuole provarlo. Mi dice che non ha soldi per comprarlo. La rassicuro dicendo che c'è la possibilità di pagarlo a rate. Glielo porgo tra le mani, curioso di vedere la sua reazione.

Alessia mi fissa dubbiosa sul da fare. Potrei lasciarla da sola. Mi conferma che non è un problema, che posso restare. In fondo, sa che sono lì per lavoro, non ho secondi fini.

Le indico di scostare la mutandina. Alessia mi lascia senza parole: solleva il bacino ed in un sol colpo tira giù pantaloncini e mutandine, lasciandoli cadere a terra.

Rimango a guardare la sua giovane vagina. È ancora chiusa, senza alcun peletto. Mi chiedo se Alessia sia vergine. Sebbene sia sposato con una bellissima donna, provo un forte desiderio di possederla.

Alessia, su mio consiglio, inizia a masturbarsi, così da facilitare l'inserimento del giocattolo. Sembra molto timida.

“Posso?” Scosto la sua mano e le infilo due dita dentro. A stento ci entrano. Alessia subito mi ringrazia, spruzzandoci sopra i suoi succhi. Queste ragazze di oggi non sanno nemmeno come sono fatte...

Le dico di sollevare la maglietta. Con la mano libera afferro il capezzolino e glielo strizzo. Inizia a gemere sommessamente. Potrei continuare e portarla all'orgasmo ma voglio mostrarle l'efficacia dei miei prodotti. Le passo il sex toy. Alessia lo fa scivolare facilmente nel suo buchino bagnato. Inizia a farlo entrare ed uscire.

Noto che l'oggetto è inzuppato dei suoi succhi. Poco male, dopo ogni prova chiedo di poter utilizzare il bagno per disinfettare e pulire il prodotto. Alessia continua a masturbarsi, sembra averci preso gusto.

Le indico di distendersi, che posso aiutarla a godersi le sensazioni. Alessia si mette comoda. Afferro il sex toy e prendo a masturbarla vigorosamente. La sua vagina è diventata rossa nel frattempo. Il respiro di Alessia si fa sempre più affannoso. Di colpo si irrigidisce ed inizia ad urlare. Continuo a penetrarla con il sex toy. Porta una mano sull'oggetto e mi chiede di tirarlo fuori. È stanca e sfinita. Chiude gli occhi, si mette a riposare.

Il sex toy è fradicio. È un po' di tempo che faccio questo lavoro ma raramente mi è capitato di vedere un oggetto così inzuppato. Le chiedo di poter utilizzare il bagno e lascio Alessia un pò da sola.

Quando rientro in camera, Alessia è ancora distesa sul letto. Ha sistemato la maglietta ma è ancora nuda dalla vita in giù. Prendo le mutandine ed i pantaloncini, che aveva scalciato in precedenza, e glieli passo per rivestirsi. Alessia, nel frattempo, mi ringrazia della prova e mi dice che ha intenzione di acquistare il prodotto. Mi chiede un piccolo sconto. Si alza per rivestirsi. Non posso fare a meno di fissare il suo piccolo culetto liscio. Le dico che ho intenzione di offrirle un piccolo sconto a patto che si lasci sculacciare per qualche minuto. Alessia, senza nemmeno rispondere, si distende sulle mie gambe, offrendomi il suo delizioso sederino. La sculaccio con buona forza e velocità, tanto che, dopo pochi colpi, sulla pelle candida del suo sedere iniziano ad intravedersi delle macchie rosse. Alessia, a giudicare dai versi, sembra apprezzare la punizione. Continuo ad alternare natica destra e sinistra per un po', poi mi fermo, concendendomi un'intrusione tra le gambe. Noto con stupore che è di nuovo bagnata. La faccio scendere e, dopo aver riscosso una prima rata, la saluto. Mi ringrazia e mi chiede se tornerò da lei. Le sorrido. Non vorrei deluderla ma ho moglie e figli...

Ecco, ora potete capire perchè adoro il mio nuovo lavoro!
scritto il
2023-07-31
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